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Autore: _BlueLady_    13/01/2017    2 recensioni
Fine e Rein: due ragazze come tante, un pò maldestre, esuberanti, con un pizzico di vitalità in più.
Due ragazze come tante, solo gemelle. Una fortuna per molti, una sfortuna per loro.
Soprattutto quando i ragazzi da loro amati dimostrano ogni volta di avere una preferenza per la gemella opposta, anche in estate, in occasione di una vacanza col loro gruppo di amiche.
La domanda sorge spontanea: "Perchè preferiscono sempre lei a me? Cos'ho io di sbagliato?"
Sorgono così gelosia, invidia, frustrazione, rammarico.
"Sarebbe bello, almeno per una volta, essere come lei"
Il desiderio nasce spontaneo, quando prima era soltanto semplice curiosità.
Grazie ad una singolare successione di eventi, che comporterà la realizzazione di un episodio a dir poco straordinario, Fine e Rein capiranno che non è sempre la bellezza fisica la carta vincente che ci rende amabili agli occhi di una persona, e che essere se stessi nell'anima e nel corpo, conservando la propria integrità, è il principio più importante.
Perchè essere amati per ciò che si è, è la cosa più bella che ci possa mai capitare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~ CAPITOLO 10: CONOSCERSI MEGLIO ~
 
- Non ci credo!- ridacchiò Bright divertito non appena udì le ultime parole di Fine.
- Ti giuro che è così!- asserì lei ridendo a sua volta, mentre gli camminava a fianco giocando a fare l’equilibrista sul muretto di un’aiuola.
- Quindi vuoi farmi credere che quando tu e tua sorella avevate sei anni e cominciavate ad imparare a stare in equilibro sulla bicicletta, la prima volta che tua madre ha mollato la bici per farti andare da sola, hai perso l’equilibrio e sei finita dritta dritta dentro un’aiuola di rose?- esclamò il biondo incredulo, con le lacrime agli occhi.
- Non dentro un’aiuola, ma dentro l’aiuola!- lo corresse prontamente Fine - Camelot, la nostra tata che è da sempre vissuta in casa con noi, le aveva appena trapiantate “per rendere più bello e accogliente il giardino” diceva, ed io mi ci sono tuffata dentro con tutte le scarpe, bici compresa! - continuò tra le risate – Avresti dovuto vedere la sua faccia quando sono corsa da lei tutta sanguinante, piangendo come una fontana!-
- Immagino – osservò l’altro con un sorriso – Sarà stata preoccupatissima -
- Ma mica per quello che pensi tu!- lo zittì lei ancora euforica – Credi che gliene importasse qualcosa del fatto che mi fossi graffiata da tutte le parti e avessi una spina conficcata nell’alluce del piede destro? No! È uscita di corsa con le mani tra i capelli strillando: “LE MIE ROSE! LE MIE SPLENDIDE ROSE! COSA HAI COMBINATO, RAZZA DI DISGRAZIATA!”- e a quelle parole accennò una buffa ed esagerata imitazione della povera tata dal pollice verde in preda ad una crisi isterica.
Bright scoppiò nuovamente a ridere nel vedere la turchina cimentarsi nella rappresentazione di quella scena così buffa: - Vi voleva proprio un gran bene – osservò poi, realizzando che alla tata stessero più a cuore le sue rose che le sue figliocce.
- Non farti ingannare dalle apparenze – si affrettò a rispondergli Fine – Camelot è severa e polemica, ma ci vuole un gran bene. Vive con noi ancora oggi, nonostante tutte le pene che le abbiamo fatto passare in questi anni – sorrise - Sai chi è stata a togliermi la spina dal piede, quella volta, dopo che mamma aveva finito di medicarmi tutte le ferite?- domandò, dopo un attimo di silenzio.
- Camelot?- azzardò Bright incerto.
Fine annuì: - Mi ha presa in braccio, mi ha fatta sedere sulla poltrona del salotto, e dopo aver disinfettato un ago da cucito sulla fiamma del fornello, ha cominciato pazientemente a scalzare la spina dall’alluce – si addolcì, rivivendo nella mente quel ricordo lontano – Io strillavo e scalciavo come una furia nel sentire l’ago pizzicarmi la pelle, ma lei nonostante tutto ha continuato imperterrita il suo lavoro, fino a quando non è riuscita a togliermi la spina dal piede–
Alzò lo sguardo verso il biondo, e trasalì nell’incontrare i suoi occhi.
- Le vuoi davvero un gran bene, si vede da come ne parli – disse lui, guardandola con dolce ammirazione.
Fine, presa alla sprovvista ed imbarazzata, arrossì di colpo nell’incontrare quelle pupille sature di sincero interesse per lei, e non poté evitare al suo cuore di perdere un battito.
- C-comunque anche Rein una volta è caduta dalla bici!- esclamò ad un certo punto senza pensare, sentendosi in colpa per essersi messa in luce di fronte a Bright al posto della sorella – Stavamo facendo una gara a chi scendeva più veloce dalla discesa che c’è nel giardino sul retro di casa nostra, e lei ha preso talmente tanta velocità che ha perso improvvisamente il controllo della bici, non ha frenato in tempo, ed è andata a schiantarsi in pieno su uno dei vasi di Camelot, rompendolo in mille pezzi!- esclamò divertita – Anche quella volta Camelot diede di matto, e Rein si ritrovò con un bel bernoccolo sulla fronte, oltre che con un taglio sul braccio così profondo che fummo costretti a portarla al pronto soccorso per farglielo ricucire. Avresti dovuto sentire che strilli che provenivano dall’ambulatorio medico, sembrava quasi un cavallo impazzito!- concluse, scoppiando nuovamente a ridere, ma bloccandosi di colpo quando non udì Bright unirsi assieme a lei alla risata.
Perplessa e confusa voltò la testa in direzione del biondo, che la stava osservando con un’aria ancora più sconcertata e confusa della sua.
Schiarendosi la voce imbarazzata e avvicinandosi un poco a lui - Ho detto forse qualcosa che non va?- domandò, sinceramente preoccupata.
Bright, per tutta risposta, si limitò ad inclinare la testa leggermente di lato: - Di che stai parlando?- le domandò squadrandola con fare interrogativo – Non sei forse tu Rein?- chiese poi.
Fine, allarmata e presa dal panico, deglutì un boccone di saliva amaro ed avvampò di colpo: - C-come dici?- balbettò.
Bright la squadrò nuovamente da capo a piedi, prima di rispondere: - Non sei tu che sei caduta dalla bici tagliandoti il braccio? Perché ne parli in terza persona, come se ti riferissi a tua sorella Fine anziché a te stessa?- affermò, accennando con uno sguardo alla cicatrice che spaziava sul suo avambraccio, prova lampante della verità delle sue parole.
Fine portò istintivamente una mano sulla cicatrice, desiderando con tutta se stessa che la terra la inghiottisse in quel preciso istante: - Oh – esclamò imbarazzata – G-già, che stupida – asserì poi, cercando di mascherare l’enorme gaffe come meglio poteva – E’ che… quell’incidente mi fa sentire talmente a disagio da spingermi a parlarne come se fosse successo ad un’altra persona, e non a me!- disse, cercando di convincersene anche lei.
Il volto di Bright si sciolse in un tenero sorriso, non appena apprese il suo sincero imbarazzo.
- Ah, ma non devi vergognartene!- la tranquillizzò premuroso – A tutti capitano incidenti imbarazzanti!- e rise, permettendo a Fine di sciogliersi in un sospiro di sollievo.
- Del tipo?- gli domandò, stuzzicandolo con lo sguardo.
Bright si ammutolì di colpo.
- No – sghignazzò poi, stuzzicato dalla curiosità della turchina – Se vuoi saperne di più, ti toccherà aspettare un altro giorno – affermò giocoso, dandole un buffetto sulla spalla.
- Sei davvero un infame! Io ti confido i miei segreti più oscuri e tu mi tradisci così!- scherzò Fine a sua volta, fingendosi arrabbiata – Devo pur avere qualcosa con cui ricattarti, se vuoi costringermi a mettermi così a nudo di fronte a te!- ribadì l’altro, stando al gioco – Vuoi dire che hai intenzione di ridicolizzarmi di fronte a tutti i miei amici?!- esclamò lei di rimando con finto terrore – Non sono pronta per questo! Rendermi ridicola di fronte a loro da sola è un conto, ma che ci pensi qualcun altro proprio non so se riuscirò a sopportarlo!-
I due scoppiarono a ridere divertiti, trovando l’uno nell’altra una piacevole compagnia con cui trascorrere il tempo.
Poi un lieve imbarazzo calò tra loro, e ad esso si accodò un istante di silenzio, rotto soltanto dal chiocciare della folla in sottofondo.
- Sai una cosa, Rein?- sentì domandare Bright ad un tratto, dopo una breve pausa di riflessione – Non immaginavo potessi essere così tanto spontanea e alla mano – affermò sincero, gli occhi vivaci che si posavano sui suoi – Ti credevo molto più sostenuta e costruita di quanto non fossi in realtà: il tuo carattere così esuberante ed esplosivo è ciò che mi ha indotto a pensare questo di te – il cuore di Fine prese a scalpitare come una furia in petto temendo di sentire la restante parte del discorso.
“Se con Bright ho combinato un disastro, Rein non me lo perdonerà mai” pensò.
Il biondo continuò, ignaro di ciò che passava nella testa della ragazza in quel momento: - Presa singolarmente, e avendo avuto l’opportunità di conoscerti un po’ meglio invece, trovo che tu sia molto simpatica e autoironica: in questo assomigli molto a tua sorella Fine. Mi hai sorpreso, dico davvero. Non avrei mai immaginato di passare un così piacevole pomeriggio in tua compagnia – e detto questo, si sciolse nell’ennesimo sorriso, invitando Fine a proseguire la loro passeggiata fino a villa Ishsijama, dove si sarebbe concluso il loro appuntamento.
La turchina (rossa, in realtà), accettò di buon grado di essere scortata fino a casa, nascondendo abilmente il profondo sollievo che aveva provato nell’apprendere che con Bright era riuscita a svolgere un ottimo lavoro per conto della sorella, almeno per il momento.
Lo seguì, lasciando che una curiosa sensazione di tepore nata in seguito alle ultime parole che il biondo aveva espresso le scaldassero debolmente il petto, all’altezza del cuore.
Probabilmente era soltanto la soddisfazione di essere riuscita ad attirare l’attenzione di Bright su Rein, come le aveva promesso.
 
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Soddisfazione, era sicuramente quello ciò che spingeva Shade a sorridere sommessamente così di gusto da quando avevano lasciato insieme il locale per dirigersi in cerca di sua sorella e di Bright.
Probabilmente in quel presuntuoso del cugino di Altezza si nascondeva talmente tanto sadismo, da spingerlo a ridere senza ritegno sotto i baffi della sventura capitatale poco fa.
Come poteva biasimarlo, dopotutto? Aveva fatto una figuraccia non da poco, e davanti a Bright, per giunta. Era certa di essersi giocata con quel numero anche la più minima briciola di rispetto e di interesse che il biondo avrebbe mai potuto nutrire nei suoi confronti. Ma del resto, al momento quello era un problema che non la riguardava, visto che Bright attualmente già era convinto di stare uscendo con lei, e non con sua sorella Fine. Avrebbe dovuto affidarsi al carattere dolce e affabile della gemella per poter sperare di far colpo sul suo bel principe azzurro.
Quanto a lei, per quanto le riuscisse difficile anche solo sopportare la vista di quello spocchioso di Shade, non poteva deludere Fine mandando completamente a rotoli il suo appuntamento. Dopotutto avevano fatto un patto, e finché non avrebbero capito come riuscire a tornare nei loro rispettivi corpi, fare buon viso a cattivo gioco con Shade era l’unica possibilità rimasta da sfruttare, se Fine voleva avere anche solo una minima speranza di far breccia nel cuore del bel tenebroso – che poi a lei sembrava più un eremita che uno di quei bad boy da telefilm da far girare la testa, ma il suo era semplicemente un punto di vista diverso.
Più approfondiva la conoscenza con Shade, più si domandava come avesse fatto Fine ad interessarsi a un tipo come lui: lei era docile, dolce, affabile, sensibile, una ragazza d’oro che meritava un ragazzo altrettanto dolce e premuroso pronto a prendersi cura di lei. Lui era… beh, se doveva affidarsi soltanto sul suo parere, non è che restasse poi molto da salvare.
Poteva concedergli il fatto di essere carino, diciamo di bella presenza, se si lasciava correre sul carattere e su tutto il resto.
- Posso farti una domanda, Fine?- lo udì chiederle a un tratto, riportandola coi piedi per terra.
- Eh? Ma sì, certo, dimmi – biascicò, riscuotendosi dai suoi pensieri.
- Il vestito che hai indosso… è stata tua sorella Rein a costringerti a metterlo, oppure l’hai scelto di tua spontanea volontà?- le domandò Shade, squadrandola da capo a piedi.
Rein deglutì a fatica un boccone di saliva amaro, prima di trovare le parole per rispondergli: - Ehm… n-no, l’ho scelto da sola. Perché mi fai questa domanda?- chiese, preoccupata della risposta che avrebbe ricevuto di lì a poco.
Il moro alzò le spalle, disinteressato: - Bah, così… ritengo semplicemente che sia uno stile che si addice di più a tua sorella Rein, che non a te. Tutto qui –
- Stai dicendo che non ti piace?- esordì Rein angosciata, preoccupata di aver fatto un enorme buco nell’acqua. Già il suo appuntamento non era iniziato granché bene, ci mancava soltanto la caduta di stile in fatto di abbigliamento e avrebbe potuto dire addio a sua sorella Fine: sicuramente, se si fosse ripresentata a casa dicendole che Shade non aveva più intenzione di uscire con lei, le avrebbe tenuto il muso per il resto della vita. Il fragile cuoricino di Fine non era pronto per ricevere una simile batosta, non quel giorno.
Shade ridacchiò divertito nel notare la sua agitazione: - Niente affatto – rispose – sto soltanto dicendo che è uno stile più adatto a tua sorella, che non a te. Di solito è lei ad indossare vestitini frou frou e scarpe da bambolina. Si addice di più alla sua personalità da perfettina ed esibizionista che non alla tua più docile e timida. Tu sei più una da jeans, maglietta e scarpe da ginnastica, non so se mi spiego. Sei sportiva, alla mano. Sei una ragazza tutta d’un pezzo, più interessata ad essere che ad apparire. Ti fa onore – asserì convinto, tornando a riportare la sua attenzione all’ambiente circostante.
Rein ascoltò ogni singola parola senza battere ciglio, prima di esplodere nell’ennesima esclamazione di stizza, profondamente offesa dalle parole di Shade.
- Punto uno – asserì acida, piazzandosi di fronte al moro in atteggiamento di sfida – questo vestito non è assolutamente da bambolina o frou frou come dici tu, ma è uno dei capi di ultima tendenza di quest’anno, del resto cosa vuoi capirne tu, maschio e ignorante. Punto due – e gli si avvicinò con fare minaccioso, come a fargli intendere che non era disposta a farsi prendere in giro per il resto della vacanza soltanto perché aveva deciso di prenderla di mira – Io, volevo dire, Rein non è affatto un’esibizionista, è soltanto un po’ più esuberante rispetto ad altre ragazze: ama curarsi, ma non teme di andare controcorrente o di essere giudicata dagli altri, anche se negativamente. Ma forse a te si addicono di più quei tipi di ragazze impeccabili e obbedienti, pronte a fare di tutto per sottostare al tuo volere e compiacerti in ogni minima cosa, in quel caso, mi spiace, ma hai sbagliato categoria, ti conviene non perdere altro tempo con lei. Punto tre – e qui andò completamente in escandescenze, perché si parlava di sua sorella, a dir poco intoccabile - solo perché una ragazza è atletica e “alla mano” come dici tu, non significa che ogni tanto non si possa mettere in ghingheri e curarsi un po’ di più in occasione di un appuntamento con un ragazzo. Se pensi che Fine, cioè che io, soltanto perché sono atletica e più simile ad un maschiaccio, sia una ragazza sciatta e poco curata, non hai capito proprio un bel niente di lei, volevo dire di me. Ha un grande cuore ed è una bellissima persona, al di là del suo modo di apparire, ma forse tu non sei in grado di guardare più in là della punta del tuo naso. In quel caso mi complimento con te per la superficialità con cui giudichi le persone –
- Punto quattro – la zittì Shade, continuando al posto suo quell’elenco infinito – qui qualcuno non conosce l’ironia, e non riesce a riconoscere quando si scherza da quando si dice ciò che si pensa davvero –
Rein ammutolì di colpo, mordendosi il labbro inferiore rossa di vergogna.
- Lo vedi come siete voi ragazze? Siete troppo suscettibili, vi scaldate per niente, vi preoccupate troppo del giudizio degli altri, quando dovreste piacervi prima di tutto per quello che siete, e non per quello che pensano le persone di voi – la rimproverò Shade, guardandola negli occhi – senza contare il fatto che parli di te stessa come se si trattasse di tua sorella, e parli di tua sorella come se ti riferissi a te stessa -
Rein lo ascoltò a volto basso per qualche secondo, piena di imbarazzo per la gaffe appena fatta, prima di alzare lo sguardo su di lui, che ancora la osservava serio e composto, privo di malizia o di intenzioni provocatorie.
- Sc-scusa, non avevo colto il sarcasmo nelle tue parole – mormorò, sinceramente dispiaciuta per il malinteso che aveva creato.
- E’ facile giudicare una persona dalle apparenze e farsi un’idea completamente sbagliata di lei. Ho come l’impressione che tu e tua sorella vi siate fatte un’idea di me completamente diversa. Forse è anche colpa del mio atteggiamento, che lascia spesso fraintendere – asserì il moro con un’alzata di spalle.
- Certo la maggior parte delle volte ti rendi davvero difficile da sopportare – si lasciò sfuggire Rein dalle labbra, quasi a rimproverarlo del colpo basso che le aveva tirato poco fa.
Shade ridacchiò sommessamente, accusando il colpo.
- Certo la maggior parte delle volte le tue risposte mi lasciano completamente spiazzato. Sei strana, Fine… molto. Per certi versi, mi ricordi parecchio tua sorella Rein. Per quanto poco la conosca, di lei ho senz’altro capito che è una ragazza che non si lascia sopraffare da niente e nessuno, a cui piace sempre avere l’ultima parola. Non pensavo che anche tu potessi essere così – asserì il moro, regalandole un sorriso saccente e carico di consapevolezza, quasi a farle intendere di aver capito qualcosa che a lei ancora sfuggiva.
Procedettero ancora di qualche passo senza proferire parola, Rein che rifletteva a mente fredda su ciò che si erano detti, e che ogni tanto volgeva lo sguardo verso Shade, scoprendolo sotto una nuova luce.
Forse aveva sbagliato a giudicarlo così tempestivamente, e davvero anche quel ragazzo, sebbene le riusciva ancora difficile crederlo, sotto quell’infinita massa di provocazione e sicurezza di sé nascondeva un cuore.
Se era così, non poteva che essere contenta per Fine: almeno era certa di stare lavorando per procurare a sua sorella un fidanzato umano, e non un essere freddo e privo di sentimenti come temeva che fosse all’inizio.
Doveva ammetterlo: le parole di Shade l’avevano stupita. Nascondevano anche un fondo di verità.
Forse quel ragazzo non era così insensibile come voleva farle credere, dopotutto.
Giunsero insieme camminando in silenzio fino al cancello della villa, dove Shade la salutò per tornarsene al suo appartamento assieme al cugino Bright, che probabilmente già aveva riportato sua sorella a casa.
- Grazie per avermi accompagnata – gli disse, un velo di imbarazzo che ancora aleggiava nell’aria.
- Di niente – le rispose lui, riacquistando il suo atteggiamento superiore e distaccato.
Si voltarono le spalle senza ulteriori convenevoli, Rein che estraeva le chiavi dalla borsetta per entrare, e Shade diretto verso casa.
- Fine?- si sentì chiamare a un tratto, prima di chiudersi il cancello alle spalle.
- Sì?-
Lo vide sorridere provocatorio, quasi a volerle fare un piccolo dispetto.
- Comunque il vestito ti sta benissimo -


Angolo Autrice:

Da quanto non mi faccio sentire con questa fiction? Sarà più di un mese, ormai...
Ebbene, ho deciso di farvi un'enorme regalo postando un nuovo aggiornamento! Siete felici, eeeh? *la guardano male*
Comunque, come vedete qui potete vedere come è andato a finire il primo appuntamento delle gemelle. Le coppie si sono scambiate, o meglio, sì, insomma, è complicato... avete capito.
I due ragazzi, per quanto trovino strambe le adorabili fanciulle, ne sono anche molto incuriositi. Ora vi chiederete: come procederà il tutto?? Vedrete, carissimi, vedrete! 
Spero di avere soddisfatto un pò la vostra curiosità, e di avervi strappato un sorriso. Il mio obiettivo è quello di rendere i prossimi capitoli ancora più esilaranti.
So che posto a rilento, ma oltre a questa fiction ne ho altre due in ballo, più impegni nella vita quotidiana, quindi mi scuso dei ritardi nel postare, per quanto riguarda tutte le mie storie. Spero che almeno la lettura valga l'attesa. Ormai direi che sono in procinto di aggiornare anche "Il Collezionista di Gioielli" e "Seduzione"... spero...
Ah, un ultimo appunto: i fatti che racconta Fine a Bright si ispirano a storie realmente accadute. Provate a indovinare un pò a chi?? *true story*
Quando si dice che ciò che accade nelle favole è pura e semplice fantasia... non è sempre così!
Bene, ora la smetto di blaterare e vi saluto. Spero di rivedere qualcuno di voi nei prossimi capitoli. Intanto vi ringrazio nel profondo per tutto il sostegno che mi date!
Baci

_BlueLady_


 
  
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