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Autore: littleheda    13/01/2017    0 recensioni
Stati Uniti d'America, 2139.
Sono passati oltre 100 anni dalla rivoluzione che sconvolse gli Stati Uniti, le 6 città che rimasero in piedi formarono 5 stazioni, più la capitale.
Ogni 5 anni, dieci ragazzi delle 5 stazioni americane che formavano gli Stati Uniti venivano scelti per la Selezione, una missione in cui venivano mandati su un'isola sperduta per mettere in atto le proprie capacità.
Quel posto molto pericoloso, ha molti segreti nascosti che a lungo andare i ragazzi scopriranno. Sarò dura vivere, dovranno costruirsi una casa e lotteranno per la sopravvivenza fin da subito, ma sono sicuri di una cosa:
non sono soli.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Los Angeles, situata nella costa ovest degli Stati Uniti. La seconda città con più abitanti, dopo New York, e la prima a salvarsi durante la rivoluzione.
Gli abitanti della città erano molto agitati, il giorno dopo si sarebbe scoperto chi fossero stati i prescelti per la missione. Ma i più eccitati erano i ragazzi del campo, che attendevano con ansia il sorteggio.
Il campo aveva aperto le porte ai ragazzi, che come sempre entrarono e presero i posti nelle varie aule e palestre.
Jennifer, la 17enne conosciuta come "la ragazza dal braccio meccanico" entrò nella palestra A2 dove si allenava tutti i giorni.
Vi starete chiedendo cosa significhi braccio meccanico.
Fin da bambina, Jennifer, amava aiutare la sua famiglia, specialmente la madre a cucinare, e le piaceva molto ammirare le stelle con suo padre le sere prima di andare a dormire.
Sua sorella Cindy era già entrata a far parte del campo di addestramento, infatti la piccola non poteva vederla molto spesso. L'aveva sempre ammirata, la rispettava e quando potevano passare del tempo insieme era più che felice.
Purtroppo tutto questo si dissolse al compiere dei 14 anni di Jennifer, quando ci fu uno dei più devastanti incendi di Los Angeles nel distretto Sud, dove andarono a fuoco metà delle case, che vennero distrutte.
La casa di Jennifer prese fuoco. Lei e i suoi genitori uscirono in tempo, ma mancò una persona all'appello.
Cindy.
Jennifer corse subito dentro casa, nonostante le urla della madre che le dicevano di fermarsi, e stando attenta alle fiamme, gridò a squarciagola il nome della sorella, intrappolata tra scie scoppiettanti di un color misto tra il rosso e il giallo.
Cercò la sorella, ma niente da fare, era come se le fiamme l'avessero inghiottita. Si sentì solo che persa, avrebbe voluto salvarla. Il panico che aveva dentro si trasformò in dolore, quando il fuoco aggredì il suo braccio. Il fumo le annebbiava la vista, non vedeva quasi niente, ma percepiva il male che sentiva sia dentro, che fuori.
Trovò l'uscita e si buttò a terra, presa in braccio dal padre, che la trasportò fino al mucchio di gente radunata davanti le case. Le persone erano disperate, Jennifer vedeva negli occhi della gente il dolore che provavano vedendo le loro case bruciare. Ma il momento più brutto fu quando le sue orecchie percepirono le grida della madre disperata, che aveva perso per sempre la figlia che amava con tutta se stessa.
La ragazzina piangeva sia per il braccio gravemente ferito, sia per la perdita di Cindy, e non potè fare altro che guardare le fiamme che incendiavano gran parte delle abitazioni.
Dopo tutto il caos devastante, alcuni pompieri tentarono di spegnere il fuoco, e Jennifer venne subito soccorsa da un medico, il suo vicino di casa, che la portò immediatamente all'ospedale del distretto Sud.
Jennifer, la ragazzina che tentò di salvare sua sorella Cindy, perse il braccio destro. Non avrebbe più avuto una vita normale. Senza il braccio, le varie lesioni, senza una casa... ma soprattutto gran parte della sua vita andò in fumo.
I medici non poterono fare altro che amputarle il braccio, pensò che sarebbe rimasta senza per tutta la sua esistenza.
Fino a quando degli scienziati specializzati non trovarono una soluzione, un apparecchiatura in grado di restituire a Jennifer un braccio, ma fatto di metallo.
Ecco qual era la sua potenzialità.
Avere uno dei bracci più potenti della stazione.

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"Com'è andata ieri?" chiese Jennifer alla sua compagna di avventure Kayley.
"Benissimo, ho avuto cinquantacinque punti su sessanta!" esclamò contenta la ragazza mora, riferendosi al test di corsa, sfoderando uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto Jennifer.
"Congratulazioni! Bisogna festeggiare allora!" corse ad abbracciare l'amica, che rise a quell'esclamazione.
"Magari stasera andiamo a mangiare qualcosa di più buono del cibo della mensa" fece l'occhiolino all'amica davanti a lei.
"Come vuoi" rise Jennifer "domani è il grande giorno quindi" si fermò per fare un sospiro "ho un'ansia che mi porta via"
"Già, ho troppi pensieri a cui pensare e in più questa Selezione... ma quel cavolo di presidente non aveva di meglio da fare che mandare a morire delle giovani vite?! Non voglio pensare a cosa stiano facendo quei poveri ragazzi laggiù... sempre se siano ancora vivi e vegeti" concluse la mora, posando il borsone, per poi lasciare le mani lungo i fianchi. Nei campi tutti avevano delle divise, non venivano ammessi i vestiti giornalieri. Non che fossero belli, ormai nel futuro i capi di abbigliamento erano solo cupi e scuri. Niente colori.
Jennifer voleva molto bene a Kayley, la considerava come la sorella mancata. Sapeva sempre come farla ridere, dato il gran senso dell'umorismo di Kayley, quasi sempre di buon umore.
La ragazza dai lunghi capelli castani stava per parlare, quando un'altra persona si intromise nel loro discorso.
"Salve belle fanciulle, pronte per questa magnifica giornata?" disse un ragazzo, Bruce, la cotta di Jennifer da più di due anni.
"Magnifica come la tua entrata di scena" Kayley diede un colpetto al petto di Bruce, che sorrise alla vista della risata della mora.
Jennifer sapeva che Bruce era segretamente innamorato di Kayley, glielo aveva confessato mesi prima e questo le spezzava il cuore. Kayley sapeva della sua cotta per lui, ma non poteva farci niente, lei non glielo avrebbe mai rivelato al ragazzo dai grandi occhi blu. Era come un triangolo amoroso, ma l'unica a soffrirci era sempre Jennifer.
Dopo qualche ora di allenamento Kayley e Jennifer uscirono dalla palestra, e si diressero nella mensa del campo, incontrandosi con Bruce. Una mattinata molto dure, pensò la ragazza.
Finalmente alle sei del pomeriggio finì gli allenamenti, e tornò a casa distrutta, come sempre.
"Ciao!" esclamò la ragazza sbattendo la porta di casa.
"Tesoro, sei tornata" rispose una voce dalla cucina, e intuì fosse la madre "tutto bene? Sei stanca?" la madre, dalla morte di Cindy, si preoccupava molto di più per Jennifer. Non avrebbe mai e poi mai voluto perdere anche la sua secondogenita.
"Si e si" rispose, guardando l'orario sull'orologio a muro.
"Sei pronta per domani? Noi vi vedremo dagli schermi della piazza del Nord" la madre si sedette al piccolo tavolo della cucina. Da quando il consiglio della stazione decise di ricostruire in poco tempo nuove case dall'incendio, gli spazi si rimpicciolirono notevolmente.
"Non credo di poterlo fare" rispose la ragazza con un sospiro di sconfitta.
"Tesoro" si alzò dalla sedia per andare in contro alla figlia "andrà tutto bene, vedrai. Ci sono poche possibilità che possano estrarre il tuo nome. In ogni caso, io ti sarò sempre vicina, e tenterò in tutti i modi di proteggerti" le lacrime sul viso della madre erano un duro colpo, odiava vederla piangere. Non aveva più le forze di nascondere la sua tristezza, e cominciò a piangere anche lei.
"Andrà tutto bene. Vedrai" ripetè la madre, abbracciando la figlia come se potesse perderla da un momento all'altro.
   
 
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