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Autore: sognatrice errante 92    04/01/2017    1 recensioni
D’un tratto qualcuno alle sue spalle allungò una mano e chiuse il portatile facendola sobbalzare. Ma prima che potesse girarsi per capire di chi si trattasse si sentì stringere in un abbraccio che riconobbe all’istante. – Tu sai sempre quando ne ho bisogno- disse avvicinando la tempia alla sua – Di che cosa? – sussurrò in risposta, - Di un abbraccio -.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jemma Simmons, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’intero Parco Giochi era immerso nel silenzio della notte. Nell’hangar l’oscurità circondava ogni cosa, anche il bus era silenzioso. Silenzioso. Skye distolse per un momento gli occhi dal suo portatile e chiuse gli occhi, quel silenzio le riempiva la mente. Quanto tempo era passato dalla prima volta che era salita su quell’aereo, non avrebbe mai dimenticato quel giorno, e come avrebbe potuto?.

E in tutto quel tempo l’unica cosa che non aveva mai percepito a bordo della loro casa era il silenzio. C’erano sempre state risate, urla, parole. Anche di notte il rumore dei motori le facevano compagnia facendole pensare a May che nella cabina di comando li portava a destinazione. Ed ora tutto sembrava un ricordo lontano, un ricordo che faceva davvero male.

Lentamente riaprì gli occhi e si ritrovò di nuovo nel presente. Erano passati sette giorni da quando erano arrivati sani e salvi nella nuova base segreta. Sette giorni davvero frenetici. Sette giorni assurdi. Sette giorni folli e stancanti. Sette giorni in cui non era mai riuscita a chiudere occhio. Ogni notte dopo cena Skye salutava gli altri e si ritirava nella sua stanza, rimaneva a fissare il soffitto per qualche ora, poi sgattaiolava nel buio e raggiungeva la sala operativa del bus per leggere e rileggere sempre il solito file.

Anche in quel momento erano sotto i suoi occhi. Righe su righe. Eventi su eventi che riguardavano solo una persona, Grant Ward. Nonostante tutto Skye ancora non riusciva a credere che il pericolo peggiore per le loro vite era stato al loro fianco sin dall’inizio. Rileggeva quei fascicoli ogni notte per cercare di trovare un senso a ciò che era accaduto. Per trovare una spiegazione che avesse dato pace a quel cuore che lentamente si stava aprendo a quel ragazzo che l’aveva ingannata. – Perché? – continuava a ripetersi, giorno dopo giorno, riga dopo riga. Ma quella risposta forse non sarebbe mai arrivata.

D’un tratto qualcuno alle sue spalle allungò una mano e chiuse il portatile facendola sobbalzare. Ma prima che potesse girarsi per capire di chi si trattasse si sentì stringere in un abbraccio che riconobbe all’istante. – Tu sai sempre quando ne ho bisogno- disse avvicinando la tempia alla sua – Di che cosa? – sussurrò in risposta, - Di un abbraccio -.

– Come  sapevi che ero qui? – chiese dolcemente con la lieve ombra di un sorriso sul volto mentre sollevava le braccia per ricambiare l’abbraccio di Jemma. Lei non rispose, rimase li a stringerla da dietro, guancia a guancia con lei.

- Intuito? – disse ridendo Simmons mentre si separava e si affiancava a lei per guardarla in viso. Era stanca, erano tutti stanchi, ma la preoccupazione per Fitz la stava sfiancando anche se non l’avrebbe mai ammesso, perché lei era così, voleva essere forte non solo per se stessa o per Fitz, ma per tutti loro.

- Non dovresti continuare a leggere quelle cose sai? – disse Jemma dopo un po’ – Ti fai solo del male Skye – continuò con un tono preoccupata mentre le prendeva la mano. Skye ricambiò la stretta e abbassò lo sguardo – Cerco solo di trovare un po’ di pace. Di capire come Ward… - ma non finì quella frase.

Restarono in silenzio per un po’, - E’ incredibilmente frustrante sai? – disse Simmons respirando a fondo. Skye la guardò confusa – Cosa? – chiese. Jemma le riservò lo sguardo più serio che avesse mai visto – Sono una biochimica, e anche piuttosto brava direi, ho due dottorati di ricerca e sono preparata anche in campo medico, inoltre sono stata addestrata all’accademia dello SHIELD -. Skye scoppiò a ridere – E’ frustrante allora essere un genio Simmons, non l’avrei mai detto – continuò a ridere ma lei rimase seria.

- La cosa frustrante… - iniziò dopo qualche istante – E’ avere tutte queste nozioni importanti nella mia testa, e non poter fare nulla per aiutarti -. La semplicità e la dolcezza con cui pronunciò quelle parole colpirono Skye nel profondo, - Insomma l’unica cosa che posso fare è starmene inerme mentre… - ma non le permise di terminare.

Scattò dalla sedia, le gettò le braccia al collo e la strinse, e come sempre accadeva Simmons ricambiò il suo abbraccio e questo la faceva sentire a casa. – Non ho bisogno della brillante dottoressa Simmons per stare meglio – disse – E’ di Jemma Simmons  che ho bisogno -. Si separò lentamente da lei e incrociò i suoi occhi – Credimi, non c’è bisogno che tu faccia altro -. Simmons le sorrise e per quei pochi istanti, quella pace che sembrava inafferrabile, le riempì il cuore.

Quando Skye riaprì gli occhi si ritrovò ancora nel bus, su uno dei divani con Jemma Simmons che dormiva al suo fianco. Dovevano essere crollate insieme mentre parlavano. Era la prima notte che riusciva davvero a dormire, e sorrise mentre guardava la sua amica che era ancora nel mondo dei sogni,  - Grazie dottoressa Simmons – sussurrò mentre si preparava ad affrontare una nuova giornata da Agente dello Shield.

   
 
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