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Autore: killian44peeta    07/01/2017    1 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Diana

Aprii gli occhi di scatto e vidi Morgan che volava a pochi metri di distanza davanti a me, sospirai e mi sedetti composta sul pegaso.

Lui si girò -Già sveglia?- chiese, facendo parere però la domanda più un affermazione

Annuii di rimando, sovrappensiero.

-Perché non provi a dormire ancora un po'?-

-Perché non ho più sonno- dissi alzando le spalle con un gesto veloce-Tu hai già dormito ?-

-No, io dormirò più tardi, quando sarete in due-

-Così sarebbe più facile svegliarti in caso di pericolo?-dissi scherzosa

Fece una risata e scosse il capo- Così se siete a rischio e non mi fosse possibile aiutarvi potreste coprirvi le spalle a vicenda-

-Capito...-

Cadde il silenzio e tacendo continuammo a viaggiare, svegli e taciturni ormai da minuti.

Ce ne stavamo zitti e quieti, a osservare l'infinito e a cercare nei versi della notte qualcosa che potesse, anche se impercettibilmente, segnalare la propria presenza.

Udii il rumore ovattato di delle ali agitate, probabilmente un gufo che cacciava.

-Secondo te come sarà il Fuoco?-

Lo presi alla sprovvista, dopo essersi tornato a girare, lui mi guardò sorpreso con gli occhi ambra.

Fece un sorriso dolce e alzò un sopracciglio.

-Imperioso, testardo, determinato, agitato, pressante ... una testa calda insomma-

Non feci a meno di notare la sua voce che si riempiva di affetto e che poi fece una leggera smorfia.

-Che c'è?-

-Niente, davvero, è che mi sembra ancora ieri...-tacque

Era una nota dolente, decisi di lasciar perdere

-Ci andavo d'accordo con lui?-

-Sì, e anche molto- Morgan sorrise -L'Acqua un po' meno- fece una pausa-Forse perché Fuoco e Acqua sono molto diversi come Elementi mentre te e lui siete parecchio simili-

Muta, mi accorsi che c'era una cosa che volevo chiedere, una cosa riguardo a... l'ultimo.

-E ... il Buio?-

Lui abbassò lo sguardo con esitazione e con stessa incertezza mi rispose -Lui... se ne stava sempre in disparte, era molto riservato, avrebbe potuto andare d'accordo con tutti ma non gli piaceva proprio essere in mezzo a troppa gente, era un po' arrogante in fatto di abilità, ma probabilmente era sempre preoccupato per qualcosa-

-Un momento... erano persone?- aggrottai la fronte- Non c'era bisogno della reincarnazione se erano già persone-

-No, erano Spiriti-

-Continuo a non capire-

-Cosa?-

-La differenza tra Spiriti e Spettri-

-Beh... prima di tutto, gli Spiriti si dividono in schieramenti, ci sono quelli buoni e ci sono quelli cattivi, gli Spettri invece stanno generalmente dalla parte del male.

Spiriti e Spettri poi sono due generazioni ben diverse, entrambe le categorie sono fatte di una sostanza magica ma gli Spettri possono cambiare forma, gli Spiriti non possono modificare a piacimento il proprio aspetto.

L'aspetto di uno Spirito è, per quelli buoni, un fantasma con la forma di un animale, spesso sconosciuto, di diversi colori, per quelli cattivi è invece un fantasma bianco con solo gli occhi.

Lo Spettro nella sua vera forma ha l'aspetto di un uomo con il mantello nero e senza volto.

Gli Spettri sono molto pericolosi, potrebbero anche diventare la tua amica più fidata e non te ne accorgeresti, sanno parlare come noi, come quelli di cui assumono le sembianze, hanno i loro stessi atteggiamenti e perlopiù sono molto più pazienti dei Demoni, perché loro hanno l'intelligenza di poterti raggirare, mentre, facci caso, i Demoni hanno tentato di attaccarti nonostante probabilmente sapessero che non sarebbero riusciti nella loro impresa, perché hanno istinti animali, il tuo odore li spingeva a muoversi e a tentare l'attacco.-

-L'odore della magia...-

-Già, che sento pure io-

-Senti l'odore della magia?-

-Ahà. È una delle mie capacità.-

-E che odore ha la magia?-

-Dipende dal potere, il tuo è simile a quello della rosa-

-La rosa?-

-Sì, se non mi ricordo male invece quello del Fuoco è del girasole e del mango, l'Acqua la ninfea, l'Aria la margherita, the verde e di viola, la Terra invece tra il cioccolato e l'iris e il Buio del giglio-

Annuii appena, per poi far ricadere quell'insistente silenzio.

Osservai il blu notte del cielo, le stelle brillanti e allo stesso tempo fredde nella loro luce...

Dopo non so quanto tempo cedetti nuovamente al sonno.

Non feci sogni, o almeno non mi parve.

Quando mi svegliai, mi accorsi che era mattina e che stavamo lentamente per toccare terra.

-Che ore dovrebbero essere?- chiesi assonnata dopo avere sbadigliato

-È arrivata l'alba parecchie ore fa quindi presumo che siano le sei di mattina-

-Già le sei ?-

Appena toccammo terra smontai dall'animale.

-Dovremmo trovare il Fuoco circa verso mezzogiorno se andiamo spediti-

-Mmph... allora avviamoci-

Mentre camminavamo osservavo l'entrata della città che si faceva più vicina.

Mi trovai a rimuginare su quello che mi aveva detto la sera prima, sul fatto che sentiva i nostri odori, che sapeva un sacco di cose e... che mi pareva fortissimo.

Io che ero l'incarnazione della Luce non sapevo se sarei riuscita realmente a rendermi utile perché non ero mai stata lontana da casa e perlopiù, il mio potere si era dimostrato piuttosto debole rispetto alla spada di Morgan con i Demoni.

Io li avevo allontanati, lui li aveva polverizzati!

Scossi il capo amareggiata, dopo un po' finalmente ci trovammo all'entrata di Thorton.

Oggi era giornata di mercato e, già dall'entrata della bella città, le bancarelle erano disposte ordinatamente sulla strada.

Il sole era cocente anche di prima mattina e non pareva affatto una delle prime giornate di Gennaio. Non sembrava affatto inverno, ma piuttosto estate! Chissà che calore avrebbe fatto a Luglio!

La prima bancarella che osservai vendeva contenitori pieni di biscotti, ne osservai un'altra e poi un'altra.

-Non facciamo colazione?-

-Mi dispiace, no, non facciamo colazione oppure rischiamo di passare tutta la giornata a mangiare, ti abituerai prima o poi, immagino che anche gli altri mi faranno la stessa identica domanda se non glielo diciamo subito e sinceramente non sarebbe il massimo avere richieste di colazioni per sei volte, tu avvertili prima ok? Io ho pessima memoria in certe cose-

-Ok- aderii, anche se un po' sconsolata

Continuammo a camminare osservando la calda città di Thorton, che emetteva allegria a solo guardarla, i bambini correvano per le strade e urlavano, ridendo.

-Tu dici che dovremmo andare d'accordo io e lui... dovrebbe essermi simpatico-

-Esatto, o almeno credo-

Me lo stavo già immaginando, con una tuta sportiva nera, pantaloni neri con disegni focosi, capelli rossi fuoco da strapazzo, occhi gialli, su una bicicletta rossa fiammante.

Scossi il capo, sembrava un teppista e sinceramente era uno dei caratteri che mi piaceva di meno.

Provai ad immaginarlo in un altro modo ma non ci riuscii affatto.

Sembrava che ormai mi fossi del tutto fissata su quell'immagine e che non volessi lasciar perdere.

Notai ad un tratto una ragazzina con una tuta scolastica che usciva di casa tutta allegra e sorridente.

Le sue esatte parole, quasi gridate, furono -Mamma, papà, ci rivediamo oggi pomeriggio!-

Sentendo quella unica frase mi agitai.

Mi tornò un angosciosa mancanza che avevo tentato di nascondere in tutti i modi per camuffarla.

Probabilmente quello era il negozio dei suoi genitori perché non eravamo ancora arrivati alle case, eravamo solo nella piazza.

Morgan mi distrasse dalla mia nostalgia tirando fuori il Lyging.

-Mancano ancora qualche chilometro a raggiungere il Fuoco, non sento ancora il suo odore nelle vicinanze-

-Possiamo fermarci un attimo?-chiesi dopo un po'

-Sei stanca?-

-Abbastanza... poi questo sole peggiora pure la situazione-

-D'accordo, fermiamoci-

L'aria era molto afosa e mi pareva di soffocare.

Ci fermammo, sedendoci su una panchina.

Lui mi porse una bottiglia d'acqua che io bevvi avidamente, per poi ripassarla a Morgan, che fece lo stesso.

Osservai ancora il mercato, in una delle tante bancarelle c'era una vecchia che stava cercando di spuntarsi a buon prezzo un mestolo di legno.

Era molto insistente, così tanto che mi chiesi come mai la facesse così lunga per un semplice attrezzo da cucina.

Il mercante però non gliela diede vinta e la spinse via, cosa che la portò quasi a inciampare e che fece scappare tutti gli altri clienti.

Si era rovinato con le sue stesse mani.

Indignata, la vecchia signora se ne andò protestando con borbottii sommessi.

Non riuscii a capire che età potesse avere, sembrava quasi una centenne con la sua pelle raggrinzita e piena di rughe, gli occhi piccoli quasi socchiusi e la bocca larga e sdentata.

Teneva una fascia sulla testa e se ne stava tutta ricurva, con i capelli che le cadevano sulla fronte che parevano più ragnatele.

Indossava un bruttissimo giacchettino rosso e un orrendo, quasi ammuffito, vestito giallo che le scopriva le gambe con le vene evidenti.

Al posto delle scarpe aveva delle ciabatte, dello stesso colore della giacchetta.

Il bastone che teneva in una mano e che le faceva da appoggio era mal tagliato.

La campana della chiesa, dopo parecchio tempo in cui rimanemmo seduti, risuonò per otto volte.

-Ripartiamo?-chiesi alzandomi

Lui si alzò a sua volta e acconsentì.

Ricominciammo a camminare, seguiti dagli animali.

Camminammo per ore e ore, tanto che quando udii la campana suonare per simboleggiare le quattro del pomeriggio fui terribilmente investita da una sensazione sgradevole e decisi di cercare un argomento di cui parlare per togliermela di testa, cosa quasi impossibile visto che non me ne veniva neppure uno.

-Conosci il nome dell'incarnazione del Fuoco?-

Feci quella domanda a caso perché veramente non sapevo come attaccare discorso.

-No. Però so che il suo cognome dovrebbe avere qualcosa a che fare con l'Elemento.

Ad esempio il tuo è Swanlight, ovvero "cigno luce" o per come lo interpreto io " cigno di luce", il suo potrebbe essere ... Archfire-

-Arco fuoco? Cioè... arco di fuoco?-

-Esattamente-

Raggiungemmo il punto in cui erano finite le bancarelle e girammo a sinistra.

Intravidi le prime case.

Mi suscitarono sconosciute e inattese sensazioni: mi si rizzarono i capelli, originando un calore intensissimo che mi si diffuse per tutto il corpo.

Non sapevo dire se fosse gradevole o no... era solo... strano.

Ad un tratto vidi Morgan velocizzare il passo.

-Cosa c'è ? Senti il suo odore?-

-Esatto, seguimi-

Velocizzai il passo, notai qualcosa di strano aprirsi sulla sua schiena.

Per poco non sobbalzai a vedere che quel qualcosa erano le bellissime, bianchissime, candidissime ali che avevo visto per la prima volta a casa mia durante il combattimento.

La sua maglia non si era rotta, cosa parecchio bizzarra visto che gli erano appena spuntate le sue enormi ali dalla schiena.

Quando lui si fermò, ci trovammo davanti ad una casa vecchia, precisamente una catapecchia, dalle tonalità scure, su cui c'era scritto: -Isaac, Mortie-

-E dove sarebbe la parola fuoco?- domandai incerta

-Non c'è, però il suo odore viene da qui-

-Dobbiamo entrare?-

-Non sento odore di Demoni, forse dobbiamo solo aspettare, se si fa sera entriamo-

Prima che potessi controbattere, dalla catapecchia uscì un ragazzo.

Aveva i capelli rossi fuoco, di una tonalità talmente accesa e ardente che pareva bruciassero veramente, assolutamente disordinati, alcuni dei quali gli coprivano un occhio, non aveva tanta frangia, erano solo diverse ciocche che gli si spargevano qui e là.

I suoi occhi erano smeraldo e avevano una tale intensità che ad un solo sguardo fugace era come se si incatenassero con tutto ciò che incontrava, fino a impedirti di lasciarli andare veramente.

La sua pelle era pallida, color avorio.

Aveva un viso affilato e lineamenti morbidi.

Le sue spalle erano abbastanza larghe, non particolarmente però, non troppo almeno.

Era piuttosto alto, slanciato, dalla corporatura magra e un po' muscolosa, dall'aria spensierata e dal sorriso abbagliante.

Indossava una camicetta arancione sbottonata, con sotto una canottiera bianca che gli scopriva il collo dritto e parte dei pettorali, che erano visibili per via della camicia, dei pantaloni jeans grigi scuri e delle scarpe da ginnastica con i lacci arancioni ambra.

Iniziò a dirigersi verso est quando si bloccò di scatto.

Capii immediatamente perché si era fermato quando notai che Morgan non aveva ancora chiuso le ali.

Io respiravo ancora a fatica quando vidi che lentamente si girava verso di noi.

-Ehm...Morgan...-

-Cosa?-

-Non hai chiuso le ali-

-Oh.- fece una pausa -Almeno abbiamo attirato la sua attenzione-

Il ragazzo si girò completamente e si diresse verso di noi.

Aveva un espressione sbalordita e quando ci raggiunse parve, per un attimo, essere in panico.

-Che forti! Sono tue? E sono vere? Ma proprio le originali?- le guardò con ammirazione, quasi gli luccicavano gli occhi -Papà ha detto che me le compra al mio compleanno-

-C-comprare?- balbettai, guardandolo storto

-Le ali! Le Divin Wings! Costano 420 Nikki e dicono che possano volare veramente.
Domani c'è il festival ma visto che non le ho non posso partecipare-

Improvvisamente mi venne in mente il discorso che mi aveva fatto Lilhian e al fatto che a Thorton fossero famosissime.

-Frena, frena, frena... queste non sono le Divin Wings! Sono ali vere!-

-Vere?- chiese lui turbato

-Vere!- esclamai

-Infatti, sono ali vere e ci sono anche piuttosto attaccato- disse Morgan, che però sorrideva divertito.

-Attaccato con i lacci?-

-No, con la pelle-

Il ragazzo fece per dire qualcosa ma lo battei sul colpo -Non è sarcastico- sbottai innervosita

Tacque e si grattò la testa con la mano.

-Beh...allora...piacere, sono Task Fireburns- sorrise -Non siete di qui immagino-

"Fireburns... fuoco che brucia? Che sia dunque lui?"

Morgan annuì-Io sono Morgan, lei è Diana e...sì, non siamo di qui-

Guardai Morgan negli occhi e lui mi fece un cenno con la testa.

-Felice di avervi conosciuti allora, mi dispiace di avervi trattenuto, ora devo andarmene a casa o mio padre si preoccuperà...-fece per iniziare ad andarsene ma lo bloccai di scatto con la mano

-Aspetta!-

Si girò nuovamente-Cosa devo aspettare?-

-Dobbiamo dirti una cosa! Forse non ci crederai ma almeno ascoltaci, sei in pericolo- dissi

Assunse un espressione preoccupata -Eh? Cosa stai dicendo?-

Feci un leggero sospiro per prendere aria prima di iniziare a parlare -Devi andartene da casa tua, sei l'incarnazione dell'Elemento del Fuoco e i Demoni e gli Spettri ti stanno cercando, io sono l'Elemento della Luce e lui è il nostro "custode", se non vieni rischierai di mettere in pericolo la tua stessa famiglia-

Alzò il sopracciglio e rimase in silenzio.

Dopo qualche secondo di silenzio scoppiò a ridere.

-È uno scherzo vero? E io per poco non ci avevo creduto, siete stati davvero bravissimi nella recita, davvero bravi-

-Noi non stiamo né recitando né scherzando- replicò Morgan

-Voi due siete pazzi-disse Task freddamente.

Si rigirò e stavolta, per quanto lo chiamassimo, non si voltó affatto una seconda volta.

-E adesso?-domandai irritata

-Lo seguiamo-

Feci uno sbuffo.

Ero offesa, arrabbiata e innervosita, quel Task si permetteva di darci dei pazzi e di trattarci come rimbambiti.

Era vero che era difficile crederci però... insomma!!!

-Dicevi che mi sarebbe piaciuto, che mi sarebbe stato simpatico...invece mi ha dato letteralmente sui nervi- dissi mentre lo iniziavamo a seguire.

-È testardo, ha paura probabilmente, vedrai che cambierà-

-Ma...-

-Dai, non te la prendere...-

Imprecai e feci un secondo sbuffo, però sorrisi a Morgan, perché in qualche modo era riuscito a calmarmi i nervi.

Continuammo a seguirlo.

-Ahem... secondo me è meglio che chiudi le ali e che le nascondi- sussurrai

Si bloccò-Già, forse è meglio-

Chiuse le ali e vidi che invece di nascondersi sotto si mimetizzarono, diventando color limone, ovvero il colore della maglia che Morgan portava.

Avanzammo verso la vera casa del Fuoco, era meno rottamata e aveva vicino un albero che toccava il bordo della finestra del piano di sopra.

Sentimmo un urlo agghiacciante e Morgan sussurrò una parola, un'unica parola-Spettro-

Entrammo di scatto, spalancando la porta.

Task era a terra, la bocca spalancata, con vicino a lui un uomo dai capelli bronzo e con il viso solcato da rughe che gli somigliava parecchio e da uno Spettro, alto quasi due metri.

Mi avvicinai di un passo ma alla fine mi bloccai e rabbrividii.

Task si alzò e tentò di reggersi in piedi, ma le sue gambe cedettero e cadde per poi rialzarsi e fare la stessa cosa diverse volte.

Dopo poco lo Spettro ci vide e si girò nuovamente da Task, sollevandolo da terra verso di se .

Morgan tirò fuori la spada dal fodero e la ruotò, colpendolo a sorpresa.

L'incarnazione del Fuoco sbattè la testa contro il muro dopo essere stato scaraventato contro di esso.

Lo Spettro aveva mollato lui ma non suo padre e, anche se ferito, utilizzò l'ultimo granello di energia che gli era rimasto per smaterializzarsi insieme all'uomo.

-Papà!-

L'espressione di Task era scioccata, respirava affannosamente, non riuscendo più a rimettersi in piedi e con la rabbia che gli imperversava gli occhi in un modo talmente intenso che mi sconcertava.

Rimasi sbigottitamente a guardarlo lottare per alzarsi con determinazione.

Morgan fece per aiutarlo ma lui rifiutò istericamente con un -Non provare a toccarmi-

Morgan indietreggiò e Task si alzò faticosamente.

-Dove lo hanno portato?!-

-In un posto molto pericoloso-

-Dimmi solo dove, non mi frega se sia pericoloso o no!-urlò lui

-Al covo degli Spettri, intorno a Brooks-

Lui tacque improvvisamente, con aria disorientata.

-Se partiamo stasera ci arriviamo in due giorni di viaggio-

-Partiamo? E chi l'ha detto che venite con me?-

-Io. Se non vieni con noi non ci arriverai mai in due giornate... e poi devo proteggerti, sei l'Elemento del Fuoco-

-Ancora questa storia! Io non sono di certo l'Elemento del Fuoco! -

-E invece lo sei-

Il ragazzo tacque -Dimostramelo- sussurró, digrignando i denti, il suo tono provocatorio mutó alle ultime sillabe della parola, trasformandosi in un sussurro.

Morgan gli raccontò tutto, aggiungendo anche la mia parte di storia, sorvolando però il dettaglio del forse Elemento nuovo.

Spiegò a lungo, Task ascoltava, con espressione seria a cui però aggiungeva spesso assenso.

-E cosa vuoi che faccia dunque?- chiese lui, con voce controllata, evitando il mio sguardo.

-Prendi i tuoi vestiti e i tuoi beni, poi partiamo, ti aspettiamo fuori-

Fece un cenno col capo e sparì, salendo le scale.

Noi uscimmo invece e, con gli animali pronti a partire, pazientammo che arrivasse.

Rimanemmo in silenzio, sentendo solo il rumore del vento che soffiava.

Per me Task era un ragazzino viziato, impertinente, egoista e...

-Avevi ragione-dissi ad un tratto

-A dire cosa?-

-Che era una testa calda.-

Io e Morgan scoppiammo a ridere.

  
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