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Autore: Crilu_98    11/01/2017    4 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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C’era qualcosa di strano nell’aria, tutta la foresta lo avvertiva. Nonostante non fosse ancora giorno, tutti gli animali si fermarono ed affinarono i sensi, cercando di capire cosa stesse per accadere. Anche nel branco di lupi che aveva fatto di quel bosco intricato la sua tana serpeggiava una certa agitazione: i più piccoli fiutavano odori mai sentiti prima ed erano confusi dalla cautela degli adulti, che invece di lanciarsi sulle prede le lasciavano scorrazzare nel loro territorio.
Amka, la compagna dell’alfa, aveva il compito di tenerli a bada e fu così che si accorse che mancava qualcuno; voltò il muso candido dietro di sé ed individuò subito la bambina accovacciata tra le possenti radici di un faggio. Trotterellò verso di lei e le tirò dolcemente una ciocca di capelli biondi con le zanne per attirare la sua attenzione.
La bambina, vestita di un semplice abito grigio e con un mantello rosso troppo grande per lei poggiato sulle spalle, posò lo sguardo sulla lupa che le si era accovacciata a fianco. Aveva degli occhi di un magnetico colore verde che sembrava riflettere la folta vegetazione che la circondava; erano troppo grandi per il suo viso ed uniti alla corporatura gracile e smunta la facevano sembrare più piccola della sua età.
Amka uggiolò.
“Cosa ti turba, cucciola d’uomo?”
La bambina sbatté le palpebre, continuando a fissare le piante attorno a sé e giocherellando distrattamente con un ramoscello raccolto da terra.
-Nulla, madre.-
La lupa scoprì i denti con un basso ringhio.
“Non tentare d’ingannarmi!”
-Va bene, c’è qualcosa che mi turba!- ammise infine la bambina.
“Parla.”
-La foresta è inquieta, sembra che stia aspettando qualcosa. Gli animali si comportano in modo strano e anche voi non ci guidate nella caccia! Rimaniamo fermi qui… A fare cosa?-
Amka sbadigliò e si grattò il ventre con una zampa.
“Non è solo questo a preoccuparti, cucciola d’uomo, lo sento. Cos’altro c’è?”
La bambina sospirò:
-Il mio vestito si è accorciato. Prima dell’inverno mi passava sotto al ginocchio e adesso lo copre a stento.-
“E quindi?”
-Non lo so. E’ solo che io non sono un lupo e ogni giorno che passa mi chiedo cosa ci faccio qui.-
“Sei qui perché noi ti abbiamo accolta, molte lune fa, mentre vagavi sperduta nel freddo dell’inverno. L’hai forse dimenticato?”
-No, certo che no! Ma anche i più piccoli tra i cuccioli mi superano nella corsa! Le mie gambe sono troppo deboli per reggere il loro passo, le mie mani non hanno artigli e non ho una pelliccia che mi protegga dal freddo.-
Amka restò qualche minuto in silenzio, lanciando di tanto in tanto delle occhiate ai cuccioli agitati.
“Quello che dici è vero. Anche se speravo che questo giorno non arrivasse mai.”
-Madre, io non capisco…- mormorò la bambina, balzando in piedi preoccupata. Amka la imitò e la invitò a seguirla con un cenno del capo mentre si inoltrava tra gli alberi.
“Quando ti incontrammo, tutto il branco capì subito che non eri solo una cucciola d’uomo. Comprendevi il nostro linguaggio e quello degli altri animali e nulla sembrava spaventarti… Comprendemmo che se la foresta ti aveva protetta e lasciata sopravvivere per un’intera notte da sola dovevi avere qualcosa di speciale. Hai anche imparato a cacciare con il branco: nessun altro uomo l’avrebbe mai fatto. Il destino ti ha portato da noi e adesso, purtroppo, ti reclama indietro.”
La bimba si arrestò, arricciando il naso e fiutando l’aria.
-Quest’odore… Stiamo seguendo una pista!- esclamò, sgranando gli occhi -Perché? Dove mi stai portando?-
Amka continuò imperterrita a camminare a ritmo sostenuto, in alcuni tratti sembrò quasi correre.
L’inverno non era ancora del tutto finito e una brezza pungente spirava sibilando tra gli arbusti; con il passare dei secoli gli alberi erano cresciuti fino a creare un vero e proprio soffitto di rami e foglie che ostruiva quasi completamente il passaggio dei raggi del sole. Solo in alcuni punti la luce riusciva a filtrare quell’intricata copertura e si riversava potente ad illuminare piante e fiori dai colori vividi ed accesi; il resto della foresta, invece, era immerso nella penombra. Ma l’ambiente tetro e male illuminato non sembrava turbare affatto la bambina, abituata a correre con il branco in quel bosco da tre anni. Tre anni in cui aveva quasi dimenticato il volto della sua vera madre, la sua voce gentile e gli occhi pieni d’amore; non aveva ricordi netti del suo villaggio o della sua vita prima del branco.
Rabbrividì, invasa dalla malinconia: aveva sempre saputo che quel luogo non era il posto giusto per lei. Eppure, dopo aver perso di vista la sua mamma mentre andavano a far visita alla nonna malata, il branco era ciò di più simile ad una famiglia che avesse avuto. Certo, i primi tempi aveva cercato di tornare indietro, ma per quanto si sforzasse non era mai riuscita a ritrovare la via di casa. Non ricordava, o forse, inconsciamente, non voleva ricordare: vivere con i lupi aveva acuito la sua mente e sapeva con dolorosa certezza che neanche sua madre era rientrata al villaggio, quel giorno.
Il bosco era così diventato anche la sua tana: aveva imparato a riconoscere gli odori, a seguire le tracce e ad identificare ogni suono. A volte le sembrava di essere stata inghiottita da quella foresta fino a diventare una parte di essa e temeva di non essere più in grado di sopravvivere lontano dai lupi, tra i suoi simili. Espresse i suoi dubbi ad Amka, ma la lupa la liquidò con un gesto secco della coda.
“Quando troverai il tuo posto nel mondo, cucciola d’uomo, non perderai tempo prezioso nel chiederti se puoi davvero fermarti lì oppure no. Ma non devi temere, non sarai sola.”
La bambina puntò i piedi, infastidita:
-Cosa vuoi dire? Basta, non farò un passo di più se non mi spiegherai cosa significa tutto questo!-
“Sei testarda ed è un bene, ma vedi di non scadere nell’ottusità degli umani! Non tutto si può spiegare, alcune cose puoi solamente… Viverle. Sappi solo che avrai una grande responsabilità sulle spalle: qualcuno è entrato nella foresta in cerca di aiuto. Scappano da qualcosa e tu dovrai condurre tutti al loro destino.”
-Destino, responsabilità… Sono cose troppo grandi per me. E le tue parole sono così confuse! Come faccio a portare a termine il mio compito se non conosco nulla del mondo al di fuori del bosco?-
“Tutto ciò che hai bisogno di conoscere è già dentro di te. Fidati del tuo istinto e ricorda i nostri insegnamenti, anche nei momenti più bui. Soprattutto in quelli.”
Amka si voltò verso di lei, scrutandola con i suoi luminosi occhi scuri.
“Io non posso andare oltre: prosegui dritto e sbucherai in una radura nascosta. Da lì in poi dovrai cavartela da sola.”
La bambina si inginocchiò e circondò il grande capo della lupa tra le braccia:
-Grazie, Amka. Non vi dimenticherò!-
“Buona fortuna, cucciola d’uomo.”
La bimba si inoltrò tra gli arbusti, incurante dei rovi che le graffiavano le gambe pallide: era tesa e non smetteva di arrovellarsi su cosa l’avrebbe aspettata in quella radura sconosciuta.
Ad ogni passo avvertiva nettamente un nodo che si stringeva alla bocca dello stomaco e fremeva dal desiderio di tornare indietro di corsa, raggiungere Amka e supplicarla di poter rimanere nel branco.
“Non voglio un destino, non l’ho mica chiesto io!” pensò, con un moto di stizza. Ma sapeva perfettamente che la lupa l’avrebbe biasimata per la sua mancanza di coraggio, perciò si costrinse ad andare avanti. Finalmente si ritrovò in uno spiazzo erboso illuminato da uno dei rari raggi di luce che penetravano nella foresta e si guardò intorno, incuriosita dalle gocce di rugiada che creavano strani percorsi sui fili d’erba. Era così intenta nell’esplorazione che non si accorse subito della ragazza inginocchiata al margine della radura. Stava piangendo con la testa tra le mani.
Dimostrava all’incirca diciott’anni ed aveva dei lineamenti fini e straordinariamente belli; sebbene le guance fossero bagnate dalle lacrime, si intuiva sotto quel rossore un incarnato bianco e sano. Le scarmigliate ciocche nere ed arricciate arrivavano a malapena a sfiorarle la clavicola; la bambina non poteva stabilirlo bene perché era seduta, ma le sembrava anche molto alta. Era vestita con abiti semplici, quasi servili, di uno scialbo color marrone, ma tutto in lei suggeriva un’idea di nobiltà d’animo e di sangue.
La ragazza balzò in piedi, allarmata dal fruscio del mantello, e sbarrò gli occhi castani nel vederla:
-Chi sei tu? Cosa ci fai qui?-
La bambina avrebbe voluto tanto avere pronta una qualche frase rassicurante, ma non era brava con le parole: tra gli animali si comunicava soprattutto con i gesti ed i fatti.
Perciò si avvicinò stampandosi in faccia un sorriso rassicurante, ripromettendosi di non allarmare la ragazza che, a quanto sembrava, era l’incarnazione del suo misterioso destino.
“Ehi, tu!” le bisbigliò una voce. La bimba gettò un’occhiata veloce al cardellino che aveva richiamato la sua attenzione:
“Ce n’è un’altra a destra del vecchio faggio, più ad ovest! Vedi di portare questi intrusi fuori dal nostro bosco!”
Lei chinò la testa come ringraziamento: non le sembrava adatto mettersi a parlare con gli uccelli davanti a quella ragazza evidentemente scossa.
“Beh, sembra facile: devo solo condurla da quest’altra ragazza ed è fatta!” pensò, ottimista.
Ma come si chinò verso la sconosciuta per prenderle la mano ed invitarla a seguirla, questa lanciò un urlo terrorizzato.
 
 
 
Angolo Autrice:
Ho iniziato a scrivere questa storia per gioco, poi si è evoluta in una trama molto più complicata di quanto avessi preventivato e mi sembrava un peccato lasciarla a marcire nel mio computer… Quindi ho deciso di pubblicarla J i primi capitoli non sono granché, era un pezzo che non scrivevo una storia di fantasia e mi ci è voluto un po’ per riprenderci la mano… Spero comunque che la storia vi piaccia e sarei molto contenta se mi lasciaste qualche parere!!!
Non so ancora con quanta frequenza la aggiornerò, perché è ancora in fase di stesura…
A presto (spero)
 
Crilu 
   
 
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