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Autore: Eternity_Hook    09/01/2017    1 recensioni
Avevano da poco finito di apparecchiare la tavola con il necessario, ogni particolare ben sistemato, che il ragazzo dai capelli neri tiró fuori un incubo di sostentamento.
Makoto fissó con aria abbastanza contrariata e piena di disgusto il piatto che Haru aveva davanti.
C'era uno sgombro avvolto in una poltiglia giallognola che faceva schifo al solo guardarla.
-Mi potresti spiegare cosa sarebbe?- borbottó, inclinando appena la testa, il giusto per mostrare il suo disappunto nei riguardi di quel bizzarro pesce ormai mal ridotto e che a suo parere sembrava avvolto da muco.
Gią, un impressione davvero schifosa che gli piegó lo stomaco al solo guardarla, facendogli venire voglia di vomitare .
E se il sapore era come l' aspetto, allora...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: No Haru ! Quello non puoi mangiarlo
Serie:Free
Genere: Yaoi
Ship: MakoHaru
Ratings: Giallo
Tema: Sgombro all' ananas
Richiesta da : 
BlackLen021
Parole: 1009
~Ω~


Avevano da poco finito di apparecchiare la tavola con il necessario, ogni particolare ben sistemato, che il ragazzo dai capelli neri tiró fuori un incubo di sostentamento. 
Makoto fissó con aria abbastanza contrariata e piena di disgusto il piatto che Haru aveva davanti.
C'era uno sgombro avvolto in una poltiglia giallognola che faceva schifo al solo guardarla.
-Mi potresti spiegare cosa sarebbe?- borbottó, inclinando appena la testa, il giusto per mostrare il suo disappunto nei riguardi di quel bizzarro pesce ormai mal ridotto e che a suo parere sembrava avvolto da muco.
Gią, un impressione davvero schifosa che gli piegó lo stomaco al solo guardarla, facendogli venire voglia di vomitare .
E se il sapore era come l' aspetto, allora...
-Sgombro all' ananas- rispose tranquillamente il corvino dagli occhi blu, la forchetta in mano pronta ad assaltare la 'pietanza', sempre se si poteva definire tale.
E quella fu la conferma.
Non doveva farglielo mangiare, assolutamente no !
Makoto avrebbe voluto sbattersi una mano dritta in faccia, sapeva che a parole non sarebbe mai riuscito a convincerlo di non mangiare quella... sbobba... perció si limitó a sospirare amaramente, rilasciando l'aria in eccesso che aveva trattenuto involontariamente, si riprese mentalmente, cosģ da non sembrare 'il bello addormentato nella cucina', scosse il capo pił volte,  con sempre maggiore intensitą, giusto giusto per essere sicuro e infine afferrare il piatto di Haru ancora prima che il ragazzo potesse fermarlo, in un modo o in un altro.
-Ehi!- protestó il corvino, seccato ed innervosito, allungandosi per afferrare ció che gli era stato fregato -Ridammelo che ho fame!- a confermare la sua frase, ci fu l' intenso brontolio del suo stomaco, il quale saltó su con del sommesso.
-No, Haru! Quello...- indicó la pietanza mal ridotta spaparanzata sul piatto di ceramica che aveva in mano - non puoi mangiarlo! Se di ananas ce ne mettevi poco ci stava anche, ma ora é impomato! Disgustoso! E se hai fame, ti cuoci poi le uova che ci sono in frigo, oltre ad essere pił salutari sono molto pił buone- detto questo, gettó il cibo nella pattumiera, appoggiando il piatto vuoto davanti al corvino, lasciando l'altro ragazzo di sasso, con un piccolo broncio che gli piegava il labbro inferiore, in maniera appena accennata, quasi adorabile se doveva dirla tutta, il mix giusto per far salire i sensi di colpa al ragazzo castano dagli occhi verdi.
Certo, aveva salvato il palato del ragazzo davanti a lui, ma forse era stato un po' troppo brusco nell'atteggiarsi.
Si maledisse mentalmente per l' effetto che Haru riusciva a fargli.
Lo aveva fatto per lui, eppure gli veniva voglia di scusarsi.
Con una sola espressione riusciva a mandargli in tilt il cervello.
Non sapeva resistergli, con questo aveva detto tutto.
-Su, te le cucino io, le uova- gli lasció due rapidi baci, uno sulla fronte e l'altro  sulla bocca, a fior di labbra, che inizialmente Makoto interruppe quasi subito, ma quasi inutilmente, siccome Haru allacció le braccia al suo collo.
-Ho fame- asserķ convinto -Ma non di cibo...- fece una pausa, mandando gił la saliva a stento - Di te-
Questa frase Haru la disse distogliendo lo sguardo, arrossendo come un peperone, cosa che strappó un sorriso a Makoto, il quale riprese immediatamente il bacio.
Non era da Haru dire cose simili, ma forse era colpa dell' assenza di sgombro... 
In realtą Haru aveva finito per riempire il pesce cosģ tanto di ananas perché era in ansia, siccome il suo rapporto con il castano non era avanzato molto, nonostante stassero insieme da due mesi e la fame nei confronti di Makoto era costante, impossibile da reprimere o da nascondere.
Il castano congiunse le loro labbra, attirandolo a se fino a farle incontrare, le quali si assalirono a vicenda, voracemente, come se non lo facessero veramente da anni.
Le loro lingue danzarono, cercando lo scontro, esplorando le proprie bocche, dolcemente e piene di passione.
Haru percepiva i brividi sulla schiena che salivano e scendevano rapidi, ogni qualvolta queste si toccavano, anche solo di punta o di lato.
E mentre gli scontri di labbra continuavano, unici, con scambi di saliva e l' insieme dei loro sapori che si mischiavano, perfetti, si sentķ accarezzare la pelle da quelle mani lisce, affusolate.
Ad interrompere l' atmosfera peró, fu un secondo brontolio, proveniente dagli stomaci di entrambi, nettamente in subbuglio per il bisogno costante di cibo.
Makoto trattenne a stento una risata, staccandosi dal contatto, coprendosi la bocca con la mano mentre esebiva uno sgignazzare soffocato e trascinando Haru verso il frigo insieme a lui, tiró fuori le uova.
La padella arrivó poco dopo, il fuoco fu rapidamente acceso sotto di essa e i prodotti sbattuti fino alla rottura dei gusci, portandovi le uova dentro, cosģ che si cuocessero a dovere, ruotando sensualmente il mestolo in esse.
-Ci vuoi anche un po' del tuo amato sgombro con l' uovo?- chiese dunque il castano, lanciando un' occhiata al ragazzo assorto vicino a lui, il quale si illuminó immediatamente e finķ con l' annuire, sorridendo appena, afferrando a sua volta il mestolo, ma non per girarlo nell' uovo, ma per portarselo alle labbra e succhiarselo.
Makoto non disse inizialmente nulla, nonostante qualcuno, a cavallo dei pantaloni, iniziasse a premere leggermente troppo per potersi davvero trattenere dal saltargli addosso.
Prima di mangiare, aspettarono dunque che tutto fosse abbastanza pronto -attesa che torturó il ragazzo con l' erezione tra le gambe- e possibilmente commestibile, cosģ da non rischiare di inoltrarsi in schifezze o altre cose ad uguale livello.
E una volta finito, Makoto prese Haru a mo' di sposa, per portarselo in camera da letto.
I vicini testimoniarono, anche se un po' molto imbarazzati, di aver udito grida, urla, ansimi, gemiti e qualche orgasmo ad un alta frequenza, sia dopo pranzo, che di pomeriggio, che di sera, ad ora tarda.
In particolare una bambina che era stata mandata da sua madre per prendere un po' di zucchero per la sua torta di compleanno, disse di aver trovato la porta semi aperta e due ragazzi nudi, avvinghiati sul tavolo, che, a detta sua, stavano facendo la lotta
   
 
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