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Autore: Aggrodolce    12/01/2017    1 recensioni
L'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza.
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Fanfiction su Hannibal e Will correlata alle puntate 12 e 13 della seconda stagione. Ispirata alla canzone "La canzone dell'Amore Perduto" di Fabrizio De Andrè.
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Canzone dell'Amore Perdut
 


“Ricordi, sbocciavan le viole
con le nostre parole
« Non ci lasceremo mai, mai e poi mai... » ”


Lo studio sta lentamente perdendo colore. Fogli e risme di carta bruciano vivide nel camino, libri cadono, ormai inutili, dagli scaffali. Parole si sciolgono al calore delle fiamme ardenti, rosse, passionali, senza pietà. L'inchiostro perde lentamente consistenza e diventa un tutt'uno con la legna, lasciando bruciare la carta che muta in cenere. Decine e decine di ore del tempo di Hannibal Lecter svaniscono come neve al sole, grazie al fuoco e alle mani sue e di Will Graham. Quante persone aveva aiutato, quante ne aveva analizzate. Quante ora per lui non significheranno altro che cenere in un camino, freddo e abbandonato.
Hannibal osserva Will gettare fogli e appunti in quel piccolo inferno senza ritorno, metafora perfetta di ciò che sta per accadere.

« Potremmo partire stanotte».

È un invito. Ciò che Hannibal bramerebbe più d'ogni altra cosa. Abbandonare tutto ciò che lo tenga lontano da Will, dedicarsi solo a lui, completamente.
Egli è davanti a lui. Gli dà le spalle, rivolto al camino. È capace di far provare ad Hannibal emozioni di cui forse non era neanche conscio. Una danza sfrenata, un turbine ipnotico senza freni gli monta nel petto ogni qual volta lo sguardo di Will Graham incontra il suo, lontano da qualsiasi concezione la normalità può, o potrebbe, delimitare.
Nessuno è in grado di arrestare un maremoto, nessuno può bloccare il crescere dell’acqua sino a che essa non si getta violenta sulla riva, lasciando centinaia di vittime dietro sé. In quello stesso modo Hannibal si dedica a Will. Nulla importa, non le persone che potrebbe ferire, non il luogo in cui vivranno, non le conseguenze che li coglieranno. È un’onda incontrastata, immersa in un mare colmo di affetto, ma contaminato dalla follia.
È sicuro di sé, è sicuro di loro. Di lui e di Will, insieme. Perciò ha avanzato quella proposta tanto semplice quanto terribilmente complessa. Anni ed anni di inganni, decine di esistenze sono state spente come fiamma di candela; Hannibal non ne è nostalgico, ma attribuisce ad ognuna di loro un significato preciso, e nonostante ciò, presto verranno cancellate per sempre, rendendo vano il lavoro di una vita. La sua vita da rinomato psichiatra, ogni tassello di quell’esistenza era meticolosamente ricamato da mano precisa ed attenta, ed ora, guardando Will Graham, quello che precedentemente era un meraviglioso mosaico di morbida stoffa si sta riducendo ad un lavoro ad uncinetto al quale viene tirato un filo e di cui presto rimarrà solo una lunga, inutile matassa.
Ma Hannibal sa che ora Will si fida di lui. Sa che lo ha visto, spoglio di ogni maschera e non si è tirato indietro. Sa che Will è come lui e il suo unico desiderio è una vita da passare insieme a qualcuno che possa capirlo e comprenderlo appieno. Qualcuno come lui. Qualcuno come Will, sempre. E per sempre.

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“Vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose,
così per noi.”


 
La lama del coltello affonda nella pelle di Will, sfregiando l'addome. Percorre l'intera pancia, formando un amaro, solitario, sorriso rivolto verso l'alto.
Il sangue fuoriesce dalla carne che pulsa prepotente, macchiando la vecchia camicia di Will; le braccia di Hannibal si arpionano ad essa, stringendo il corpo dell'altro al suo.
La cucina è un lago di sangue. Di Will, di Jack, di Hannibal. Will boccheggia in cerca di aria, fronteggiando il lacerante dolore alla pancia e concentrandosi sulle parole di Hannibal.
«La tazza da the che ho frantumato ha osato ricomporsi».
Tutto è andato perduto. Lo psichiatra sorregge il suo ex paziente e al tempo stesso si aggrappa a lui, per un istante vuole credere che sia tutto come un tempo, che nulla sia appassito, che ancora ogni cosa sia rigogliosa ed in fiore. Sorregge il suo amico. Il suo amore. E soffre più di quanto l’altro non stia facendo.
«C'era un posto per tutti noi, nel tuo mondo. Mi sono mostrato a te, ti ho dato un dono raro. Ma tu non lo hai voluto».

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“L'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.”

 

Hannibal carezza i capelli di Will, negli occhi ha la tristezza di chi soffre e la paura di chi deve abbandonare un porto sicuro per gettarsi in un oceano in tempesta.
Tra quercia e bambù, chi resiste più a lungo alla forza del vento? La quercia è forte e rigogliosa, ma, per quanto imponente, il vento finirà per sradicarla. Il bambù invece, modesto e tranquillo, si piega al vento, danzando con lui.
Hannibal è stato troppo pretenzioso. Era convinto che essere quercia lo avrebbe protetto, anche dall’impetuosità e dalla violenza di Will, che infatti lo ha colpito come il gelido, rigido vento.
La rabbia lo pervade, ma Will non si merita la sua rabbia. Un turbine imprevedibile di emozioni è annidato in Hannibal, mentre non riesce a lasciare Will, tenendolo stretto a sé.
Lo ha punito e ora lo vorrebbe proteggere, ma non può. Troppo orgoglioso per ignorarlo, troppo innamorato per condannarlo.
Lo aveva amato. Lo aveva amato davvero e ora continua a farlo, inevitabilmente, inesorabilmente. È in un vicolo cieco, un punto di non ritorno. Hannibal sa di esservi finito solo e unicamente per causa propria, accecato da colui che ha amato. Solo e unicamente per colpa propria, per colpa di chi, come uno sciocco, ha creduto nell'amore e l'amore ha perduto.
  
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