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Autore: Altair4    11/01/2017    0 recensioni
SEQUEL di “Storia di una Niana”.
Benvenuti nel mio mondo parallelo dove Marte non è più il pianeto rosso ma è diventato viola e dove le nostre tartarughe e gli alieni del pianeta Ni ne combineranno delle belle!
Grazie ad un portale inventato da Donatello, questa storia sarà ambientata anche sulla Terra… e ad un migliaio di anni-luce da noi, nella fascia di Orione.
Non mancheranno personaggi ben conosciuti e totalmente nuovi.
Storia ispirata principalmente alla mitica serie del 2003.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo quell’insolita rissa le tartarughe, Astrid e Beal erano tornati al rifugio senza cercare altri diversivi, non erano
 
feriti, ma erano stanchissimi. Raph in particolare se fosse stato da solo se la sarebbe vista brutta: non lo solo per il
 
numero degli avversari ma anche perché essendo quei teppisti solo ragazzini non se la sentiva di picchiare duro e
 
quindi aveva rischiato di essere sopraffatto.
 
            -Dobbiamo stare attenti la prossima volta. Quando ho letto la mente di quel teenger brufoloso ho capito che stavano aspettando il vostro arrivo. In particolare ce l’hanno con te  Raph, credo che ti chiamino il mostro verde dei sai. Poi quel cinese è un tipo strano, non lo hanno mai visto bene in faccia e le armi che vende hanno dei prezzi ridicoli, c’è qualcosa sotto, dobbiamo andare là preparati- Disse Astrid.
            -Forse dovremmo investigare meglio prima di andare al porto…giovedì è domani o meglio visto che sono le tre del mattino è questa sera, non vorrei fosse una trappola-  Rispose Donnie.
            -Perché mai? Non abbiamo pestato i piedi a nessuno, i Dragoni Purpurei sono sciolti da tempo…- Commentò Raph che ovviamente aveva un piano solo: andare al porto e strapazzare un po’ quel cinese perché smettesse di traviare i giovani.
            -Andremo comunque ma saremo muniti di cintura Niana, chiameremo anche Lisad, sono sicura che verrà volentieri, vero Astrid?- disse Leo.
            -Certo, non chiede altro! Basta che Raph non gli rivolga la parola, poi le va tutto bene-
            -Lisad è sempre la solita rompiscatole testarda, non le ho fatto nulla…fa tutto da sé! E poi non dovrà passare molto tempo con me, prima ho da fare, ci vedremo direttamente lì al porto a mezzanotte-
            -E si può sapere che cosa bolle in pentola?- Chiese Leo sospettoso.
            -Sono affari miei…-
            -Vedrai l’umana?- Chiese Mikey preoccupato.
            -Sì e allora? Siamo solo amici andremo al cinema e poi a mangiare una pizza, sarò con voi subito dopo, non commetterò nessun terribile peccato non vi preoccupate!-
 
I suoi fratelli stranamente non commentarono, avevano deciso di non interferire, anche lo stesso Splinter aveva detto
 
che Raph se la sarebbe dovuta cavare da sé, loro gli avevano indicato la strada da seguire, lui ormai era adulto,
 
doveva prendersi le sue responsabilità.
 
I Niani e Mikey tornarono a dormire su Marte. La tartaruga in arancione continuava a trovare stupefacente il viaggio
 
istantaneo attraverso il portale ed il pensiero di fare l’alieno, anzi il marziano, lo divertiva da matti. Arrivato nel suo
 
alloggio trovò Hedgy che lo aspettava davanti alla sua stanza, Pedro era sulla Terra da April ed Eva, così la Vattina
 
poteva avere il suo amico tutto per sé.
            -Hedgy è tardi, cosa fai qui? Non vai da Astrid?-
            -Astri’ e Donnie…Hedgy e M’ky-
            -Vuoi dire che vuoi dormire con me?-
            -Dormire… Hedgy… M’ky-
            -Va bene ma solo per stasera-
Le aveva risposto sempre così ultimamente, in pratica da giorni dormivano insieme. Mikey si sdraiò sul comodissimo
 
letto marziano e la Vattina si arrotolò vicino al suo viso. Era contento di averla lì, si sentiva meno solo ed ormai si era
 
affezionato tantissimo a quella furbetta.
 
Donnie invece non aveva molto sonno, voleva risolvere una questione, quando poteva si esercitava o con Astrid o con
 
Mikey per vedere se riusciva nella fusione, ma non aveva fatto molti progressi.
 
            -Non so come ho fatto quella sera…è venuto tutto in modo così naturale, vorrei provare una semplice fusione ma sembra più difficile…con Mikey sento solo alcune sensazioni, ma non riesco a distinguere i pensieri-
            -Proviamo, vediamo come va con me…metti le tue mani sulle mie tempie forse così ti riesce più facilmente-
 
Donnie appoggiò delicatamente le sei dita sul bel viso della sua Astrid, chiuse gli occhi per cercare la giusta
 
concentrazione.
 
            -Bene, prova a leggere cosa penso in questo momento-
 
Dopo qualche secondo la tartaruga aprì gli occhi:
 
            -Come sarebbe a dire Roby1 è brutto con quella testa ad uovo!-
            -Bene! Distingui i pensieri! Prova ancora, concentrati di più-
 
Donnie piano piano riuscì a superare quella invisibile barriera che lo separava dai pensieri più reconditi della sua
 
compagna e vide la gioia per l’imminente arrivo della madre, tutta la soddisfazione per come la missione stesse
 
procedendo ed i sentimenti per lui. Purtroppo non potè ignorare il timore che Redol potesse farsi vivo presto e poi
 
ebbe una sensazione, come se qualcosa gli impedisse di andare oltre, ma fu solo un attimo, si staccò e riaprì gli occhi.
 
            -Donnie…ma tu…lo sai che sei incredibile?-
            -Lo sai da tempo, modestamente sono un genio!- Disse scherzoso.
            -Ho dovuto bloccarti, stavi per accedere a quei dati che per il momento non potete conoscere, solo Nied e Beal li devo bloccare così, altrimenti sarebbero in grado di leggerli…tu hai un potenziale enorme! Nessuno deve sapere cosa sai fare per il momento, forse lo dirò solo a mia madre-
            -Credo che sia più facile con te…abbiamo una sintonia perfetta ormai!-
            -E’ vero, ma non avevo mai dovuto fare il minimo sforzo per bloccarti… sono sconvolta, mi dispiace solo di non poterlo dire a Nied…per il momento-
 
Astrid non gli aveva detto che Frel aveva sviluppato nuovamente un interesse per lei, lo aveva tenuto allo scuro
 
esattamente come sul fatto che sua madre era la leggendaria Leiad e che sarebbe venuta su Marte per riacquisire il
 
suo potere psichico, disse a se stessa che avrebbe trovato il momento adatto.
 
            -Domani riproverai con tuo fratello, devi esercitarti, probabilmente con i terrestri è più difficile-
            -Parlando di Mikey…ho visto che si porta Hedgy in camera, tu lo sapevi?-
            -Sì mi ha spiegato che Mikey si sente solo e vuole stare con lui-
            -La Vattina ti ha detto tutto questo?-
            -Ho rifatto una fusione per vedere se andava tutto bene, sembra che lei senta il dolore di Mikey, non ragiona come noi ma a volte anche i cani o i gatti terrestri sentono se siamo infelici, non è strano che anche lei abbia sviluppato questa capacità…è dispettosa ma anche molto affettuosa, so che la sua vicinanza gli farà bene-
            -Non gli è ancora passata del tutto vero?-
            -No…ma guarirà, sono sicura che la sua forza interiore lo aiuterà-
 
Si sdraiarono nel letto, rimasero abbracciati in silenzio ad ascoltare i battiti dei loro cuori, per loro non era più
 
importante parlare, erano una cosa sola, ma quella sera Astrid non era stata sincera come aveva promesso e si
 
addormentò con una sensazione, un senso di colpa che non aveva mai conosciuto prima.
 
In tarda mattinata Donnie e Astrid andarono al porto di New York a visionare con le cinture Niane l’ambiente dove
 
quella sera avrebbero affrontato il famoso Xia Yun, non dovevano lasciare niente al caso. La tartaruga indossava un
 
ciondolo Enerzon, aveva l’aspetto di un bel moro ben piazzato, mentre Astrid si era truccata ed aveva colorato i
 
capelli di nero, non voleva farsi riconoscere per i suoi insoliti colori alieni,  quindi sembravano una coppia di turisti
 
che si era persa e si trovava lì per caso.
            -A me sembra che non ci sia nulla di sospetto, però ho notato che tutte le persone che lavorano qui sono orientali, non c’è nemmeno un nero o un bianco, per cui temo che sia un’organizzazione orientale- disse Donnie.
            -Pensi alla mafia cinese?-
            -Molto probabile-
            -Allora c’è sotto qualcosa di grosso…ma perché le armi orientali?-
            -Una copertura?-
            -Cioè coprono qualcosa con un altro reato?-
            -Credo che ci capiremo di più stasera, adesso andiamo, se restiamo ancora qua siamo sospetti-
Tornati al rifugio trovarono Leo, Karai, Mikey, Beal e Lisad, li attendevano ansiosi di programmare un piano, tutti avevano voglia di avventura.
            -Ma Raph? Dov’è?- Chiese Donnie.
            -E’ in camera, dice che non vuole disturbare Lisad…ha detto che non resta a cena- disse Mikey un po’ irritato.
            -Deve sentire anche lui il piano…- disse Astrid.
            -Glielo comunicherò io più tardi, lasciamolo stare…-commentò Leo.
            -Non lo reggo quando fa così!- si lamentava Donnie, poi passò subito a mostrare i dati che avevano raccolto lui ed Astrid. Il piano era molto semplice, quel magazzino al porto era sicuramente una copertura, dovevano aspettarsi di tutto, quindi Mikey e Lisad sarebbero andati in avanscoperta travestiti da teenager per chiedere i “dolci”, la parola d’ordine, al fantomatico Xia Yun. Gli altri sarebbero entrati di soppiatto per investigare all’interno e prendere di sorpresa eventuali uomini armati.
            -E se poi ci danno davvero i dolci?-
            -Mikey piantala! E’ impossibile che contrabbandino dolci! Ci aspettiamo che ci sia qualcos’altro sotto…ma non sciocchezze del genere!-
            -Un po’ ci spero…-
            -Allora ci pensi tu al cavaliere solitario, Leo?- Disse Astrid ironica.
            -Sì, vado ad avvisare Raph prima che sparisca…ci troviamo un quarto a mezzanotte al porto allo scalo quarantadue!-
 
Leo bussò alla porta di Raph, non si aspettava una risposta e quindi entrò senza indugiare. Suo fratello semplicemente
 
dormiva, non si preoccupava per i guai che avrebbe fatto passare all’umana o a Lisad, semplicemente ronfava
 
tranquillo emettendo qualche sibilo e sbuffo.
 
            -RAPH!-
 
La tartaruga in rosso fece uno schizzo e si ritrovò in piedi cercando inutilmente i sai, che aveva rimosso
 
per fare il pisolino.
 
            -Che diavolo Leo! Ma che ti è preso!-
            -Bè…invidio tanto questa tua capacità di fregartene del mondo! Vorrei riuscirci anche io qualche volta…-
            -Non so quante altre volte dovrò ripeterlo, ma io non sono perfetto come voi… E’ inutile stare a pensare e poi non ho combinato nessuno guaio con l’umana-
            -Forse non ancora…comunque il piano è semplice ci troviamo al porto alle undici e quarantacinque. Mikey e Lisad faranno da esca, noi entreremo nel magazzino per vedere realmente cosa c’è dietro. Porteremo le cinture per sicurezza e non voglio ripeterlo centinaia di volte come al solito: dobbiamo fare i ninja, muoverci nell’ombra, in silenzio e studiare la situazione, non attaccherai il primo bullo che ti capiterà a tiro solo perché ti prudono le mani, sono stato chiaro?-
            -Seh…-
            -A stasera, e non fare tardi per colpa di quell’Alina-
 
Leo se ne andò sbattendo la porta. Da quando Raph e Lisad avevano litigato era veramente dura avere una
 
conversazione costruttiva, suo fratello aveva perso quell’equilibrio trovato con tanta difficoltà nel rapporto con la
 
Niana, ma del resto Raph era Raph e doveva sempre trovare il modo di rovinare tutto.
 
Il tempo non passava mai e la tartaruga in rosso non vedeva l’ora di incontrare la bella e dolce Alina. Certo non era
 
preso come Mikey per Isabel, Lisad gli aveva passato le sensazioni del fratello e poteva paragonare i due stati
 
d’animo. In effetti il pensiero di Raph era concentrato non solo su quello che ne poteva venir fuori da una relazione,
 
ma anche dal desiderio di dimostrare ai fratelli che anche come tartaruga sarebbe piaciuto ad Alina. Il dubbio lo
 
tormentava comunque, doveva capire come arrivare al cuore dell’umana.
 
Finalmente arrivò l’ora di uscire, Raph aveva evitato i fratelli, soprattutto i loro sguardi accusatori, sgattaiolò fuori
 
dal rifugio utilizzando al meglio le sue capacità di ninja. In poco tempo arrivò al cinema alle venti in punto e vide
 
arrivare la ragazza. Trattenne la bavetta per darsi un contegno: Alina aveva una minigonna non troppo corta ma di
 
effetto, il resto nemmeno lo notò troppo nel dettaglio.
            -Sei un schianto stasera!-
            -Grazie…tu invece ti vesti sempre uguale…non sarai mica come quei pazzi serial killer che hanno l’armadio con gli indumenti, scarpe e calzini tutti uguali?-
            -Ehm…no è mancanza di fantasia…- e pensava- sono solo un mostro verde che di solito non se ne fa di un bel nulla dei vestiti!-
            -Non mi chiedi niente?-
Raph sapeva che quella mattina Alina doveva fare qualcosa ma proprio non gli sovveniva, finse di saperlo e disse qualcosa a caso.
            -Ma sì certo…-
            -Avevo il test all’università!-
            -Scusami…ma non ho idea di come funzioni l’università…non ho mai fatto un test…ma come è andata?-
            -Non lo so ancora…-
            -Allora vedi? Che te lo chiedo a fare?-
            -Per chiedere le impressioni…ma vieni da Marte?-
            -In un certo senso sì…comunque…come pensi sia andata?-
            -Credo bene, ero molto tesa ma poi ho risposto a tutte le domande senza troppi problemi, sono soddisfatta…allora cosa andiamo a vedere?-
 
Il cinema offriva tre scelte, una commedia romantica, un film di guerra, uno di quei film con la trama intricata ed
 
incomprensibile per intellettuali. Raph ovviamente avrebbe scelto quello di guerra, ma sapeva che non sarebbe
 
piaciuto ad Alina per cui la lasciò libera di decidere per l’ovvia commedia romantica.
 
            -Sei sicuro che ti piacerà? Non lo fai per farmi piacere?- Chiese Alina.
            -Ehm…sì…preferirei quello di guerra…ma la commedia almeno ci farà ridere, credo che possa andare-
            -Ok mi hai convinto…-
            -Il cinema però lo offro io!-
            -Va bene! Ti lascerò fare il cavaliere-
 
Una volta entrati Alina strattonò Raph fino a dei posti centrali in galleria in modo di avere un po’ di privacy. Finché
 
la luce era accesa lui era in salvo, ma una volta spenta non sapeva cosa sarebbe successo. Quella ragazza era
 
imprevedibile, ieri lo aveva baciato e lui era rimasto come un pesce essiccato lì a fissarla. Non sapeva come
 
comportarsi, se assecondarla o fare il prete cattolico come gli avrebbero suggerito senza dubbio i suoi fratelli. Di
 
certo non se la sentiva di guidare la situazione, era stato spavaldo di fronte ai fratelli mostrandosi sicuro di sè, ma era
 
una bugia che aveva raccontato anche a se stesso. Intanto Alina parlava del test, delle domande che aveva trovato
 
difficili e quelle facili. Lui annuiva fingendosi interessato, in fondo era graziosa da guardare, si animava tutta per un
 
nonnulla e senza dubbio metteva molto impegno in quello che faceva, mentre Rebecca, la palestrata, gli era sembrata
 
vuota, noiosa e un po’ snob. Raph smise di annuire e se ne venne fuori con una domanda che certamente poteva
 
essere fuori luogo.
 
            -Senti…ma ti piacciono i rettili?-
            -E’ un gioco psicologico? Mi fai il test anche tu?-
            -Sì…chiamalo test se vuoi-
            -Dipende dal rettile…i serpenti mi fanno orrore, come i coccodrilli…insomma tutti quelli pericolosi…mentre le lucertole diciamo che non mi disturbano…lo sai che i rettili piacciono agli asociali? C’è uno studio su questo. I rettili non dimostrano affetto, al massimo ci tollerano e le persone asociali vogliono un certo distacco…quindi…-
            -E le tartarughe?-
            -Sono rettili le tartarughe?-
            -Ehm…sì…-
            -Non lo sapevo…bè sono simpatiche, però ho visto che ce ne sono di aggressive-
            -Non puoi immaginare quanto!-
            -Stai parlando di quella leggenda assurda delle tartarughe parlanti che se ne vanno in giro a picchiare i cattivi? Sei proprio fissato!-
            -Ma ti piacciono o no?-
            -Diciamo di sì, quelle piccoline negli acquari sono molto carine-
 
Raph era partito da molto lontano, non sapeva come arrivare da quelle piccole creature indifese a lui, il mostro verde
 
che si nascondeva sotto l’ologramma. Per fortuna la luce si spense ed Alina si dimenticò di chiedere che senso avesse
 
quella domanda. Rimase un altro problema, Raph non sapeva che fare, era bloccato, non voleva approfittarsi di quella
 
ragazza così dolce ma aveva imparato da Lisad che le donne non sanno mai cosa vogliono veramente: se fosse stato
 
troppo freddo si sarebbe offesa di sicuro. Allora pensò a cosa volesse lui senza pensare alle conseguenze, senza
 
preoccuparsi se era giusto o no e fu costretto a censurare se stesso. Alina intanto guardava il film e sperava che Raph
 
la abbracciasse, non si capacitava che un uomo di quasi trent’anni non sapesse come comportarsi. Da futura psicologa
 
cominciò a pensare che il problema fosse l’età, forse lui la vedeva troppo giovane ed infantile. Doveva assolutamente
 
chiarire la situazione, avrebbe aspettato una volta seduti al tavolo della pizzeria, intanto era decisa a fare lei il primo
 
passo ed appoggiò la testa alla spalla di Raph. Lui capì al volo e le cinse il braccio intorno alle spalle, era sicuro che
 
non ci fosse nulla di male, lei non poteva sentire le sue squame, l’ologramma denso le ricopriva ed al tatto
 
sembravano pelle umana a tutti gli effetti, quindi anche quell’abbraccio in fondo era un inganno. Il film era decente e
 
risero un po’, alla fine il tempo passò senza grossi problemi, ma Alina sperava anche in un bacio e rimase delusa,
 
doveva assolutamente capire cosa c’era che non andava.
 
Una volta fuori dal cinema non ce la fece ad aspettare ed in mezzo alla strada gli chiese:
            -Raph…senti…ma la mia età è un problema? Pensi che ventitre anni siano pochi?-
            -No perché?-
            -Ho avuto…l’impressione ecco…fossi in imbarazzo…guarda che sono una donna…ho già avuto storie importanti…forse ho un aspetto infantile?-
 
Un altro pregio di Alina era la franchezza, con quel suo fare forse un po’ naive ma deciso lo aveva messo già con le spalle al muro.
            -Tu non hai niente che non va…sono io che ho bisogno di tempo…-
            -E’ per Lisa…non è vero? Sei rimasto scottato ed ora hai paura?-
Alina aveva quella brutta abitudine tipica delle donne di fare le domande e rispondere da sola, ma quella sera quell’atteggiamento che lui detestava era provvidenziale.
            -Sì…non penso a lei ma a tutta la situazione…vorrei andarci piano con te…ho un carattere difficile…-
            -Puoi spiegarmi cosa intendi?…Anche Lisa ha fatto un discorso che non capito…-
            -Sono uno spirito libero, un giorno potrei sparire e tu non mi vedresti più…-
Alina si fermò, guardo Raph con sguardo stupito.
            -Cosa stai cercando di dirmi? Che dobbiamo lasciar perdere? Che non ti piaccio abbastanza?-
            -Non capisci…non si tratta di te…il problema non sei tu…sono io…-
            -Vuoi avere più partner? Perché a me l’idea non piace affatto…-
            -No…sono irrequieto…non potrei vivere una vita normale, forse non potrei mai avere una famiglia, figli…non credo faccia per me…-
            -Magari…cambi idea…-
            -Non lo so…non voglio farti del male…Lisa voleva dirti che sono inaffidabile… è questo che intendeva quel giorno…però voglio provare a conoscerti…voglio che tu mi conosca…me ne darai la possibilità?-
Ad Alina sembrò una sfida, lei poteva aiutarlo, guarirlo da questo male, da questa sua asocialità, lei si sentiva già psicologa, poteva veramente salvarlo da se stesso.
            -Sì…faremo con calma, cercheremo di conoscerci…però volevo sapere…cosa pensi di me?-
            -Non è facile per me da spiegare, quando troverò le parole giuste te lo dirò…ora credo che non sarei in grado…ma mi piaci molto-
 
Lei sorrise, per il momento si doveva accontentare. Finalmente arrivarono alla pizzeria da Antonio’s, avrebbero avuto
 
uno sconto ed Alina poteva così mostrare alle amiche e colleghe il suo nuovo ragazzo. Non fecero in tempo ad entrare
 
che tutti la salutavano, l’abbracciavano, in pratica non sarebbero stati veramente da soli. Raph si sentiva totalmente
 
fuori posto con tutti quegli umani chiassosi, avrebbe preferito trovarsi da solo con Alina, ma per il momento era
 
meglio così. Inoltre doveva tenere d’occhio l’orologio, da dove si trovava gli ci sarebbero voluti almeno venti minuti
 
di corsa pazza sui tetti per arrivare al porto.
            -…Alina…senti, tra poco devo andare…-
            -Ma come? Sono solo le undici e mezzo!-
            -Lo so…ho promesso a mio fratello…-
            -Tuo fratello non può fare le sue cose da sé, ha sempre bisogno del tuo aiuto?-
            -Sì mi dispiace…gli ho promesso che lo avrei aiutato…non mi posso sottrarre-
            -Scusami tanto cosa dovete a fare quest’ora? Mica qualcosa di losco!?-
            -No assolutamente…diciamo che ho un incontro di arti marziali dimostrativo…-
            - E non posso venire anche io?-
            -Mi dispiace è una faccenda privata…-
            -Che peccato…non è una scusa? Ti vedo un po’ a disagio…-
            -Sono sincero…sono un tipo un po’ solitario…tutta questa gente… insomma non mi va proprio a genio…ma davvero devo andare…sono già in ritardo…tu puoi restare con i tuoi amici…-
            -Quindi non mi riaccompagnerai a casa?-
            -La prossima volta-
            -Va bene…- disse delusa - ti accompagno io fuori-
 
Raph uscì da quel putiferio e si ritrovò davanti Alina che lo guardava indecisa su cosa fare. Lui non si mosse,
 
avrebbe tanto voluto baciarla, era davvero graziosa e così tenera con quel sorriso sempre pronto ad
 
illuminarle il viso. Dopo un po’ che si guardavano, fu di nuovo lei ad alzarsi sulle punte ed a baciarlo, stavolta lui
 
ricambiò trattenendosi molto.
            -Passa un buona serata Alina, scusami ancora…mi farò perdonare-
            -Buona notte Raph, non esagerare stanotte e non farti male-
Lei rientrò subito dentro, Raph girò nel primo vicolo ed in un attimo era di nuovo nel suo regno di cemento e ferro.
 
 
P.S. Ciao a tutti! ;-)
Come ho scritto nel titolo, davvero ci sono persone che non sanno che le tartarughe sono rettili!
Raph tenta in modo piuttosto impacciato di avviciniarsi ad Alina, riuscirà a farsi amare per chi realmente è?
Nel prossimo capitolo un po’ di azione…ed ora scappo perché non ho più tempo!
Grazie a chi continua a seguire
Auguro a tutti uno splendido 2017
Altair
   
 
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