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Autore: Lady Samhain    04/01/2017    3 recensioni
Il seguito della storia che tutti vorremmo vedere: la vita di Credence insieme a Newt Scamander e Tina Goldstein alla scoperta del mondo magico, il mondo a cui realmente appartiene.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Credence Barebone, Newt Scamander, Porpentina 'Tina' Goldstein
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La strada di casa'
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Ooo, these emotions I never knew
Of some other world far beyond this place
Beyond the trees, above the clouds
I see before me a new horizon


(Strangers like me – Phil Collins – Tarzan OST)


Il matrimonio fu abbastanza semplice: Tina non aveva parenti a parte sua sorella Queenie, e Newt non voleva spaventare la sua futura moglie presentandole il clan Scamander al completo. Per quello la cerimonia fu molto intima.

Theseus Scamander, il fratello maggiore di Newton, e Credence erano i testimoni dello sposo, mentre Queenie e l'amica di Tina Amarantine erano le testimoni della sposa.

Era un matrimonio magico, quindi molte formule erano diverse da quelle della chiesa a cui Credence era abituato, ma non si poteva dubitare che fosse sincero, e lui era sinceramente contento.

Erano loro due che si sposavano, ma lui si sentiva bene come se un altro pezzo della sua vita stesse finalmente andando al suo posto.

Tina era meravigliosa nel suo abito bianco, mentre Newt sembrava l'uomo più felice della terra.

Guardando loro due, per la prima volta Credence osò accarezzare il pensiero di essere lui un giorno ad avere lo stesso sguardo pieno d'amore per una ragazza vestita di bianco.

Era stato tutto perfetto, tranne per il fatto che alla fine del ricevimento Queenie sembrava malinconica o turbata per qualcosa.

Credence si decise ad avvicinarla per sapere cosa non andava.

-Oh, sei tu. Che dolce che sei. sì... no... ecco, di solito sono io quella che legge la mente e adesso non mi so spiegare-

Venne fuori che Queenie stava portando avanti una mezza storia con Jacob, il babbano che li aveva aiutati a New York, solo che proprio dopo quei fatti la società magica era diventata ancora più chiusa verso i babbani.

-Ogni giorno vado nella sua pasticceria e penso "ecco, oggi lo faccio: gli resituisco i suoi ricordi". Ma poi non posso farlo. Il MACUSA mi arresterebbe immediatamente, e poi lo oblivierebbero e lo spedirebbero chissà dove per impedirmi di riprovarci. Oh, Credence, sei così caro a preoccuparti per me. Sì, io gli piaccio, l'ho visto. Oh, lo so che è da maleducati leggere la mente a persone che non ne sono consapevoli, ma non ho resistito. Dovevo sapere se avevo una possibilità oppure no, capisci?-

Credence avrebbe tanto voluto aiutarla. In fondo lui ne sapeva qualcosa di espatri clandestini.

-In America è illegale parlare del mondo magico ad un babbano, ma in un altro stato? Potresti convincerlo a partire con te per... diciamo il Canada. Oppure il Messico. O magari venite qui in Gran Bretagna. Fuori dai confini nazionali puoi fare quello che vuoi. Gli ridai i suoi ricordi, gli spieghi la situazione e poi decidete insieme-

-Ma non posso fargli lasciare la sua pasticceria. Sai, per adesso l'economia no-mag non va tanto bene negli Stati Uniti, e se dovesse chiudere anche per pochi giorni potrei rovinarlo. Non lo sopporterei-

-Veramente questo sarebbe un motivo in più per andare entrambi via dagli Stati Uniti-

Queenie si illuminò all'improvviso.

-Hai ragione! Sei un ragazzo straordinario, Credence, adesso capisco perchè mia sorella parla tanto bene di te nelle sue lettere. Oh, ma certo che puoi chiamarmi zia, tesoro-

Credence era arrossito violentemente perchè, per chiamare Queenie "zia", sarebbe stato logico chiamare Tina "mamma". E magari Newt "papà".

E lui non aveva ancora osato chiedere tanto.

***

Accadde più o meno due mesi dopo il matrimonio.

Credence aveva avuto un piccolo incidente con un cucciolo Gallese Verde particolarmente vivace, e si era trovato a dover scappare fuori dalla valigia con camicia e maglione per metà bruciati dal drago e per metà zuppi per l'Aguamenti di Newt che lo aveva salvato dal finire arrosto.

Tina stava facendo le pulizie nel corridoio al piano di sopra quando lo aveva visto sfrecciare in camera sua a cercare qualcosa da mettersi addosso.

Era a torso nudo ed aveva lasciato la porta aperta per la fretta, e si accorse che Tina lo aveva seguito solo quando lei lanciò un'esclamazione soffocata dietro di lui.

-Tranquilla, non sono andato a fuoco, sto bene-

Si affrettò a rassicurarla, ma non era quello il motivo per cui lei lo guardava preoccupata.

-Credence... la tua schiena-

Lui la guardò senza capire. Poi all'improvviso realizzò.

Dovette fare qualche contorsione per arrivare a guardarsi nello specchio all'interno dell'armadio, ma alla fine dovette ammettere che Tina aveva ragione: la sua schiena, specie sulle scapole, era attraversata da un'impressionante quantità di cicatrici.

Erano i segni delle punizioni di Mary Lou Barebone, ed all'improvviso Credence si sentì a disagio. Era di nuovo diverso, fuori posto.

Avrebbe preferito non vedere mai più quelle cicatrici e meno che mai avrebbe voluto che le vedesse Tina.

-Credence, perchè non mi hai detto niente?-

-Volevo dimenticare-

Riuscì solo a dire lui. Era rimasto con la camicia nuova in mano e tremava così forte che non sarebbe riuscito a indossarla.

Tina lo raggiunse e lo abbracciò stretto.

Per un attimo Credence resistette perchè si sentiva di nuovo il mostro, quello sbagliato e strambo, ma poi lei iniziò ad accarezzarlo.

-Si possono cancellare, Credence. È possibile. Non devi portarti addosso questi segni. Perdonami per non averci pensato prima-

Era così bello essere abbracciato in quel modo!

Essere protetto ed amato a dispetto delle cicatrici che deturpavano il suo corpo.

Credence cedette e si aggrappò a lei, supplicandolo in silenzio di non lasciarlo.

-Sistemeremo anche questo. Te lo prometto-

E allora Credence non resistette più. Aveva il cuore in gola per la sua istintiva paura di essere rifiutato, ma non poteva più aspettare.

-M-mamma?- chiamò con un filo di voce e con le lacrime che già premevano per uscire.

-Cosa?-

Dovette ripeterlo con più decisione nonostante tremasse come una foglia, ma stavolta Tina aveva capito.

-Sono qui, amore mio. Sono qui-

In quel momento entrò Newt, che vedendoli entrambi in lacrime non sapeva cosa pensare.

-Mi dispiace, Credence, non credevo che fossi ferito gravemente, io...-

-Papà- lo interruppe lui.

-Come?-

Dovette chiederglielo di nuovo, ma alla fine anche Newt venne ad abbracciarlo assieme a Tina.

-Farò del mio meglio... ragazzo mio-


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Nel cerchio della Strega


Mannaggia! L'ha fatto di nuovo alla fine del secondo capitolo! La riga spessa alla fine, avete presente? Ecco, così sono dovuti diventare tre capitoli.

Però forse è meglio che sia rimasta questa vagonata di diabete a parte, no?

Volevo infine fare una domanda: solo a me Credence con il suo obscurus ricorda molto Carrie White? Le differenze ci sono (ad esempio che Carrie è consapevole fin dall'inizio del suo potere e che si esercita ad usarlo) ma secondo e ci sono anche tante somiglianze.

Ed vedo qualche somiglianza anche con Elsa di Frozen. "Celarlo, domarlo, non mostrarlo" vi ricorda niente?

Grazie per essere arrivati alla fine di questa storia, in particolare grazie a molina89 e Wales_Kirkland per averla messa tra i preferiti e nevermore72, Nemo e rafiki 86 e Mary Evans per averla messa tra le seguite


Lady Shamain

  
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