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Autore: Lyamnay    08/01/2017    0 recensioni
La storia si svolge tenendo conto dell'episodio anime speciale 38 e degli special: "Another Note", "One shot", "Curiosità su di L". Sono passati 4 anni dalla morte di Light Yagami e il regno degli shinigami è in subbuglio. Quattro cavalieri dell'Apocalisse stanno cercando di eliminare il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti e tra i rispettivi Regni dei Morti (Paradiso, Inferno, Purgatorio, Limbo). Per contrastare questa minaccia, L Lawliet sarà incaricato a indagare su quanto avviene nel mondo degli shinigami, prima dell'intervento delle schiere angeliche.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Beyond Birthday, L, Light/Raito, Naomi Misora, Near | Coppie: L/Light, Mello/Near
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"If you can't beat the game, if you can't solve the puzzle, you're nothing but a loser" [Nate River]

Per il momento, il pericolo era scampato. Non gli interessava nemmeno sapere chi fosse stato quello scherzo del "Nuovo Kira", se qualcuno avesse messo in dubbio l'esistenza di L o se ci fosse stato qualche piano per poterlo smuovere dal suo posto di rilievo.

D'altra parte, senza alcuna rivendicazione e nessun accenno a L da parte del "Nuovo Kira", era logico supporre che nessuno di vivo sapesse della morte di L, di Mello, di Matt e del fatto che lui, Near, fosse ormai saldamente da qualche anno al posto del suo maestro.

Quella era stata un'eredità che non aveva né chiesto né voluto, un ruolo che gli era piombato addosso. Non che volesse vivere la vita di un diciassettenne qualsiasi, non lo era mai stato ed era fiero di questo. Il castello di carte era come una fortezza che si era costruito con attenzione maniacale attimo dopo attimo e che ora lo rendeva felice.

Si era assicurato che nessuna finestra fosse aperta e che nemmeno la porta fosse in qualche modo mossa: un singolo millimetro avrebbe vanificato forse il più bel castello che avesse mai costruito nella sua vita.

Una risata smorzata e l'improvviso buio lo colsero di sorpresa, ma decise di non farsi coinvolgere. Chiunque fosse avrebbe pagato cara quell'assenza di logica. Restò nella sua posizione, aspettando che tornasse la luce e che quell'assurdo vento svanisse com'era entrato.

Nonostante il buio, cercò di immaginare con lo sguardo se avesse lasciato qualche spiffero o se qualcuno lo avesse fatto al posto suo, anche se i pochi ex SPK che ancora gli ronzavano intorno non si erano fatti più vivi da qualche settimana, quindi era improbabile che fossero loro, oltre al fatto che erano consapevoli delle conseguenze di un atto del genere.

La risata si fece sempre più incalzante, poi si sentì uno sparo e tornò la corrente elettrica. Sulle prime, Nate pensò a un blackout, ma non ebbe modo di consolidare quel pensiero. Si sentiva le convulsioni addosso. Con una forza che non sapeva di avere, riuscì barcollante ad alzarsi e ad allontanarsi dalla sua posizione di sicurezza.

Chiunque fosse, sapeva di lui molto di più di quanto lui sapesse di se stesso. La risata ora rimbombava nella stanza e nella testa di Nate come un boato continuo e terrificante. Non poteva essere... Del suo castello non erano rimasti che coriandoli dal persistente odore di bruciato.

Mello era di fronte a lui e lo guardava fisso, con un velo di malinconia. Lasciò che gridasse, che si contorcesse. Sarebbe intervenuto solo se fosse morto, ma purtroppo per Near era troppo giovane per avere un infarto e problemi simili lo accompagnavano da sempre.

Nate si aggrappò disperatamente agli ultimi barlumi di lucidità che gli restavano. Le pillole le aveva prese, ma lo stress causato da un potenziale nemico sconosciuto non poteva che prendere il sopravvento.

D'altra parte, poteva essere stato anche lui ad aver bruciato per rabbia il castello ed essersi poi dimenticato della cosa una volta calmato. Non sarebbe stata certo la prima volta. Era logico. Nessuno poteva mai sapere di lui così tanto. L'immagine di Mello che lo guardava doveva essere per forza frutto della sua patologia. Non c'erano altre spiegazioni logiche.

Quello di fronte a lui non poteva essere di certo uno shinigami. Ne aveva visto uno e quella figura era certamente il suo ricordo di Mello: ne riconosceva i lineamenti, quindi era impossibile che fosse un mostro di quelli.

« Ce ne hai messo di tempo per riprenderti...» sospirò ciò che restava di Mihael. Nate pensò che non fosse il caso di alimentare quella fantasia parlandole, quindi si sedette di nuovo nella sua posizione di sicurezza e prese una confezione per un puzzle da 20mila pezzi, sicuro che l'allucinazione sarebbe scomparsa una volta terminato il gioco.

« Perché lo hai fatto, Near... Perché hai infangato la memoria di L?!?!» esplose Mihael. Near continuò a seguire la sua politica. D'altra parte, di quel perdente non gli era importato mai nulla.

« Perché hai mentito dicendo di non averlo mai visto?!».

Vedere Mello così irritato gli aveva sempre dato grande soddisfazione e, nonostante fosse certo che si trattasse di un'illusione, tentò per la prima volta in vita sua di fare una cosa irrazionale. Gli rispose.

« Un perdente non merita alcuna considerazione. L avrebbe fatto lo stesso se il caso non gli fosse importato e a me quel caso non importava. Ho solo interpretato il mio personaggio come mio dovere».

Mihael prese la mira con la pistola che aveva portato con sé nella tomba. Sparò. Near spalancò gli occhi. Si voltò lentamente verso il muro. La pallottola si conficcò nel muro. Nate si diresse a carponi verso il buco creato. Lo toccò. Non c'erano dubbi. Qualunque cosa fosse, era sicuramente Mello.

« Cosa vuoi?».

« Ero venuto ad avvertirti, ma vedi, ho cambiato idea. Ci penserà Yagami a te, sei già nelle sue mani. Ci vediamo dall'altra parte Near e ci divertiremo un mondo, vedrai» .

Nate era rimasto solo, con un incendio nello stomaco e il fumo di quello che era stato il più bel castello di carte della sua vita.

   
 
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