Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: RottingMind    06/01/2017    0 recensioni
Cosa succede quando Nama, un sicario abbastanza noto nella Zona Grigia, con un misterioso tatuaggio sulla schiena, accetta di accompagnare Scylla, una ragazza con un particolare potere vocale, al vecchio santuario a nord? A Nama non sembra importarne molto, fintanto che viene pagato per i suoi servizi. Ma allora perché non riesce a stare tranquillo, quando si tratta del potere della ragazza? Anche se le stranezze, a Dulcin, non sono di certo una cosa fuori dal comune.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mirano controllò l'orologio per l'ennesima volta: erano le 10 circa, ciò significava che Scylla era da “quella parte” da più di due ore: aveva provato a rimanere ferma ad aspettare, ma più il tempo passava e più si innervosiva. In quel momento si sentiva fragile, perché non aveva impedito a quella ragazza di percorrere quella strada: la stessa strada che Eleonor aveva percorso secoli fa nella quale vi era morta, e con lei centinaia di altre persone. Più passava il tempo e più possibilità c'erano che alcune delle Guardie tornassero dalla cerimonia prima dell'ora di chiusura. Guardando l'interno del Santuario, gli ritornarono alla mente le ore passate lì, cercando di migliorare il suo dono vocale aiutata da Eleonor ed altri: Eleonor era la più brava assieme a Trevor, per questo facevano da insegnanti. Ogni drappo era posizionato davanti ad un pilastro, che indicava una voce particolare per un totale di sette: paura, tristezza, felicità, ira, arroganza, pericolo, menzogna.
Un fiocco di neve cadde sul suo palmo, sciogliendosi dopo poco, poi ne arrivarono altri: aveva cominciato a soffiare un vento forte vicino alle rovine, esattamente come quando Scylla era sparita.
-Scylla? Scylla, rispondi!- trovò il suo corpo steso per terra al centro del Santuario, immobile: la scuoté per le spalle, ma non rispose. Notò che le sue mani erano rosse, come sporche di sangue, e ciò attirò la sua attenzione. Sollevò la destra, e vide il suo marchio. -No, ti prego... non tu, maledizione!- sul palmo della mano destra di Scylla vi era disegnata una testa di un animale, ma poi si rese conto che era l'inizio di un marchio a forma di scolopendra nera, che saliva per tutto il braccio: che cosa era successo laggiù? Perché se lo era procurato? Quando le lacrime cominciarono a scendergli lungo le guance, un dito si mosse, come un impulso nervoso casuale.
-Potresti fare più piano?- sussurrò Scylla -Ho la testa che mi scoppia...-
-Sei viva!- Mirano la strinse forte a se, come se quella ragazza fosse stata un'amica che non vedeva da anni. -Sei viva... temevo fossi morta di là, o peggio...- sentì le mani di Scylla accarezzargli lentamente la schiena.
-Mirano... posso chiederti di farmi una promessa?-
-Che... che promessa?- si asciugò le lacrime, aiutando la ragazza ad alzarsi: era debole e non riusciva quasi a sentire il braccio destro, talmente era dolorante.
-Non dire a Nama del marchio... per nessuna ragione...- Scylla si addormentò, quasi cadendo sulla neve se non fosse stato per Mirano. “Certo che mi dai un bel po' da fare tu...” decise di mettergli dei guanti nelle mani, così avrebbe creato meno sospetti, poi se la caricò sulle spalle e si diresse verso la casa rifugio. Il viaggio era finito.
*****
13 novembre 2177, Shiot, ore 22.30, ufficio di Mirano nella Jamar's House of Relax, Zona Rossa
-Come mai da queste parti, Nama? L'ultima volta che ci siamo visti è stato anni fa, se non ricordo male.- disse Mirano finendo di fumare dalla sua pipa, buttando fuori nuvole di fumo azzurrognolo dalla bocca fuori dalla finestra. -Hai un lavoro qui?-
-Quanto sei perspicace, Mirano. Una cliente mi ha chiamato qualche giorno fa, a quanto pare qualcuno ha ammazzato sua figlia. Ci sono varie probabilità che si trovi qui a Shiot in questi giorni, anche se non mi ha saputo dire quali con precisione. Mi ha dato una lista di dettagli sul killer, forse l'hai intravisto pure tu.- dal cappotto grigio cenere tolse fuori un foglietto posto in una tasca interna, e per sbaglio tolse fuori anche quell'altro foglietto.
-Questo te l'ha lasciato lei?- chiese Mirano leggendolo velocemente. Lo lesse una volta sola, poi lo ripiegò e lo riconsegnò a Nama.

Grazie mille per avermi fatto da mentore in questi mesi e avermi accompagnato al Santuario. Ti ho depositato 20.000 caros sul tuo conto. Non so quando ci rincontreremo, ma preferisco salutarti così, non mi escono bene gli addii. Grazie ancora di tutto.
PS: salutami Sanada, Mirano ed Heda, quando li rivedi.
Firmato: un'ex cantante di nome Scylla Canvas


Si chiedeva perché quel biglietto fosse nella sua tasca, ma probabilmente era perché quando stava annotando i dettagli su come identificare l'assassino l'aveva vicino.
-Vediamo un po' cosa abbiamo qui...- Mirano cominciò a leggere il biglietto giusto -“Tende ad avere un qualcosa che gli copre la bocca, porta vari piercing alle orecchie, usa sempre i guanti, quando agisce d'estate tende a coprire le braccia con maniche lunghe, sembra che porti i capelli lunghi, ha una sorta di sciarpa scura sempre con se”. Aspè, faccio un attimo una telefonata giù e chiedo di spargere la voce, magari qualcuno ha visto chi cerchi tu.- si sedette e chiamò al telefono giù nel bar.
-Grazie mille, ti lascio il numero dell'albergo nel quale sto, così puoi contattarmi direttamente.-Nama scrisse il numero su un foglietto e lo consegnò alla sua amica, poi si alzò dalla sedia e camminò verso l'uscita, ma prima di andarsene si fermò un attimo. -Non è che tu sai qualcosa, Mirano?-
-Perché dovrei?- rispose lei ascoltando ciò che gli dicevano da sotto.
-Non si sa mai, chiedo per sicurezza.- Nama aprì la porta e varcò la soglia.
-Nama- Mirano riagganciò il telefono -a quanto pare il tuo obiettivo è in città in questi giorni, e domani sarà vicino alla Fontana, forse deve fare una consegna, non si sa.-
-Ricevuto. Ah, un'ultima cosa.-
-Dimmi.-
-Il verde non ti dona, per i capelli.- la vide ridere, poi chiuse la porta. “Cosa mi nascondi, Mirano?”

L'indomani, verso le 10 circa, Nama era in uno dei bar che stavano attorno alla Fontana centrale di Shiot: Mirano gli aveva rivelato che era dedicata alla sorella di Scylla, in quanto era una delle volontarie più famose nei canili, così alla morte uno dei proprietari gli ha dedicato una fontana. “Una cosa del genere mi pare un po' forzata, ma contenti loro...” pensò mentre guardava la gente che girava per la piazza. Dopo poco, la cameriera gli portò il caffè al tavolo situato all'esterno del bar e pagò il conto. Lo sorseggiò piano e continuò a guardare le persone che passavano da una via ad un negozio e viceversa: i bar erano posti ideali per trovare i propri bersagli, e parlando di bersagli, il suo non si era ancora fatto vedere. “Le ipotesi sono due: o Mirano mi ha informato male, oppure ho sbagliato io l'orario.” Fece passare un po' di tempo e finì il suo caffè: notò che alcune persone stavano poggiando dei fiori vicino alla placca. “Forse mi sarei dovuto mettere qualcosa di più pesante pure io.” si alzò e decise di fare qualche passo per riscaldarsi: era strano che a metà novembre nella Rossa ci fosse freddo, ma c'è una prima volta per tutto. “E ora che succede?”
Alcune persone si stavano raggruppando davanti alla Fontana, a quanto pare c'era qualcosa di strano.
-Ehi, che succede?- chiese Nama ad uno della piccola folla.
-Una persona prima ha posato questo bouquet di fiori, ma c'è qualcosa dentro che puzza...- gli rispose uno. Non si avvicinò, e questa fu la sua fortuna: l'uomo che stava frugando il mazzo di fiori innescò per sbaglio una bomba a tempo, che distrusse parte della fontana e uccise buona parte della folla creatasi e ferendone alcune con schegge e frammenti. “Ma che cazzo?!” Si guardò attorno, cercando qualcuno di sospetto e che corrispondesse ai dettagli, però dovette escludere un particolare: con il freddo molti tendevano a coprirsi la bocca e il collo, quindi non si poteva basare su quello. “Un'esplosione come diversivo, non male come idea...” la sua attenzione venne reclamata da una figura vestita di scuro ed incappucciata che camminava lentamente verso via Domy, situata ad est, e che aveva fatto cadere una sciarpa scura. Tra tutte le persone che correvano via, era l'unica che camminava, di certo non un buon modo per evitare di essere sospetti. La figura si chinò per raccogliere la sua sciarpa, poi l'appallottolò e la tirò verso di Nama, dandosi alla fuga. “Vuoi giocare a nascondino? Ottimo.” pensò sarcasticamente mentre lo inseguiva.
Girò in un vicolo nella terza via a destra e proseguì diritto, cercando di seguire al meglio il suo obiettivo: la conformazione del centro di Shiot era abbastanza regolare, quindi era facilitato dal fatto che era come girare in un quadrato che si ripeteva per varie decine di volte. Dopo vari minuti di inseguimento, il suo obiettivo si fermò all'improvviso in un incrocio, poi svoltò a sinistra in una strada trafficata dal traffico. “Bastardo...” anche se il semaforo era rosso e passavano varie macchine, il bombarolo non andò troppo lontano, ma lo aspettò solo una decina di metri più avanti.
-Ma che ha in testa questo qui?- almeno approfittò del semaforo per recuperare un po' di fiato. Alla fine era ritornato in via Domy, ma più in giù, verso la parte periferica. Appena scattò il verde, cominciò ad inseguirlo di nuovo, e come risposta, il suo bersaglio svoltò in un vicolo a sinistra. “Odio inseguire le persone... perché non si arrendono e si fanno ammazzare in santa pace? Mi renderebbero la vita più facile.”
Il suo uomo lo portò in una parte vicino alla periferia e sfondò una porta di una delle case abbandonate o abitate da barboni: di sicuro sapeva che la zona era tranquilla, quindi era probabile che non fosse la prima volta che ci metteva piede. “Siamo al capolinea.” La piccola palazzina aveva due piani più un'uscita sul tetto, collegati tramite scale: la porta del secondo piano era aperta, quindi era con molta probabilità al suo interno. Prese il revolver e si accostò ad un muro prima dell'entrata per verificare se la zona era libera.
-Siamo al capolinea, amico. O esci da solo, o ti faccio uscire io con qualche dito in meno.- cominciò a caricare i proiettili nel tamburo -Sai cosa non mi capacito? Perché far esplodere quella bomba nella piazza? Che senso aveva, eh?- sentì dei rumori provenire dall'interno: sembra scorrere di acqua e roba che si spaccava.
-Per attirare la tua attenzione, killer.- la sua voce era contraffatta, come se stesse usando o un modulatore vocale o una maschera. -Cosa c'è di meglio di attirare l'attenzione degli altri su di te? È come vivere sul filo di un rasoio nel quale scorre elettricità perenne.- sentì i suoi passi: erano normali, quindi non pesava molto, e portava degli stivaletti.
Si sporse per vedere come era l'interno: la porta dava ad un corridoio che collegava il soggiorno a delle camere da letto, quindi non si poteva nascondere lì vicino, anche perché il muro più vicino era ad almeno sei-sette metri di distanza da lui. “Ha scelto un bel posto, non c'è che dire.” Con la coda dell'occhio lo vide andare nel soggiorno, guardando verso quella che pareva la cucina: il cappuccio ancora alzato permise a Nama di andare indisturbato verso il muro.
-Killer, questa faccenda non ti riguarda. Vattene.- disse lui togliendosi il cappuccio. Ora che era voltato, lo poteva guardare meglio: aveva i capelli neri raccolti con una piccola coda che partiva dalla base della testa e che gli arrivava a circa alle spalle; tutti i suoi vestiti erano scuri, compresa una sorta di piccola mantella che aveva attorno al collo e i guanti. Non riusciva a vedere il suo volto, ma dalla corporatura sembrava una donna.
-Invece temo che la cosa mi riguardi eccome, dato che mi hanno incaricato di seccarti.- rispose Nama rimanendo nel suo nascondiglio. -Che cosa ti aveva fatto Jenny? Oppure sei stata incaricata di ucciderla?- alcune volte tra mercenari finiva così: uno ammazza qualcuno, l'amico del qualcuno chiede aiuto ad un altro mercenario, e il tutto diventa un circolo vizioso... però essere semi-immortali a qualcosa serve.
-Te l'ho detto killer, vai via. Non sono faccende che ti riguardano.- il suo uomo sembrò rompere vari contenitori di vetro nella cucina, lasciando a Nama il tempo di andare vicino alla porta e restare fermo nel lato sinistro dell'entrata per la cucina; lo sentì mugugnare qualcosa, ma non capì cosa poiché parlò a bassa voce. Poco dopo uscì dalla cucina, mostrando le spalle a Nama. “Hai perso.” Il mercenario gli puntò subito la pistola alla testa, fermandolo istantaneamente. A quanto pare era il suo obiettivo, dato che aveva vari piercing nelle orecchie.
-Killer... non ce l'ho con te. Sono qui per un altro motivo.- piegò le braccia a metà verso l'alto,come in segno di resa. -Ora, se non ti dispiace, sono a caccia. E se vuoi metterti in mezzo tra me la mia preda, allora vattene.-
-A caccia dici? Bhe, se la metti così, io sono il cacciatore e tu la preda. E ora girati, non ho voglia di riconoscere la tua faccia con un buco di dieci centimetri in faccia, questi proiettili fanno sempre un macello quando colpiscono qualcuno.-
-A dire la verità, killer, penso che le parti siano un po' strane, in questa battuta di caccia. Se io sono un cacciatore che attende la preda, cosa sei tu? Un'esca? Un aiuto per me? Un mezzo? Non lo so, però vedi...- Nama gli puntellò la punta del revolver sulla testa.
-Piantala di cazzeggiare e girati.- il killer cominciò a ruotare molto lentamente la testa verso di lui, così tanto lentamente che lo stava facendo innervosire. Decise di farlo muovere facendolo voltare lui poggiandogli una mano sulla spalla.
-... alla fine la preda sono io, ma non tua, di un altro cacciatore.- Nama vide troppo tardi cosa stava realmente succedendo: erano anni che non ne vedeva uno, ma uno dei Maghi era lì, e lo artigliò nell'addome; la ferita sarebbe stata più grave, se non fosse stato spinto all'indietro dal suo obiettivo verso il muro posto a sinistra nel salotto. Fu una mossa furba da parte sua, così non lo poteva vedere in volto. “Cosa...?”
-Finalmente ti mostri, preda mia.- l'altro assassino prese e tagliò una delle braccia del Mago con un coltello, circa all'altezza del gomito, facendo schizzare sangue scuro ovunque e facendo infuriare l'essere. -O-oh, ti fa male, tesoro? Non immagini quanto mi diverta io!- con la mano sinistra tolse fuori dalla tasca destra una pistola semiautomatica nera con striature rosse sul carrello e sul manico, svuotando tutto il caricatore sul Mago. -Avanti, quanto stai soffrendo da 2 a 71? Eh? Immagino parecchio, forse un 47, o un 53.- finito il caricatore, trasformò l'arma in un piccolo fucile a pompa, e fece saltare le braccia rimanenti una ad una ad ogni colpo sparato. “Ma chi diavolo è questo qui?”
-Ora penso sia decisamente un 71.- sparò altri due colpi sul petto e sull'addome del Mago, costringendolo a rimanere attaccato al muro. -Bene, e ora prima del finale, il tiro.- con la mano destra continuò a mirare alla sua “preda”, mentre con la sinistra tolse fuori da una tasca anteriore un dado di 20 facce insolito: ogni faccia aveva un numero primo. Lo lanciò in aria e lo afferrò, lo fece scuotere un poco nella sua mano e poi la aprì. -O-oh, siamo fortunati qui, il concorrente numero 115 ha ottenuto 59 punti! Ma ora ci salutiamo.- gli sparò un'ultima volta, stavolta in faccia, facendo poi congelare e frantumare il corpo. –Bene, e ora passiamo alla preda numero due della caccia, il killer.-
Nama era accasciato a terra con l’addome perforato, e forse sarebbe morto in pochi minuti. “Se muoio e questo rimane qui, peggio per lui.” Si avvicinò a lui inginocchiandosi e puntandogli contro il fucile, ma non sparò: notò che portava degli occhiali aderenti con lenti a specchio, quindi non l’avrebbe potuto vedere negli occhi, e sulla bocca portava una sorta di maschera tipo respiratore, con due piccoli filtri circolari vicino al mento.
-Facciamo così: se io ti salvo la vita, tu la smetti di rompermi il cazzo da qui all’eternità. Ok?- disse calmo. –Stai perdendo abbastanza sangue, e dato che sei riuscito ad inseguirmi fino a qui, anche se inutilmente, ho deciso che mi stai simpatico, killer. Quindi a te la scelta: o muori come un cane, o ti fai salvare il culo da una ragazza abbastanza stravagante e che potrebbe finire tra i tuoi bersagli per i prossimi anni a venire. Cosa decidi?-
-Posso sapere il tuo nome, almeno? Così so chi dovrò prendere a calci quando sarò guarito.- tossì un po’ di sangue: la vista stava cominciando ad annebbiarsi.
-Puoi chiamarmi “Scolopendra”.- la ragazza gli diede un colpo con il calcio del fucile in testa, facendolo svenire.

Non seppe quanto tempo era passato, forse minuti, forse ore. Durante lo svenimento, aveva provato ad aprire più volte gli occhi, per vedere il volto di chi lo stava curando, ma non riuscì a ricordarselo bene: le uniche cose che ricordava erano un tatuaggio a forma di scolopendra in un braccio, delle cicatrici vicino alla bocca, mani rosse che si muovevano con cautela, del ferro caldo che gli veniva premuto sullo stomaco. Si mise a fatica in piedi, ed un biglietto gli scivolò dal petto.
-“Affacciati alla finestra”…?- provò a dare ragione al biglietto, e vide che il suo ormai ex obiettivo era sotto, che guardava in alto.
-Sai, signor N… odio fare questo lavoro, ma sono costretta.- gli disse. Aveva ancora gli occhiali addosso. Notò che aveva i capelli corti davanti, ma li teneva lunghi dietro. Il respiratore era tolto, permettendogli di udire più chiaramente la sua voce. “Aspetta… tu sei…?” –La signora M ti spiegherà tutto, fino ad allora resta vivo e non ti sforzare, sennò non avrò nessuno da sorpassare.- si tolse gli occhiali, sorridendogli mestamente e confermando i suoi sospetti.
-Ehi, Scolopendra… grazie.- Scylla si rimise gli occhiali e si girò, sollevando il cappuccio e andando per la sua strada. Era cambiata, anche se in negativo, per quanto gli riguardava. “Mirano, stasera ti faccio cantare per bene.”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: RottingMind