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Autore: Nuray    06/01/2017    1 recensioni
Un nuovo pericolo sembra in agguato; le Winx dovranno nuovamente combattere. Ma se gli unici a sapere come fare fossero dei nemici precedentemente sconfitti? E se l'unico modo per venirne a conoscenza fosse liberarli?
Dal 1° capitolo: "NON PUO' LIBERARLI, LA PREGO MI DICA CHE NON LO FARA'"
Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità ;P
[storia sospesa]
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CAPITOLO 11
Schivare, parare, indietreggiare, schivare, parare, indietreggiare, deviare per non finire contro il muro della palestra. Non si immaginava che sarebbe andata a finire cosi; dopo tre settimane di puro allenamento credeva davvero di essere in grado di resistergli e invece, ora che davvero contava, l’aveva subito costretta a difendersi.
Ora basta” pensò Aisha
Quando Anagan compì l’ennesimo ampio movimento semicircolare la fata si chinò per schivarlo e poi scattò in avanti con la punta della lancia rivolta verso il mago in un affondo che venne a sua volta evitato da uno scarto laterale dello stregone che portò la punta della falce contro gola di Aisha che spostò il peso all’indietro e mise l’asta parallela al pavimento per fare una capriola inversa e tornare in piedi, pronta a continuare lo scontro, ansimando pesantemente.
Anagan la guardava con un sorriso in volto, attendendo la sua prossima mossa che non tardò ad arrivare: Aisha caricò a testa bassa, decisa a mettere fine al combattimento ma lo stregone intrappolò semplicemente la lancia avversaria nella rotazione a due mani della falce disarmando così la fata che cadde a terra con la lama del mago pronta a sgozzarla.
“Basta così” disse Alfgeir segnando definitivamente la fine dello scontro prima di rivolgersi alla sua allieva che si era alzata ignorando la mano tesa di Anagan:
“Aisha, pensi troppo e troppo poco: quando è necessario sangue freddo per elaborare una strategia non riesci a fermarti, il tuo corpo si muove con la memoria e quando decidi di prendere l’iniziativa ti butti a capofitto senza ragionare. I tuoi movimenti andavano bene ma dovremmo lavorare sulla tempistica. Avanti i prossimi.”
I due si diressero verso le panchine posizionate ai lati della palestra e si sedettero ai propri posti, ognuno con i propri pensieri: la fata era arrabbiata e delusa da se stessa per quell’ennesima ferita nell’orgoglio, lo stregone invece era semplicemente annoiato, anche se si chiedeva dove diavolo fosse finita Muriel, unica assente. Tuttavia entrambi si riscossero quando venne dato il via allo scontro successivo: Gantlos e Bloom si fronteggiavano nella sabbia; la fata era chiaramente svantaggiata: ingaggiare uno scontro ravvicinato con lo stregone era fuori discussione ma non poteva nemmeno usare la balestra poiché il mago cambiava continuamente direzione e lei era costretta a indietreggiare. Si chiese nuovamente il perché di quell’accoppiamento, era lampante che avrebbe perso eppure, se era costretta a combatterlo, almeno avrebbe offerto un buon spettacolo.
Scagliò un quadrello contro lo stregone che virò nella direzione sperata, caricò velocemente e ne scoccò un altro, una macchia di vernice sporcò la stoffa della gamba mentre la seconda fu deviata dalla lama dello stregone che con uno scatto corse verso di lei in linea retta.
Qualcosa si mise in moto nella mente impanicata della fata che vide i movimenti di Gantlos rallentare drasticamente, pochi secondi dopo guardò i suoi occhi attraverso la lama avversaria, per un attimo, le sue pupille sembrarono quelle di un gatto.
Poi lo stregone abbassò l’ascia al richiamo di Iwao che lo riprese solo per aver sfruttato poco il piatto della lama, mentre Bloom ascoltò passiva il richiamo di Al Nasl:
“Potevi spostarti! Lo avevi visto arrivare eppure sei rimasta ferma! Te l’avevo già spiegato: la mobilità con quest’arma è obbligatoria! Per il resto bene comunque.” concluse premettendole così di sedersi e riprendersi intanto che Ogron e Tecna si scaldavano. Fu una mano sulla spalla a riscuoterla dallo stato di semi incoscienza in cui era improvvisamente precipitata e con sua sorpresa non apparteneva a una delle sue amiche ma a Dyrwyn che la guardava con il volto indifferente e gli occhi velati di preoccupazione
“Tutto bene?” chiese semplicemente ricevendo un cenno d’assenso da parte della fata prima di riportare la sua attenzione sull’arena dove i duellanti avevano preso le distanze di sicurezza.
Ogron alzò la spada in posizione difensiva mentre con le gambe si preparava a correre per non finire nella linea di tiro dell’avversaria che stava finendo di controllare le pistole cariche a pallettoni di vernice. Al via, Tecna corse verso lo stregone iniziando subito a sparare qualche colpo e costringendolo fare numerosi scarti laterali, tenendo così sotto controllo i suoi movimenti che, secondo lei, erano più pericolosi e imprevedibili dell’arma stessa. Lo stregone, intuendo le intenzioni della fata e percependo uno schema negli spari riuscì a farsi scudo con il piatto della lama e ad uscire da quella sorta di gabbia. La prima cosa che fece fu eliminare una delle pistole che Tecna aveva in mano; la zenithiana fece allora un balzo indietro per allontanarsi dalla spada. Ogron sussurrò qualcosa prima di raggiungere l’avversaria con uno scatto a velocità inumana. La fata riuscì a evitarlo per un soffio ma non si scansò in tempo per il calcio che la colpì al fianco spedendola a diversi metri di distanza. Tecna si rialzò dopo pochi secondi e imbracciando il fucile tentò di colpire Ogron che riuscì inaspettatamente a evitare ogni proiettile e a puntare la spada alla gola della fata che notò una live sfumatura argentea negli occhi sardonici del mago.
Dyrwyn raggiunse il suo allievo a passo di carica e quando gli fu davanti cominciò a urlare quelli che parevano insulti in una strana lingua:
“Ianao no adala! Impiry izahay no miverimberina fa fanomezana ny volana tsy tokony ho ampiasaina ho an'ny besinimaro! Ny iray amin'ireo zava-miafina ny Limphea lehibe indrindra dia tsy afaka ary tsy maintsy tsy haseho! Andramo indray ary na inona na inona no hanakana ahy mba handray ny soso-kevitra Tsin!”
“Next Mpampianatra ô, tsy afaka an-tsaina ny fisian'ny zavatra. Izy ireo aza tsy mahalala fomba ny rehetra izao dia teraka, ary ny fanahy dia mihoatra noho ny ho torontoronina. Czech zavaboary ireo raha oharina amin 'ny fahalalana; mino aho fa ny Ray sy ny anabaviko mieritreritra” rispose lo stregone sotto gli occhi attoniti degli altri presenti.
Dyrwyn sembrò seriamente tentato dalla prospettiva di mandarlo in infermeria con numerose ossa rotte ma riuscì a trattenersi e prima di tornare a sedersi seguito dall’allievo esclamò semplicemente:
“Adala!”
Tecna, dopo aver preso la pistola che aveva perso dalle mani di Laukaos si appoggiò alla parete e chiuse gli occhi per cercare più facilmente nell’archivio la traduzione a ciò che aveva sentito, ignorando completamente lo scontro che avrebbe visto Aisha e Musa come avversarie; dopotutto conosceva bene tutti i punti di forza delle sue amiche: probabilmente Aisha sarebbe partita subito in attacco per rifarsi dello scontro di prima ma ci sarebbe andata comunque piano proprio perché si trattava della fata della musica. La corvina avrebbe schivato l’attacco, danzando sulle note di una canzone che solo lei poteva percepire. L’erede di Andros si sarebbe allora adattata al suo ritmo, inventando nuovi passi per sorprenderla e spezzare la sua posizione.
Una breve sbirciatina le confermò la supposizione: sembrava che stessero davvero danzando; Musa continuava a far ruotare l’alabarda per sfruttare al meglio il peso e il taglio della seconda lama mentre Aisha tentava di intrufolarsi nella sua guardia quando la fata della musica interrompeva le rotazioni per tentare un veloce affondo di punta.
Andarono avanti così finché non si bloccarono a vicenda e “l’arbitro” proclamò la parità.
Fu dunque il turno dello’ultima coppia: Stella stava combattendo contro Codatorta e la sua frusta al plasma. Era chiaramente in difficoltà ma non sembrava voler indietreggiare: la sua arma si attorcigliò a quella dell’istruttore e quando la fata la richiamò a sé le lame distrussero la frusta nemica grazie alle lame inserite nella parte mobile della frusta e se fossero state più larghe e meno distanti le une dalle altre Tecna l’avrebbe sicuramente scambiata per una spada-serpente.
Stella si lascò andare in un breve sorriso di vittoria, ma durò poco: il tempo necessario a Codatrorta per estrarre due pugnali e avanzare verso di lei. Ne sacrificò uno per deviare la frusta e le puntò l’altro alla gola della fata che era inciampata nel tentativo di allontanarsi.
L’insegnante aiutò Stella ad alzarsi e insieme si riunirono al gruppo.
“Avete fatto un buon lavoro ragazzi; come promesso oggi avete il resto della mattinata libera ma tornate qui per le quattro in punto” disse Codatorta al gruppo prima di andarsene assieme ai maestri.
Le Winx e gli stregoni rimasero soli e dopo qualche istante di silenzio assoluto si diressero in due direzioni diverse.
Le fate imboccarono uno dei corridoi che avrebbero portato al giardino, con la chiara intenzione di riposarsi un po’.
“Qualcuna ha notizie di Flora?” chiese Stella distesa sul prato
“No” rispose Musa giocherellando con un filo d’erba
“Potrebbe anche chiamare però” sbottò Aisha colpendo il terreno con un pugno
“Settimana scorsa ci ha detto che aveva un sacco di cose da preparare. Inoltre mi è sembrata molto stanca, in un certo senso mi è sembrato che si stesse sforzando per parlarci. Quando ho incrociato i suoi occhi ho sentito qualcosa di strano” rivelò Bloom girandosi su un fianco
“Se ci pensate tutta questa storia è strana” disse Tecna “E non mi riferisco solo all’alleanza con gli stregoni: la profezia sembra incompleta e non sono riuscita a trovarla da nessuna parte, Flora pare una persona diversa e il suo comportamento con Ogron è strano: è come se si conoscessero ma quando li abbiamo affrontati la prima volta non era successo niente. L’accordo stesso è strano: non capisco perché gli stregoni l’abbiamo accettato: hanno il coltello dalla parte del manico eppure si sono accontentati. C’è qualcosa che non quadra, ma è come se mancassero dei pezzi, anzi è come se qualcuno cercasse di nasconderli. Anche prima Dyrwyn ha urlato qualcosa ad Ogron in un'altra lingua: chiaramente in quel discorso c’era qualcosa che volevano tenere segreto: ma solo loro due, gli altri maestri sembravano quasi più confusi di noi. Non lo so, forse sbaglio ma ho come l’impressione che Linphea stessa cerchi di nascondere ciò che sta succedendo”
“Avanti Tecna, è un pianeta, mica è una persona” sbuffò Stella coprendosi gli occhi con un braccio

“Ti sbagli, Linphea è vivo” ribatté Bloom “Ogni volta che ci andiamo la mia Fiamma ha un fremito, come se riconoscesse un vecchio amico. In un certo senso mi sento più a casa lì che su Domino”

************

“Hai qualche novità Ogron?” chiese Anagan guardando, disteso, il soffitto della loro stanza; uno sgabuzzino che conteneva a malapena tre letti
“Hanno allentato il sigillo” rispose l’altro
“Se lo dici ancora ti strangolo” disse il castano sospirando e chiudendo gli occhi
“Piuttosto, con quell’alta cosa?” domandò Gantlos seduto scomposto contro la parete. Alla domanda Ogron fece una smorfia prima di parlare:
“Non bene, l’hanno fatto più stretto del solito e la concentrazione in questo posto non esiste”
“Forse dovresti fari un giretto nella natura, fatina dei boschi” scherzò Anagan
“E tu una volo giù dalla scuola, chissà, magari ti verrà l’ispirazione giusta” rispose il rosso l’altro sorridendo mentre lo guardava con l’occhio sinistro
“L’avete visto?” chiese Gantlos stufo dei battibecchi tra i suoi fratelli più giovani
“Come non notarlo, finalmente le cose si stanno mettendo in moto”
“L’equilibrio imposto dallo stesso Grande Drago sarà causa della sua disfatta. Sarà divertente vederlo ucciso dai suoi stessi figli”

************

“E aveva una fucina enorme, vedessi quante armi venivano forgiate, anche se personalmente preferisco quelle degli elfi, più leggere. E la tecnica che gli insegnavano era piena di pecche: il combattimento non è una cosa statica e figurati se il tuo avversario aspetta che ti metti in posizione!” disse Muriel allegra raccontando quanto accaduto la mattina ai suoi colleghi
“AAAAH! Piantala di parlare e arriva al punto!” gridò Tsin alzandosi e sbattendo i palmi sul tavolo
“Non è necessario essere così bruschi, tuttavia Muriel, potresti non divagare?” chiese Al Nasl
“Scusate. Comunque Hagen mi ha confermato che le armi arriveranno entro l’ora definita.”
“Perfetto. Dyrnwyn potresti spiegarci cos’è successo oggi?” chiese Saldin
“In che senso?” domandò evasivo il danzatore
“Ogron si è mosso troppo velocemente, la sua forza e velocità erano innaturali” disse il preside
“Sono affari di Linphea” rispose Dyrnwyn
“Come “Affari di Linphea”?” domandò Trygg “Abbiamo il diritto di conoscere qualcosa che potrebbe cambiare le carte in tavola. Abbiamo il compito di insegnare a quelle fate a difendersi senza la magia anche dagli stregoni, come possiamo se…”
“Che lo usi o meno è ininfluente, anche senza il Dono di Luna è perfettamente in grado di tenere testa alle fate.” ribattè l’uomo alzandosi e uscendo dalla stanza.
Mentre percorreva il corridoio per tornare nella sua stanza Dyrnwyn passò vicino al giardino e rimase qualche secondo a osservare le fate che chiacchieravano tra loro prima di riprendere la sua strada e sperare che l’ultima parte della profezia, quella che Flora aveva taciuto, non si avverasse.
Appena entrò nella stanza schioccò le dita, lanciando una magia che avrebbe impedito a chiunque eccetto lui di ricordare quanto detto nella stanza; scoprì poi un grande specchio dalla forma rettangolare e diviso in cinque parti uguali. Subito comparvero cinque volti: il primo, in alto a sinistra era un uomo sulla sessantina dagli occhi arancioni e i capelli grigi, la seconda, in alto a destra una donna dai capelli color miele e le iridi nocciola, in basso a sinistra compariva il viso di Rubin, di fronte a lui un uomo dalla pelle abbronzata, i capelli rossi e gli occhi di un marrone quasi nero, al centro comparve invece la Regina.
“Come mai questa chiamata così urgente?” domandò l’uomo dai capelli rossi al maestro della spada
“Mio signore Harun, vostre signorie, Karen si sta risvegliando” rivelò Dyrnwyn corrucciato
“Ne sei certo?” domandò la donna a destra
“Si, la principessa di Domino sta subendo i primi mutamenti, l’ho visto con i miei occhi” assicurò l’interpellato chinando lo sguardo
“Sono sicuro che Dyrnwyn ha visto giusto, Eliana. Dovremmo invece iniziare a preoccuparci delle conseguenze e anche a quell’altro problema. Roshanak, vi occuperete voi di avvisare Domino e le scuole di Magix?” intervenne Rubin
“Certo, dopotutto è il nostro compito. Mi aspetto un rapporto dettagliato con tutte le conseguenze e i modi d’agire al Risveglio” disse la Regina
“Ovviamente. Noi inizieremo a cercare nelle nostre biblioteche materiale relativo a Karen” assicurò la Sofista della Terra
“Noi dell’Aria interpelleremo gli spiriti e prepareremo delle contromisure, anche se ovviamente dovranno attendere il ritorno da Oleandro per essere eseguite. Dyrnwyn, continua a tenerci informati su eventuali cambiamenti, per favore, dobbiamo capire con esattezza a che stadio si trovi, se necessario leggile la mente” disse l’anziano, Aitu, prima di mandare via qualcuno agitano il braccio
“Con tutto il rispetto, Gran Sacerdote, solo il mio Signore può ordinarmi di fare qualcosa” ribatté il maestro di spada con gli occhi che brillavano di una strana luce
“Fai come ti dice, ma viola la sua mente solo se necessario” ordinò Harun con un sorriso placido e la testa sostenuta dalla mano.
“Bene, allora chiamaci quando avrai altre notizie, signori, è stato un piacere” salutò Rubin desideroso di allontanarsi il prima possibile per poter tornare dalla figlia.
Seguendo il suo esempio anche gli altri Capoclan se ne andarono e Dyrnwyn coprì lo specchio con il velluto prima di lasciare la stanza e dirigendosi velocemente verso l’hangar, cosciente di che ore fossero.

************

La prima cosa che fece Bloom dopo aver notato Hagen nell’arena fu correre ad abbracciare quella specie di nonno burbero che la scostò da se visibilmente imbarazzato, non prima di aver contraccambiato l’abbraccio.
Il, finto, improvviso attacco di tosse di Codatorta suggerì alla fata che fosse meglio allontanarsi e tornare al fianco delle amiche, tra Stella e Tecna, e attendere in silenzio.
Poco dopo arrivarono anche gli stregoni e per ultimi i maestri con Saladin che prese la parola per primo:
“Comincio con il dire che siamo tutti molto orgogliosi dei risultati ottenuti in così poco tempo e che siamo sicuri che riuscirete a cavarvela. Abbiamo dunque deciso, di comune accordo, di darvi delle armi adatte a combattere; nella speranza che possano aiutarvi nella vostra missione”
Prima ancora che Saladin potesse fare due passi indietro o aggiungere qualcosa Tsin fece un cenno al forgiatore e ordinò secca. “Stella, avvicinati”
La fata del sole si avvicinò titubante alla sua maestra che afferrò e aprì un cofanetto di legno
“Che dire, sei stata un allieva pigra e a volte incompetente, mi hai fatto desiderare il suicidio per parecchi giorni di seguito e spesso mi veniva voglia di fare reclamo alla scuola per avermi fatto perdere tempo ma alla fine sono riuscita a farti raggiungere un risultato decente, probabilmente riuscirai ad arrivare alla fine della missione; integra, spero.
Passando ad altro, quella che Hagen e i suoi colleghi hanno creato per te è una frusta simile a quella che hai usato negli allenamenti, stessa dimensione e stessa mobilità, l’acciaio delle lame tuttavia è speciale, più leggero e resistente quindi di conseguenza la tua arma sarà più leggera e resistente. Anche le fibre di cui è composta sono più resistenti del semplice cuoio. Bon, non ho altro da dire, smamma” ordinò consegnandole il cofanetto e allontanandosi non prima di aver sentito il debole grazie della fata.
Dopo Stella venne chiamata Aisha che si avvicinò ad Alfgeir con passo deciso. Il maestro le porse una lancia semplice, spartana, estremamente simile a quella che la fata aveva usato durante gli allenamenti e, le spiegò prima di lasciarla tornare tra le compagne, che la sola differenza era il contrappeso che non era un pezzo a se stante ma era semplicemente di un altro materiale unito all’asta durante la forgiatura.
“Anagan” chiamò Muriel afferrando un involto di pezza e tendendolo allo stregone che lo afferrò e scoprì una semplice falce priva di fregi particolari ma dall’inquietante color pece
“È stata forgiata usando lo chalbisniger il metallo nero delle montagne di frontiera, è più resistente del metallo comune e poco più pesante” spiegò la mezza ninfa sorridendo prima di porgergli un altro involto con delle asce da lacio
“Grazie” rispose lo stregone testando un paio di rotazioni prima di riavvolgerla nella tela.
Bloom si ritrovò tra le mani una scatola di legno contenente due balestre in metallo nuove di zecca
“Due balestre da 180 libbre; sono molto più veloci da ricaricare, tuttavia il meccanismo è leggermente più delicato quindi te ne ho fatte fare due, inoltre in questi ultimi giorni ti insegnerò a fare la manutenzione e ci prenderai la mano. Sono fatte di un legno trattato in modo tale che tu possa usare anche frecce incendiarie” spiegò Al Nasl facendole l’occhiolino.
“Muoviti capellone, che ti do la tua ascia” esclamò Iwao lanciando l’arma allo stregone non appena questo fu vicino; Gantlos l’afferrò e la guardandola chiese con una smorfia disgustata:
“Erano proprio necessarie queste decorazioni?”
“Sempre a lamentarti! Comunque si, servono a far scorrere il sangue per evitare che ne arrivi troppo alle mani” spiegò il maestro prima di aggiungere “Anche se in questo caso non ne avrai bisogno. Ora, come si dice?”
“Grazie calvizie” rispose lo stregone facendo dietro front e allontanandosi mentre sul volto di Iwao si faceva largo un sorriso che sembrava promettere dolore
Musa si avvicinò a un cenno di Trygg che le porse l’alabarda dicendo:
“Niente di particolare, molto simile a quella che hai usato durante gli allenamenti, solo più adatta alla tua corporatura” sorrise consegnandogliela prima di scambiarsi un altro cenno con Laukaos come a dirgli di procedere pure, e il maestro delle armi da fuoco consegnò due Beretta 92FS e un M4 prima di sollevare una grande custodia riglida, aprirla e rivelare un PTRS-42 bis
“Questa, Tecna, è il modello della Regal, grazie a un intercessione da parte di Hagen e Faragonda sono riuscito a procurartelo, è molto-molto simile a quello che ti ho insegnato ma questo supporta tutti i tipo i proiettili: sia a energia che esplosivi, anche se i migliori restano quelli classici” spiegò eccitato prima di venire interrotto da Dyrnwyn che entrò a passo di carica nell’arena tenendo in mano una spada bastarda che non esitò a lanciare contro il suo allievo.
Ogron la prese al volo e guardò con gratitudine il maestro
“Vi ringrazio” disse “Per avermi riportato la mia Vittoria, questi secoli senza di lei sono stati un supplizio” rivelò sguainandola e guardandola ammaliato
“Rinfoderala subito!” ordinò Dyrwyn; troppo tardi.
Bloom si portò una mano al cuore stringendo la maglietta prima di accasciarsi a terra ma prima che le amiche potessero aiutarla un onda di energia le sbalzò lontano e il fuoco esplose con un rombo, avvolgendo la figura minuta della fata; le fiamme si scagliarono contro Ogron che venne avvolto da una barriera di energia color pece
PERCHÉ MI BLOCCHI?” chiese infuriata una voce prima che il fuoco si ritirasse e sci scagliasse vorace sulla barriera, tentando di scioglierla e costringendo gli altri due stregoni ad allontanarsi
“La sua vita non è un tuo diritto” rispose con la voce roca di un anziano Muriel camminando verso le fiamme che assunsero la forma di un drago cinese con le spire avvolte intorno alla barriera
“ALLORA PRENDETELA VOI, PADRE!” esclamò il drago
“Non sono l’unico a volere il suo sangue. Karen, dovresti calmarti stai facendo del male alla tua Custode” rispose Muriel con la voce di una bambina
È più forte di quel che pensi” rispose il drago con una vena d'affetto nella voce
“Non mi ripeterò un'altra volta. Torna al tuo posto, figlio!” ordinò Muriel con la voce di un uomo, mentre Fonterossa tremava. Il drago di fuoco chinò il muso e scomparve.
Muriel collassò a terra mentre la barriera che avvolgeva lo stregone svaniva e in un cerchio di rune compariva un uomo dalla pelle color caramello.
“Rubin, il Risveglio si è compiuto” avvertì Dyrwyn mentre la barriera che aveva avvolto gli insegnanti si dissolveva e l’altro mago si avvicinava a Bloom che giaceva svenuta circondata dalle amiche, i vestiti semidistrutti e le mani ustionate
“Si, lo so, mi ha avvertito. Porta Muriel in camera sua, per favore, è solo sfinita le basterà un po’ di riposo” disse il Signore del Clan dell’Acqua chinandosi sulla fata di Domino e avvolgendola in una barriera argento prima di coprirla con la sua giacca e sollevarla
“Preside Saladin, potrebbe condurmi in infermeria, per favore?” chiese il mago dei sigilli

************

“Maestà, Maestà” gridò una giovane vestita di giallo e blu entrando nella sala del trono prima di cadere sulle ginocchia più per sfinimento che per rispetto
“Parla. Cosa succede?” domandò il sovrano seduto accanto all’adorata moglie
“Il monastero, Re Radius, è stato completamente distrutto” rispose la ragazza ansimando
“Portatele dell’acqua” ordinò la Regina Luna ad un servitore che tornò dopo pochi secondi con un bicchiere che porse alla giovane che lo bevve tutto d’un fiato e ringraziò. Si alzò e cominciò a spiegare:
“I monaci sono scomparsi e l’edificio raso al suolo. Per fortuna le fenici si sono salvate anche se gli abitanti del villaggio dicono che sono almeno la metà del solito”
“Ti ringrazio, ora vai a riposarti” ordinò il Re alla messaggera che fece un inchino e uscì dalla sala
“Cosa ne pensi Luna?” chiese Radius
“Non saprei: penso che dovremmo mandare una squadra a indagare: i monaci non avevano motivo per allontanarsi, quindi sono stati rapiti, ma non credo sia solo quello il motivo” rispose la Regina pensierosa
“Le fenici dono davvero scomparse” disse il Re dopo qualche secondo “I soli me lo hanno rivelato”
“Ho una pessima sensazione Radius, negli ultimi giorni i miei poteri lunari sono diventati più forti” rivelò Luna stringendola mano del marito che le face una carezza sulla guancia
“Sono teso anch’io: i soli di solaria sono particolarmente attivi in questo periodo dell’anno, invece non si è sentito nessun mutamento energetico” disse il Re corrucciando lo sguardo


*note d’autore*
E dopo quasi due anni torno con un aggiornamento. Non ho scusanti per questo ritardo, la verità è che non so se continuare la storia: non ho molto tempo da dedicarle e ho in mente altre idee che voglio sviluppare. Inoltre la trama non mi prende più come una volta, forse mi ritaglierò un po’ di tempo per tentare di sistemarla e renderla decente e tenterò di migliorare lo stile, che diciamocelo, fa schifo. Non ho altro da dire, solo mi sembrava corretto nei vostri confronti farvelo sapere. Spero che qualcuno si ricordi ancora di questa storia e spero di poterla far vivere nuovamente. Per il momento è sospesa, poi si vedrà.
Ringrazio i recensori più assidui e quelli che mi seguono dall’inizio, i lettori silenziosi e quelli che hanno fatto una toccata e fuga, curiosi e poi delusi, e anche quelli che sono entrati per sbaglio e hanno comunque deciso di leggere il capitolo: a tutti voi: grazie
Buon Natale e buone festività, in ritardo
Alla prossima, spero presto,
Nuray
P.S.: No, farò la bstarda, non rivelerò cos'hanno detto Dyrwyn e Ogron

   
 
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