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Autore: Najara    09/01/2017    2 recensioni
“Sono uscita a guardare le stelle e ti ho vista qua, sola a fissare le torce…”
“Guardavo le ombre, non le torce.”
“Sarebbe come dire che si guarda il cielo per fissare lo spazio tra le stelle e non le stelle.”
“Perché?”
“Perché le ombre sono solo ombre… un riflesso vuoto di ciò che invece è vero e vivo.”
“Non è vero.”
Storia scritta per il contest: "Fantastic Beasts-Non siamo solo mostri" indetto da onlyfanfiction e ripreso dal giudice sostitutivo Haykaleen.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Certezze

 

“Ho chiesto al nuovo comandante di averti nella mia squadra.” Gheorghe le si era seduto accanto alla mensa e con uno sguardo aveva allontanato tutti gli altri, persino Ileana si era alzata per lasciarli soli.

“Grazie, sergente.” La promozione del giovane era sulla bocca di tutti, il suo nobile e coraggioso comportamento contro il demone non era rimasto inosservato.

“Non mi ringraziare, non ti piacerà.” Il suo tono era severo e Bianca annuì. Sapeva di essere ancora una pessima Guardia, almeno secondo i canoni classici, però il fatto che avrebbe potuto fermare da sola un’orda di invasori aveva il suo peso e controbilanciava la sua debolezza fisica. Rimasero in silenzio, tanto a lungo che Bianca si chiese se Gheorghe avesse altro da dirle, poi però l’uomo la sorprese parlando ancora. “Ero furioso quella sera.” Bianca si voltò a guardarlo, l’ombra dell’uomo appariva piccola e dimessa: era in imbarazzo. “Avevo chiesto il permesso a Ileana di poterla corteggiare. Lei mi ha rifiutato.” Bianca distolse lo sguardo a sua volta in imbarazzo. Le cose tra lei e Ileana si erano evolute dopo la notte dello scontro con il vampiro, suo padre, e malgrado non fosse ancora di dominio pubblico era difficile che Gheorghe non si fosse accorto che Ileana non dormiva più nella camerata. “Poi vi ho visto, nel cimitero. Tu, ai miei occhi così insignificante, eri riuscita ad attirare il suo sguardo mentre io, no. Volevo punirti e… mi sono comportato come un idiota.” Erano delle scuse. Bianca tornò a guardarlo si era aspettata molte cose da lui, ma non delle scuse. “Tutta la vita non sono stato altro che uno sbruffone, credo di aver sempre detestato la tua diversità, il fatto di non riuscire a incasellarti. L’altra notte, mentre il castello era in pericolo ho capito che non importava quanto poco ti sopportassi, tu eri una Guardia e dovevo proteggerti, perché era la cosa giusta da fare, perché altrimenti non avrei più potuto guardarmi nello specchio.” Alzò lo sguardo fissandola a sua volta.

“Il passato non ha più importanza, Gheorghe, sei stato al mio fianco quando ne ho avuto davvero bisogno.” L’uomo annuì alle sue parole, poi si alzò, ma prima di andarsene volle aggiungere qualcosa.

“Ti chiedo perdono per tutti gli anni di vessazione. Non succederà più, se sarò duro lo sarò perché te lo meriti, se ti punirò sarà perché è la cosa giusta da fare e non sarai trattata diversamente dagli altri membri della mia squadra. Bianca dy Nimic Frică non credo che saremo mai degli amici, ma possiamo essere compagni.” Bianca sorrise e lui annuì di nuovo, seccamente, ricordando il padre, poi se ne andò.

Ileana appoggiata alla porta incrociò i suoi occhi e sorrise, sembrava essere misteriosamente a conoscenza delle sue sensazioni, come se il morso, ormai guarito, le avesse legate più profondamente di quello che immaginassero.

C’erano tante cose che ancora non sapeva di se stessa e dei suoi poteri. Si alzò e raggiunse la donna uscendo con lei nel cortile del castello, dove le ombre lunghe del pomeriggio la accolsero riconoscendola come parte di loro.

“Hai vissuto in bilico tra due mondi ed entrambi ti rifiutavano, ma ora che li hai abbracciati, ambedue, non so cosa puoi essere capace di fare.” Cornel le aveva sorriso nel dirle quelle parole che in parte la spaventavano. Cos’era lei: umana, demone, qualcosa a metà?

“Va tutto bene?” Le chiese la ragazza, inclinando la testa e osservandola.

“Riflettevo su ciò che sono.”

“Un’ombra che cammina sotto il sole.” Ileana sorrise, poi lanciò uno sguardo nel cortile in cui camminavano e, nel vederlo deserto, si piegò su di lei, catturandole le labbra in un bacio. “Sei libera Bianca, libera di disegnare il tuo destino, libera di essere chi vuoi essere.” Le aveva già mormorato parole simile, mentre stesa accanto a lei nel letto la accarezzava i capelli diventati bianchi, cercando di aiutarla a dominare la potente ombra che nelle ore più buie premeva per dissetarsi. “Non sarà facile, ma io sarò sempre accanto a te.” Bianca annuì e sentì le preoccupazioni placarsi.

Ileana, come sempre sensibile al suo cambiamento d’umore annuì soddisfatta, poi raccolse con un gesto la sua Naginata. Nel pugno di Bianca comparve l’arma d’ombra e la ragazza sorrise: era una Guardia dopo tutto e non sarebbe mai stata sola, quella certezza le bastava.

 

 

Note: Piccolo epilogo che non ha partecipato al contest, ma che ho voluto aggiungere, per tentare di colmare la lacuna sull’atteggiamento di Gheorghe e perché strapelot, che è sempre gentilissima nel leggere e commentare le mie storie, mi ha chiesto un piccolo sforzo in più. So che questa storia rimane comunque aperta, ma spero che questo piccolo epilogo vi soddisfi.

Ciao ciao

  
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