Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: _MartyK_    11/01/2017    1 recensioni
Shin Hye è una delle tante ragazze con il sogno di diventare una star del mondo dello spettacolo e far parte di una Idol band. Ma cosa succede se nessuno riconosce il suo talento? Shin Hye è così disperata che per essere accettata si finge... un ragazzo.
Dal Capitolo 1:
Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento. Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente. Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità. La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero? [...] D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non appena gli comunicarono la grande notizia, Youngjae (alias Shin Hye) dovette sbrigarsi e fare le valigie, dando un ultimo saluto alla madre e agli amici.
Addio vita da comune mortale, si disse soddisfatto.
Era sera, all'incirca le dieci, quando si trovava di fronte all'ingresso dell'agenzia. Un mucchio di paparazzi era appostato lì di proposito per sprecare il proprio tempo nel cercare di immortalare i visi perfetti di quei pochi Idol che sgattaiolavano via per una boccata d'aria o semplicemente per fare quattro passi.
Il ragazzo si addentrò nell'edificio, ritrovandosi immediatamente in mezzo ad un via vai di persone: segretari, assistenti, truccatrici, parrucchiere e stylist correvano da una parte all'altra nell'intento di esaudire i desideri dei beniamini degli adolescenti di tutta la Corea del sud.
Un sorrisetto ingenuo spuntò sul suo volto, si chiese se questo sarebbe successo anche a lui in un futuro molto prossimo.

I suoi castelli in aria furono spazzati via da una pacca sulla spalla e la comparsa di un uomo davanti ai suoi occhi.

- Tu devi essere Kim Youngjae!- esclamò quest'ultimo. Il moro annuì.

- Seguimi, ti mostro la camera e i compagni- lo avvisò e lo trascinò con sè verso il piano superiore dell'edificio.
Durante il tragitto parlottò un po', blaterando delle cose a proposito dei ragazzi con cui avrebbe dovuto condividere la stanza.

- Sai, sono simpatici. E insieme formerete un gruppo chiamato BTS, è tutto programmato-

Youngjae si schiarì la voce.

- Esattamente, cosa vuol dire BTS? E' l'acronimo di qualcosa?-

- Vuol dire Bangtan Boys, ragazzi a prova di proiettile. Figo vero? Stando a contatto con i tuoi nuovi amici capirai perchè-

Non voleva trarre conclusioni troppo affrettate, ma il tono di voce del manager si fece più malinconico. O forse era sera tardi e lui stava delirando per il sonno.
Sì, probabilmente era così.
L'uomo bussò varie volte alla porta della stanza e urlò un paio di parolacce che avrebbe preferito dimenticare all'istante.
Sapeva essere un maschiaccio, ma non è che fosse così abituata a sentire cose del genere.
Ad aprire la dannata porta fu un ragazzo coi capelli castani, non troppo alto, ma con un gran bel fisico.
La canottiera nera metteva decisamente in risalto i bicipiti poco accentuati e il viso era così dolce che quasi gli venne voglia di stringere quelle guanciotte paffute.

- Lui chi è?- domandò. Se stava rischiando di implodere per l'aspetto fisico, si poteva dire lo stesso per la voce. Così sublime, delicata.

- Come chi è? Il tuo nuovo compagno!- il manager scosse affranto la testa e li salutò inchinandosi, per poi abbandonarli sull'uscio della porta.
Il castano squadrò Youngjae da capo a piedi, manco fosse un insetto portatore della malaria o di qualsiasi altra malattia infettiva e mortale.

- Come ti chiami?- fece il moro, timidamente.

- Jimin. Park Jimin- incrociò le braccia al petto e assottigliò gli occhi.

- Wow, io sono...- lo bloccò prima ancora che potesse proferire parola.

- Non me ne fotte niente del tuo nome. Tu ora condividerai la stanza con noi, seguirai le nostre stesse lezioni e basta. Nulla di più, nulla di meno chiaro?-

Youngjae rimase a dir poco basito. L'apparenza ingannava eccome, se avesse saputo se ne sarebbe scappato in un'altra stanza. Magari anche singola.
Si chiuse la porta dietro le spalle e si lasciò sfuggire un sospiro.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì si ritrovò vittima di tre paia di occhi curiosi che lo fissavano senza sosta. Sentì le guance andare a fuoco, era pur sempre una ragazza. Il tizio che stava bello disteso sul letto scese giù e gli si avvicinò - fin troppo - sfarfallando le ciglia e assumendo un'espressione da perfetto aegyo.

- E tu chi sei?- e lo chiese con la voce più coccolosa del mondo. Mancava poco che vomitasse arcobaleni.

- Kim Youngjae, piacere- il moro stese la mano, ma il ragazzo non la strinse. Si limitò a dire che voleva battere il cinque e così fecero.

- Che lineamenti delicati, sicuro di essere un ragazzo?- fece un altro, avvicinandosi.
Ci mancava pure qualcuno che sospettasse della sua vera identità. Per fortuna era ironico, infatti il tizio che stava incollato ad un videogame ridacchiò.

- Io sono Yoongi, ma puoi chiamarmi Suga, dato che staremo nello stesso gruppo. Quello coi capelli castani è Taehyung e il simpaticissimo leader è Namjoon. E poi beh, Jimin, il nostro apatico e sexy ballerino-

Scoppiò un boato di risate generali. Il diretto interessato rivolse a tutti il dito medio senza fare troppe storie.
Youngjae tirò un sorriso forzato e fece per poggiare la sua pesante valigia sul primo lettino capitatogli a tiro, quando Namjoon lo bloccò.

- Tecnicamente quello è il mio letto, ma se vuoi possiamo dormire insieme!- altre risate. Il moro sgranò gli occhi e si inchinò ripetutamente in segno di dispiacere.
Riprese la valigia e si guardò intorno.

- Quindi dov'è che dovrei..?-

I ragazzi puntarono lo sguardo su Jimin, il quale fece segno di non dirglielo. Li minacciò addirittura di morte prematura.

- Il letto sopra quello di Jimin è l'unico rimasto libero- fu Taehyung a parlare.
E fu l'unico a beccarsi sgridate e pacche alla schiena non proprio affettuose. Perchè si comportavano in quel modo strano ancora non lo capiva.
Jimin sbuffò e roteò gli occhi al cielo, Youngjae nel frattempo si sistemò meglio sul suo nuovo letto.

- Yah, te lo dico una volta per tutte: prova a combinare casini e dirò a Nam di cacciarti dal gruppo!- il castano raggiunse l'altro sul letto e lo prese per il colletto della felpa, risultando ancora più minaccioso.
Il moro deglutì rumorosamente e annuì, chiedendosi mentalmente cosa aveva combinato per meritarsi un compagno di stanza asociale e scontroso.
Jimin, dal canto suo, mollò la presa solo per seguire il consiglio degli altri membri. Scese dal letto, non prima di aver lanciato un'occhiataccia a Youngjae.

- Bene, con le presentazioni siamo a posto. Domani ci aspettano delle lezioni stancanti, buonanotte a tutti!- Yoongi sventolò una mano davanti agli occhi degli altri e si sporse per spegnere l'unica abatjour che illuminava quel buco di stanza.
Gli amici esclamarono in coro buonanotte, tutti tranne Youngjae.
Era tutto così diverso. Non si sarebbe abituato in fretta, sperò almeno di riuscire a prendere sonno.

Il suo stato d'animo? Ansia, inquietudine.
Con un pizzico di paura per il futuro.
















* * *




















Il mattino non fu da inserire nella lista di quelli migliori, anzi. Giurò che nessuno era peggio di Kim Namjoon quando si trattava di scaraventare giù dal letto i suoi hyung. Alla fine aveva fatto le ore piccole, poteva aver chiuso occhio per cinque ore scarse e il bello è che era così presto che il sole non era ancora sorto.
Il ragazzo saltò sul suo letto e si buttò a peso morto sulla sua schiena.

- Youngjae hyung, svegliati!- mormorò muovendosi addosso al povero ragazzo e sbattendo pugni sul suo cuscino. In risposta ricevette un grugnito da parte dell'altro.

- Oh andiamo, se non saremo in piedi per le sei l'insegnante ci ammazza- si lamentò Namjoon. Youngjae parve svegliarsi.
Si prese tutto il tempo necessario per sospirare, strizzare gli occhi e stiracchiarsi, fino a quando non si ritrovò il viso del leader a due centimetri dal suo.
Spalancò gli occhi - per quanto sia possibile per un coreano - e il respiro sembrò fermarsi per un istante.
Data la sua naturale incapacità di socializzare con esseri di sesso maschile, non gli era mai capitato in vita sua di stare ad una certa distanza da un ragazzo, nè tantomeno si era sognata principi azzurri e cose simili.
Eppure voleva che quel momento non finisse mai, nonostante le sue guance non la pensassero allo stesso modo.
Jimin salì la scaletta poggiata sul letto del moro e raggiunse i due, accomodandosi senza che nessuno gliel'abbia chiesto.
Educato il ragazzo, pensò ironicamente Youngjae.

- Yah voi due, non azzardatevi ad amoreggiare davanti ai miei occhi! Namjoon fuori di qui, tu alzati e non dire una parola- ordinò, manco fosse il capitano della marina militare.

- Si può sapere che ore sono?- sbottò Yoongi con un sonoro sbadiglio.

- Le cinque e mezza, se non ci sbrighiamo la profezia di Nam si avvera- replicò Jimin.
I quattro ragazzi si vestirono in fretta e furia, ma non si poteva dire lo stesso di Youngjae. Aspettava il momento giusto, quello del bagno libero.
Appena potè, si fiondò dentro senza che nessuno se ne accorgesse.
Si chiuse la porta e si lasciò andare, caricando il suo peso sulle ginocchia e poggiando la testa su di esse, esausto.
Già, ancora doveva iniziare la giornata e lui era stanco.
Andò davanti allo specchio e fissò a lungo l'immagine riflessa: non negò che la sua versione maschile era piuttosto sexy.
Levò la felpa del giorno prima, buttandola nella cesta dei panni sporchi, e con essa levò anche la fasciatura per far sì che non si notasse il seno (sebbene non avesse chissà quali tette).
Si lavò e s'improfumò, chiedendosi se fosse il caso di indossare un'altra volta quella stramaledetta fasciatura. Dava fastidio e pizzicava se eri sudato.
Poi si ricordò delle parole di Mi Sun, ovvero di indossarla sempre, e quindi a malincuore se la rimise.
Per il look da palestra optò per una tuta grigia e delle scarpe da ginnastica, il tutto abbinato ad una fascetta blu notte per i capelli nel caso si ritrovasse bagnato fradicio a fine giornata.
Si dette un'ultima occhiata allo specchio e cavolo se sembrava una ragazza! Sperò davvero che nessuno lo scoprisse.
Stava per uscire dal bagno, quando udì una voce alquanto stridula e familiare.

- Youngjae, muoviti ed esci di lì! Ci sei morto per caso?- nientepopodimeno che Park Jimin in tutta la sua calma e tranquillità. Sbuffò dai nervi e rispose.

- Se mi dai tempo esco-



















* * *
















La sala da ballo era davvero enorme, con il pavimento in legno e uno specchio che copriva l'intera parete che avevano di fronte.
C'erano due insegnanti, un uomo e una donna. Youngjae ebbe modo di capire che quei due messi insieme rendevano il training un inferno.
Da quando avevano iniziato non aveva fatto altro che sorbirsi i loro scleri e le loro urla: fai questo, fai quello, il piede in avanti, più emozione, non incrinare la voce, la mano sul fianco destro eccetera.
Era sul punto di una crisi di nervi e i compagni se ne accorsero. A differenza sua, loro erano piuttosto bravi.
Certo, Namjoon a volte era un po' impacciato, ma tutto sommato se la cavava.
Yoongi invece era pigro, ogni cinque minuti venivano sprecati in sorsi d'acqua e occhiate allo specchio.
Taehyung resisteva e anzi, quando poteva gli si avvicinava e lo aiutava coi passi.

E poi c'era Jimin. Solo Dio sapeva quanto era bravo.
Inutile dire che aveva la stoffa per diventare Idol, peccato per il carattere di merda che si ritrovava.



Verso le undici i due insegnanti decisero di fare una breve pausa, permettendo a tutti di prendere aria e magari anche scolarsi due litri d'acqua.
Youngjae si sedette in un angolino, portando le ginocchia al petto e circondandole con le braccia.
Aveva male dappertutto, non si muoveva per così tanto tempo da... neanche se lo ricordava.
Vide Yoongi, Namjoon e Tae divertirsi ai videogame, dato che era proibito usare computer e cellulari.
Ecco, quella era una piccola regola a cui non dava peso: il suo cellulare era ancora in funzione e potevano arrivargli telefonate da un momento all'altro.
Scosse la testa e decise di non pensarci, soffermando il suo sguardo sulla figura di Jimin.
Alla maleducazione e all'essere poco socievole si aggiungeva pure il narcisismo.

Storse la bocca nel vedere come si contemplava allo specchio, portando una mano ai capelli e tirandoseli indietro, provando sguardi ammalianti e sorrisetti a dir poco perversi.
Il colmo venne quando si tirò su la maglia, mostrando gli addominali.
Credette di svenire con un filo di bava alla bocca, perchè sì, pur essendo poco accentuati, lo rendevano un vero schianto.
Si sfiorò una guancia e non si meravigliò di sentirla calda sotto al suo tocco. D'un tratto vide il castano avanzare verso di lui e sussultò.

- Ma che guance rosse! Cos'è, hai la febbre o ti piace qualcuno?- gli sussurrò strafottente all'orecchio.
Youngjae non potè fare a meno di sgranare gli occhi e levarselo di dosso, posando le mani sul petto e spingendolo via.

- Non rompere- borbottò imbronciato. Jimin ridacchiò e si tirò su, tendendo la mano verso il moro.

- Come sei gentile!- esclamò in modo sarcastico.

- Vedi di dimagrire di almeno due taglie. Non voglio palle di lardo nel mio gruppo- lo scimmiottò l'altro.
Il ragazzo scansò la mano di Jimin e si alzò da solo, rivolgendogli un'occhiata gelida.

- E tu vedi di crescere in altezza, lo sai che le ragazze adorano gli uomini alti- ribattè in risposta.

Il castano spalancò la bocca così tanto che per poco temette di farla arrivare a terra.
Alzò l'indice accusatorio e gonfiò il petto, facendo per dire qualcosa ma bloccandosi l'attimo successivo.

- Come-come... ti permetti?!-

Youngjae sorrise soddisfatto e gli tirò una spallata, superandolo e raggiungendo gli altri tre. Jimin aveva ancora un'espressione scioccata in viso.

- Senti da che pulpito! Sarai alto sì e no un metro e un puffo!- urlò mettendo le mani a mo' di megafono.
Borbottò mugolii incomprensibili all'orecchio umano e si grattò il braccio, un po' imbarazzato per ciò che si era sentito dire.
Il resto della prima parte della lezione proseguì bene, i ragazzi eseguivano correttamente i passi e gli insegnanti non li riprendevano troppe volte.
Fino a quando, a fine lezione, la donna non si avvicinò a Youngjae e gli mise una mano sulla spalla.

- E comunque Park Jimin ha ragione, dovresti dimagrire. Non voglio sembrare crudele, ma è per il tuo bene. Insomma, hai mai visto un Idol con forme arrotondate?- sdrammatizzò.

- Già, però...-

- Non preoccuparti, noi siamo qui per questo. Faremo di tutto per farti dimagrire e raggiungere il peso ideale: innanzitutto dovrai fare la dieta, poi dovrai allenarti di più rispetto agli altri. Okay?-

Youngjae abbassò lo sguardo e annuì, arreso al proprio destino.

- Bene. Raggiungi gli altri, vedo che ti stanno chiamando- la donna si sporse in avanti e sorrise.
Yoongi e Taehyung lo affiancarono con pacche alla schiena.

- Hyung, ti va una partita a basket?-


***
Annyeong popolo! Finalmente ho avuto un po' di tempo libero per postare, la scuola è chiusa perchè c'è neve ovunque ahaha :D e niente, come avrete ben notato qui inizia la vita di Shin Hye in versione maschile, poverina ;) ringrazio chi segue la storia e chi la recensisce, mi rendete davvero felice! Scappo via, bacioni e a presto!! _MartyK_ <3
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: _MartyK_