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Autore: Alhena Devon    06/01/2017    1 recensioni
Era il 16 Settembre 2016 e i miei occhi dalle sole 13 lune vedevano tutto con un genuino mistero. E mi chiedevo se quella Luna dal manto nero fosse davvero lì o che forse, tutto quello, fosse semplicemente la dolce illusione di una calda notte di settembre.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caldo in una notte di settembre
Dedicato alla mia parabatai  che quasi telepaticamente si è messa a scrivere sullo stesso scenario.

_Vitae_

C'era caldo quella sera.

Non era quel caldo che ti opprime il corpo e non ti lascia dormire. Era invece quella brezza leggera di un ricordo di fine estate.

La Luna sostava nel cielo illuminando l'oscuro intorno a lei e colorando la vista di uno strano grigio surreale.

Alcune nuvole ne oscuravano la bellezza ma quell'aura di piacevole mistero aleggiava sapiente nell'aria.

Era il 16 Settembre 2016 e i miei occhi dalle sole 13 lune vedevano tutto con un genuino mistero che pochi adulti riescono a captare.

Ricordo ancora la bellezza di quel cielo e l'espressione del mio gatto mezzo bianco e mezzo nero che scrutava l'oscurità, osservando qualcosa di visibile solo a lui. Il mio nuovo cucciolo, invece, stava acciambellato ai piedi dello scuro divano e dalla mia posizione solo il suo muso aranciato era presente agli angoli della mia vista.

Ricordo quel leggero e rassicurante soffio di scirocco e quella innata voglia di fermare il tempo per sempre, in quell'unico istante.

Ricordo quell'esatto momento in cui i miei occhi si posarono sulla Luna, avvicinando la mia anima a qualcosa di surreale e ipnotico. Sembrava uno stallo perfetto in un momento di caos continuo.

Ma mi chiedo, come può un istante causarti tante reazioni? Eppure mi parve, in quella sera di inizio settembre, di poter sentire nell'aria segreti inconfessabili.

Era il vento caldo, in memoria di un'estate di cambiamenti, che soffiava nella mia scura chioma scompigliata da una giornata di studio. E quello stesso vento, diverso dalla solita aria calda artificiale rilasciata dalle stufe, mi cullava e mi trasportava in un mondo solo mio.

Era una calda notte di fine estate in un periodo in cui la mia vita stava cambiando, eppure, in quell'istante fuori dal finto mondo, la mia mente e la mia anima ritornarono d'un tratto ai tempi in cui credevo, fermamente, all'esistenza di un qualcosa.

Era una notte cupa, ma quell'oscuro era così affascinante da cullarmi con il suo vento leggero.

C'era qualcosa in quella notte. Una notte di segreti palpabili nell'aria e di anime cullate dai ricordi.

Credo fu proprio in quel momento che i miei occhi ritornarono a brillare, insieme alla luna piena nel cielo ora leggermente più chiaro. Brillarono, forse, di una speranza sepolta dalla grigia e monotona realtà.

Una speranza di qualcosa aldilà del quotidiano.

La speranza di un'esistenza migliore in questo mondo di false illusioni e soffocati sentimenti.

Quella speranza di poter vivere veramente in un esistenza dove il genuino viene soffocato dal digitale e il bello dal tecnologico.

E quella Luna, così pura in un manto nero, mi dava la speranza di fare la differenza in un mondo in cui le persone diventavano sempre più macchine e le macchine sempre più persone, ignorando la vera essenza della vita.

 

Piccole sensazioni appena scritte e fresche di scrittura ispirate dal paesaggio fuori la porta di casa mia. Ho usato un tempo imperfetto a libero arbitrio avendo pur scritto queste parole poche ore fa.

 

   
 
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