Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |       
Autore: Le_sorelle_Laclos    13/01/2017    6 recensioni
Forse, se Josephine non avesse sostenuto sua sorella Oscar, insegnandole ad ascoltare il proprio cuore e spingendola di fatto ad accettare l'amore di André, non sarebbe successo nulla di irreparabile alla famiglia Jarjayes. Ma Josephine non è pentita di ciò che ha fatto, tutt'altro: il destino della sorella minore non poteva che essere fuori da ogni schema, come sempre da quando è nata. Ma per quanto riguarda il destino della stessa Josephine? Esiste davvero anche per lei quella felicità completa che Oscar le scrive di aver trovato? E come si può sperare in un futuro felice, quando, già all'inizio del 1787, la Francia sembra destinata a scivolare inesorabilmente verso il baratro?
Dopo le Le amicizie pericolose, continua lo scambio epistolare tra Oscar "Françoise" Grandier e Josephine de Jarjayes de Liancourt.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Sorelle Jarjeyes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cara Sorella...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. Oscar

 

Hyères, 2 gennaio 1787

 

 

Josephine.

 

Per alcuni giorni il tuo nome è stata l’unica parola di questo foglio. Ogni volta che mi accingevo a scriverti non sapevo come continuare. Non perché non avessi cosa dirti, tutt’altro, ma sai che non amo mostrare il mio cuore; perfino alle tue ostinate insistenze l’ho piegato di rado, e soltanto in questi ultimi mesi.

Due cose mi hanno permesso di andare avanti, vincendo le mie ritrosie e il turbine di sentimenti che, come l’occhio di un ciclone, ha calmato ogni altra emozione intorno a me. La prima, il desiderio di avere vostre notizie. Tue, di nostra Madre, di Nonna Marie, delle sorelle; sia io che André ci chiediamo come vadano le cose a Parigi, se siete state obbedienti al mio consiglio e abbiate procurato lunghi viaggi sicuri, presso la campagna di Hortense o la Normandia degli zii o al sud; e se anche nostro Padre abbia convenuto che fosse la cosa migliore per tutti. Non ti chiedo se mi abbia perdonata, perché odio le domande retoriche tanto quanto gli auspici infondati; ma spero bene che non abbia coinvolto nessuna di voi nella sua ira.

Ho fatto in modo finora che non fossi rintracciabile, e che tu non avessi alcuna notizia sicura (se non la certezza che stiamo bene), proprio per dare a lui l’inconfutabile prova che non sei mia complice, che la mia partenza sia frutto unicamente di una mia scelta o, se preferisce, di una mia follia destinata a perdurare in eterno.

A distanza di settimane, tutti i motivi che mi hanno portato via da voi mi risultano più chiari.

Inizialmente, ero terrorizzata dall’aver visto André con un cappio pendente sul capo. La crudeltà delle corde che lo stringevano, lo stato delle sue ferite, gli abiti a pezzi, lo sai: tutto questo mi ha tolto in un istante ogni desiderio di combattere. Piuttosto, mi ha imposto con prepotenza la vocazione a prendermi cura di lui, in ogni modo possibile. Ricordi? Nemmeno un anno fa iniziammo una fitta corrispondenza con il tuo rimprovero che io non avessi preso a cuore la sua salute, dandomi pace per l’accecamento del suo occhio sinistro. Quel tuo rimprovero è stato costante per mesi: spesso mi hai tacciata d’essere cieca più di lui, e anche se forse non l’hai fatto in questi termini, è ciò che ricordo, ed era vero. Poi, però, ho rischiato di perderlo per sempre. Allora ho scelto di amarlo e di donarmi a lui così com’ero: con tutti i miei errori, e la mia piccolezza, e la difficoltà a fargli sapere quanto fosse importante per me.

 

Quanto tempo sembra passato, Josephine. Se mi vedessi adesso. Pensavo dovessi essere io a curare André, ma mi rendo conto che sia accaduto, che stia accadendo l’opposto. Ho un cuore sano, che non trema più. Teme per voi, naturalmente, e per la Francia, ma è qualcosa di molto diverso da prima. È come vivere su un terreno solido ogni giorno, senza poter mai cadere, qualunque cosa accada.

Ho durato fatica ad abituarmi a questa sorprendente euforia, già, euforia, un’ubriachezza costante nei giorni, che fa girare la testa eppure non toglie lucidità; ho perfino pensato di non meritarla, sulle prime; non di fronte a te, per esempio, o a sua Maestà, donne che meriterebbero la felicità completa e che non la trovano.

Vorrei che mi dessi anche notizie della Regina. La mia lettera deve averle procurato un dolore, ma nel mio solito egoismo ho fidato nella sua generosità, e so tuttora che non mi ha condannata, nonostante il mio addio così frettoloso, così indegno della mia venerazione nei suoi confronti.

E i miei soldati. Loro, forse, sono il mio vero rimpianto. Proprio quando avevo iniziato a capirli, a collaborare con loro, a sentirli amici, la mia vita è cambiata. Mi chiedo chi mi abbia sostituita nel mio incarico presso la Compagnia B, e mi auguro sia un uomo giusto e capace. Non mi aspetto tu vada a indagare, già troppe cose ti ho chiesto per me; ma se ti è giunta una voce sul loro nuovo Generale di Brigata, aggiungila alle altre notizie. Io e André te ne saremo grati.

A proposito di André: si è ristabilito del tutto, ormai. E qui vengo al secondo motivo per cui ti ho scritto. Abbiamo discusso a lungo, e siamo arrivati alla conclusione che non vogliamo vivere come clandestini. Esuli sì, ma non latitanti, perché non c’è colpa nell’aver scelto la libertà insieme. Ecco perché questa lettera reca il luogo in cui ci troviamo, e ti sarà possibile rispondervi. Intestala a Françoise Grandier. Io e André resteremo quaggiù, dove l’inverno reca un tenero calore tra le onde di un mare tranquillo, ancora qualche settimana. Puoi dirlo alla nostra famiglia, non ad altri.

 

Tua,

 

Oscar.

 

 

 

__________

Angolo delle autrici.

 

- Salve a tutti!

Dopo un ragionevole periodo di pausa (più lungo per noi che per le nostre due sorelle Jarjayes, a quanto sembra), torniamo con il nostro racconto epistolare Le amicizie pericolose, che è nato un annetto e mezzo fa alla domanda: “Cosa sarebbe successo se Oscar avesse avuto, tra le sorelle, un’alleata preziosa? Avrebbe capito come aprire il proprio cuore all’amore di André prima dei tragici fatti che li travolsero?”. La domanda era allettante e intrigante, e da tempo avevamo il desiderio di scrivere qualcosa insieme. Ma come conciliare i nostri stili così diversi?
Da qui l’idea di “giocare di ruolo”, prestando ciascuna la propria immaginazione e la propria scrittura a un personaggio preciso, e solo quello, sfruttando il genere dei romanzi epistolari di cui il nostro amatissimo Choderlos de Laclos è stato maestro, con il suo inimitabile
Les liaisons dangereuses del 1782.

 

 

Brevissimo riassunto: ci eravamo fermate, ad aprile scorso, al momento in cui Oscar, dopo l’episodio di Saint Antoine e già consapevolmente innamorata di André, decide di fuggire con lui lontano da casa. Abbiamo seguito il manga, per lo più, fino al bivio finale dove abbiamo deciso una nuova via. Ora siamo in un campo nuovo e inesplorato!

Nella storia passata le due voci principali dell’epistolario sono state quelle di Oscar (impersonata da VeronicaFranco) e Josephine (inventata e caratterizzata a tutto tondo da Pamina71); in quell’occasione abbiamo avuto come ospiti, che ancora ringraziamo con affetto, Sigfrido di Xanten (André), Lucy71 (Madame Marguerite) e il “Censore”, come lo chiama Pamina (il Generale Jarjayes). E stavolta? Lo scopriremo piano piano!

 

Grazie fin d’ora a chi vorrà seguire questo nostro gioco-racconto. Un abbraccio!



le Sorelle Laclos,

alias

Pamina71&VeronicaFranco

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Le_sorelle_Laclos