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Autore: ShannaInLuv    04/01/2017    2 recensioni
Gli alieni sono stupidi.
Non gli alieni veri, gli Altri, così tanto evoluti da guardarci teneramente come un bambino che prova a camminare. No. Gli alieni che la gente crede siano alieni; quelli a più zampe e con la testa gonfia di Star Wars, quelli con le orecchie a punta di Star Trek, il piccolo alieno sulla terra di nome ET, Terminator e tutta quella robaccia che la gente crede siano alieni.
La Prima Onda ha colpito tutta la rete elettrica.
Poi la Seconda Onda ha provocato un terremotoo così potente da far tremare l'intero pianeta.
con la Terza Onda si è diffusa un'epidemia in tutto il mondo.
Con la Quarta onda loro sono arrivati.
{SasuSaku } {NaruHina } ma anche altri pairing.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Karin/Suigetsu, Kiba/Hanabi, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Titolo: the FIFTH WAVE
Autore: Shanna_RenicoBOO
Fandom: Naruto.
Genere: Angst, Azione, Romantico.
Avvertimenti: Rating variabile.
Personaggi: Sasuke Uchiha, Sakura Haruno, Naruto Uzumaki, Hinata Hyuga, ma anche Karin, Suigetsu, Hanabi e altri.
Coppie: SasuSaku; NaruHina; SuiKa; HanaKiba.
Note: Ho finito da poco di leggere il romanzo di Yancey, e quindi quest'intera fic è scritta in base allo stesso stile del libro, ovvero: stessi andamenti, stessa sostanza della storia apparte per qualche cambio di particolare per scelta mia, stesso stile di scrittura - e quindi stesso balzare da flashback a flashword a situazione temporanea-. Inoltre, non ci sarà solo romanticismo, ma anche azione, ovviamente. Sarà un bel vecchio ritorno alle origini, per me. :) Spero vi piaccia. Ps. Questo è un prologo, perciò non vi spaventate se le cose non vi siano subito ben chiare.


 

THE FIFTH WAVE


1. 

Forse, penso a volte, sono l'ultimo essere umano della Terra.


Gli alieni sono stupidi.
Non gli alieni veri, gli Altri, così tanto evoluti da guardarci teneramente come un bambino che prova a camminare. No. Gli alieni che la gente crede siano alieni; quelli a più zampe e con la testa gonfia di Star Wars, quelli con le orecchie a punta di Star Trek, il piccolo alieno sulla terra di nome ET, Terminator e tutta quella robaccia che la gente crede siano alieni.
Gli alieni veri sono diversi, più furbi, più astuti e sanno nascondersi
Gli alieni sono tra gli esseri umani, e nessuno se n'è mai accorto.


 
***
 
 
 
Tutto quello che riusciva a sentire, mentre correva, era la paura. Meglio così, pensava, la paura ti rende umano; e in quel mondo senza più umanità nè umani, la paura era tutto ciò che restava.
Era la paura a governare, a farle premere il grilletto nel momento giusto o sbagliato, come il soldato del crocifisso.
Era la paura a farla sopravvivere, suggerendole di nascondersi quando i droni vorticavano sopra di lei.
Era la paura a non farla scoppiare a piangere, a non farle venire crisi isteriche quando pensava ai suoi genitori, a tutte le persone che erano morte e che lei conosceva. Non magari alla prima Onda, non alla Seconda, ma nella Terza, oppure lì, nella Quarta.
Adesso erano in pieno della Quarta onda, dove la regola numero uno era: non fidarsi di nessuno. Non importa che aspetto abbia, non importa se assomigli a qualche conoscente, non importa se è un bambino. Non fidarsi di nessuno. Regola numero uno.
Erano passati quattro mesi dall'arrivo degli Altri, e la sua maggior preoccupazione non era più la fronte troppo spaziosa, i capelli troppo lisci e il fatto di essere trasparente per il ragazzo che amava, Sasuke Uchiha. Anche perchè probabilmente Sasuke Uchiha era morto, così com'era morto suo padre, così com'era morta sua madre, così com'era morto il novantasette percento della popolazione mondiale. Il che, a pensarci, era un gran bel numero, considerando che tutta la popolazione ammonta ai sette miliardi. E un quarto di quei sette miliardi era morta nella Prima, un'altra somma poco numerosa durante la Seconda, e la maggior parte nella Terza. Nella Quarta ne erano morti pochi, semplicemente perchè non c'era più molto da ammazzare.
E presto sarebbe incominciata la Quinta onda, lo sapeva, stava arrivando. La Quinta Onda avrebbe posto fine al genere umano.
 
La sua corsa si arrestò, gettando le ginocchia a terra, nella fangaglia mischiata a foglie secche. Poggiò i palmi sul terreno, affondandovici le dita, e respirando affannosamente. Non era mai stata una buona corridora, lei, non era nient'altro che una ragazza dal volto passabile e la media alta, passabile negli sport e qualsiasi altra cosa  meno che nello studio. Lei era la classica ragazza che conoscevi perchè era amica di Ino Yamanaka, e che stava nel banco vicino al tuo a matematica ma non ne ricordavi il nome. Era la ragazza dalla media alta, dagli amici popolari e che faceva il tifo per la cheerleader e il giocatore di basebal, e l'altro giocatore di basebal ma che non sapeva nemmeno che esistesse.
Si alzò, passando le mani sui jeans sudici e strappati. Da quanto non si cambiava? Da quanto non si lavava? Da quando era iniziata la Quarta onda, probabilmente, il che voleva dire un sacco di tempo. Se ci fosse stata lì Ino, probabilmente sarebbe impazzita.
Ma Ino non c'era, era morta con l'epidemia.
Basta pensare a lei, basta attaccarsi ai ricordi.
Ricacciò indietro le lacrime.
Si guardò in torno, cercando di scovare qualche drone che l'aveva inseguita: nessuno, per fortuna.
Si era avventurata nel bosco - che al momento era la sua casa - in cerca di cibo, ed era finita su una piccola strada deserta, con un distributore automatico e un supermarket dai vetri rotti. Della benzina non le importava niente - le auto non funzionavano più dalla Prima Onda -, ma il superkaret poteva contenere cibo, se non lo avevano già saccheggiato, e lei stava morendo di fame.
Fortunatamente non incontrò ostacoli: il supermarket era deserto ma pieno di cibo. Qualche scaffale era stato buttato giù, e la cassa era aperta, priva di denaro, ma non era quello che contava.
Afferrò quanto più scatolame c'entrasse nel suo zainetto logoro, tra verdure in scatola, zuppa, biscotti e merendine. Gettò anche un pacco di patatine.
Fu quando uscì che la paura l'assalì: in alto, nel cielo, un drone si stava aggirando in quella zona. Che l'avesse vista e poi seguita? Che stesse soltanto cercando sopravvissuti?
Non lo sapeva, ma fece la cosa più furba al momento: s'infilò in una macchina che stava ferma al distributore, spettando che il drone se ne andasse. Aspettò per un paio d'ore, con la paura che l'attanagliava, con la paura che le faceva battere così forte il cuore da sfondarla la cassa toracica e schizzare via.
Poi uscì dalla macchina e scappò via, in corsa.
 
Si piegò sulle proprie ginocchia, in riva al ruscello dove si era appostata con la sua tenda da campeggio e le sue quattro cose; infilò la testa nel ruscello, per lavarsi e cancellare le gocce secche di lacrime che le rigavano appiccicose sulle guancie.
Soffocò un singhiozzo, con la bocca ancora nell'acqua e si alzò immediatamente, restando a fissare il proprio riflesso sulla piana superficie.
Volto smunto, capelli stoppi, occhi spenti, sorriso morto. Non era di certo la stessa ragazza che ospitava il suo corpo quattro mesi prima.
La ragazza, innocente, timida che la ospitava prima era la Sakura che non c'era più e che ora si ritrova davanti la Sakura che uccide.
La Sakura che aveva ucciso un innocente, un morente soldato col crocifisso, solo perchè aveva paura.
 

***

 
La Prima onda ti riporta indietro, nel Settecento. Ti toglie l'elettricità, Internet, le auto, i cellulari, i fornelli... tutto.
Delle persone sono morte, nella Prima onda, e sono state le più fortunate, perchè non hanno dovuto subire quello che venne dopo. Delle persone sono precipitate giù dagli aerei, elicotteri, delle persone si sono schiantate con le proprie auto e si sono ritrovate con il collo spezzato in meno di cinque minuti.
La Seconda onda è stata più devastante. Terremoto.
E cosa succede se un grandissimo Terremoto colpisce le città sulla costa? Cosa succede se un enorme cucchiaio, un enorme cucchiaio alieno, sbattesse sulla crosta terrestre, facendo scontare le zolle sottostanti creando enormi Tsunami?
Succede che la gente muore, ecco cosa.
Succede che muoiono anche le città. Tokyo, New York, qualsiasi altra città nei pressi del mare.
La Terza onda è stata quella più tragica, pressante, che è durata più a lungo. Epidemia.
Il restante 92% della popolazione era stata colpita da questa epidemia, sparsa attraverso gli ucceli, e quel restante otto percento che non si è ammalata ne era immune. Di quel novantadue percento ne saranno guariti almeno il cinque percento, ciò significa restava circa il 12% della popolazione mondiale.
E quanti ne saranno morti durante la Quarta, - dove la situazione era ormai disperata -  quando gli alieni dormienti si sono risvegliati negli umani e hanno iniziato a uccidere i restanti esseri umani?
Cinque, quattro, tre percento?
Quanto?
 
Lui non ricordava esattamente cosa fosse successo. Non ricordava nemmeno come si era ammalato. Ma la Terza Onda aveva colpito pure lui, oltre che ai suoi genitori e a suo fratello.
L'epidemia lo stava uccidendo, lo stava consumando dall'interno come aveva fatto con mille miliardi di persone prima di lui.
Non ricordava molto del tempo trascorso in malattia, ricordava che aveva iniziato a sputare sangue, a lacrimare sangue, e che non faceva altro che vivere in un dormiveglia continuo.
Sentiva voci intorno, si ricordava che alloggiava in un accampamento di profughi.
Sentiva persone che lo toccavano, che gli portavano da bere, anche se poi la rigettava tutta, sentiva persone che gli dicevano che andava tutto bene, che sarebbe guarito.
Un cazzo.
E poi, ricordò un giorno, in cui era abbastanza lucido. Dei soldati irruppero nella sua tenda, si domandarono se dovessero prenderlo oppure no, perchè era malato, perchè stava morendo.
Alla fine lo presero e lo issarono su una barella, fino a portarlo non si sa dove.
La volta successiva che riaprì le palpebre si trovava in uno stanzione bianco, aveva delle flebo attaccate al braccio e una dottoressa gli stava medicando la pelle lacerata dalla malattia.
Era bionda, portava due codini e un abito verde sotto il camice. Gli sorrise affabile. « Come ti senti ? » gli aveva chiesto.
Lui stava per darle una rispostaccia, quando si sentì sinceramente dire « Meglio. » e la cosa stupenda era che era vero. Si sentiva davvero meglio. Ma lui stava morendo, non era immune, non era per nulla immune alla malattia.
Eppure ora era , e stava meglio.
La dottoressa sorrise di nuovo e gli scompigliò i capelli. « Presto starai bene, Sas'ke. »
E la cosa assurda era che lui ci credeva.    

 
   
 
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