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Autore: hiimnotamuggle    07/01/2017    1 recensioni
Nathan è innamorato di Mark. Ma cos'ha da dire Axel in proposito?
Genere: Sentimentale, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Ragazzi, avete visto Axel?" chiese ai suoi compagni. Ricevendo solo risposte negative, decise di chiamarlo, ma non ricevette alcuna risposta. "Magari è malato e sta riposando" suggerì Nathan, che si rivolse al portiere "beh, intanto iniziamo ad allenarci. Se viene, bene. Altrimenti potremmo andarlo a trovare una volta finito" disse. Mark non sembrava molto convinto, così il difensore mise una mano sulla spalla del ragazzo e aggiunse "Lo so, nemmeno a me piace l'idea di allenarmi senza di lui, anche perché non posso eseguire 'Ali di Fuoco' con nessun altro. Però siamo a corto di tempo e abbiamo bisogno di allenarci." con queste parole, Mark capì che parlava soprattutto di sé, e che aveva ragione. E' carico oggi, pensò. Le parole di ieri devono aver funzionato. Arrossì leggermente ripensando alla sensazione della pelle di Nathan sotto la sua mano mentre gli diceva che sarebbero rimasti amici comunque, indipendentemente dalla decisione che avrebbe preso.

Scrollò la testa come per risvegliarsi dal flashback. Bene! Oggi ci alleneremo duro anche per Axel!

Volse lo sguardo verso il numero due, che lo guardava incuriosito e divertito insieme, e gli piantò entrambe le mani sulle spalle. "Hai ragione! Andiamo, dobbiamo prepararci per vincere una partita!" esclamò con un gran sorriso dei suoi. 

Si decise a fare una pausa solo dopo due ore piene di allenamenti. "Forza ragazzi, dieci minuti e poi continuiamo!" dichiarò dirigendosi a bordo campo, dove stavano le ragazze e, cosa più importante, le borracce. 

Mentre raggiungeva le panchine a testa bassa, pensando alla partita imminente, si sentì chiamare. "Evans." capì a chi appartenesse quella voce prima ancora di alzare la testa: "Axel!" Gli corse incontro con mille domande in testa, ma le uniche a cui riuscì a dare voce furono: "Cos'è successo? Stai bene?" "Sì. Non ho sentito la sveglia" rispose l'attaccante con distacco. "Comincio a scaldarmi." Il suo tono non ammetteva repliche. Era strano, perché Mark di solito riusciva a vedere sotto la sua maschera di freddezza. "Axel, sei sicuro che vada tutto bene?" Il portiere iniziava a preoccuparsi. "Ti ho già detto di sì. Ho solo fatto tardi ieri sera." evitando lo sguardo di Evans, si diresse verso il campo. Ha fatto tardi ieri sera?  

Dopo un po' di allenamento normale, cominciarono a fare pratica con le tecniche speciali. Tutti i tiri andarono alla perfezione, anche se Mark fu in grado di parare ognuno di essi. "Forza! Nathan, Axel, è il vostro turno! Fatemi vedere la vostra forza!" i ragazzi obbedirono.

"Ali... di Fuoco!!!" il tiro era perfetto. La potenza era assoluta. Nathan ci aveva messo tutta la sua voglia di continuare a giocare ed il suo amore per il calcio, mentre Axel aveva inflitto al pallone tutta la sua rabbia, la gelosia e lo stress di quei giorni. 

Forse fu per questo che la palla mancò di svariati metri la porta.

"Fantastico! Se continuano così siamo messi bene!" il commento acido di Kevin Dragonfly rifletteva i pensieri della maggior parte della squadra, anche se il ragazzo si guadagnò un "Kevin!" di disapprovazione dalle ragazze in panchina. 

"Non capisco... ci ho messo tutto quello che avevo..." Nathan era sconcertato. Mark, dalla porta, agitò le braccia urlando: "Non importa! Riproviamoci! Kevin, voi andate dall'altra parte del campo e continuate l'allenamento! Jim, tu mettiti a bordo campo e dì loro cosa migliorare!" "Sì, capitano!" risposero tutti, tranne Axel, all'unisono, rinfrancati dallo spirito combattivo di Mark.

Il colpo 'Ali di Fuoco' venne eseguito ventitré volte quel giorno, ma neanche una volta il pallone arrivò a più di tre metri dalla porta.

"Ma perché?! Dove sto sbagliando?!" esclamò Nathan cadendo in ginocchio, quando l'ennesimo tiro quasi prese in testa Jim, che stava facendo di tutto per capire cosa non funzionasse. Il portiere venne loro incontro, tendendo una mano al numero due. Stava per cominciare uno dei sui discorsi sul non arrendersi mai, quando Axel parlò per la prima volta da quando era arrivato: "Non sei tu che sbagli. Sono io." I due ragazzi si girarono a guardarlo, stupiti. "Cosa stai di-" "Oggi non mi sento in forma, ho dormito poco. Domani andrà meglio." disse, non lasciando al compagno possibilità di replicare, ma sembrava che stesse cercando di convincere sé stesso più che gli altri. "Domani c'è la partita" Mark aveva pensato a voce alta, guardando l'attaccante. Questi incrociò il suo sguardo, e il capitano vide i suoi occhi spenti e le borse sotto di essi. Le aveva notate quando era arrivato, ma adesso che era stanco erano molto più evidenti. "Lo so." Il numero dieci girò sui tacchi "Ci vediamo domani in stazione." Così dicendo si diresse verso gli spogliatoi. Mark, che era rimasto imbambolato, si riprese e gli urlò "Non fare tardi!" ma come risposta ricevette solo un gesto con la mano. 

Hai fatto tardi ieri sera perché hai pianto, Axel?

  
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