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Autore: LadyUnicornGirl95    08/01/2017    0 recensioni
Serenella è una ragazza con una vita tranquilla. Lavora in una biblioteca a Carmagnola ma solo a livello di volontariato. Con gli uomini non ha mai avuto un ottimo rapporto a dirla tutta, gli uomini li prenderebbe tutti a ceffoni. Un giorno però, durante una sua tipica giornata di lavoro in biblioteca, incontra Khaled un uomo che ha già buttato via gran parte della sua vita e adesso si ritrova ad avere quarantaquattro anni senza moglie e senza famiglia.
Serenella e Khaled si innamorano. Ma essendo che appartengono a due età molto differenti: Serenella è appena una ragazzina di ventanni e Khaled un uomo di quarantaquattro anni, potranno comunque stare insieme?
Eppure, non sanno che la scelta di stare insieme li porterà incontro a tante gioie,dolori ma sopratutto a tanti guai in primis, perché il padre di lei non accetta che la figlia stia con un uomo di quarantaquattro anni pure marocchino.
I genitori di lei sono disposti a tutto pur di separare i due innamorati. Riusciranno in ogni modo Serenella e Khaled a non separarsi? A non cadere nella trappola dei genitori di lei che li conducono verso una rottura? Lo saprete leggendo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sedici

Levati di mezzo, non sei nessuno per lui!

 

Questa mattina non riesco a stare tranquilla! Devo andare a fare visita alle mie colleghe della biblioteca di Carmagnola e, colpo di scena: Khaled ha detto che sarebbe venuto a prendermi nel pomeriggio alla biblioteca così poi andiamo a casa sua come sempre. L'unico problema è che temo una cosa: non vorrei che le mie colleghe sospettassero che tra me e lui ci sia qualcosa, con il risultato che andrebbero a dire tutto a mio zio che a sua volta, riferirebbe la verità a mio padre. La cosa non sarebbe molto piacevole per me sapendo come sono le reazioni di mio padre davanti a simili notizie.

A volte, mi domando come faccio a sperare di avere una relazione duratura con uomo, quando non riesco nemmeno ad andare d'accordo con mio padre. La vita a volte è strana! Di solito si dice che le figlie femmine vadano più d'accordo con il padre che con la madre, per me è totalmente il contrario. Con mia madre ho un rapporto diciamo così così ultimamente. Lei non sopporta il fatto che io possa trovarmi un fidanzato musulmano perché non approva come i musulmani trattano le donne. Ha paura che io mi possa convertire alla religione musulmana in ogni momento, ma lei non ha ancora capito che per adesso, diventare musulmana non fa parte dei miei piani. Meno male che non sa che la maggior parte dei miei amici sono musulmani, a parte Lavinia che è ortodossa. Riguardo a gli amici cattolici mi rendo conto che forse ho solamente Davide e Giovanni che sono anche omosessuali. Posso dire che ho davvero dei gusti strani quando si tratta di amore o amicizia, adesso ci manca solamente che mi trovo un fidanzato ebreo e poi sono messa molto bene. La mia famiglia sarebbe contenta se mi trovassi un ebreo visto che accettano ben volentieri i musulmani (sto scherzando comunque!).

Una volta arrivata alla biblioteca le mie colleghe mi fanno una gran festa, sono tutte contente di rivedermi. Quando rivedo quelle scale... la prima cosa che faccio è pensare a Khaled, forse alla fine sono condannata ad amarlo nonostante tutto, ogni posto in cui vado mi fa sempre tornare in mente lui. Penso che tutto questo: carabinieri, Hamza, un padre ficcanaso e altre cose, sono elementi che mi portano ad apprezzarlo di più poi lui è fatto tutto a modo suo.

Vedere quelle scale mi fa scendere due timide lacrime sul viso e tra me pronuncio un timido "grazie di tutto". Immagino anche che ci sia Khaled pronto a incontrarmi ancora una volta, per la prima volta. Ci credete che ricordo ancora che cosa indossava quel giorno? La cosa che trovo affascinante in tutta questa storia che dopo quell'incontro che cambiò la mia vita, ci sono stati quasi due anni di scomparsa da parte mia e da parte sua poi però, dopo tutto questo tempo lui un giorno, mi trovò ancora e mi volle ancora. Morale della storia: se qualcuno ti ama, ti cerca ma non ti trova, se è vero amore prima o poi ti ritrova.

Sono salita al piano di sopra. Dentro la sala dei bambini trovo due mie colleghe: Raffaella e Rosanna. Fra tutte le colleghe, Rosanna è quella che mi mancava più di tutte perché era sempre bello parlare con lei. Mi faceva piacere scambiare due parole infatti, questa mattina è felicissima di vedermi e lo sono anche io. Ivana invece è una donna che ha un età che va per i cinquant'anni ma è forse la collega più severa di tutte le altre che ci sono qui dentro. È leggermente più bassa di me con dei capelli bruni cortissimi, occhi azzurri, naso a patata, fisico snello e carnagione abbronzata. Di solito indossa anche degli occhiali rossi molto buffi. Questa mattina indossa una maglia nera e dei pantaloni di jeans.

« Che cosa fai in questi giorni, lavori ancora nella bibilioteca a Torino?» mi domanda Raffaella.

« No, non lavoro più lì... questi giorni per me vanno un po' così, il tempo passa molto lentamente! A volte mi annoio » commento io.

« Lavori in un altro posto? » mi chiede Raffella.

« No, ho le giornate libere » rispondo io.

« Ci torneresti a fare volontariato qui? » continua Raffaella.

« Volentieri » rispondo io.

Eccome se ci tornerei! Sono stata davvero molto bene con i miei colleghi che mi mancano tanto tutti loro. Mi auguro di trovare dei colleghi come loro in futuro perché così lavorare sarebbe una cosa molto piacevole per me invece che trovare certi rompiscatole di colleghi che ti rimproverano per tutta la durata del tuo turno di lavoro. Comincio a pensare che forse riprenderò veramente a fare volontariato in questa biblioteca perché se no ho troppo tempo libero e la cosa non và affatto bene. Avere del tempo per se stessi va bene, ma nemmeno averne troppo, ogni tanto è giusto occuparsi di qualcosa.

Io sono sempre convinta di voler fare la scrittrice ma penso che anche diventare bibliotecaria non sarebbe affatto male dopo tutto è un altro lavoro che ha sempre a che fare con i libri quindi, per un'appasionata di libri come me sarebbe il lavoro ideale.

« Sono contenta che vorresti tornare a lavorare da noi » mi dice Raffaella.

« Io sono contenta che a voi può far piacere » rispondo io.

Una volta che Raffaella è uscita dalla sala, mi giro verso Rosanna seduta ad una sedia dietro al monitor del computer, che mi guarda sorridente.

« Com'è finita poi con lo strano signore che cercavi le volte scorse? Sei riuscita a trovarlo? » mi domanda Rosanna incuriosita.

« Ho una bella notizia: per miracolo sono riuscita a ritrovarlo, adesso andiamo a gonfie vele, ufficialmente siamo una coppia di fatto » rispondo io, esagerando un pochino.

« Ma alla fine è italiano? » domanda Rosanna.

« È marocchino » rispondo io.

« Oh cielo! Musulmano pure questo? » continua lei.

« Eh si! Musulmano anche lui » rispondo io.

« Quanti anni ha? » va avanti Rosanna sempre più curiosa.

« Non posso dirlo... non è proprio un ragazzino! » rispondo io.

« Vive a Carmagnola? » mi chiede lei.

« Si, vive in questo paese » confermo io.

Un momento dopo, noto che Rosanna ha assunto un'aria pensierosa. Scommetto che sta cercando di ricordare se anche lei per caso conosce dei marocchini che vivono a Carmagnola e magari uno di loro possa essere quello che ho adocchiato io. Non credo però che Rosanna conosca Khaled. Tutte le volte che ho chiesto a lui se conosce qualche mia collega, lui ha detto di no. Ricorda solo che una di loro si chiama Raffaella mentre il nome delle altre non se lo ricorda.

La giornata a Carmagnola proseguì molto bene: e adesso siamo arrivati alla pausa pranzo. Questo è il momento dove alcuni miei colleghi si danno il cambio, Rosanna mi ha già informata che resta anche al pomeriggio perché deve recuperare l'intera giornata di ieri.

La prima ad arrivare per il turno del pomeriggio è Genoveffa, una signora alta come me che ha dei capelli castani corti un po' riccioli, carnagione rosea, fisico snello e occhi marroni. Nelle orecchie porta degli orecchini e in questo momento, indossa una giacca rossa, con dei pantaloni neri.

« Ma guarda chi abbiamo qui! » esclama Genoveffa, venendo ad abbracciarmi.

« Ciao, che bello rivederti! » rispondo io.

« Raccontami tutto... ho letto su Facebook che hai un nuovo amore, ma lui com'è, vive a Carmagnola? » mi domanda Genoveffa mettendo la sua giacca appoggiata in una sedia.

« Beh è marocchino ma vive come hai detto tu, qui a Carmagnola » le rispondo.

« Marocchino? » dice Genoveffa mettendosi a pensare.

La osservo; in tanto noto anche che Rosanna sta ancora pensando. Io non so se è una coincidenza, ma in questo posto si mettono a pensare tutti tranne me, che dovrei smetterla di raccontare ai quattro venti gli affari miei. Ad un certo punto, Genoveffa pensa di essere arrivata alla conclusione.

« Non sarà per caso lo spilungone che viene sempre a bere il caffe alle macchinette o a pisciare al gabinetto ogni santo giorno? » mi domanda Genoveffa.

« Me lo puoi descrivere? » domando io, pensando che Genoveffa ci ha azzecato al primo colpo.

« Beh... è alto, capelli marroni cortissimi o rasi quasi a zero e robusto di fisico... » mi dice lei.

Come pensavo! Ci ha azzeccato in pieno. Lo spilungone delle macchinette è proprio il mio amato Khaled, ma a loro non voglio far sapere che si tratta di lui, mi prenderebbero per pazza se saprebbero che io e lui stiamo insieme.

« No, non è lui! » rispondo, sul punto di mettermi quasi a ridere.

« Sicura almeno che sia di Carmagnola? Perché come marocchini di Carmagnola mi viene in mente solo lui... come si chiama? » mi domanda Genoveffa.

« Si chiama Ahmed » rispondo io.

« No, allora non è lui... lo spilungone si chiama Khaled » mi risponde lei.

Ma certo che è lui! Khaled è tutto mio... nessun altra donna deve permettersi di toccarlo, nessuna che non sia io. Le altre donne si meritano tutte uno tipo Hamza ma il meglio me lo merito io, su questo non ho dubbi.

Ma sapevo che nonostante tutta la mia felicità di stare con Khaled, qualcosa sarebbe andato come avrei voluto che non andasse. Verso le tre del pomeriggio, vado alle macchinette e cosa trovo? Khaled che parla con una donna.

La tipa in questione è un po' bassina rispetto a lui e poco più bassa di me. Alta circa un metro e settanta con capelli tinti e biondo platino legati con un elastico, fisico robusto e occhi azzurri. Indossa una maglia leopardata e pantaloni bianchi con anche degli orecchini a cerchio viola alle orecchie. Insomma, la classica donna che io consiglierei ad un uomo di evitare.  

Vedo che la donna in questione, sta tenendo Khaled per una mano e a me la cosa da molto su i nervi. Quella brutta strega non deve permettersi di toccare il mio uomo se no per lei finisce molto male. Io sono molto gelosa; non solo quando si tratta di uomini che mi piacciono, ma di qualsiasi altra cosa che io possa sentire mia.  

Khaled si accorge che qualcosa non va, si libera dalla donna e tenta di sgattaiolare via.

« Bene, ti aspetto fuori dalla biblioteca » mi dice Khaled

Una volta che lui è uscito dalla stanza delle macchinette, io ne approfitto per scambiare due parole con quella donna che mi guarda un po' sorpresa.

« Scusatemi, te e quell'uomo vi conoscete? » mi domanda la donna.

Per mia fortuna mi accorgo che in un dito della mano sinistra ho messo un anello a forma di fiore viola quindi, decido di portare la frittata a mio vantaggio.

« Certo che si, siamo fidanzati da un po' di tempo! » rispondo alla donna, mostrandole l'anello.

« Mah... non siete un po' giovane per lui? » mi dice lei.

« L'amore non ha età! Non c'è niente di male se ad una ragazzina piace un uomo maturo, a volte s'innamorano anche loro e non sempre è una questione di soldi » rispondo io.

« Ah! In quale mondo vivi tu? Da una come te, un uomo maturo può volere solo sesso e basta! » mi risponde lei.

« Levati di mezzo carina! Tu per lui non sei nessuno » rispondo io.

« Va beh! Fammi sapere quando sarai incinta e ti ritroverai con un bambino da crescere da sola solo perché il tuo amore ti ha detto che non ti conosce... » risponde lei.

« Ah bella! Io ho l'anello a breve ci sposeremo... » le dico io, uscendo dalla sala osservando la sua espressione delusa.

Poi rientro ancora qualche breve secondo.

« Come ti chiami? » domando alla signora.

« Sono Elena Lottuto » mi dice lei.

Una volta uscita dalla sala delle macchinette decido di avviarmi da Khaled, ma solo dopo aver preso la mia borsa e la mia giacca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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