Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: ritakwon    07/01/2017    2 recensioni
Dal testo:
Alec si avvicinò al camino per scaldarsi un po' le mani gelate, nonostante avesse avuto i guanti tutto il tempo. Sentì ancora silenzio. Credette per un secondo che non c'era nessuno in casa oltre a loro due. Poi si ricredette quando la porta del bagno si aprì e uscì un ragazzo con i capelli ancora bagnati e l'accappatoio che gli copriva il corpo, aperto un po' al petto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Presidente Miao
Note: What if? | Avvertimenti: Bondage
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alec venne svegliato dalle urla del giovane parabatai, che era intento a svegliarlo di proposito per via di un evento inaspettato e speciale.
«Perché urli?» domandò il povero ragazzo dai capelli scuri e occhi azzurri.
«C'è la neve!» gridò il ragazzo incappottato.
«E quindi?» chiese Alec annoiato e assonnato.
«Dobbiamo prenderci a palle di neve!» urlò ancora emozionato.
«Aspetta» ragionò il ragazzo «Perché c'è la neve? Fino a ieri c'era solo pioggia.» domandò perplesso.
«Non lo so in effetti, ma è fighissimo!» esclamò il biondo.
Ad Alec venne in mente in colpevole. Il sommo stregone di Brooklyn era sicuramente l'artefice di questo evento. Sorrise senza notarlo, e andò in bagno per cambiarsi. Quando uscì c'era Isabelle che parlava con Clary per il corridoio.
«Buongiorno Alec.» sorrise la sorella.
«Buongiorno Isabelle, e ciao anche a te, Clary.» rispose Alec mettendosi un cappello scuro.
«Ciao Alec. Allora? Pronto per slittare?» domandò la rossa emozionata.
«Nah, mi limiterò a guardarvi. Non fa per me slittare o fare pupazzi di neve. Sono uno Shadowhunter e...- Isabelle alzò gli occhi al cielo e lo fermò sapendo già il finale della frase.
«Fratellone, che c'è di male se giochi un po'?» chiese curiosa.
«Cosa c'è di male!? E lo chiedi pure!? C'è in gioco il mio onore, l'onore dei Lightwood!» esclamò con sicurezza Alec.
«Uh, l'onore dei Lightwood scomparirà per colpa della neve! Ma ti pare? Alec, anche voi meritate un po' di divertimento!» recitò la fidanzata di Jace.
«L'onore non consiste nel mettersi in ridicolo!» ribattè il ragazzo.
«Okay, come vuoi. Noi andiamo. C'è Jace che ci aspetta e vuole lanciare solo palle di neve e slittare lungo tutta Central Park...» la ragazza fu interrotta da Alec, che presto diede risposta.
«Jace? Ah, okay dai, vengo. Forse gioco anch'io. Ma nulla di certo.» disse occhi blu iniziando ad andare in ascensore.
Le ragazze si guardarono con un sorrisetto malizioso e la ragazza dai capelli neri disse «Vedi? Basta dire la parolina magica.» Fece l'occhiolino e l'altra ragazza sussurrò «Eh, Jace, Jace...» finì entrando in ascensore.
Andarono a Central Park dove c’era Jace ad aspettarli. Il paesaggio era incantevole.
Alec uscì dall'istituto con la tenuta da cacciatore, quindi vestito come sempre di nero, in testa aveva appoggiato un cappello blu scuro e per le mani aveva dei guanti neri. Uscì addirittura con l'arco e le frecce pronte per qualsiasi eventuale pericolo.
Isabelle indossava un giubbotto lungo e bianco, con la pelliccia altrettanto chiara, che si confondeva con la neve. Aveva le scarpe e i guanti neri e un cappello grigio, ma era sicuramente meno cupa di suo fratello.
Clary aveva un cappotto verde, guanti e cappello grigi. Era la più allegra del gruppo.
Appena Alec vide Jace pieno di neve che sorrideva come un bimbo, credette di aver visto Raziel, per quanto era bello. Restò li a fissarlo finchè sua sorella non lo richiamò con una gomitata.
«E' bello oggi Jace, ah?» chiese mentre Clary andava in contro a Jace.
«Eh? Oh...già.» liquidò il discorso allontanandosi un po'. Lo stesso fece Isabelle una volta che Simon li ebbe raggiunti. Alec, guardando il paesaggio, sentiva che gli mancava qualcosa, o meglio, qualcuno, accanto. Non gli veniva da sorridere come alla coppietta.
Sentì un rumore provenire da un cespuglio. Decise di usare la runa per diventare invisibile ai mondani per mostrare l'arco e le frecce in agguato. Si avvicinò lentamente alla massa verde diventata quasi completamente bianca, e da li spuntarono un musetto e due zampette, poi la figura uscì per intero: era chiaro cos'era e chi era.
«Chairman Meow!?» domandò allibito «che ci fai qui!? Fa freddo! E dov'è Magnus?» gli chiese abbassandosi. Prese in braccio il gatto che iniziò a fare le fusa.
«Non c'è il tuo padrone?» chiese ancora il ragazzo al micio. Si avvicinò al proprio gruppo avvisandoli che sarebbe andato a casa di Magnus se quest'ultimo non si sarebbe presentato.
«Poi torna subito eh!» disse deluso il proprio parabatai.
«Si...vedrò.» disse, e poco dopo incamminandosi e andando verso la direzione della casa del sommo stregone di Brooklyn.
Alec sentì avere una responsabilità in più avendo quel gatto in braccio. Sapeva quanto Magnus darebbe la vita al suo amico a quattro zampe. Se gli fosse capitato qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.
Durante il tragitto iniziò a fioccare lentamente. Poi, pian piano, iniziò a nevicare sempre più veloce e i fiocchi cadevano più violenti a causa del vento forte.
Alec percorse la strada con attenzione e cercando di proteggere il gatto il più possibile. Arrivò davanti alla casa di Magnus ed entrò senza bussare.
«Magnus» lo chiamò «hey, sei qui?» chiese con il tono di voce leggermente alto per farsi sentire.
Il gatto scappò dalle braccia del cacciatore per andare sulla sua poltrona, situata dinanzi al fuoco che ardeva la legna.
Alec si avvicinò al camino per scaldarsi un po' le mani gelate, nonostante avesse avuto i guanti tutto il tempo. Sentì ancora silenzio. Credette per un secondo che non c'era nessuno in casa oltre a loro due. Poi si ricredette quando la porta del bagno si aprì e uscì un ragazzo con i capelli ancora bagnati e l'accappatoio che gli copriva il corpo, aperto un po' al petto.
Alec pensò di aver visto un altro Raziel. Era bellissimo, e ogni tanto pensava che era troppo per lui. Nonostante tutto, scacciò le sue paranoie dalla testa avvicinandosi al ragazzo immortale che lo guardava con sorpresa.
«Alexander, non ti aspettavo, se me l'avessi detto avrei preparato della cioccolata calda.» disse con gentilezza. Alec sorrise.
«Come se con uno scoccare delle dita non spuntassero delle tazzine con cioccolata bollente.» disse ridacchiando. Lo stregone lo guardò sorridente e gli toccò il viso.
«Come mai qui, comunque?» domandò senza smettere di guardarlo.
«Beh, Chairman Meow stava girando per Central Park e fuori c'è molto freddo. C'è la neve e proprio ora sta fioccando di brutto!» rise imbarazzato.
Magnus si avvicinò al gatto, si abbassò al suo livello di altezza e gli sussurrò all'orecchio «Buon lavoro Chairman Meow, grazie per aver portato il tuo compito al termine!» disse soddisfatto poi guardando malizioso il suo compagno.
«Cosa!? Mi stai dicendo che era una messa in scena?» chiese il ragazzo sbalordito.
«Ieri ti avevo detto "vieni a casa mia?" e tu mi avevi risposto con un "poi vedo" e non ti sei più fatto vedere!» esclamò Magnus facendo comparire delle tazze con della cioccolata bollente fra le mani di entrambi i ragazzi.
«G-grazie.» balbettò Alec con vergogna.
Dopo aver bevuto un po', appoggiarono la propria tazzina sul mobile accanto.
«Okay, io dovrei andare...» disse girandosi dall'altra parte.
«Dove vai, bocconcino?» chiese lo stregone.
Alec giurò di sentire il suo cuore esplodere.
«Ritorno dagli altri.» disse con certezza.
«Tu non ti muovi da qui fiorellino. Fuori c'è freddo e qui anche.» disse il suo ragazzo.
«Ma se si muore di caldo qua dentro!» disse Alec girandosi per guardarlo.
«Ora non più...» disse facendo cadere l'accappatoio ai suoi piedi restando completamente svestito.
Alec non seppe che dire, era immobile a guardare quell'incanto del suo fidanzato. Capì dove volle arrivare, e sapendo che non c'era altra via d'uscita, iniziò a togliersi i guanti, poi il cappello e le scarpe. Magnus senza dire niente andò in camera sul letto e Alec tolse la tenuta da caccia imbiancata dalla neve. Prima di iniziare, mandò un messaggio a Jace con su scritto "sono da Magnus, non aspettatemi per stasera", poi spense il telefono e si tuffò nel letto baciando con foga il proprio ragazzo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: ritakwon