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Autore: EveLWilliams    13/01/2017    0 recensioni
Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi.
Theia, una giovane Pacifica, deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia.
Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, si rivela inconcludente: Theia ha attitudini per tutte le fazioni.
Theia è una Divergente e la scelta di unirsi agli Intrepidi potrebbe costarle la vita, ma non quanto abbandonarsi ai sentimenti che prova per il più pericoloso dei capifazione degli Intrepidi: Eric.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio nella stanza dei test con il collo dolorante ma con un grande sollievo, l’incubo è finito.
L’uomo Abnegante, in silenzio e con sguardo preoccupato, stacca gli elettrodi dalla mia fronte e dalla sua.
Qualcosa non va, il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato, non è più amichevole e rilassato, sembra essersi incupito e ho paura di essere io la causa.
Ho fatto qualcosa di sbagliato nel test, ma cosa si può sbagliare in un test come quello, dove si deve scegliere tra le risposte A o B? Come si può sbagliare un test che non ha risposte giuste o sbagliate ma solo risposte che evidenziano un’attitudine?
Forse è stata la scelta che non ho preso all’inizio a farmi fallire il test.
Fallire. È una ipotesi assurda, nessuno ha mai fallito il test attitudinale.
Si fa largo in me un timore, che io stessa considero assurdo, ma lo sguardo preoccupato dell’uomo e il silenzio che regna nella saletta lo rendono plausibile: io sono la prima ad aver fallito. Sono anomala e mi sbatteranno immediatamente tra gli Esclusi.
«L’esito è incerto» finalmente l’uomo rompe il silenzio. «Scusami, torno subito.»
Incerto non è sinonimo di fallimento, ma potrebbe esserlo di anomalo.
Osservo l’uomo uscire dalla saletta e chiudersi la porta alle spalle.
Sono sola, seduta su una poltrona e circondata da specchi che riflettono la mia immagine, quella di un’anomalia nel perfetto sistema delle fazioni.
Man mano che i minuti passano, divento sempre più nervosa e nella mia mente appaiono gli scenari più assurdi.
Se non fossi tagliata per nessuna fazione? La risposta è semplice: Esclusi.
Passerei il resto dei miei giorni per strada, cercando di sopravvivere in qualche modo, al freddo, sotto la neve e la pioggia, dimenticata da tutti, abbandonata dalla società. Vivrei alla giornata perché non avrei uno scopo, una ragione per vivere.
Finalmente la porta si apre. L’uomo non è più solo, con lui c’è una donna alta e magra, con lunghi capelli neri e piccoli occhi scuri. Indossa jeans e una giacca da uomo nera e ha tatuaggi su entrambi gli avambracci. È un’Intrepida e dice di chiamarsi Tori.
A differenza dell’uomo, che è preoccupato ma calmo, lei è tesa e pallida.
«Theia, il risultato del tuo test è inconcludente» afferma «Generalmente, a ogni passaggio della simulazione vengono eliminate una o più fazioni, ma nel tuo caso non è stato possibile eliminarne nessuna con certezza.»
«Nessuna?» domando sbigottita e sgranando gli occhi fino quasi a temere di sentirli schizzare fuori dalle orbite come due palloncini impazziti.
La donna continua come se stesse tenendo una conferenza, ignorando la ragazza esile che si sbraccia sul fondo della sala per farsi notare.
«Se avessi mostrato un’avversione per il coltello e avessi scelto il formaggio, la simulazione ti avrebbe portata in uno scenario diverso, per confermare la tua predisposizione per i Pacifici. Non è andata così, tu hai rifiutato di fare una scelta creando un’anomalia che il computer non è stata in grado di gestire, quindi non ha potuto scartare i Pacifici.»
Anomalia, il nuovo sinonimo di fallimento. Inizio a preoccuparmi seriamente. Se l’Abnegante ha chiamato una Intrepida vuol dire che presto sarò trascinata fuori di qui e abbandonata nella più vicina zona occupata dagli Esclusi.
«Normalmente, la simulazione progredisce in modo lineare e identifica una fazione per esclusione delle altre. Le scelte che hai fatto non permettevano neanche di escludere i Candidi, che erano l’opzione successiva, per cui Jedediah ha dovuto alterare la simulazione per metterti sull’autobus. E lì, inizialmente, la tua insistenza nel mentire avrebbe dovuto eliminare i Candidi, ma anche gli Abneganti. Quello che hai fatto dopo li ha rimessi in gioco» continua. «Il che pone un altro problema.»
Tori si gratta la testa.
«Da una parte, ti sei gettata sul cane invece di lasciare che attaccasse la bambina, che è una reazione compatibile con gli Abneganti. Dall’altra, le risposte che hai dato all’uomo sull’autobus sono incompatibili con gli Abneganti» fa una breve pausa per riprendere fiato. «Il fatto che tu non sia scappata dal cane, e da come lo hai affrontato per difendere la bambina, suggeriscono un’inclinazione per gli Intrepidi, ma avresti anche dovuto prendere il coltello, cosa che non hai fatto.» Si schiarisce la gola e continua: «L’intelligenza della tua reazione di fronte al cane indica una forte consonanza con gli Eruditi. Non so some interpretare la reazione che hai avuto nella fase finale del test.» Sospira. «Qualcosa ti ha fatto modificare il modo di agire, hai detto la verità all’uomo, ma poi te ne sei andata in modo spavaldo e hai azionato la leva del freno. È un comportamento totalmente fuori dagli schemi, un’anomalia che ha fatto bloccare il computer.»
È questa la vera anomalia, cercare di prendere il controllo sugli eventi della simulazione. È visto dal computer come barare.
«Quindi non hai idea di quale sia la mia attitudine?» la interrompo prima di sentire di nuovo la parola anomalia.
«Sì e no. La mia conclusione» spiega «è che hai mostrato predisposizione per tutte le fazioni, alcune in modo più marcato di altre, ma in ogni caso non è possibile escluderne nessuna.»
Lancia una rapida occhiata a Jedediah e riprende. «Le persone che ottengono questo tipo di risultato sono chiamate Divergenti.» Pronuncia l’ultima parola a voce così bassa che quasi non la sento. Si china su di me e riprende: «Theia» sussurra «non rivelare questa informazione a nessuno, per nessuno motivo, mai.»
«Non è permesso comunicare i risultati del test.»
Tori si inginocchia e appoggia le sue mani sulle mie braccia.
«No, è una cosa diversa. Non devi parlarne con nessuno, mai, qualunque cosa accada e chiunque sia a chiedertelo. Non devi parlarne con nessuno, che siano i tuoi genitori, la tua migliore amica, il tuo fidanzato o i tuoi capifazione» dice fissandomi dritto negli occhi.
«La divergenza è molto pericolosa. Capisci?»
«No. Non capisco come può essere pericolosa, ma in ogni caso non avevo intenzione di confidare l’esito a nessuno» rispondo con un tono di voce risoluto.
Tori si alza e cammina nervosamente per la stanza scuotendo la testa.
«Tu non hai capito la gravità della situazione.» Si volta verso di me e mi fissa sempre più preoccupata.
«Certo che non l’ho capita, come posso se non ho idea di cosa siano i Divergenti?» Il mio tono di voce è leggermente più alto del dovuto. Tori mi fa segno di fare silenzio.
«Tu sai cosa sono?» le domando, cercando di tenere la voce bassa.
«I Divergenti vengono percepiti come una minaccia al sistema delle fazioni e alla pace. Sono individui difficili da controllare perché la loro mente è in grado di vedere le cose in modo diverso, da più punti di vista» torna a inginocchiarsi accanto alla poltrona e aggiunge: «Theia, se un individuo non può essere inserito in una fazione e controllato, rappresenta una grossa minaccia e quindi dovrà essere…»
«Eliminato» concludo io la sua frase.
Tori annuisce. «Se qualcuno scopre cosa sei, verrai uccisa.»
Mi si gela il sangue. Questa ipotesi va ben oltre il peggio che mi ero immaginata. Essere allontanata dalle fazioni e vivere da Esclusa non fa più così paura. Se qualcuno scopre cosa sono, io morirò.
«Ti consiglio di trovarti un posto tranquillo dove aspettare il camion che ti riporterà nella tua fazione» dice Tori «Hai molte cose a cui pensare. Aspettare insieme agli altri non ti aiuterebbe.»
Mi aiuta ad alzarmi dalla poltrona, ma io fatico a mantenere l’equilibrio, le mie gambe sembrano diventate di gelatina.
Quando sono entrata in questa saletta, la mia preoccupazione più grande era la possibilità che il test confermasse la mia attitudine ai Pacifici e quindi non aiutarmi nella scelta di domani, mentre ora so di avere inclinazione per tutte le fazioni e di essere una Divergente.
Non ho concluso nulla, volevo un aiuto nella scelta e, alla fine, non solo non l’ho avuta, ma ho scoperto di essere in pericolo di vita.
«No. Aspetta.» mi fermo, guardo Tori negli occhi e continuo: «Questo test avrebbe dovuto aiutarmi a scegliere e invece mi ha confuso di più le idee.»
«È soltanto un test. La decisione finale spetta a te.»
«Facile da dire quando il tuo test non ha indicato cinque attitudini» dico, stringendole il braccio.
«Nel test ho inserito Pacifica.»
«Perché è l’attitudine più marcata?» le domando, ma Tori sposta lo sguardo.
«Quali sono?» insisto, mettendomi tra lei e la porta e fissandola dritta negli occhi. Non uscirò di qui senza una risposta.
Tori cerca di sostenere il mio sguardo, ma alla fine si arrende.
«Tutte secondo il test, quindi sta a te decidere. Sei la persona che ti conosce meglio. Io non posso fare altro» sospira e poi aggiunge: «Scegli con giudizio.»
Apre la porta ed esce velocemente lasciandomi in balia di tutti i dubbi e le angosce che porta con sé questa nuova consapevolezza.
La decisione sta a me ora, a prescindere da quello che dice il test.
Pacifica. Intrepida. Erudita. Candida. Abnegante.
Divergente.

   
 
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