Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Alexis Laufeyson    08/01/2017    2 recensioni
[Versione francese "Roméo et Juliette- Les enfants de Verone"]
Dicono che, se vai a Verona, c'è una zingarella che il futuro te lo legge nelle carte e che, se glielo chiedi con gentilezza, della Tragedia ti sa raccontare ogni dettaglio -perché lei se l'è vista scorrere sotto agli occhi, e con i Re del Mondo ci ha vissuto per davvero.
Se le dai una moneta, poi, può persino cantarti una canzone.
Tuttavia c'è qualcosa che non dice mai, perché le fa troppo male ricordare: non dice che la Bianca, in quell'anno del Signore 1303, s'era presa anche il suo, di amore, e che lei ora dorme sulle scalinate del Duomo perché vorrebbe ancora sentire il suo profumo.
Nessuno sa il suo nome, forse neanche ce l'ha, eppure lei Mercuzio Dalla Scala lo ha amato lo stesso e sa che, se chiude gli occhi, sulla labbra può sentire ancora il suo sapore.
__________
Tutti voi, chi più chi meno, sarete sempre comparse. Per i sentimenti degli altri non c'è mai spazio nelle grandi storie.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mercuzio Della Scala, Sorpresa
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La Papessa 1


   

"Mercutio…est bizarre;
tourmenté
complètement fou." 2
 
 


Ci sono volte in cui la vita ti regala i pretesti peggiori per prendere a pugni qualcuno. Sono quei momenti in cui ti ritrovi con gli occhi spalancati e le guance rosse per la vergogna per colpa di uno scherzo innocente, attimi di vita che finiresti persino col rimpiangere se, col senno di poi, ti rendessi conto che la gioventù è un cielo troppo stretto e che, a differenza di quello solito e blu sotto il quale corrono tutti, finisce sempre col terminare.
Era in momenti come quelli che ringraziavi la Divina Provvidenza per averti fatto nascere donna, perché se fossi stata uomo avresti accoltellato quel Mercuzio già da tempo; ma le donne non portano armi -non sia mai!- e perciò potevi sperare di riuscire a placare quella rabbia crescente che sentivi ribollire nel petto.
Si divertiva lui, a prenderti in giro, a rubarti le carte e a farsi rincorrere per Piazza Bra fino ai portoni dell'Arena, agitando questo o quel tarocco al vento e nascondendosi dietro a ogni singolo furfante Montecchi in cui aveva la fortuna di incappare; e rideva, lui, o sì, rideva e mostrava al mondo quei suoi denti bianchissimi, e scuoteva i ricci scuri come piume di corvo che pure brillavano lo stesso sotto il sole delle estati veronesi.
Aveva una risata folle, Mercuzio, capace di essere udita persino dai sordi, acuta, insistente, la risata più strana che tu abbia mai sentito -e nelle osterie di quella parte di città, nelle piazze, nei vicoli, a seguito di quei Re del Mondo ne hai sentite parecchie!
Gli piaceva ridere, era evidente. Enigmatico com'era, questa è l'unica cosa di cui sei sempre stata sicura. Si divertiva a prendere in giro la gente, a corteggiare gli uomini e a farsi corteggiare dalle donne, ma più di tutto si divertiva ad inginocchiarsi nel tuo angolino di piazza e a farsi leggere le carte… per rubartele. E allora tu lo rincorrevi in bilico sui tacchi sempre scuri, tiravi su la gonna drappeggiata di blu, e allungavi le mani per riprenderti ciò che era tuo senza mai riuscirci, perché lui, alto quasi sei piedi, era una montagna in confronto a te, che pure tendendo il braccio non potevi raggiungere la sua mano.
E allora lui ti rivolgeva il suo sguardo malizioso, arricciava le labbra, e in cambio del tarocco (Gli Amanti, spesso e volentieri, perché l'amore è una creatura delicata e lui, in fondo, era abbastanza fragile per permettersi di afferrarlo) chiedeva sempre un tuo bacio.
C'è da specificare che le donne Montecchi -quelle di strada, quelle che al pari degli uomini bevevano, e ridevano, e sapevano prendersi gioco di tutto e tutti- non erano come le donne Capuleti -altezzose, schizzinose, finte nobili con la puzza sotto al naso- e non sdegnavano la corte di un bel giovane: e Mercuzio Della Scala, poi, era ambito persino da coloro che professavano di non avere occhi che per Romeo, o Benvolio, o chissà chi altri.
Non era perciò l'idea di baciarlo a far nascere la stizza, perché se solo avesse avuto il buonsenso di Benvolio, o l'animo gentile di Romeo, allora avresti potuto consumarti le labbra sulle sue. Ma Mercuzio era Mercuzio, e sapeva che gli bastava una sola parola per prendere ciò che desiderava -o una sola carta.
E così tu lo baciavi, un bacio veloce, a stampo, appena il tempo di assaporare la sua pelle, e poi gli strappavi la tua roba di mano e correvi via. E ogni giorno era la stessa storia, un siparietto divertente che tutti si fermavano a guardare, una scena alle volte stancante, ma del resto tu vivevi per strada alla stregua degli zingari, ed eri l'unica che, ogni sera, lo andava a cercare per i vicoli bui: arrivavi al Duomo e ti sedevi sui gradini che lui neanche ti vedeva, intento com'era a piangere ogni singola lacrima, gli circondavi le spalle col braccio e lo tiravi a te fino a che non poggiava la testa sul tuo grembo. Ascoltavi i suoi singhiozzi silenziosi, stretta così, nella quiete della notte, passando le dita tra i suoi lunghissimi boccoli corvini -così perfetti, così simili ai tuoi- e a volte gli cantavi, altre gli raccontavi storie inventate sul momento ("c'era una volta una principessa", "mi ricordo che anni fa a Verona", "a Roma viveva un pittore" e così via) e gli pizzicavi il naso e le orecchie perché non si addormentasse, anche se poi, al suono della sua risata, finivi coll'addormentarti tu, la testa ciondoloni e le mani ancora perse tra i suoi ricci.
E il suo riso diventava così la tua ninna nanna, l'ultimo suono della giornata, e al mattino ti svegliavi nella tua catapecchia addossata alle mura della città, coperta con un cappotto viola che ti stava tre volte e che profumava di Dalla Scala.
E intanto Gli Amanti erano scomparsi di nuovo.
 
 
 
1La Papessa, nei tarocchi, rappresenta serenità, conoscenza, fede e fedeltà, valori e rettitudine morale, ma se rovesciata indica un animo saccente e presuntuoso.
2"Mercuzio… è bizzarro. Tormentato. Completamente folle."

 


 
*Angolo dell' autrice*:
Trovo fantastico che una completa ignorante di lingua francese come la sottoscritta si sia ritrovata a scrivere una fanfiction sulla versione francese (annata 2010, mica siamo fan della prima del 2001 qui) di uno dei musical più belli del mondo.
Per chi ha visto solo la versione italiana sarà parecchio strano trovare qui un Mercuzio con una risata acuta, folle, e per di più moro. Parto col dire che venero Luca Giacomelli Ferrarini, quindi non odiatemi se mi ritrovo qui a parlare di qualcun altro, ma come sbavo di fronte a John Eyzen non sbavo di fronte a nessuno, quindi, per quei pochi che non mi hanno ancora maledetta in turco, tenterò di spiegare via via qualcosina, perché sì, la storia si rifà alla versione francese (anche se ho citato la versione italiana: un biscotto a chi mi trova la frase).
Per ora faccio un piccolo appunto sulle donne che in questa versione, a differenza della nostra, sono nettamente divise e prendono parte attivamente alle sfide e alla 'vita di strada': le donne Capuleti sono molto altezzose, e quindi vestono con abiti lunghi ed eleganti, mentre le donne Montecchi sono più libere e perciò vestono gonne corte dagli orli asimmetrici.
Vi ringrazio tanto per avermi sopportata fin qui (e vi lascio con una bella foto del nostro Mercuzio),
 
-Alexis

 
 
   
 
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