C'è una ragazza che cerca il senso delle cose nelle cose stesse.
Apre un libro che è un macigno e fa scorrere le pagine fra le dita
Di pagina, ne sceglie una a caso
E la studia come un soldato farebbe incrociando il fuoco nemico
Da piccola le avevano detto che le risposte si trovavano così.
Ora che gli occhi le si fanno lucidi
E sul volto le leggo un cruccio infantile,
Lei mi sorride
Sappiamo che cercherà ancora.
Accanto a lei, un ragazzo con le cuffie in mano
Batte il tempo ,che gli risuona in testa,
Sul vetro scarabocchiato del finestrino.
Sta facendo ritorno da un luogo che doveva essergli piaciuto molto
E sembra maledettamente triste
Come chi si è lasciato alle spalle una parte di sé
Con cui non farà più pace.
Le mani hanno smesso di battere
Chi non vuole pensare finisce sempre per addormentarsi.
C'è poi una bimba dai grandi occhi scuri e vuoti
Che ride di un riso celestiale
E non sembra nemmeno cosa terrena
Quando la vedi rincorrere la voce della madre
Saltando da un sedile all'altro
Ha addosso una sciarpa che le fa da strascico
E canticchia la marcia nuziale
Urla di voler diventar grande, lo pensa davvero
Il treno ride
Non si dovrebbe mai diventar grandi.
C'è un uomo che ha visto troppe cose
E che agli altri piace chiamare pazzo
Le sue labbra si muovono, si
Ma non che una parola gli esca di bocca
Porta una medaglietta al petto
Sa che la sto fissando
E batte quattro colpi in testa
Esattamente quattro, sempre quattro
Dice di trovare sbagliati tutti gli altri numeri
E ride
Alla fine getta un grido
Parla una lingua che non conosco
Si divincola dai mostri nella sua testa
Come una belva in cattività.
La gente ora presa dall'isteria,
Scappa,
Scappano sempre quando non sanno cosa si trovano di fronte
Ma lui non sembra farci caso.
Ora urla un nome
Ulra di lasciar stare quel nome, che è suo amico
Poi si tappa le orecchie come se stesse sentendo uno sparo, forse più di uno.
Cala il silenzio e di nuovo apre la bocca senza proferir parola.
Un uomo impettito lo scorta fino alla fermata successiva
Lo invita a scendere
Ora è lì, sulle rotaie a fissarmi
Si congeda con un saluto militare
E lì aspetta, aspetta che il prossimo treno lo porti chissà dove
Battendo i quattro colpi.
Un uomo sulla sessantina
Stringe al petto una foto stracciata
Che prima aveva tenuta stretta in pugno.
Sembra in lotta con se stesso
Per qualcosa che non vuole lasciare andare.
La canizie gli dona
Come un soprabito troppo largo.
C'è poi una donna messa all'angolo
Ha la testa china
Giurerei stia piangendo
Qualcuno la sta chiamando
E con la voce rotta dal pianto
Sussurra che si, stavolta l'avrebbe lasciato
Incrocio il suo sguardo,
Le sue valigie sono vuote.
Il treno comincia a svuotarsi, siamo vicini al capolinea
Ha un'aria tetra
Infestato com'è degli spettri
Dei morti che si credono vivi.
Ora vedo una madre voltare la faccia alla figlia
Una singhiozza,
L'altra non sente nulla,
Vorrebbe stringerla a se
Ma è stranamente paralizzata
Ha i muscoli atrofizzati dall'apatia
E riesce a mandar giù il groppo in gola solo quando mente.
'Guarda là fuori, mamma
Siamo arrivati a casa'.