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Autore: Light_Girl    13/01/2017    1 recensioni
Bianco. Come una matita su un foglio di carta si stava disegnando un paesaggio. Prati, alberi, erba. Era tutto grigio, un paesaggio grigio, come se fosse stato disegnato su un foglio di carta bianco. Allison girò su se stessa e osservò quello strano luogo. Era silenzioso e una brezza d'aria fresca le faceva ondeggiare dolcemente i capelli mossi. Sollevò lo sguardo: un cielo completamente bianco, luminoso come nelle più belle giornate di sole, era sopra di lei. Rimase incantata da quell'atmosfera, così calma e piacevole.
"È bellissimo" pensò. O almeno così credeva prima di percepire una voragine aprirsi sotto di sé, sentendosi trascinare con prepotenza da una forza oscura che le fece gelare il sangue nelle vene al solo contatto.
[...]
Passò un dito sopra la cucitura sul vestito della bambola. Vi era incisa una "E" al contrario, simile al numero tre, "M", "I" e un segno, una specie di simbolo, forse una croce.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clockwork, Jason the Toy Maker, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-Weird Doll

«Circondate la struttura!» sentì urlare.

“Polizia?” si chiese.

Perché la polizia li stava inseguendo? Avrebbe voluto domandare, nessuno le aveva spiegato nulla, ma avrebbe solo sprecato fiato.

Si chiese ancora se seguirli fosse stata la scelta giusta, inevitabilmente. Si disse che era una deficiente, perché stava sbagliando tutto. Probabilmente erano ricercati per aver fatto qualcosa. Pensò alla notizia del telegiornale. Qualcosa le diceva che erano coinvolti, il buon senso glielo diceva. Mise a tacere quella voce. C'era come un filo che li legava, sentiva che doveva e voleva sapere cosa nascondevano e cosa c'entrava lei in quella faccenda. Era curiosa. E si sentiva coinvolta anche lei.

Era già da venti minuti buoni che stavano correndo incessantemente e non sapeva dove diamine fossero diretti. Le voci ormai non si potevano più udire e il cielo si era fatto ancora più buio e nuvoloso, come se fosse in procinto di piovere. Non sapeva nemmeno che giorno fosse e quanto tempo era passato da quando aveva visto Sam l’ultima volta. Non poté fare a meno di domandarsi se stesse bene e cosa stesse facendo senza di lei. «Sally... Dove stiamo andando?» provò a domandare, con il fiatone.

«In un posto sicuro, Ally.»

I ragazzi davanti a loro due si fermarono. Ally si concesse di riprendere fiato per qualche attimo. Poi fece qualche passo avanti, fino ad arrivare davanti a un cancello, vicino agli altri. Dietro al cancello si nascondeva una villa enorme, grigiastra e dai muri rovinati. Era avvolta da alberi e piante che si arrampicavano su di essa. Sembrava parecchio vecchia e alcune crepe sui muri lo confermavano.

«Questo sarebbe il posto sicuro?» chiese Allison.

Non ricevette risposta. Il cancello si aprì cigolando rumorosamente.

Venne sorpassata dagli altri.

«Entra e chiudi il cancello» fece Toby, senza aggiungere altro.

Allison rimase qualche istante immobile e osservò le figure davanti a sé allontanarsi.

«Muoviti!» la chiamò ancora il ragazzo, senza voltarsi verso di lei e senza smettere camminare. Il tono di voce sembrava quasi neutro.

Ally pensò di tornare indietro, ma ormai era tardi per ripensarci e voleva andare fino in fondo a quella faccenda. Fece un passo avanti e chiuse il cancello dietro di sé. Poi andò a passo spedito fino all’ingresso, dove Sally la stava ancora aspettando, mentre gli altri erano già entrati.

«Benvenuta nella nostra dimora!» esclamò la bambina, facendole segno di entrare. La ragazza accennò a un sorriso.

L’interno era spoglio e rovinato; i pochi mobili sembravano parecchio antichi e c'era un forte odore di muffa. Ally notò che una parete era quasi crollata ed erano stati messi dei mobili per sostenerla alla bell’e meglio. Quella casa cadeva a pezzi. Toby sbucò da una stanza lì vicino e Jeff si sdraiò sul divano con aria svogliata e un pacchetto di patatine tra le mani. Ben si sedette a terra e si appoggiò al muro, un braccio davanti agli occhi e la bocca semiaperta. Sally rimase vicino a Allison, che stava ancora osservando i comportamenti dei ragazzi. Non parlavano tra di loro. Si ignoravano a vicenda, sembrava che ognuno di loro fosse infastidito dalla presenza dell’altro. Rimasero nella stessa stanza. L’unico suono che si poteva sentire era Jeff che sgranocchiava. Ally si sentiva a disagio in quella situazione. Voleva dire qualcosa, ma non sapeva cosa.

«Ehm… Slenderman dov'è adesso?» provò a chiedere.

Toby buttò un occhio su di lei, tuttavia non rispose alla domanda. Allison sospirò.

Sally fece un salto davanti a lei, agitando il braccio come se volesse dire qualcosa. «Papà è ancora là fuori, nel bosco. Si sta occupando di quelle cattive persone» spiegò. «Ma non ti preoccupare! Tornerà presto e ci salverà, come sempre.»

Ally chinò la testa di lato. “Papà?”

Sally era la figlia di Slenderman? Le persone cattive… intendeva la polizia, probabilmente. La ragazza ebbe l’impressione che Sally, con la sua innocenza, non stesse realmente capendo quello che stava succedendo. Si stava limitando a distinguere il suo “papà” e la polizia con gli aggettivi “buono” e “cattivo”. Ma forse non sapeva dare a quelle espressioni un vero e proprio significato. Mentre stava riflettendo, si sentì tirare la maglia. Indossava ancora i vestiti della serata precedente: i pantaloni neri e la maglia bianca e calda. Stivali, anch’essi neri, e un bracciale che le era stato regalato da sua mamma al compimento dei suoi tredici anni. Riusciva ancora a sentire Hillery esclamare con tono scherzoso “sei una teenager adesso”, mentre saltellava da una parte all'altra, come al solito. Era accaduto solo quattro anni fa, ma quel ricordo le sembrava distante. La voce di Sally la riportò nuovamente alla realtà.

«Ally, vuoi giocare un po' con me?» chiese la piccola, speranzosa.

«Ehm… okay, sì. A cosa vuoi giocare, piccola?» fece Ally, abbassandosi un po' per raggiungere l'altezza di Sally, che stava sulle punte dei piedi.

«Io di solito gioco a Nascondino con papà, ma il bosco è pericoloso ora… Quindi potremmo bere del tè e mangiare dei biscotti con Emi e Ellie» propose, sorridendo.

Ally annuì. Doveva aspettare il ritorno di Slenderman e non vedeva cos’altro potesse fare.

 

✧~✧~✧

 

Sally le fece strada, avvisandola più volte di stare attenta a dove metteva i piedi. La portò in una stanza: era piuttosto rovinata anche quella, le pareti in origine dovevano essere state rosa. Quel rosa si era scolorito con il tempo e il colore rimaneva solo in alcuni punti, il resto era bianco. C'erano due finestre, una di esse aperta, e un lettino accostato al muro. Per terra erano sparsi diversi giocattoli, tra cui due bambole dai capelli castani.

«Ti piace? Papà l’aveva colorata di rosa per me, ma poi si è tolto» disse la bambina.

«Sì, è davvero carina, Sally.»

La bambina fece un balzo nella stanza e raggiunse le due bambole prendendole con cura.

«Questa è Ellie» indicò la castana dagli occhi marroni. «E questa è Emi» indicò l’altra dagli occhi verdi.

Allison notò subito una curiosa somiglianza tra lei e la bambola Ellie, cosa che la fece sorridere.

«Guarda Ally! Ellie ti somiglia tantissimo! “Ally” ed “Ellie” si pronunciano anche allo stesso modo!»

«Anche Emi è molto simile a te» osservò Allison.

Sally sembrò rendersi conto solo ora di quella strana coincidenza.

«È fantastico! Ally, ti voglio affidare Emi. Infondo lei è molto simile a me, come hai detto tu. E io terrò Ellie. In questo modo, ognuna di noi starà sempre assieme all’altra!»

Detto ciò le porse la bambola. La ragazza notò una scritta incisa sul vestitino del pupazzo. Una “E” al contrario, simile a un tre, “M”, “I” e una specie di segno che somigliava a una croce. Scrollò le spalle e si sedette sul letto con Sally.

 

~•°•°•~

 

Allison sbadigliò. Era stesa sotto le coperte con lo sguardo rivolto al soffitto. Ripensava a ciò che era successo in quelle poche ore, poco dopo aver incontrato quegli strani tipi. Ripensò a Slenderman. Lui non poteva essere umano. Senza tratti facciali, completamente bianco con quello smoking nero, i tentacoli che uscivano dalla schiena. Poteva parlare telepaticamente. Niente naso, niente orecchie, niente bocca, niente occhi. La vicinanza con lui provocava forte mal di testa e nausea. Era altissimo, almeno due volte più alto di Allison. Chiunque avrebbe urlato alla sua vista e lo avrebbe definito “mostro”, chiamando la polizia o scappando il più lontano possibile. Però. C'era qualcosa che le diceva che Slenderman non le avrebbe fatto nulla di male, come una voce interiore che le diceva che era al sicuro, anche se lei non riusciva davvero a sentirla.

Si girò su un fianco e osservò ancora la strana bambola, Emi. Passò un dito sull’incisione e socchiuse gli occhi.

«Buonanotte» mormorò, come se potesse essere rivolto a qualcuno in particolare, se non fosse stato che in quella stanza era sola.

 

 

Oppure no?

 

 

Quando si svegliò era già mattina. La luce filtrava attraverso delle fessure nel legno che era stato usato per sbarrare le finestre. Loro dicevano che così era più sicuro.

Allison si stiracchió e si alzò dal letto. Aveva dormito con i vestiti, ma sinceramente non le importava. Si mise gli stivali e uscì dalla stanza, sia per cercare di capire che ore fossero sia per vedere Slenderman. Provò ad attirare l’attenzione di qualcuno.

«Ehi. Io sono sveglia» esclamò.

Si fermò al centro di quella che sembrava essere un sala da pranzo. Senza tavoli o sedie però. Si girò per tornare indietro, ma si ritrovó faccia a faccia con Ben che sorrideva amichevolmente. Somigliava a un elfo adesso che ci faceva caso. Inutile dire che Ally scattò indietro per la sorpresa.

«’Giorno Allison!»

Poi sembrò rendersi conto di essere stato troppo precipitoso e si allontanò di qualche passo.

«Oh, ehm, ciao Ben» salutò Ally agitando la mano.

Ben la osservò per qualche attimo. «Cerchi qualcuno?»

«Slenderman.»

Il ragazzo si incupì, ma cercò di non darlo a vedere. «L’Operatore non è ancora tornato» disse.

Ally annuì. «Dove sono gli altri?»

«Sono nelle loro stanze, ma è meglio che non li disturbi. Sanno essere molto scontrosi, sai?» disse, sorridendo nuovamente. Non poteva dirglielo. Non ora, non così. Doveva semplicemente aspettare l’Operatore, non poteva agire senza il suo consenso.

«Devo andare, scusami. Se hai fame c'è un muffin sul tavolino, di là» e indicò la stanza vicina.

Una volta varcata la porta il sorriso scomparve e il ragazzo si teletrasportò al piano superiore, materializzandosi davanti alla porta della stanza di Toby, per la precisione. Bussò due volte.

«Notizie dell’Operatore?» chiese, avvicinandosi alla porta.

«Sta tornando» rispose Toby, dall’altra parte.

«Come… stai?» fece Ben, dopo qualche minuto di silenzio.

«Ti interessa davvero saperlo? Smettila. Piuttosto, stai attento alla ragazza o l’Operatore si arrabbierà con te.»

Ben annuì, nonostante l'altro non potesse vederlo. Fece qualche passo in direzione di una finestra, una delle poche visibili che non erano state coperte. Si accorse che stava piovendo. Pioggia. Acqua. Freddo. Affogare. Morte. Disperazione. Tortura. Sofferenza.

Sul suo viso si disegnò un sorriso sinistro, mentre lacrime di sangue continuavano a rigare le sue guance. Cominciò a piovere più forte, l’acqua aumentò. Stava annegando le sue vittime nel loro stesso sangue e stava annegando se stesso in quel mare di rosso scarlatto che metteva in risalto e faceva brillare le sue iridi di una luce inquietante. Il cielo era nuovamente scuro, il vento gelido fischiava e faceva sbattere gli oggetti con violenza. Ben aprì la finestra, lasciando che il sangue che colava dai suoi occhi si confondesse con le gocce di pioggia. Salì sul bordo e fece un passo avanti, lasciandosi cadere nel vuoto e avvolgere dal vento e dall’acqua - come quella volta. Socchiuse gli occhi e si smaterializzò in un insieme di codici e numeri poco prima di toccare il suolo.

 

°*°*°

 

 

{Angolino dell'Autrice}

Buonasera gentah!

Ecco a voi il quarto capitolo. La cucitura della bambola vorrà dire qualcosa? Slendy è davvero il padre di Sally? Che caspiolo c'entra la polizia? Cosa vuol dire quel "oppure no?" S'accettano scommesse. U_U

Ehm... come vi sembra il chappy? Vorrei anche sapere cosa ne pensate della parte finale di Ben, quindi... cosa ne pensate? Ve l'ho detto, è la prima volta che scrivo su questi personaggi e vorrei sapere se rispecchiano abbastanza quello che dovrebbe essere il loro carattere. In questo capitolo il mio elfetto preferito (???) si è comportato in modo abbastanza carino e coccoloso... non posso dire lo stesso dei prossimi cap-- NO, SPOILER! Ehm... Io non vi ho detto niente, okay? Okay.

Se volete lasciatemi una recensioncina, mi incoraggiate ad andare avanti! ^^

E poi, se trovate errori, ditemelo, provvederò subito a sistemare!

Il quinto capitolo arriva presto e ci saranno due nuove comparse. U_U (Chi saranno?)

Jeff: Hai finito di cercare di attirare l'attenzione dei lettori? Non ci riesci, fattene una ragione.

Ma tu stai zitto, che hai ben altri problemi a cui pensare, tra cui i piccioni. (LOL?)

Jeff: NON SONO UN PICCIONE, SMETTILA DI DROGARTI!

Senti da che pulpito!

Io mi rinchiudo di nuovo in camera mia.

Passo e chiudo.


Light_Girl

   
 
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