Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Girasoleh    09/01/2017    3 recensioni
Quando ad Inuyasha viene proposto un lavoro nel centro esatto di Tokyo, quasi stenta a crederci.
Dall'altra parte del mondo, una promettente studentessa londinese, sta per fare la scelta più importante della sua vita.
Decisioni che si intrecciano.
Un amore che sboccia improvvisamente per la giovane Kagome e che non è destinato a durare; un trasferimento ed un addio che però segnerà un nuovo inizio.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagome/Sesshoumaru, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un giorno come tanti altri, segnato da una sveglia gracchiante che, puntalmente, gli causava un forte mal di testa.
Allungò la mano, la spense e poi si girò dall'altra parte. I capelli argentei gli cadevano morbidi lungo le guance a segnare il profilo delle sue spalle per poi finire all'inizio del suo ombelico, le orecchie da cane poste proprio in cima alla sua folta capigliatura e gli occhi ambrati, vuoti ma così grandi da sembrare che volesse raccogliere tutte le cose belle del mondo ed incastonarsele dentro: queste erano le sole cose caretteristiche di Inuyasha.
Sbuffò appena, rendendosi conto di essere in ritardo, si alzò e si incamminò verso la doccia.
Casa sua non era di certo modesta, anzi: 100mq, marmo e parquet nelle stanze, due bagni, pareti decorate in oro, acquari con pesci esotici, un armadio da far invidia a chiunque... e nessuno con cui dividere tutto questo.
Si trovava da solo, a muovere passi in quella casa enorme situata ad Osaka, per un lavoro che neanche si era scelto: suo padre, un ricco imprenditore di Tokyo, aveva deciso che Inuyasha avrebbe dovuto aprire un altro showroom di auto, estendere quindi la catena familiare e far arrivare anche nella regione del Kensai il loro nome.
'Mio padre...' si ritrovava anche quella mattina a pensarci, a chiedersi il motivo per il quale un destino tale era toccato proprio a lui; finì di mettere bene la cravatta, scrollò le spalle per sentire meglio addosso la giacca e si toccò rapidamente le orecchie.
Quelle orecchie strane, che lo rendevano così amabile dalle donne, erano l'unico ricordo di sua madre, un lupo incarnatosi donna che aveva amato talmente tanto gli umani da desiderare di diventare parte della loro comunità.
Izayoi, era questo il nome che aveva scelto in seguito per vivere tra gli umani, incontrò Inu No Taisho, i due si innamorarono al punto da decidere, dopo pochi mesi, di sposarsi.
Da quell'unione dopo nove mesi nacqua un bambino, il piccolo Inuyasha; ma la comunità dei lupi non era clemente e la punizione per quell'affronto da parte di Izayoi, per essere scappata dalla sua stessa famiglia, fu quello di 'donare' al suo erede delle orecchie da cane, i loro più acerrimi nemici, e di lasciare che lei stessa morisse, agonizzante, poco dopo aver dato alla luce quel bambino.
Inuyasha aveva sentito molte volte quella storia, gliela raccontava il padre quando discutevano in modo troppo violento per ricordargli che la sua vita aveva sancito la morte della donna che amava più di ogni altra cosa ma che, nonostante questo e nonostante le sue orecchie strane, non l'avrebbe mai rinnegato.
Con il tempo le sue orecchie erano diventato argomento di conversazione fin troppo spesso, per cui era solito dire che semplicemente 'era nato così', come se fosse una malformazione: gli umani non avrebbero capito, tutta quella storia spesse volte sembrava irreale anche a lui, eppure il suo aspetto era lì, presente, a dirgli in modo silente che quel marchio era l'inconfutabile prova dell'esistenza di altri regni oltre quello umano.
Scese il piccolo scalino che lo separava dalla porta d'ingresso, si infilò i suoi mocassini neri e prese la porta, chiudendola dietro di se con un giro di chiave.
La macchina nera lo aspettava sotto il sole cocente, quella mattina era davvero una bella giornata ed il ragazzo sorrise poco convinto a quel bagliore, aprì la portiera dell'auto, inserì la chiave e partì, con una musica americana che passavano alla radio, il finestrino un poco aperto ed i capelli argentei lasciati a svolazzare sotto il flusso dell'aria che entrava prepotentemente.
Quando arrivò davanti al suo showroom lo attendeva una graziosa ragazza, dai capelli scuri e gli occhi scuri incorniciati da un volto dai lineamenti morbidi.
- Sei in ritardo! -, gli disse aggiustandosi gli occhiali sul naso.
- Io sono il capo e se decido che si apre dieci minuti più tardi non è mio dovere informarti -, rispose Inuyasha con un finto sorriso.
Si diedero un bacio ed entrarono insieme nell'edificio. Non appena entrambi presero a sedere nelle loro postazioni di lavoro, il ragazzo si rese conto che sulla sua scrivania, in bella vista, c'era una lettera ben chiusa, proveniente da uno studio legale di Tokyo ed indirizzata proprio a lui.
La aprì per curiosità, senza immaginarne il contenuto, lesse la prima riga e sgranò gli occhi con gioia. Gli sembrava assurdo. Tokyo.



-KAGOME SVEGLIATI!-
Un urlo in quel suo sonno perfetto interruppe i suoi sogni. Era proprio lì lì per baciare un ragazzo bellissimo, dalle fattezze così particolari... e niente, sua madre aveva dovuto svegliarla.
Regolare, d'altra parte, accadeva sempre.
Nella città di Londra, in un'elegante quartiere, c'era la piccola villetta a schiera di Kagome, una ragazza di 18 anni che frequentava l'università.
Quel nome così orientale l'aveva scelto sua madre, amante del Giappone da sempre non foss'altro per il fatto che a Tokyo aveva trascorso buona parte della sua infanzia, insieme alla sua famiglia adottiva; suo padre aveva subito accolto quel nome, senza chiedersi il motivo, pensando solo che Kagome era il suono perfetto da abbinare a quegli occhioni scuri che vedeva in sua figlia.
La ragazza si vestì di corsa, la sua divisa era perfettamente stirata ed era composta da una gonnellina verde abbinata ad una camicia bianca con il fiocco rosso proprio all'altezza del collo.
- Buongiorno a tutti, oggi è giorno di esami per me!-, cominciò lei elettrizzata -quindi... - proseguì, - stasera vorrei trovare il mio piatto preferito visto e considerato che tanto andrà tutto benissimo!- terminò allargando le braccia e mostrando un sorriso smagliante che contrastavano quei capelli così neri da far invidia alla notte.
Risero tutti, la madre disse di non preoccuparsi, avrebbe trovato una cena squisita e suo fratello che poco ne sapeva di esami e altro non capiva ancora perché ogni volta che Kagome ne aveva uno, al suo ritorno si dovesse festeggiare come se avesse vinto un oscar!
Uscì con lo zainetto in pelle sulle spalle, ripetendo a cantilena il programma che aveva meticolosamente studiato; camminava nel clima uggioso di Londra, evitando le piccole buche sulla stradina che portavano all'università: ormai le conosceva a memoria, andava spesso in biblioteca o semplicemente a cercare pace nelle aule vuote, per studiare tranquillamente e senza intralci.
Continuava così, a camminare, fino a che non inciampò in qualcosa.
Cadde rumorosamente, con il sedere perfettamente incollato sull'asfalto grigio e le mani poco dietro, rosse e un po' graffiate.
- S... S... Scusami!- balbettò qualcuno.
- Ma figurati, capitano queste cose-, disse Kagome mentre cercava di raccogliere alcuni fogli usciti fuori dallo zainetto.
-Piacere, mi chiamo Miroku, ti aiuto a rialzarti!- , il giovane le tese la mano e finalmente lei
lo vide un faccia: aveva dei bellissimi capelli neri che terminavano in un codino, occhi di un blu intenso, un fisico mozzafiato.
'Wow, deve essere la mia giornata fortunata!'
- Grazie mille, io mi chiamo Kagome.-, si aggiustò la gonna rifinendone le pieghe, - non era necessario che mi aiutassi! -
Lo guardò negli occhi, le sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordava assolutamente dove e più la sua mente si sforzava, più non collegava quel volto e quel nome a nessuna delle sue conoscenze.
- Stai andando da qualche parte? Hai un'aria molto impegnata! -
- In realtà sì, sto andando all'università, vedi? - indicò un edificio grande e quadrato poco davanti a loro, - è proprio quel cubettone triste!-
Il ragazzo rise di gusto.
- Ma dai,- aggiunse infine – è proprio la mia stessa università!-
Kagome si ritrovò quasi spaesata, ma felice perché ora sapeva dove poteva averlo visto: ovviamente a scuola!
Andarono insieme da quel punto in poi, decisero che giacché la fortuna li aveva fatti incontrare era tanto meglio approffitarne e vedere fin dove arrivare.
Per Kagome fu una scoperta piacevole: parlava senza freni, le sembrava di conoscerlo da sempre e più argomenti si affrontavano, più in lei cresceva la voglia di trovarne uno nuovo da intavolare.
Non importa che fossero fumetti, libri, credenze, sogni: le loro risposte coincidevano, scostandosi di tanto in tanto millimetricamente le une dalle altre, al punto che la ragazza quasi si chiese se non fosse Miroku la sua anima gemella.
Tornarono a casa con il cielo rosso, qualche sfumatura violacea qua e là.
- Allora ci vediamo domani, Kagome. Se vuoi passo a prenderti. - Miroku si sfiorava la nuca con una mano. Era visibilmente imbarazzato.
Non era mai stato così tranquillo davanti a qualcuno, generalmente le ragazze lo vedevano talmente irragiungibile che lui, negli anni, non aveva avuto modo di avvicinarsi davvero a nessuna e questa cosa aveva portato ad una timidezza quasi obbligata, che fondamentalmente non gli apparteneva.
- Sì. - disse sigura Kagome.
Un breve cenno con la mano e i due ragazzi si diedero le spalle, l'uno per tornare a casa propria, l'altra per andare a suonare il campanello, dove trovò il fratellino Sota tutto pimpante che saltellava sulla soglia chiedendogli come fosse andato l'esame.
'Già, l'esame.'
Kagome se ne era quasi dimenticata, ma sapeva di essere andata bene, come al solito.
Quel giorno l'avrebbe ricordato, ma non di certo per l'esame più importante affrontato fino ad ora, bensì per colpa di Miroku.
Sorrise e si toccò il sedere ancora un po' dolorante per la caduta sull'asfalto.
'A volte si cade ma è solo il modo più bello che ha la vita per farti andare un po' più in alto', pensò gettandosi sul letto.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Girasoleh