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Autore: johnpaulgeorgeringo    08/01/2017    1 recensioni
Lisa è una ragazza italiana, trasferitasi a Londra per cercare fortuna nel suo lavoro.
Le capita l'occasione della sua vita: lavorare per i Beatles.
Cosa succederà alla nostra Lisa?
Amicizia, amori, delusioni e risate, fanno parte di questa storia.
Cosa aspettate? Entrate e leggete, no? ;)
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1964 Il piccolo specchio del bagno appannato, rifletteva a malapena il volto di una giovane ragazza con qualche piccolo dilemma: quale look adottare per il suo primo giorno di lavoro? E non si trattava solo dell'abbigliamento, ma anche di come acconciare i suoi lunghi capelli biondi e di come truccarsi. Lisa, solitamente, non avrebbe avuto dubbi, non faceva mai un dramma, come tante altre ragazze, su cosa mettere. Quella mattina non era così. Aprì il suo armadio e cominciò a tirare fuori stampelle con jeans appesi, pantaloni eleganti, gonne. Prese tutte le camicette e le t-shirt. Mise tutto sul suo letto e, ancora in accappatoio, fissò i vestiti in cerca di un'illuminazione. L'occhio le andò su una vecchia e ormai consumata salopette di jeans, che aveva scartato a priori perché troppo sciatta. Ma più la guardava, più la convinceva. -al diavolo!- imprecò. Prese una t-shirt bianca, un paio di scarpe da ginnastica basse e i giochi erano fatti. Legò i capelli in una coda di cavallo e l'unica accortezza che ebbe, fu quella di mettere un rossetto rosso fuoco sulle labbra. Andò in cucina per recuperare le chiavi di casa da mettere nella borsa e guardò l'orologio: segnava le 9:30. -Cazzo, è tardi!-esclamò. Doveva presentarsi all'appuntamento alle 10:00. Diede una carezza veloce a Elvis, il suo gatto siamese che sonnecchiava, comodo comodo, sulla poltrona di pelle nera dove Lisa si spaparanzava per leggere un libro. Uscì di fretta, non poteva fare brutta figura il suo primo giorno di lavoro con un ritardo: andava ad incontrare i Beatles! Fortunatamente, la fermata della metro era vicinissima a casa di Lisa e, ancor meglio, ne beccò una che stava per partire in quel momento. Si mise seduta al primo posto che trovò libero. La tensione saliva sempre di più. Eppure non si faceva mai prendere dall'ansia ma, miseriaccia, doveva andare a lavorare per i Beatles. Quei quattro ragazzi di Liverpool stavano andando forte, facevano una musica innovativa, brillante... ed erano anche dei bellocci. Lisa arrossì al sol pensiero. -Datti una calmata- disse fra sé e sé. Scese dalla metro quasi correndo. Fumò una sigaretta nel frattempo, nervosamente. Intravide l'entrata di Abbey Road e si fermò qualche secondo a guardarla. Tirò un bel sospiro ed entrò. L'ingresso era sobrio, con qualche quadro appeso e in fondo, vide una donna sulla cinquantina dietro una grande scrivania, intenta a parlare al telefono. Si avvicinò e la donna le fece cenno bruscamente di aspettare che finisse la telefonata. -Buongiorno, mi dica- le chiese scrutandola da dietro due lenti a fondo di bottiglia, subito dopo aver agganciato la cornetta. -Ho appuntamento con il Sign . Epstein- le rispose. -Ah, si. Sei quella nuova- disse alzandosi dalla sedia e sparendo dietro l'angolo di un corridoio. Dopo qualche minuto, ricomparve in compagnia di Brian Epstein, il famoso manager dei Beatles, e colui con cui aveva fatto il colloquio. La salutò calorosamente- Lisa, cara- le diede la mano. -Come va?- chiese lei, tesa come una corda di violino. -Io bene. Te mi sa un po' di meno- rispose notando il nervosismo della ragazza. Lisa sorrise timidamente. -Capisco, ma non ti preoccupare. I ragazzi sono molto alla mano- cercò di rassicurarla. Fece cenno di seguirlo. Attraversarono un corridoio e improvvisamente Brian svoltò a destra e aprì una porta. -Questo è il tuo ufficio- disse. Era spazioso e luminoso e da un lato della stanza si trovava un bel divano rosso, dall'altro lato una grande scrivania. Sotto la grande finestra, si trovava un lungo tavolo dove era posizionata una bellissima e modernissima macchina da cucire. Vide un paio di manichini in un angolo. -Ti spiego brevemente- disse Brian avvicinandosi alla scrivania- chiameranno te per prendere un appuntamento con me e lo faranno su questo telefono blu. Questo telefono grigio è interno e ti servirà per contattare o me o George che è in studio con i ragazzi-. Continuò a spiegarle tutto velocemente e ad Elisa parve tutto più facile di quello che pensava. -...per cucire gli abiti, credo che tu abbia tutto. La nostra sarta e segretaria, la signora Palmer, è andata in pensione. Se ti serviranno stoffe o qualsiasi altra cosa, chiedi a me- finì il discorso. Lisa annuì energeticamente. -Adesso andiamo da quei quattro ragazzacci- le disse aprendole la porta gentilmente. Percorsero ancora una serpentina di corridoi con la moquette verde e Lisa vide, poco lontana, una porta con il vetro opaco da cui ne uscivano risa e lo strimpellio di una chitarra. La porta si aprì e a Lisa prese un colpo: non era nessuno dei Beatles, ma ne uscì un uomo affascinante, alto e snello che riconobbe subito. -George!- lo chiamò Brian. Era George Martin, il produttore dei Beatles. Lisa lo ammirava molto. -Posso presentarti Lisa? È la nostra nuova segretaria e sarta- disse Brian. - Piacere Lisa, io sono George- disse l'uomo pacatamente, stringendole la mano -Brian ti sta trattando bene? Ti ha spiegato tutto chiaramente?- chiese scherzando. -Oh, certo! Più chiaro di così- rispose lei. -Benissimo. State andando dalle belve?- chiese sospirando. Lusa annuì e sentì un tuffo al cuore. Probabilmente, in giornata, le sarebbe esploso se avesse continuato così. -Infatti ti stanno aspettando. Io faccio una pausa, ci vediamo- salutò i due, andando dalla parte opposta alla loro. Brian aprì la porta dello studio, senza nemmeno bussare e senza dare il tempo ad Lisa di prepararsi ancora un poco psicologicamente. "Ehiiiiii- si sentì una voce provenire dal centro della studio. Da dietro il pianoforte, con una matita dietro l'orecchio e un foglio in mano, spuntò Paul McCartney. George Harrison era seduto su una poltroncina e Lisa capì che la chitarra che aveva sentito prima, la stava suonando lui. Ringo Starr era dietro la sua batteria - Briiiiiian- lo salutò. -Dov'è Lennon?- chiese il manager. Si sentì il rumore distinto dello sciacquone del bagno. Da una porta in fondo alla stanza ne uscì John Lennon, che si stava tirando su i jeans. -Cavolo, Brian. Non posso nemmeno pisciare in santa pace?- protestò il roscio. -Ehi, John! Modera i termini, abbiamo una signorina presente!- lo rimproverò Brian. Lisa, che si era nascosta dietro il manager per tutti il tempo, si trovò al centro dell'attenzione di tutti. John fu il primo ad avvicinarsi a lei. -Ciao!!- la salutò e si presentò stringendole la mano. Poi, la raggiunsero anche gli altri tre. -Come va?- le chiese Paul con tutto il fascino che aveva. Lei pensò che andasse tutto a meraviglia, a parte che, forse, le stava per prendere un colpo. Brian uscì dalla stanza ammonendo ai ragazzi di trattare bene Lisa e farfugliando che aveva da sbrigare alcune faccende. Rimasta da sola con i quattro, si trovò tutti i loro occhi puntati addosso. Ma prese coraggio e prese la parola. -So che tra un mese andrete in tour e vi servono degli abiti di scena nuovi. Io li realizzerò per voi-. Era al centro dell'attenzione di tutti e la ascoltavano annuendo col capo. Solo John sembrava esser più interessato a lucidare la sua chitarra che a quello che stava dicendo la ragazza. Lisa non volle dar peso al suo comportamento e prese dalla sua grande borsa un book con tutti i suoi disegni. -Ho disegnato questi abiti per voi. Ditemi, più o meno, quello che può piacervi di più- disse aprendolo sul pianoforte dove era seduto Paul. Ringo prese prontamente il book e gli altri tre (finalmente anche John decise di prestare attenzione alla questione) , si radunarono attorno al batterista. -Sono tutti molto belli- si complimentò Paul. -Forse questo abito è quello che si avvicina di più al nostro gusto- fece vedere George a Lisa, prendendo il book dalle mani di Ringo e avvicinandosi a lei: avevano scelto il disegno di un completo con pantaloni a sigaretta neri e una giacca nera con un taschino laterale, camicia bianca e cravatta nera. Classico e sobrio. -Molto elegante- commentò lei - secondo me avete fatto un'ottima scelta-. George le sorrise e Lisa pregò di non essere arrossita più di tanto. Rimise il book nella borsa e ne tirò fuori un metro -Se non vi dispiace, dovrei prendere le vostre misure- disse imbarazzata al pensiero di doverli toccare. Il primo che scattò fu Paul e si mise al centro della stanza. Prese le misure della vita e si accorse di non avere un foglio e una penna dove appuntarle. -Scusate, ma non ho portato un foglio e una penna. Potreste prestarmeli voi? - chiese Lisa dispiaciuta. John prese un foglio e una penna dalla poltrona dove, poco prima, era seduto lui. -Grazie... Oh, ma, forse ci stavate scrivendo qualcosa- disse lei, accorgendosi che sopra al foglio c'era già scritto ' I'm A Loser'. -Non ti preoccupare, userò un altro foglio- le rispose John. Elisa scrisse la prima misura che aveva preso a Paul vicino al suo nome. -Quindi te sei la nostra sarta?- chiese Paul, improvvisamente. -Sì, e sono anche la segreteria di Brian e di tutti voi- rispose lei al moro. -Quindi hai preso il posto della Signora Palmer- -Uhm, è molto meglio della Signora Palmer- si intromise John. -Direi!- gli diede ragione Ringo. Lisa finì di prendere le misure di Paul, ulteriormente imbarazzata per le considerazioni appena fatte su di lei. -Hai un accento strano. Non sei inglese, vero? - chiese ancora Paul, togliendola dall'imbarazzo. -Sì, infatti sono italiana. Sono di Roma. Mi sono trasferita a Londra un paio di anni fa, dopo essermi laureata. Cercavo fortuna nel mio lavoro- rispose. -Quello della sarta?- chiese Ringo ingenuamente. -No - rispose Elisa ridacchiando- sono brava anche a fare la sarta perché mio padre è un famoso sarto di Roma e mi ha insegnato il mestiere. In realtà io sono una tecnica del suono-. -Wow, e qui hai avuto fortuna? - le chiese George estasiato. -Abbastanza, ho lavorato per alcuni gruppi locali. Più che altro ho seguito dei corsi di specializzazione qui a Londra- continuò a raccontare lei, sentendo scendere la tensione. Pensò che stesse andando bene, meglio della scena muta che credeva avrebbe fatto. Prese le misure anche a George e a Ringo, mentre Paul continuava a farle domande. -Attenta, cara- disse John di punto in bianco - Macca ci sta provando con te-. -Oooh, sta zitto, Lennon!- lo ammonì Paul che era diventato rosso in volto. -Ti conosco e secondo me è così- continuò a punzecchiarlo. Paul si chiuse in un silenzio tombale. John girava per lo studio, divertito per aver rovinato la festa a Paul. -Quindi Lisa, vero?- chiese il rosso alla ragazza. Lei annuì. -Essendo anche la nostra segretaria, dovresti fare tutto ciò che ti chiediamo, non è così?- le continuò a chiedere con un sorriso insolente. Lisa lo guardò negli occhi. Voleva provocarla e lei non voleva cascarci. -Dipende, Signor Lennon- decise di rispondere. -Da cosa?- -Da chi me lo chiede- -Oh, oh, oh!- rise Ringo. Elisa volse a John un sorriso soddisfatto e tutti risero alla sua battuta. Lei aveva già inquadrato il tipo. -Si vuole accomodare per prendere le misure?-. John era l'ultimo dei quattro. Lui si posizionò davanti a Lisa e la guardò sempre con quella espressione da insolente. Arrivata al girovita, John disse- Tesoro, prendi qualche misura in più. Sai, ho un bel pacco!- -Oh mio Dio, John...- si lamentò Paul, portandosi una mano sulla fronte. -Grazie del consiglio, Signor Lennon, ma so fare il mio lavoro-. La sua risposta provocò ancora le risatine di tutti, soprattutto quelle di Paul. -Io ho finito- disse Lisa radunando le sue cose - come diceva il Signor Lennon, io sono a vostra disposizione. Chiamatemi se vi serve qualcosa- finì di dire guardando John. -Oh, sì. Contaci- rispose lui. Tutti la ringraziarono e lei uscì dallo studio. Aveva molto lavoro da sbrigare. -John, santa miseria- lo rimproverò Paul appena Lisa chiuse la porta dello studio - perché vuoi farle scappare tutte? - -Nessuna ragazza ti ha mai tenuto testa così- disse George. -Gli sta proprio bene!- continuò a bacchettarlo Paul. -Macca, ma si è visto chiaramente che vuoi portatela a letto!- gli disse John, prendendo la sua chitarra. -John, ma cos... - -È una bella ragazza- lo interruppe l'amico. -È molto bella, ma perché devi mettermi in imbarazzo così? - gli chiese acido. -Suvvia, Paul! Stavo solo scherzando!- esclamò. John era fatto così: tanto arguto, simpatico, quanto insolente e spontaneo. Ma quella ragazza non si sarebbe piegata facilmente e per lui era una gran bella sfida. Salve a tutti! È la prima volta che scrivo una fan fiction, quindi abbiate pietà di me XD Scherzi a parte, spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo. Presto metterò il secondo. Intanto, buona lettura! ;D
   
 
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