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Autore: carachiel    06/01/2017    5 recensioni
Questa non è poesia.
Chissà, forse non lo è mai stata.
“Ma adesso che tento di scriverti il vero, finisco solo col rimestare lacrime che si inseguono con allarmante velocità. Non spiegarmi, lo sai che non voglio giocare da sola.”
Genere: Introspettivo, Poesia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei scriverti una poesia.
Vorrei scriverti di versi, di parole che non danno tregua, ritmi a cui non ti abitui mai eppure così familiari.
Potessi ti descriverei i tentativi.
Goffi, inutili. Capitolavano dopo due virgole.

C’è chi ha fatto poesie di due parole, mentre io sono ancora seduta qui, oppressa dal peso della luce, la stessa che ha fatto crescere la nostra amicizia. Ma io sono una creatura delle notte.
Non posso sopportare.
Ma il nostro rapporto è cresciuto così.

Ci siamo credute, al buio. Abbiamo spartito bicchieri di whiskey scadente, piccoli gioielli di carta, fascinate da una lama da luce che tagliava una tela.
Dietro la carta, le nostre figure. Fragili, eteree come il vapore che si condensa sul vetro.

Ti ho parlato, a lungo, con davanti solo una sedia spostata. Ti chiedevo di non tormentarti, desiderando che la mia sola speranza ti tenesse su. Eppure era come un filo esile, che regge una marionetta rotta.
Inutile. E le mie parole erano tinta su tinta.
Ma continuo a scrivere. A scriverti.

Ed allora ho riprovato, ho gettato veleno anche sulla neve. Ma tu continuavi a camminare con quei tuoi passi, un sorriso vago lasciato lì, ed il passo di chi si è perso.
Ed io che cercavo disperatamente di fingermi forte, anche dopo una notte passata insonne.

Ma adesso che tento di scriverti il vero, finisco solo col rimestare lacrime che si inseguono con allarmante velocità. Non spiegarmi, lo sai che non voglio giocare da sola.
Questa non è poesia.
 
Ma vorrei tanto che lo fosse.
 
 
 
Non so neppure se la leggerai, ma a pensarci bene neppure m’importa. Intanto è scritta, come quelle parole che ti scrivevo, sempre col terrore d’una parola di troppo. L’unica cosa che francamente spero è di non doverti più inseguire, solo aspettarti.

 
   
 
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