Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Blooming    10/01/2017    0 recensioni
Ormai cinque secoli fa tutti i vampiri del Mondo elessero come loro Re indiscusso uno dei più spietati, crudeli e affascinanti immortali della storia.
Ares è uno degli antichi, è il Re dei vampiri ma la sua scomparsa dalla comunità vampirica per vivere con gli umani lascia tutti col dubbio che forse il Re non è quello giusto...
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Irina camminava su e giù tra le catacombe sotto il Duomo di Milano aspettando il suo Re, la mente creava possibili scenari. Ascoltava attentamente ogni movimento e decifrava ogni suono.
Il cancello che separava la Chiesa dalle catacombe cigolò e Irina si preparò ad attaccare chiunque fosse entrato ma ritirò le zanne quando riconobbe Ares
“Ci hai messo troppo tempo, mi stavo preoccupando.” lo apostrofò stizzita
Ares scosse la testa e la guardò con un mezzo sorriso
“Irina Ulianova… ti devo in qualche modo la vita.” mormorò senza staccarle gli occhi di dosso
“Mi ringrazierai dopo, ci conosciamo da troppi anni per formalizzarci anche in privato sulle questioni di rango, ora dobbiamo trovare un posto dove nasconderci e questo non va bene.” si guardava attorno sgranando gli occhi folli
Ares si guardò le mani sporche di sangue ormai secco
“Dobbiamo anche darci una ripulita, siamo scappati usando la nostra velocità ma non possiamo muoverci sempre così, sprecheremmo troppe energie e quelle ci servono. Gli umani non possono vederci così.” tornò a guardarsi le mani insanguinate
Nessuna delle case che possedevano era accessibile, li avrebbero trovati subito, avevano bisogno di una casa sicura ma ancora era troppo presto per affidarsi a qualche vecchio amico; decisero di andare in un bagno pubblico, lavarsi frettolosamente e cambiarsi i vestiti con qualcosa di anonimo.
Raggiunsero una stazione di servizio e si fermarono nella toilette, Ares si appoggiò al lavandino e si guardò allo specchio, i capelli incrostati di sangue gli cadevano sugli zigomi e le sue mani tremavano dalla rabbia, batté un pugno sul finto marmo del lavandino rompendone l’angolo; come aveva potuto cadere in un’imboscate del genere, forse era vero che era diventato debole stando tra gli umani. Si lavò la faccia e tolse dalle ciocche di capelli i pezzi di carne umana lasciandoli cadere nel lavandino. Usò quasi tutto il sapone per togliere ogni residuo di sangue da sotto le unghie.
Odiava essersi rammollito così tanto, odiava provare sentimenti per gli umani, odiava essersi appassionato a quelle favole amorose su vampiri che brillavano al sole e sorrideva quando sui mezzi pubblici sentiva le ragazzine parlare di quanto sarebbe bello incontrare un vero vampiro, gli veniva voglia di mostrarsi a loro soltanto per farle spaventare, per vedere quale fosse la loro reazione.
Fece un giro tra i corridoi del piccolo negozio e prese una felpa e un paio di jeans, pagò buttando delle banconote stropicciate al cassiere, tornò nel bagno per cambiarsi e lasciò i suoi pantaloni sudici nel gabinetto, questo avrebbe confuso per un po' i segugi che Caius aveva scagliato.
Quando uscì, Irina lo stava già aspettando, si era pettinata i capelli e ripulita da tutto lo sporco delle prigioni mostrava tutta la sua bellezza, una delle sue qualità più vistose
“E ora dove andiamo?” chiese la vampira
Ares non rispose finché non furono per strada, teneva le mani nella tasca della felpa e il cappuccio sugli occhi
“Non lo so, ora ho fame e non riesco a pensare quando ho fame.”  aumentò il passo lasciando indietro Irina che seccata dal suo comportamento scosse la testa
“Anche se sei il mio Re posso comunque dirti che sei un coglione?” lo rimproverò “Sei sparito per anni lasciando tutto in mano a Caius che ha sempre voluto il tuo trono, seguiva le tue direttive ma quei cinquant’anni in cui è stato al comando gli hanno dato alla testa, ha corrotto i nuovi vampiri mettendogli in testa idee strane, gli ha convinti che eri solo finzione come Dracula.” parlò duramente
“Il Conte non sarebbe d'accordo. Smettila.”
Camminarono per tutta Milano fino al calare della notte, dovevano trovare in fretta un riparo da tutti quei vampiri che con la notte diventano più forti, avrebbero fiutato il loro odore; dovevano confondersi con gli umani e il modo più semplice era entrare in un luogo affollato. Entrarono in un pub, era venerdì sera e sicuramente sarebbe stato pieno.
Era un locale interrato e scesero dei gradini, Ares si guardò attorno cercando di annusare l’odore di qualche altro vampiro ma non li trovò; Irina vide un tavolo vuoto accanto alla parete e fece cenno al Re. Si fecero largo tra le persone e arrivarono al tavolo dove una coppia l’aveva occupato pochi secondi prima di loro.
Irina si piegò verso di loro e guardò negli occhi il ragazzo, la ragazza che lo accompagnava si irritò ma Ares le fece cenno di stare zitta portandosi un dito alle labbra, la vampira sorrise ammiccando
“Andate a sedervi al bancone, lì si sta meglio.” gli soggiogò la mente, il ragazzo si alzò prendendo per mano la ragazza e in silenzio i due si allontanarono andando a sedersi al bancone, Irina si sedette “Come mi è mancato farlo, gli umani sono così divertenti.” rise portandosi dietro le spalle i capelli
Quella vampira era straordinaria, Ares non aveva mai incontrato nessuna come lei, era forte e astuta, la bellezza passava in secondo piano quando si parlava di Irina Ulianova, per tutto il Medioevo il nome della vampira era sinonimo di morte.
Era stata imprigionata più volte per atti illegali, aveva spesso rubato gli umani di altri vampiri o ucciso qualcuno della sua razza solo perché l’avevano fatta arrabbiare o aveva bevuto l’icore di un vampiro, aveva ricevuto severe punizioni ma niente l’aveva convinta a comportarsi correttamente. Scorretta e sanguinaria, era la vampira perfetta per combattere contro il traditore.
Ares scrocchiò il collo ma prima che potesse aprire la bocca un cameriere gli consegnò dei menù, Irina sorrise al giovane, aveva annusato il suo sangue e sapeva già che l’avrebbe trovato delizioso
“Prendiamo due birre grandi e anche una porzione di patatine fritte.” ammiccò la vampira, se lo sarebbe mangiato volentieri ma Ares le diede un calcio sulla tibia facendola ritornare al suo posto
Il cameriere se ne andò lasciando uno scontrino sul tavolo.
Ares cominciò a parlare, teneva la voce bassa
“Come sapevano che eri a conoscenza della loro congiura?”
Irina si guardò attorno
“Mi stavo nutrendo nelle cucine della tua villa quando ho sentito dei passi e mi sono nascosta, ho sentito Caius parlare con un altro vampiro, uno degli Antichi quasi sicuramente, parlavano di te e del fatto che te ne sei andato, del fatto che ormai gli umani ti hanno indebolito, hanno detto che non ti nutri più di loro e della loro carne ma bevi sangue trasfuso. Volevano che il tuo regno troppo amorevole finisse al più presto, volevano detronizzarti e volevano strapparti il cuore per poi bruciarti sul rogo.”  si grattò un sopracciglio perfettamente disegnato “Io lo so che sei un buon Re, sei giusto con noi e anche nei confronti degli umani che hanno diritto alla loro vita ma forse alcuni vampiri si aspettavano di tornare al tempo della peste quando regnavamo indiscussi.”
Ares scosse la testa e si sistemò una ciocca di capelli dietro all’orecchio
“Me ne sono andato solo perché ero stanco di tutto e di tutti, non hai idea di come sia stancante regnare su delle creature così sadiche e indisciplinate, a punire i criminali, accogliere le reclute, parlare con il capo della comunità umana… un qualsiasi sovrano dopo soltanto trent’anni di regno come il mio morirebbe di follia, io ho regnato per cinque lunghissimi secoli.” sbottò “Cinque fottutissimi secoli nei quali non mi avete reso la vita semplice e come Sovrano dovevo mantenere un certo rigore e non provare sentimenti per nessuno e Dio sa quanto li avessi voluti provare, non mi era permesso essere il vampiro che volevo essere!” sbatté una mano sul tavolo ruggendo
Irina abbassò lo sguardo in segno di rispetto
“Scusami mio Re, non volevo insinuare che sei stato un pessimo Re, ma noi tutti volevamo una spiegazione per il tuo allontanamento dalla comunità vampirica.” alzò la testa e sorrise triste “Io volevo delle spiegazioni.”
Irina provava dei sentimenti per il suo Re, non erano sentimenti d’amore ma di pura e incondizionata devozione e più di tutti aveva accusato il colpo di questo addio, non aveva mangiato per mesi prima di accettare la partenza di Ares.
 
La cameriera al bancone lesse l’ordine del tavolo e spillò le due birre, chiamò in cucina le patatine che vennero servite in un cestino con un tovagliolo. Un ragazzo le porse un vassoio sorridendole
“Quei due sono dei tipi strani, vuoi che vada io?” ma la ragazza rifiutò con un sorriso
I capelli a caschetto disordinati le incorniciavano il volto, andò al tavolo dove i due parlavano concitati e aveva anche un po’ il timore di interrompere una conversazione importante; la donna era bellissima e quei capelli splendevano anche in quella poca luce del locale, mentre l’uomo non riusciva a vederlo bene, a volte si voltava verso la porta come se si aspettasse di veder entrare qualcuno ma non era capace di distinguerlo. Prese un profondo respiro e sfoderò il suo sorriso migliore
“Buonasera, le due birre e le patatine…” disse con voce squillante appoggiando le pinte sul tavolo “Sono…” ma si bloccò quando l’uomo si voltò a guardarla “Io… cioè…” riguardò lo scontrino balbettando “Sono 15 Euro.” Tornò a guardare Ares pallida in viso
Anche Ares l’aveva riconosciuta, la biondina del locale della scorsa notte, quella biondina che lo ossessionava. La camicetta scollata e quasi trasparente mostrava un modesto decolleté e il collo rivelava una carotide perfetta, sentiva ancora su di sé quel profumo indossato dalla ragazza la sera che l’aveva rimorchiata, lo sentiva anche su di lei e la cosa lo eccitava. Irina guardò i due e capì che Ares stava per compiere un insano gesto, la mano del vampiro teneva stretto il bordo del tavolo e i suoi occhi stavano diventando neri
“Ares! Guardami!” lo chiamò e gli infilò le unghie nel braccio facendolo ritornare alla realtà
Ares prese fiato, nessuna prima d’ora era riuscito a farlo andare così fuori di testa, senza dire una parola tirò fuori dalla tasca dei jeans il portafogli e diede una banconota da 20 Euro alla cameriera di cui ancora non ricordava il nome.
La biondina prese la banconota sfiorando le dita del vampiro e una scossa la percorse, semplice elettricità statica pensò
“Ora vi porto il resto.” mormorò allontanandosi
Irina guardò la ragazza andare via e senza togliere le unghie dalla carne del vampiro lo fissò con rabbia
“Non ti nutri di un umano da troppi anni, quelli della festa non contano, hai bisogno di uccidere e di andare a caccia o tutte le ragazze che incontrerai ti faranno quell’effetto!”
Ma Ares era di un altro avviso
“Non mi è mai successo prima, non sono stato di certo un Santo per cinquant’anni e come sai ho imparato a placare le mie voglie nutrendomi raramente di sangue umano. È la prima volta che una ragazza mi colpisce al punto di farmi perdere il controllo e non sapere il perché mi fa sentire stupido.”
Irina rise leggendo nella voce di Ares un’incrinatura sentimentale
“Come si vede che non ti è mai successo prima.” rise nuovamente, Ares non capiva e la guardava confuso “Ti sei innamorato della tua avventura di una notte.”
“Non è possibile, non mi ricordo nemmeno il suo nome.” Tracannò la birra “Torniamo a parlare dei nostri problemi, ti spiace?” chiese retoricamente
Irina alzò le spalle con noncuranza e si lanciò a mangiare le patatine, la vampira cominciò a parlare di ciò che potevano fare, dove potevano nascondersi e di quali vampiri ottenere il favore ma Ares era tornato con la mente alle cosce della ragazza, alla sua bocca che lo baciava teneramente e alle mani che si accarezzavano, quella stronza di Irina aveva ragione si trovò  a pensare, c’era di più di attrazione fisica, ricordava che in quelle poche parole che si erano scambiati per arrivare a casa di lei l’aveva trovata simpatica, erano rimasti anche a letto a coccolarsi e gli era piaciuto, non gli piaceva mai.
Si alzò dal tavolo lasciando Irina a bocca aperta e andò verso il bancone, guardò la biondina e la chiamò, si voltò e sorrise al cliente
“Dimmi.” era fredda ma manteneva sempre il sorriso sulle labbra
“Senti lo so che sono sparito quella mattina e non avrei dovuto, avrei dovuto rimanere…” deglutì cercando le parole, si sentiva uno sciocco adolescente moderno che non è capace di parlare con una donna “Mi dispiace, ecco tutto.”
La cameriera lo guardava quasi con disgusto
“Non ti ricordi come mi chiamo.” scosse la testa e incrociò le braccia al petto “Non mi aspettavo una proposta di matrimonio ma nemmeno una fuga in grande stile come la tua, ora sto lavorando quindi puoi tornare anche al tuo tavolo, questi sono i tuoi soldi.” E gli porse una manciata di monete
Ares batté una nocca sul bancone e schioccò la lingua
“Me lo ricordo il tuo nome.” la guardò scoraggiato “Cristiana.” e se ne andò
Irina guardò la scena, gli umani erano cibo e lo erano sempre stato, c’erano degli umani speciali che facevano innamorare i vampiri e poi venivano trasformati per vivere per sempre insieme ma poteva succedere una sola volta nella lunga vita di un immortale, non era come in quei sciocchi telefilm, i vampiri usavano gli umani come nutrimento e qualche volta per placare le loro voglie sessuali; anche lei si era innamorata una volta, molti secoli fa, era una giovane vampira e l’umano che amava era una monaca inglese. Si ricordò di come gli occhi le si annerivano quando la guardava durante le messe, il cuore le scoppiava e il sangue diventava caldo, ma il loro amore non aveva avuto un lieto fine, lei non provava lo stesso sentimento e la vampira impazzì totalmente.
Era felice e al contempo triste che il suo Re provasse amore per quell’umana ma se lei non lo avesse accettato, Ares sarebbe potuto impazzire e compiere azioni avventate.
Il vampiro guardò Irina
“Stai pensando a Juliet?” la voce gentile rivolta all’amica
“Ti sei ricordato il nome dell’umana, dovevi solo capire che te ne sei innamorato, ora ti tocca capire come mai provi questi sentimenti e poi come uscire da questa situazione di merda in cui Caius ti ha messo.” disse mangiando una patina diventata molle
“Non avresti dovuto ascoltare.”
Ares si voltò a guardare i movimenti di Cristiana e la vide uscire dal locale e infilarsi una giacca di pelle e gli venne in mente che forse li poteva aiutare, la casa della ragazza non era conosciuta a nessuno dei vampiri
“Andiamo Irina! Lascia stare…” e uscì inseguendo con una piccola corsa la ragazza, la prese per un braccio, Cristiana si voltò di scatto spaventata liberandosi dalla presa “Scusa non volevo spaventarti…”
Cristiana si guardò intorno e senza degnarlo di una parola riprese a camminare per la sua strada
“Ti devo chiedere un favore.”
Cristiana lo guardò piegando da un lato il capo
“Io non ti conosco, siamo andati a letto insieme una volta e dopo la tua fuga alla Houdini non sento nemmeno il bisogno di conoscerti, sai non sei stato il primo con cui ho fatto sesso solo per una notte ma sei sicuramente il più stronzo.” si guardò attorno cercando di non incontrare gli occhi del vampiro perché ogni volta che ci si soffermava sembrava stregarsi
Ares si avvicinò e le prese la mano
“Ora capirai tutto.” le trasmise una potente energia che le percorse tutto il braccio, era una piccola luce blu che si insinuava tra le vene e i muscoli e le saliva fino al cuore per propagarsi in tutto il corpo e arrivare al cervello.
Cristiana spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta, inizialmente non capiva cosa stesse succedendo, era la stessa scossa elettrica che aveva percepito nel locale quando aveva toccato per sbaglio l’uomo, il cuore le batteva all’impazzata e pensava stesse per esplodere, vide passare secoli e secoli di storia, le guerre, il sangue, il fuoco, la pioggia, immagini crudeli e immagini dolci, respiri e zanne, artigli, soldati e giovani donne, diverse epoche si susseguivano ma Ares rimaneva sempre uguale, lo stesso sorriso, lo stesso uomo, le stesse rughe, gli stessi capelli, lo stesso sorriso sprezzante…
Ares le lasciò la mano
“Ci puoi aiutare ora che sai?” chiese Ares implorandola dolcemente
Cristiana chiuse gli occhi tentando di assimilare ogni cosa, prese un profondo respiro, la sua parte razionale pensò di essere stata drogata ma una potenza la spingeva ad aiutare i due vampiri. Strinse forte gli occhi e i pugni lungo i fianchi conficcando le unghie nel palmo, riempì i polmoni di aria ed espirò ritornando a vedere
“Venite.” Accettò di aiutarli, li guardò “Devo essere pazza…” mormorò a sé stessa.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Blooming