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Autore: Light_Girl    08/01/2017    1 recensioni
Bianco. Come una matita su un foglio di carta si stava disegnando un paesaggio. Prati, alberi, erba. Era tutto grigio, un paesaggio grigio, come se fosse stato disegnato su un foglio di carta bianco. Allison girò su se stessa e osservò quello strano luogo. Era silenzioso e una brezza d'aria fresca le faceva ondeggiare dolcemente i capelli mossi. Sollevò lo sguardo: un cielo completamente bianco, luminoso come nelle più belle giornate di sole, era sopra di lei. Rimase incantata da quell'atmosfera, così calma e piacevole.
"È bellissimo" pensò. O almeno così credeva prima di percepire una voragine aprirsi sotto di sé, sentendosi trascinare con prepotenza da una forza oscura che le fece gelare il sangue nelle vene al solo contatto.
[...]
Passò un dito sopra la cucitura sul vestito della bambola. Vi era incisa una "E" al contrario, simile al numero tre, "M", "I" e un segno, una specie di simbolo, forse una croce.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clockwork, Jason the Toy Maker, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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-Problem?

«E tu come ti chiami?» chiese Ben, che se n’era stato in silenzio fino a quel momento. Aveva una voce... “doppia”. Una era acuta e il tono di voce era amichevole, l’altra era bassa, fredda e metallica, a tratti inquietante.

«Allison.»

«Ally per gli amici» aggiunse poi, un po' impacciata. Poi si chiese perché diamine lo avesse detto. Non erano amici. Lei non sapeva nulla, non sapeva dove fosse - o meglio, dove loro l'avevano portata -, non sapeva se Sam e sua mamma stessero bene per davvero. Loro glielo avevano detto. Anzi, Slenderman lo aveva detto. Ma non aveva la certezza che quella fosse davvero la verità. E non sapeva cosa fosse successo e perché si trovasse lì e perché Slenderman continuasse a chiamarla “piccola mia", "tesoro”.

«Posso chiamarti “Ally”?» chiese Sally, timidamente.

«Sì.»

Sally stava per aggiungere qualcos'altro, quando Slenderman si alzò in piedi di scatto; si guardò intorno, come se fosse in allerta per qualcosa. Ora che Allison poteva osservarlo meglio, notò che era molto più alto rispetto a quando era seduto. Notò anche dei tentacoli neri che uscivano dalla sua schiena, i quali ondeggiavano in tutte le direzioni e sembravano confondersi con lo smoking dello stesso colore.

“Devo andare.”

Poi si voltò verso Jeff, Toby e Ben. Li osservò per qualche secondo e parlò loro telepaticamente, escludendo però Allison e Sally, in modo tale che loro non potessero sentire.

“I patti vanno rispettati.”

Nei loro sguardi si leggeva rancore, odio, paura, la gioia per una promessa, la rabbia per un ricatto. Allison si era accorta di qualcosa, ma decise comunque di non dire nulla. Quando si girò verso Slenderman, notò che era scomparso nel nulla.

Una domanda, anche se stupida, le sorse spontanea: «Che si fa adesso?».

«Non saprei, cosa vorresti fare? Una passeggiata in campagna forse? Siamo chiusi dentro» le fece notare Jeff.

Ally sgranò gli occhi. Chiusi dentro. Quelle parole rimbombavano nella sua testa e giravano in tondo, una sensazione di paura si fece strada dentro di lei. Si guardò intorno: era circondata dai muri; non vedeva porte o finestre, cosa che le causò il panico più totale. La respirazione si fece più difficile, si portò le mani alla bocca per reprimere un conato di vomito. Chiusi dentro.

«Ally, stai bene?» esclamò Sally, correndo verso la ragazza. «Che succede?»

Ally non rispose.

«Ehi, che problema c'è?» chiese Toby.

«C-Claustro… Claustrofo... bia… » ansimò Allison.

Si scambiarono degli sguardi, non sapendo bene cosa fare in quella situazione.

Jeff si appoggiò al muro e rivolse lo sguardo altrove, come se la cosa non gli importasse affatto.

«Fatemi uscire da qui... Fatemi uscire, fatemi uscire!» urlò Allison, rannicchiandosi su se stessa. Il battito accelerato, il respiro affannoso. Ben le si avvicinò un po' titubante. Ally si sentì avvolgere da un abbraccio un po' incerto.

«Aspetta, potrebbe sentirsi intrappolata, è peggio» intervenne Toby.

Ben non lo stette a sentire. Cominciò anzi a cercare di tranquillizzare Ally.

«Allison, ascolta. Pensa ad uno spazio aperto, un posto piacevole. Pensaci, concentrati.»

La ragazza lo fece. Pensò a uno spazio aperto. Si concentrò. Vedeva l’immagine di un giardino, un giardino enorme. La visuale si allontanava, era come se qualcuno la stesse trascinando via. Sentiva il vento gelido sulle sue guance. Si allontanò sempre di più, più velocemente. Fino a quando un cancello nero con le sbarre la chiuse fuori. Si materializzò un lucchetto.

«Allison? Ci sei?» la chiamò Ben.

Ally sbatté le palpebre un paio di volte. Cosa aveva appena visto?

«S-Sì, grazie. E scusa per...» farfugliò.

«Scusa cosa?» fece Ben, con un sorriso.

Quel sorriso le fece dimenticare per un attimo dove si trovava e tutte le sue preoccupazioni, le sue incertezze. Ma, di nuovo, quella voce metallica rimbombò nella sua testa e in quella degli altri, facendoli lamentare dal dolore.

“Scappate, siete in pericolo. Lei è in pericolo.”

E in quel momento, Ally ebbe l’impressione che quel lei fosse rivolto a se stessa.

«Che sta succedendo?» chiese, alzandosi.

Tutti si girarono verso la ragazza, come se si fossero dimenticati di lei per un istante.

«Noi non possiamo dirtelo, Ally...» mormorò la bambina dagli occhi verdi.

La ragazza chinò la testa di lato. «Perché? Avevate detto che sareste stati sinceri e io...»

«E tu vorresti dirmi che davvero ti fidi di noi? Mi stai prendendo in giro?» esclamò Jeff, ridendo in modo incontrollabile.

«Sai cosa ci posso fare con questo?» mostrò ciò che si nascondeva nella tasca centrale della felpa: un coltello. Un coltello ben affilato, la lama lucente e tagliente. Il ragazzo cominciò ad avvicinarsi pericolosamente a Allison, che rimase congelata sul posto, immobile.

«Posso ucciderti in un solo istante e disegnare un sorriso sul tuo bel visino. Proprio come il mio, guarda» disse, allargando il finto sorriso fino alle estremità del viso. «Comunque non sarà mai perfetto quanto il mio» aggiunse, sogghignando.

Ally non reagì, si limitò a osservarlo con attenzione con i suoi occhi grigi.

"Quel 'sorriso' è autoinflitto?" pensò.

«Jeff...» mormorò Sally, cercando di fermarlo.

Il ragazzo, per tutta risposta, puntò l'arma contro Ally, che rimaneva sempre e comunque ferma, nonostante potesse scappare.

«Ma che diamine stai facendo, folle?! I patti non sono questi!» urlò Toby, improvvisamente allarmato. La sua testa scattò di lato, come imposto da un tic nervoso.

«Adesso basta, la stai spaventando» intervenne Ben, che invece sembrava più preoccupato per Allison.

Proprio in quel momento la ragazza parlò.

«Non sono spaventata. Tu non farai nulla, non mi ucciderai» affermò.

«E tu come puoi averne la garanzia? Sai chi sono?» fece Jeff.

«Lo ha detto Slenderman. Da quanto ho capito, voi siete vincolati in una specie di patto con lui, che riguarda anche me. Se mi accadesse qualcosa, credo ci saranno delle conseguenze» spiegò la ragazza, stupendosi della tranquillità con cui lo aveva detto. Aprì lievemente la bocca, come se stesse per aggiungere qualcos'altro, ma venne interrotta. Dei suoni secchi, freddi e ripetitivi provenivano dall'esterno. Proiettili, senza alcun dubbio.

«Andiamocene» disse il ragazzo dai capelli mielati, afferrando una delle due asce. «Ben» lo chiamò, voltandosi nella sua direzione. Il ragazzo annuì, facendo qualche passo verso il muro rovinato e sporco. Si concentrò e socchiuse gli occhi, lo sguardo rivolto al muro davanti a sé. Esso, secondo dopo secondo, sembrava perdere consistenza; un insieme di numeri e codici indecifrabili stava prendendo il suo posto, facendolo scomparire inevitabilmente. Si creò una specie di buco, un passaggio per l'esterno. Finalmente Ben si voltò, con aria soddisfatta.

«Fatto.»

Allison sgranò gli occhi, stupefatta. Non sapeva come diamine ci fosse riuscito, ma realizzò che quello non era il momento adatto per fare domande di quel tipo.

«Seguici e non azzardarti a scappare» ordinò Toby.

"Altrimenti che fai? Mi tranci in due parti con quelle accette da boscaiolo?" pensò Allison, con lieve sarcasmo.

Cominciarono a correre insieme in quello che pareva essere un bosco. Pieno di alberi, era sera e sembrava che a perdersi bastasse poco. Stette attenta a non perdere di vista nessuno di loro. Nonostante molte volte si fosse vantata della sua velocità, doveva riconoscere che faceva quasi fatica a seguirli. Sembravano più veloci di lei. Perché qualcosa le diceva che era la cosa giusta da fare? Perché stava seguendo delle persone che non conosceva? Perché sentiva il bisogno di seguirli nonostante quella fosse la scelta meno ragionevole? Cosa c'entrava lei e da chi stavano scappando? Queste furono domande che Allison non poté fare a meno di porsi, non trovando la risposta per nessuna di esse.

 

°*°*°

 

{Angolino dell'Autrice}

Salve gentaaah. :3

Okay (ricominciamo con gli "okay" ripetuti centinaia di volte. E no, non è colpa della canzone di Stash dei The Kolors). Beehh (non è il verso di una capra ubriaca), ecco il terzo chappy. Sono troppo emozionata. Questa è la prima storia in assoluto che scrivo in terza persona (3 confirmed) e sulle Creepypasta. In più, mi sto impegnando molto per fare in modo che quello che ho in mente di scrivere esca fuori in modo lento e ordinato e non come un branco di capre uscite dal recinto per la prima volta nella vita (???), altrimenti non capireste nulla.

Ho una voglia pazzesca di arrivare subito al punto importante della situazione e... sto sfornando capitoli su capitoli. Non pubblico tutti i giorni perchè ho paura di esaurire i capitoli "già pronti", ma aggiorno con frequenza, dai. Lo so, devo continuare con le altre storie, ma per il momento voglio concentrarmi solo su questa e un'altra che riguarda un altro fandom. Spero che questa fic vi piaccia!

Ehm... con questo credo di aver finito. Se volete lasciatemi una recensioncina, che fate felice un--

Vinny: Non ricominciare, Light. Vieni a scrivere e prepara lo zaino, che domani si ritorna... A SCUOLA. >:D

NOOO, NON LO DIRE! 

Okay, io mi ritiro nel recinto (?). 

SHAU. :3

 

Light_Girl

   
 
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