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Autore: Ciccipicci9    14/01/2017    0 recensioni
[A real life in New York City GDR]
Nathan e Clarissa sono come due pezzi di puzzle...totalmente diversi, forse incompatibili eppure riescono ad incastrarsi. Non sono perfetti, non vivono una favola ma la loro realtà è perfetta nell'imperfezione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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Nei giorni successivi il tempo sembrò quasi volare. Nonostante il freddo che faceva in Alaska, i bambini passarono due giorni a giocare nella neve. Mark era molto vivace, forse fin troppo, non stava un attimo fermo e da quando aveva incominciato a dire le prime parole, non la smetteva di parlare. Sophie si sentiva tanto una principessa, voleva che tutti la coccolassero ed era sempre in cerca di attenzioni, esattamente l'opposto di Willow: bambina così silenziosa. Guardava sempre gli altri giocare e soltanto quando Jackson o Mark le andavano vicino allora lei rideva e cominciava a fare pupazzi di neve con i suoi amichetti. L'ansia e l'emozione del matrimonio, invece, sembravano avvolgere Katie. Passava ore a camminare su e giù per la baita, urlando o piangendo. Per fortuna c'era Clarissa a consolarla e a sopportare i suoi scleri. Ogni volta che Katie era un fascio di nervi, l'amica le era accanto e la tranquillizzava. Le prendeva la mano, si sforzava perfino a preparare due cioccolate calde e passava ore a parlare con lei, di nulla e di tutto. Perla e Cameron si godevano il paesaggio come una tipica coppia felice ed innamorata, mentre Jamie dedicava tutte le sue energie ai bambini. Era così, non sapeva stare un attimo fermo. Nathan silenziosamente osservava l'atteggiamento di Clarissa con Katie. Era stupito da come la ragazza riuscisse a tranquillizzarla. Lui e Clarissa iniziarono a scambiarsi dei messaggi, nonostante fossero nello stesso posto. Era bello potersi scrivere il buongiorno o ricevere la buonanotte, sapendo di essere più vicini di quel che credevano. Parlavano a lungo, soprattutto la sera, ritrovandosi da soli a commentare le marachelle dei bambini o ad ammirare la bellezza della neve. Lei cominciò a prenderlo in giro, notando la sua abitudine di bere sempre birra o caffè, confessandogli di non amare la caffeina. La risata di Clarissa rimbombava in quella baita e a Nathan sembrava quasi una musica che aveva piacere ad ascoltare. Osservava i suoi occhi, le sue espressioni cambiare. Lei passava dalla dolcezza all'ironia. Delle volte sembrava acida e cominciava ad offenderlo scherzosamente sulla sua età o su qualcosa che lui diceva. Poi, all'improvviso, cambiava umore, non gli dava più tanta confidenza ma poi tornava sempre a parlargli, uscendo dal guscio dove ogni tanto rientrava, per paura di esporsi troppo. Clarissa osservava come Nathan la ascoltasse e diventasse insistente se lei tendeva a chiudersi in se stessa. Lui cercava di spronarla, forse fin troppo, magari scherzando quando lei era in un momento in cui non voleva parlare con nessuno, neanche con se stessa. Eppure, lui rimaneva lì, e continuavano a parlare. Lei gli rivelò di amare il viola, perchè lo definiva stravagante, rispecchiandosi in quel colore. A Nathan fece ridere questa rivelazione. Se avesse dovuto paragonarla ad un colore, forse avrebbe scelto il blu, quello del mare in tempesta ma anche il blu del cielo, rilassante ed acceso. La sera prima del matrimonio entrambi erano davanti la finestra a chiaccherare. Era diventata una loro abitudine e la notte era un pò come la loro migliore amica: li avvicinava ed entrambi desideravano che non finisse mai. << Sei emozionata per domani? >> << Adoro i matrimoni..ma non l'ho mai detto a nessuno, finisco sempre per piangere. >>. Gli confessò Clarissa con un leggero imbarazzo. Con la mano destra si sistemò i capelli dietro le orecchie e poi alzò lo sguardo verso di lui. Era alta circa un metro e 60 ed in quel momento si sentì una nana, di fronte a lui che era quasi un metro e 90. << Non l'avrei mai detto.... Io sono stato sposato, e guarda come è andata a finire>>. Istintivamente Nathan si toccò la mano, ormai non portava più la fede. Era la prima volta che pronunciare quelle parole non gli fece male, anzi, sentì un soffio al cuore, come se fosse finalmente libero, o quasi. << Ne sei ancora innamorato? >>. Il tono di voce della ragazza fu sottile e dolce. Riusciva a percepire la sofferenza di lui, il peso che portava con sè. << No...innamorato no, sono deluso >>. Nathan le rivelò senza alcun indugio, mentre un sospiro uscì dalle sue labbra. Poi continuò: << Sono incazzato. Per Mark, non meritava tutto questo>>. Il ragazzo strinse entrambe le mani a pugno e Clarissa, istintivamente, allungò la sua mano destra per sfiorare la sinistra di Nathan. Con il palmo, teneramente, gliela accarezzò e la mano del ragazzo, pian piano, si liberò da quella tensione che aveva accumulato in una sola stretta di pugno. << Io stavo per sposarmi...ma lui mi ha lasciato all'altare, non era pronto >>. Era la prima volta che lo raccontava a qualcuno. A parte i suoi migliori amici, nessun altro sapeva di quella storia. << Era John? >>. << No, si chiamava Mark...è con lui che ho avuto la mia relazione più importante...ma forse ero troppo giovane e neanche io pronta al matrimonio... Con John, era diverso...ma, in fondo, tutti scappano.... te l'ho detto, sono un casino vivente >>. Nathan la guardò, sentendo nella sua voce un leggero tremolio che Clarissa subito nascose con un sorriso. Il ragazzo capìì quanto dovesse essere difficile anche per lei confidarsi in quel modo, e lo era, lo era di più di quanto mai sospettasse. Allargò le sue dita e strinse la mano di Clarissa: una stretta forte e decisa. << Mi dispiace, non ne avevo idea >>. Lei gli fece una smorfia poi si sollevò sulle punte dei piedi e le sue labbra morbide sfiorarono la guancia di Nathan, lasciando lì un piccolo bacio. << é acqua passata. Ci vediamo domani. Buonanotte idioz >>. Il ragazzo respirò per un breve istante il suo profumo, sapeva di lavanda. Si voltò, sentendo la mano di lei scivolare via dalla sua e la guardò andar via, nell'oscurità di quella notte. [...] << Tesoro sei bellissima >>. Katie era davanti lo specchio della sua camera da letto mentre cercava di sistemarsi il vestito. Il suo pancione era ben visibile ma il tutto la rendeva una sposa fantastica. L'abito, color bianco avorio, scendeva morbido sul suo corpo, mentre i ricami di pizzo presenti sulle sue spalle risaltavano. Aveva tra i suoi capelli biondi un piccolo diadema da cui partiva un velo non eccessivamente lungo che tuttavia sfiorava il pavimento. << Lo sto facendo davvero, Clary? Dimmi che non è un sogno >> Clarissa le si avvicinò, notando gli occhi lucidi dell'amica. Le sistemò i capelli sotto al diadema e poi le prese entrambe le mani. << è il tuo sogno, Kat >> << Grazie di essere qui. Non ce la farei senza di te>>. Le lacrime cominciarono lentamente a scendere dalle guance della sposa mentre le sue mani, tremolanti, stringevano quelle dell'amica. Ne avevano passate tante, condividendo tutto. C'era stato un momento in cui avevano perfino litigato, di brutto. L'ex di Katie, Robert, aveva baciato Clarissa e lei glielo aveva tenuto nascosto, pensando di proteggerla. Ma, alla fine, nonostante i suoi errori, Clarissa era tornata da Katie perchè era la sua roccia, la sua àncora di salvezza e nessuno, tanto meno un ragazzo, avrebbe potuto mettersi tra di loro. << Katie, sarò sempre qui con te. Sei la mia persona, non ti lascio da sola. Sempre e per sempre...>>. Clarissa era emozionata, voleva che la sua migliore amica vivesse un giorno da favola. Allargò le braccia e la strinse in un forte abbraccio, dandole tutta la forza necessaria per percorrere quella navata. [...] Nathan era nella sua camera. Aveva appena finito di vestire Mark che era corso via con gli altri bambini, Perla li avrebbe tenuti d'occhio per un pò. Indossava un completo blu notte, sotto la giacca aveva una camicia bianca e cercava incessantemente di farsi il nodo alla cravatta. Il risultato non era propriamente brillante e così ci riprovò per la quarta volta. Non era mai stato bravo con le cravatte. Al settimo tentativo era soddisfatto. Si scompigliò i capelli neri e corti e guardò quel pò di barba che si era lasciato in volto, gli faceva risaltare gli occhi azzurri. Con entrambe le mani afferrò la sua giacca e se la sistemò. In quel momento un sospiro uscìì dalle sue labbra. << Non è un appuntamento >>. Ripetè a se stesso prima di uscire, raggiungendo la porta di ingresso. Il rumore di un tacco 12 lo fece voltare di scatto. Aveva le mani in tasca e, improvvisamente, cominciò a sudare sotto la camicia. Un nodo gli strinse la gola mentre alzò un sopracciglio e le pupille si ingradirono. Spalancò gli occhi, sentendo quasi il respiro mancare. << Wo....wo...wo...wow...>>. Balbettò deglutendo a fatica. Clarissa era esattamente davanti a lui. Un vestito lungo e bordeaux che scendeva leggero sul suo corpo magro. Una stola, dello stesso colore dell'abito, avvolta intorno alle spalle ed i tacchi neri che slanciavano decisamente la sua figura. I capelli erano raccolti in una morbida coda laterale, da cui usciva qualche boccolo su cui si intravedeva qualche riflesso più chiaro. Gli occhi non erano eccessivamente truccati. Aveva l'eylener nero che sembrava allungarle lo sguardo e quel mascara Chanel che le faceva risaltare le ciglia. Sulle labbra un lucido che dava alla pelle un colore piuttosto naturale. << Sei...sei...bellissima>>. Nathan non riusciva a smettere di guardarla. Era decisamente uno schianto e lei sorrise quasi timidamente nel vederlo così imbarazzato. << Lo so, grazie >>. Rispose per smorzare l'imbarazzo. << E comunque... neanche tu sei niente male >>. Clarissa lo guardò. Aveva notato quanto fosse sexy con quel completo. La cravatta gli dava un tocco di classe e il suo atteggiamento da gentiluomo la affascinava completamente. Lui le si avvicinò con un sorriso porgendole il braccio al quale lei si appoggiò con la mano sinistra. Nathan osservò i suoi occhi limpidi e splendenti, e quelle labbra che sembravano perfette. << Sei uno schianto>>. Ripetè, stavolta con più decisione ma anche dolcezza. Avvicinò le labbra alla sua fronte e la salutò con un dolce bacio tra i capelli. Prendendola poi sottobraccio, uscì con lei da quella baita. [...] La cerimonia si svolse all'aperto con pochi amici e parenti, tutti circondati da un manto di neve bianca che conferiva un'aria molto romantica all'atmosfera. Katie iniziò a piangere sentendo le promesse di Colin mentre lui nascondeva visibilmente le sue emozioni. Si guardavano l'un l'altro, tenendosi strette le mani. Clarissa era alla destra dell'amica. In quanto damigella d'onore stringeva tra le mani un bouquet di tulipani rosa. Le promesse nuziali la emozionarono, tanto che più volte dovette passare una mano sotto i suoi occhi, per evitare che le colasse completamente il trucco. Nathan era seduto in terza fila. Mark era sulle sue ginocchia e accanto a lui c'erano la piccola Sophie e Willow. Entrambe sembravano delle principesse con i loro abiti ampi ed i fiocchi tra i capelli. << Avete visto quant'è bella zia Katie oggi? >>. Aveva sussurrato Nathan ai bambini. Nel frattempo, però, i suoi occhi, per tutto il tempo della cerimonia, erano rimasti fissi, come incantati, a guardare Clarissa. Attentamente scrutava ogni suo movimento: il modo in cui appariva dannatamente bella ed elegante, come ripetutamente si mordesse il labbro inferiore e come piccole lacrime uscissero dai suoi occhi. I loro sguardi non fecero altro che incrociarsi per tutto il tempo. Lui le sorrideva e lei cercava di nascondersi dietro una ciocca di capelli che le cadeva sul viso, nascondendo l'imbarazzo. Lui, in quel momento, la guardava come se fosse la cosa più preziosa del mondo, la guardava e si dimenticava di respirare: era bella da togliere il fiato. << Ed io vi dichiaro marito e moglie>> . Le parole del celebrante richiamarono l'attenzione di tutti. I presenti si alzarono in piedi, cominciando ad applaudire. Tra le grida e la gioia di tutti, Katie e Colin passarono in mezzo ai loro amici per raggiungere la baita in cui si sarebbe tenuto il rinfresco. Tutti i bambini, entusiasti, cominciarono a correre dietro gli sposi. Nathan si alzò, aspettando che Clarissa lo raggiungesse. << Bel bouquet >> << Sono i miei fiori preferiti >> << Sei piena di sorprese Clarissa Jenkins >>. Lei gli sorrise e lui le mise un braccio dietro la vita. << Sono una ragazza tutta da scoprire >> << E che piange ai matrimoni >>. Clarissa ridacchiò per quella battuta e sollevò lo sguardo verso di lui. << Te l'avevo detto che mi piacevano >> << Credo di averti sottavalutato. In fondo sei una piccola ragazza indifesa...con un cuore, sei proprio una Piccina >> << Una Piccina? >>. Clarissa aggrottò la fronte, come sorpresa. << Si, credo di aver trovato il soprannome perfetto per te: Picci. Piccina come una ragazza piccola e dal cuore tenero, in fondo >> << Mmm..molto in fondo >> << Che c'è? Non ti piace come soprannome? >>. Le chiese Nathan fermandosi un istante prima di entrare nella baita per raggiungere il resto della compagnia. << Non ho detto questo >>. Prontamente gli rispose, come se non le importasse di quel soprannome. << D'accordo Picci, allora entriamo >>. Nathan rise e si spostò per far passare prima lei. Clarissa non rispose. Entrò nel soggiorno pensando a quello strano, piacevole ed inaspettato soprannome. Le sue labbra si curvarono in un sorriso, senza che Nathan potesse vederla, mentre sentìì sulle sue guance un rossore improvviso. [...] << Augurissimi amica mia >>. Katie abbracciò Clarissa sentendosi finalmente realizzata. Il suo sogno era diventato realtà. Si era sposata, stava per diventare madre di due gemelli, aveva cresciuto David da sola ma, adesso, aveva Colin con lei e la certezza che era decisamente quello giusto. Colin era un uomo piuttosto riservato, non amava molto parlare ma Cameron e Jamie gli davano il tormento, era pur sempre lo sposo, volevano che si divertisse. Katie ancora non riusciva a credere che tutto ciò fosse realmente avvenuto e proprio a lei, a lei che aveva fin da piccola progettato il suo matrimonio, a lei che credeva fermamente nell'amore e nella famiglia, a lei che non si arrendeva facilmente ma lottava per tutto ciò in cui credeva. << Non è che adesso che sei sposata ti dimentichi di me vero? >> Scherzò Clarissa. Era fiera di quanta strada avesse fatto l'amica e soprattutto era grata di essere lì. Non aveva passato un solo secondo a pensare al suo di matrimonio fallito, stava bene e non se ne era neppure accorta. Sorrideva, viveva il momento. << Scusa un attimo, ho bisogno di lei>>. Nathan interruppe quelle risate, prendendo la mano di Clarissa per trascinarla via. Cominciò a correre, tirandosela dietro. << Ma cosa faii? Sei tutto matto>>. Clarissa rideva ma non oppose alcuna resistenza. <> << Vorrei vedere te mentre corri con dei tacchi>> Borbottava lei, ma intanto correva, stringendogli la mano. Passarono tra gli invitati, oltrepassarono il soggiorno, poi la stanza da pranzo finendo, infine, in cucina. << Vuoi per caso uccidermi? >> Domandò ironica Clarissa, lasciando la mano del ragazzo per guardarsi intorno. La torta nuziale era esattamente al centro del tavolo. Alta tre piani, bianca, circondata da meringhe caramellate. Al suo fianco piccole tortine, una al cioccolato, una alla crema di mandorle, una a crema di pistacchio ed infine quella al lampone e fragole, tutte ricoperte con della soffice panna montata. << Sto morendo di fame >> << Nath, ma sei pazzo, non possiamo mangiare queste torte >> << E perchè? Chi ce lo vieta di assaggiarle? >>. Il ragazzo la guardò con aria di sfida. Lei si morse il labbro, ridacchiando appena. Si avvicinò al tavolo, allungò il dito verso una torta e lo ricoprì interamente di cioccolato. Guardò lui, con un sorriso stampato in volto, poi si portò il dito alle labbra e cominciò a gustare il cioccolato. << Avevi decisamente ragione...è ottimo >>. Nathan ridacchiò vedendo la sua espressione. Lei prese con la mano un pò di panna montata e lentamente gli si avvicinò. << Prova tu ora >>. Si fermò a pochi passi da lui e, senza pensarci troppo, gli lanciò la panna in pieno viso. Nathan istintivamente chiuse gli occhi e scosse la testa, scrollandosi tutta la panna che aveva in volto. Con le labbra assaggiò i residui rimasti e poi poggiò una mano sul tavolo. << Oh, vuoi la guerra...>>. Borbottò, prendendo una manciata di panna montata tra le mani. Clarissa lo guardò, si tolse i tacchi, lasciandoli sul pavimento e cominciò a correre intorno al tavolo. Il ragazzo prese la mira, per un giocatore di basket come lui era facile centrale il bersaglio e le sporcò i capelli di panna. Lei cominciò a ridere ma non si arrese. Iniziarono a girare entrambi intorno al tavolo, l'uno dietro l'altra, lanciandosi panna montata. Clarissa colpì Nathan tra i capelli e sulle spalle, lui in pieno viso. << Non mi prendi, idioz >>. Lo incitava lei mentre, dalla parte opposta del tavolo, cercava di abbassarsi per nascondersi da lui. Nathan si fermava, per prendere la mira e poi riprendeva ad inseguirla, ridendo. Aveva una risata forte e lei ne era affascinata. << Prendi questo >>. Il ragazzo aveva preso una fragola, avvolta dal cioccolato e l'aveva lanciata su di lei. Clarissa aveva fatto lo stesso, fragola e panna volavano in quella cucina. Erano completamente sporchi quando lei si accovacciò sotto il tavolo per nascondersi. << Tregua, sono disarmata >>, disse divertita. Nathan si sporse per guardarla e scoppiò a ridere. La ragazza era seduta per terra, con panna e pezzi di fragole tra i capelli ed intorno alle labbra. << Ma come ti sei combinata? >>. Clarissa lo fulminò con lo sguardo. << Non che tu sia bello conciato così>>. Guardò i suoi capelli neri e un pò brizzolati, sporchi di panna montata e rise. Nathan scosse la testa e si buttò letteralmente a terra, sedendosi sotto al tavolo, accanto a lei, sfinito ma divertito da quel gioco. << Okay, tregua>>. Un istante di silenzio li avvolse entrambi. Si sentiva solo il rumore dei loro respiri, leggermente affaticati per la corsa. << Hai...hai...della panna...>> Nathan incrociò il suo sguardo, sollevò la mano destra e prese una ciocca dei suoi capelli, ripulendola lentamente. Lei lo guardò, persa nel colore chiaro dei suoi occhi. Clarissa cominciò a sentire i battiti scalpitanti del suo cuore mentre non smetteva di guardarlo. Era la prima volta che si soffermava così tanto nello sguardo di qualcuno. Non si sentiva smarrita ma stranamente al sicuro. << Si? >> Riuscìì soltanto a pronunciare. Lei solitamente si mostrava forte, adesso era come se tutta la sua fragilità si mettesse in mostra. Si sentìì piccola ed indifesa, con un desiderio enorme di protezione. A Nathan iniziarono a tremare le mani, mentre sentìì un nodo stretto in gola. Gli occhi dentro quelli di lei e la sua mano tra i capelli di Clarissa. Si avvicinò ancora un pò, restando seduto su quel pavimento freddo. Le dita si spostarono dai capelli alle labbra della ragazza: il pollice e l'indice lentamente le accarezzarono. Di istinto lei si morse il labbro inferiore. Nathan le era così vicino da riuscire a sentire il suo respiro addosso. Le prese con entrambe le mani il volto, guardandola per un nano secondo. Poi chiuse gli occhi e con dolcezza poggiò le labbra sulle sue. Fu un gesto istintivo, senza pensieri, fu un gesto voluto e desiderato. Sentiva il sapore delle sue labbra sulle proprie e lo desiderava ancora. Clarissa chiuse gli occhi a sua volta e portò le mani tra i capelli di lui, cominciando ad accarezzarglieli. Sentiva la loro morbidezza mentre si lasciava trascinare dal vortice di quel bacio. Le loro lingue incrociate e le loro labbra che si cercavano. Nessuno dei due sentiva l'esigenza di fermarsi. Per la prima volta, dopo tanto tempo, entrambi stavano respirando di nuovo. Era diverso dai baci che Nathan aveva dato fin ora o che Clarissa aveva cercato in sconosciuti. Che l'avessero ammesso oppure no, era un bacio dato con il cuore.
   
 
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