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Autore: Mella Ryuzaki    07/01/2017    0 recensioni
SiwonxChangmin
( #WonMin )
« Ogni cosa avviene a suo tempo e, se hai pazienza e buona volontà, vedrai come le cose cambieranno. »
[ Ringrazio due mie amiche per avermi ispirata a questa fanfiction ]
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Max Changmin, Sorpresa
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come si inizia una storia?

Ah, non ne ho mai letto una che avesse un inizio fantastico o anche un inizio tragico, insomma so poche storie se non quelle insegnate a scuola, dove Re, imperatori e altri sovrani, lottavano per avere un pezzetto di terra che ora nemmeno li appartengono.

Tutta fatica sprecata, eh?

La storia spesso insegna che le persone non si accontentano mai, che l'uomo non si accontenta di quello che ha, soprattutto chi ha molto di più che solo l'essenziale per vivere, o meglio, sopravvivere.

Penso che se hai già di che mangiare, vestire e anche dove dormire, questo ti renda già ricco, ma soprattutto se hai una famiglia che si prende cura di te, un rifugio.

Per una persona si va sempre contro il bene delle altre persone, portandole verso la stessa rovina con cui si scava il proprio fosso ed é così la mia vita: un fosso profondo scavato da mia madre.

Penso che sarei maleducato a cominciare a parlare di lei senza essermi prima presentato.

Hello, I am Shim Changmin o, come mi chiamano a scuola, il Dumbo dalle lunghe zampe posteriori. 
Sono un ragazzo di diciasette anni e frequento il quarto anno del liceo a Seoul.

Di sicuro penserete che viva la mia vita come ogni ragazzo della mia età con amici, amiche, fidanzata del banco accanto e forse anche studente modello.

No, sbagliato.

Vi devo ricordare il paragone storico citato sopra?

Ma comunque, torniamo a noi.. a me e a mia madre.

Sono nato in questa grande città, da una donna ancora giovane che però non aveva un marito e nemmeno dei genitori ( appena seppero di me, quelli che dovevano essere i miei nonni, la cacciarono di casa, verso il suo oppa che però non ne voleva sapere. )

La cosa saggia che fece questa sedicenne, fu quella di tenere il bambino, di tenermi e crescermi per nove mesi, ma la cosa non saggia, fu quella di non darmi almeno in affidamento a qualcuno che sarebbe stato capace di mantenermi e magari lei poteva anche riavere il perdono dei suoi genitori e ritornare a fare la sua bella vita, ma non lo fece.

Spesso penso che ho ereditato questo "dono" da lei, quello di cercare sempre di fare di testa mia e di non ascoltare spesso gli altri, ma lei lo rinfaccia sempre che questo mio carattere era del gene di quel maiale di mio padre.

Sarò onesto, non ho mai visto mio padre e nemmeno nessun altro parente che sia a stretto contatto con noi.

Lei mi allevò, mi mantenne anche se diverse volte, gli assistenti sociali vennero a casa nostra per quei vestiti che indossavo e anche per i pianti che lasciavo quando lei andava a lavorare o portava il lavoro a casa, facendo entrare diverse persone e spesso anche losche che mi facevano paura.

Riuscite a capire che lavoro faceva e fa mia madre per mantenerci?

Comunque.. con il passare del tempo cominciai a crescere e crescendo cominciava a vedere molte uguaglianze con mio padre, tanto che spesso finivo anche con il dormire davanti alla porta di casa, quando tornava a casa ubriaca o fatta ( perché solo all'età di tredici anni, ebbi la prima visione della famosa polverina che mostrava le stelle ogni volta che ne prendeva un po' sul tavolino con il naso da quella cannuccia o quel pezzo di carta ), perché vedeva mio padre davanti a lei e non lo tollerava.

La verità è che penso che, a mia madre, piaccia ancora lui, che mai lo aveva dimenticato anche per quello che ci ha fatto, rifiutandoci.

Ma ora vi dirò perché paragono mia madre come quei cari imperatori e quelli che si scavavano da solo la fossa per poi trascinare chiunque dentro: i debiti.

I debiti sono un'altra scusante sul fatto di dovermi mantenere e pagare quella baracca che chiama casa e dove porta il suo lavoro anche se ci sono anche io.

Ma in realtà i debiti erano per la magica polverina e le sue precauzioni.

« Capirai anche tu quando sarai grande. »

Me lo dice sempre, anche quando ormai il padrone di casa vedeva che l'affitto non arrivava, con due mesi di arretrati e con il rischio, per noi, di finire in mezzo alla strada, visto che di appartamenti economici ne esistevano davvero pochi.

Di sicuro sarei finito anche io nel suo stesso fosso, ma non potevo permetterlo.

A differenza di molti, sarei riuscito a salvarmi.
A trovare da solo la mia ancora di salvezza, la mia parte di vita onesta che mi avrebbe permesso di vivere ( o sopravvivere ) e di finire anche i miei studi e questo inizia proprio in un internet cafè al centro di Seoul, in una delle tante pagine dove si cercava e si offriva lavoro.

  
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