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Autore: Jasmine_dreamer    10/01/2017    1 recensioni
"La finisci di starmi addosso? Mi perseguiti da settembre, quando l'anno scorso non conoscevi neanche il mio nome!" disse Alexia.
"L'anno scorso eri un cesso, poi non so cosa sia successo!" rispose Parker.
"Si chiamano tette. Ecco cos'è successo, quando ti crescono le tette improvvisamente diventi figa."
Lui rise: "Guarda che le tette non c'entrano, contribuiscono, ma non sono loro la causa del tuo cambiamento. Quando ti ho vista ho pensato che eri una favola."
Sul sorriso di Alex comparve un sorriso dolce e pensò a quanto fosse carino Parker. Poi si ricordò che era Parker e disse: "Non mi compri con due parole in croce, sai?"
"Oh che strano, sembrava di si."
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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"Tieni." disse Alex porgendo l'accendino a Parker.
"Oh! Ti accompagnò io a casa oggi!" urlò una ragazza dalla macchina.
"Ma che diavolo.. Nancy?" urlò Parker.
"Ciao fratellino!" disse Nancy scendendo dalla macchina.
Si abbracciarono e poi Alexia esclamò: "Ciao Nancy!" 
"Alex, come sei cresciuta!" disse Nancy sorridendo.
Si abbracciarono.
"Dai andiamo, vi accompagno a casa." disse Nancy.
"Veramente... Sto aspettando Nick." 
"Ohw, d'accordo." disse Nancy.
Nick arrivò proprio in quel preciso istante, quindi Alexia salutò tutti e salì in macchina.
"Che ci fa qui?!" domandò brusco Nick.
"Credo sia venuta per le feste." Gli rispose la sorella.
Nick annuì: "Se n'è andata senza dire una parola. Ci sono stato da schifo e, adesso che stavo superando il tutto, spunta di nuovo fuori così."
Alex lo guardò triste e poi disse: "Mi dispiace."
Lui cercò di mascherare la sua rabbia mista a malinconia con un sorriso: "Tranquilla piccola peste."
Nonostante sapesse quanto falso fosse quel sorriso, Alexia lo ricambiò.
Era stata via per tanto tempo, quasi 4 anni.
"Cosa mi racconti fratellino?" chiese Nancy a Parker.
"Che con Miriam va sempre peggio. Ma perché sei qui?"
"Per le vacanze, Parker."
Scesero dalla macchina e Parker aiutò la sorella a portare le valige dentro casa.
Nel frattempo, dall'altra parte della città, Alexia al computer non riusciva a concentrarsi sui suoi compiti.
Fissava lo schermo bianco del suo portatile aperto su WordPad, senza scrivere una parola.
"Alex concentrati, devi fare la ricerca di chimica." disse per autoconvincersi, ma fu inutile visto che la sua mente vagava altrove. Ma il suono del campanello un'ora dopo la fece tornare con i piedi per terra.
Scese ad aprire e davanti a lei c'era Nancy sorridente: "Ciao Alex. Tuo fratello?"
"Ciao, vado a chiamarlo."
"Non è necessario." disse il fratello apparendo alle sue spalle con tono brusco. Poi si addolcì: "Piccola peste, vai nella tua camera." disse posandole un braccio attorno alla spalla.
Alex annuì e se ne andò.
"Ciao Nick." disse Nancy con la voce rotta, come se le venisse da piangere.
"Che cosa vuoi Nancy?"
"Non puoi semplicemente essere felice di vedermi?"
"Felice?! Sei sparita, dannazione! Ti ho telefonato mille volte negli ultimi anni, e hai risposto solo una volta, una!"
"Mi dispiace!" urlò lei.
"Sì, è questo che hai detto quell'unica volta in cui hai risposto al cellulare."
"Senti Nick" disse Nancy toccandogli il braccio con la mano.
Ma lui si tolse e urlò: "Arriva al punto! Che diavolo vuoi?!"
"Voglio ricominciare! Sono venuta qui per le vacanze, perché non ci riproviamo? Poi vediamo come va e troviamo una soluzione. Ti prego."
"Sono passati 4 anni, Nancy."
"Sì, lo so, ma io ti amo ancora!" 
"Anche io, ma ho paura."
"Anche io." disse Nancy prendendogli la mano: "Ma perché non facciamo un altro tentativo?"
Nick la guardò, implorava una seconda chance con lo sguardo.
Lui annuì e non tolse la mano ma, anzi, gliela prese anche lui.
Nancy avvinghiò l'altra mano nei suoi capelli e lo baciò con passione.
Lui la prese per i fianchi, ma quando stavano per spingersi oltre Alexia fece due colpi di tosse.
"Immaginavo che un giorno vi sareste rimessi assieme, ma magari non trombate in cucina."
Nick arrossì: "Peste, ti avevo detto di andare in camera tua."
"Sì, ma è passata mezz'ora e avevo fame. Sono pur sempre le 16.00."
"Ok, forse è il caso che io torni a casa." Disse Nancy afferrando il giubbotto e infilando il cellulare nella borsa.
"Passo stasera?" chiese Nick.
"Sì." disse lei con un sorriso malizioso."
"Continuate pure a fare allusioni alla vostra vita sessuale, tranquilli!" gridò Alex, forse un po' gelosa del fratello maggiore.
Nick e Nancy si diedero un bacio e, dopo che chiuse la porta, Nick disse: "Smetterai mai di fare la sorellina minore gelosa?"
"Non credo proprio!" rispose Alexia mentre andava nella sua camera.
Il fratello rise.

"Allora sei di nuovo mia cognata!" disse Parker.
"Oh che palle, ora devo sopportarti anche come parente!" rispose Alex dall'altra parte del telefono.
Lui rise: "Se facciamo qualcosa è incesto?"
"Non dovresti neanche preoccupartene Parker, visto che tra noi non ci sarà mai nulla."
"Non sei molto convincente Rattatà."
"Senti Snorlax, io devo studiare."
"Sei odiosa quando mi chiami così. Dai ci vediamo domani a scuola!"
"Sì sì, ciao." rispose riattaccando.
Alexia mise un po' di musica e prese a cantare a squarciagola, quando esordì Nick entrando all'improvviso nella sua camera e iniziando insieme lei.
Alex rise e riprese a cantare.
Quando la canzone finì Alexia si mise a fare la ricerca di chimica e, prima che se ne potesse accorgere, era già ora di andare a dormire.
La mattina seguente a scuola Parker la raggiunse facendola spaventare poiché arrivato da dietro.
"Deficiente!" strillò tirandogli un pugno sul braccio.
Lui rise e avvolse le sue spalle con un braccio: "Come stai?"
Alex lo guardò stranita: "E questa confidenza?"
"Ma che palle che sei! Io ti ho fatto una domanda."
"Bene, Parker! E tu?" fece con aria scocciata.
Parker scosse la testa ridendo e disse: "Bene, grazie per il tuo reale interessamento!"
Lei cercò di mascherare senza riuscirci la risata: "Prego!" disse avviandosi all'entrata.
"Tu mi devi ancora un'uscita, lo sai vero?"
"Io non ti devo proprio niente!"
"Oh, sì invece!"
"Non esiste al mondo."
"Ma finiscila, lo so quanto ti sei divertita con me quel pomeriggio al bar! Per non parlare di quando sei rimasta con me sulla panchina finché non mi sono svegliato!"
"Oh dio, non farmelo ricordare! Puzzavi da fare schifo!" fece Alex.
"Avevo bevuto, Rattatà. Sei odiosa a volte!" 
"Tu lo sei sempre, Snorlax!"
Lui rise.
Poi lei disse: "Vado in classe, ciao Parker!"
Dopo aver pranzato Alex aprì la porta a Nancy.
Salendo in camera sua, dopo qualche minuto che era rimasta giù, si accorse di aver lasciato il suo computer in camera del fratello, ma prima di bussare si fermò ad ascoltare la conversazione che stavano avendo Nick e la sua ragazza.
"Glielo hai detto?" chiese Nancy.
"Come faccio?"
"Tua madre lo sa, dovrebbe saperlo anche Alex."
"Se le dico che verrò a Londra con te le spezzerò il cuore!"
E in effetti Alexia sentì una pugnalata dentro il petto, e gli occhi si gonfiarono di lacrime.
"Più aspetti e peggio è!" fece Nancy.
Alex aprì la porta: "Te ne vai?"
"Piccola peste.."
Scese le scale e uscì di casa non curandosi nemmeno di chiudere la porta.
Nick fece per seguirla, ma Nancy lo fermò: "Lasciala andare, le passerà."
Lui annuì e chiuse la porta di casa dopo aver guardato fuori per qualche secondo.
Alex sulla sua panchina piangeva a dirotto.
Non poteva andarsene anche lui, suo fratello rappresentava tutto per lei, senza di lui non avrebbe saputo come fare.
Superare ogni avversità, ogni ostacolo, senza Nick le sembrava molto più difficile.
Il cellulare squillò, lei lo estrasse dalla tasca ma quando lesse il nome del fratello sul display rifiutò la telefonata e lo rimise in tasca.
"Alex?" la voce di Jamie suonò alle sue spalle.
Lei si asciugò frettolosamente le lacrime e finse un sorriso: "Ehy Jamie."
Lei si sedette sulla panchina: "Che succede?"
"Mio fratello andrà a vivere a Londra finite le vacanze..." Fece con un sorriso amaro: "...e io senza di lui non so proprio come fare."
Disse asciugandosi altre lacrime.
Jamie non disse nulla, ma l'abbracciò, l'abbracciò forte e una strana vibrazione attraversò il corpo di Alexia che divenne rossa.
"Scusami." Disse Jamie staccandosi da lei: "Io ora però devo proprio andare, mio padre mi sta aspettando, gli avevo chiesto di fermarsi perché ti ho vista piangere qui."
"Ohw, ti ringrazio. Sei molto dolce." fece Alex arrossendo di nuovo.
Jamie le sorrise: "Ci vediamo."
Alexia annuì.
Poi il suo telefono squillò.
"Dove sei?" 
"Perché?"
"Nancy mi ha detto che cosa è successo. Dove sei?"
"Parker, lascia stare."
"Dove cazzo sei?" fece Parker serio.
"Sulla panchina."
"Arrivo."
E prima che potesse dire qualcosa, Parker aveva già riattaccato.
Quando arrivò Alexia stava guardando il lago che aveva uno strato di ghiaccio addosso.
"Sei pazza?" chiese togliendosi il giubbotto e poggiandoglielo sulle spalle: "Si congela, e tu sei uscita senza una giacca."
"Non ho pensato di prenderla quando sono corsa via. E poi fa freddo anche per te." 
Ma quando fece per toglierselo Parker la fulminò con lo sguardo e così disse: "Ok, lo tengo io."
"Ho litigato con mia sorella. Entrambi sappiamo quanto tu sia legata a tuo fratello e lei te lo porta via, non è giusto."
"Sì invece. Mi costa ammetterlo, ma non sono io l'amore della sua vita."
"Mi dispiace, non so che altro dire."
"Non dire nulla." fece lei accoccolandosi sul suo petto.
Dopo un primo momento di stranimento Parker la abbracciò senza dire una parola.
Alexia si sentì protetta e si rilassò nelle braccia del ragazzo di cui si stava innamorando senza neanche rendersene conto.
   
 
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