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Autore: killian44peeta    14/01/2017    1 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Diana

Il Fuoco uscì di casa a tarda sera.

La temperatura si era abbassata parecchio e ogni volta che respiravo riuscivo a vedere l'aria uscirmi  dalle narici, come se fosse fumo bianco.

Task pareva avesse perso la lingua, si era zittito di colpo e sembrava che nessuno lo avrebbe convinto a riaprire bocca.

Era corrucciato e decisamente serio, più di quanto potessi immaginare che arrivasse a esserlo.

"Beh, almeno non dovrò sopportare la sua sgarbatezza" pensai tra me e me.

-Non prenderemo altri animali finché non ci saranno problemi di sovraffollamento, al prossimo Elemento potremmo non starci e perciò a quel punto ce ne procureremo uno, ma adesso ci state in due su uno solo quindi...-

Fireburns sistemò la borsa con la sua roba sul Dratini, dove i vari lacci permettevano il loro appoggio.

Vidi che la sua borsa, come la mia, traboccava di vestiti tra cui ne scorsi uno, era una maglia a righe rosse e gialle orizzontali.

Il Fuoco mi diede una rapidissima occhiata, poi posò lo sguardo altrove e sentii la sua voce che, seccamente, diceva -Posso stare dietro? –

Inizialmente ebbi la tentazione di rispondergli a tono un <> ma un occhiata a Morgan mi bastò per farmi capire che non era il momento di fare la bambina e di tentare di non litigare con il mio primo 'amico'.

-Certamente, come desideri- dissi, sforzandomi di ottenere una voce che non mostrasse rabbia o seccatura.

Al mio tentativo di essere garbata lui mi rispose con un sarcastico alzamento di sopracciglio e ad uno sguardo che pareva nettamente mostrare la mia idiozia.

Trattenni tutte le frasi volgari che avrei voluto sputargli addosso e salii su Gylnis, sentendo che lui lo faceva a sua volta.

Partimmo, coperti dalla notte fonda.

Desiderai improvvisamente essere a casa mia, senza questo ragazzino viziato, senza doverlo sopportare e aiutare quando lui mi trattava come se fossi la stupida di turno.

Volevo fargli capire che non ero stupida... ma in che modo?

-Morgan?-dissi

Lui si girò verso di me-Sì?-

-Qual è il prossimo Elemento più vicino?-

-L'Acqua-

-E dove si trova?-chiesi

-A Brooks-

-Pfff... lo sapevo-sbottò Task

-Che cosa sapevi ?- domandai innervosita

-Che non mi avreste lasciato salvare mio padre se non c'era un doppio filo, un altro vostro obbiettivo -

A questo punto andai su tutte le furie, i miei nervi saltarono completamente, facendomi perdere del tutto  la calma –Non è vero!- alzai il tono della voce mentre lui mi scoccava un occhiataccia e io gliela rimandavo

-Ah no? Vuoi dire che è stato solo un caso?- disse beffardamente

-Esatto! Ci saremmo andati comunque, la famiglia viene prima di tutto, anche io ne ho una a casa, voglio loro bene e non vedo l'ora di tornarci-

-Allora perché non lo fai?!-

-Perché li metterei in pericolo, ecco perché!- esplosi, trattenendo le lacrime di rabbia a stento.

Detto questo lui si zittì nuovamente e io riuscii a mandare giù tutto il nervosismo che mi aveva provocato.

Morgan, fino ad ora era rimasto in silenzio, ascoltandoci mentre discutevamo.

Tacemmo fino a mezzanotte quando le campane rintoccarono dodici volte rompendo il silenzio.

Io pretendevo delle scuse da parte sua, scuse che a quanto pareva non voleva darsi la pena di offrirci.

-È normale non riuscire proprio a dormire su quest'... animale?- brontolò lui

-Cerca di chiudere gli occhi- ribattei, nascondendo che anche io faticavo a dormire.

-Ma... è impossibile!-

-Anche Diana si è lamentata ieri sera, ma a dormire c'è riuscita-

-Io non sono come lei-replicò, quasi con disgusto

-E io di certo non sono come lui, non mettermi al suo stesso livello-

-Esattamente-

-È come paragonare due animali assolutamente diversi-

-È come insinuare che una mucca sia allo stesso gradino di un drago- continuò lui

- Tu ti definiresti un drago?- ribattei irritata

-Beh, di certo io non sono la mucca-

Per la seconda volta trattenni un enorme rispostaccia che fu soffocata, che avrei probabilmente mischiato con una smorfia inviperita, fortunatamente, da Morgan –Basta ragazzi, basta! Non litigate continuamente! Dormite piuttosto che vi servono le energie-

Io lo guardai e lui guardò me poi ci girammo a fissare uno una parte, il restante l'altra.

-Se non ci provate voi, lo faccio io, ma dovete restare in silenzio-

-E dormi tu allora!- dicemmo io e Task all'unisono.

-Va bene!- lui scosse il capo, alzando gli occhi al cielo.

Si appoggiò con la testa al dorso del cavallo e sembrò addormentarsi immediatamente.

Passarono minuti dopo minuti e decisi che era il momento di cedere al sonno, ma per quanto ci provassi la mia mente non si decideva a spegnersi.

Mi girai e notai che Task era ancora sveglio e che pareva perso a osservare le stelle brillanti che tremolavano nel cielo.

Mi tornai a girare e rimanemmo entrambi in silenzio fino al punto che lui distrasse la mia attenzione con una domanda che non mi aspettavo mi avrebbe mai fatto –Tu ti fidi?-

-Eh?-

-Ti fidi di Morgan? C'è... insomma... non hai paura che ci stia imbrogliando? Che quello che ci ha detto è tutto vero?- fece una pausa che aumentò in me la perplessità – Che stiamo facendo la cosa giusta?-

-Non esiste la cosa giusta da fare se qualcuno tenta di ucciderti- ribattei

-Oh, sì che esiste- disse lui – E poi non hai pensato che probabilmente in realtà non volevano veramente ucciderti ma facessero solo finta per mettere in gioco un finto salvatore per poi catturarci tutti?-

Tacqui perché, faticai a non essere convinta dalla sua spiegazione, aveva aggiunto una probabilità vera, a cui non avevo affatto pensato.

Improvvisamente mi infuriai, perché lui aveva fatto crescere in me dubbi a cui non volevo pensare, al momento.

Tentai di calmarmi, facendo un sospiro –Mmmmmh... non so, potrebbe anche essere- ipotizzai vaga –Ma potrebbe anche non essere così-

-Potrebbe-ammise lui

Calò nuovamente il silenzio e non feci in tempo a pensare a qualcosa che mi si chiusero gli occhi.

Ed ecco che nei sogni mi apparve nuovamente Luxor, ma stavolta non mi fissava, era in una stanza buia, illuminata da delle candele appese ai muri, la cui cera gocciolava silenziosamente.

Attaccato al soffitto vi era un lampadario vecchio e spento.

Vicino a lui vi era un uomo incappucciato che mi dava i brividi.

Scrutai lo sguardo di Luxor, mi sembrò quello della volta prima, solo era illuminato da rabbia.

-Cosa devo fare quindi?!- sbottò irato, fissando ardentemente l'uomo ammantato.

-Cattura la tua anima, fa' in modo che nulla possa trafiggerti al punto di ferirti veramente-

-E cosa potrebbe farlo?-

-Nulla di materiale, i sentimenti potrebbero-

-Se intendi quel tipo di emozioni, saprai che li ho già messi da parte- disse Luxor, fiero e altezzoso, quasi superbo.

-Allora perché ti scaldi tanto quando si parla di te, del tuo passato e di quello che hai eliminato dalla tua vita?-

Lui divenne rosso di furore e lanciò un occhiata rabbiosa al tipo che avrebbe potuto ucciderlo... se solo gli sguardi potevano diventare una cosa a sé.

-Perché non mi va' di parlarne, ecco tutto-

-Ma ti arrabbi troppo amico- ribatté in tono pungente.

Luxor sbuffò – Solo perché tu mi irriti. Prima dici che sono pronto, poi dici che non sono bravo abbastanza, ma insomma! Se non hai le idee chiare taci e deciditi!-

L'essere mascherato fece un finto risolino malizioso che si diffuse nella stanza in un rimbombo profondo.

-Sarai pronto solo quando dovrai esserlo-

-Si può sapere come devo tradurre la tua frase? O hai davvero voglia di farmi imbestialire o il tuo modo di conversare enigmaticamente per farmi giungere ad una conclusione con la logica dei saggi sta fallendo miseramente-

L'essere avvolto dal mantello scosse il capo con quella che parve rassegnazione -Quando sarai pronto-

-Cioè?-

-Quando ci saranno tutti, ti dirigerai dove la terra diventa acqua-

Il ragazzo biondo sembrò capire perché annuì con un cenno di capo silenzioso –E cosa dovrei fare dopo?-

Stavolta l'incappucciato rise veramente, una risata cattiva e crudele che fece indietreggiare il ragazzo aureo.

L'individuo si decompose ed entrò dentro al suo corpo.

Luxor iniziò ad agitarsi, tremando e urlando, cadendo a terra per poi riversarsi al suolo.

La creatura uscì dal suo corpo e lui si riprese, ma era ancora scosso dai fremiti e se ne rimaneva inginocchiato, faticando a respirare.

Pareva innocentemente indifeso, gli occhi sgranati, le braccia avvolte al petto mentre delle lacrime copiose ne imperversavano le goti.

-N...non.... Non farlo mai più- balbettò alzando il viso e tenendo i suoi occhi incatenati alla figura.

L'entità pareva deliziato dall'agitarsi del ragazzo.

-Adesso sai cosa devi fare no? Il resto non conta più-

Luxor si sdraiò e appoggiò, con un tonfo, la testa al pavimento, ancora agonizzante.

La cosa uscì dalla stanza.

-Sta bene attento a non deludermi Luxor, la prossima volta potrebbe essere la peggiore per te, potrebbe accadere veramente, questo era solo un avvertimento-

Il sogno rimase all'essere per un po', mentre se ne andava chissà dove, poi tornò a lui.

Il biondo spostò gli occhi cerulei-ghiaccio dal letto alle pareti , premendo la mano contro le tempie e respirando in modo affannato.

Non aveva più l'atteggiamento nobile, orgoglioso, altezzoso e dignitoso di prima.

Il suo tremare si mischiava tra paura e terrore.

Mi chiesi che cosa gli fosse successo quando gli era entrato dentro l'essere maligno.

Si alzò in piedi e si asciugò le lacrime con le mani –Maledizione- disse solo, prima di rimanere fermo immobile a guardare per qualche secondo una candela accesa e un vaso di vetro.

Spense la candela con la mano in maniera frivola, come se il fuoco della candela non lo scalfisse minimamente, non avevo visto se si era inumidito la mano per spegnerla.

Dopodiché afferrò il recipiente di vetro.

In uno scatto d'ira lo lanciò contro il muro, il vaso si ruppe in tanti, minuscoli, frammenti che si sparsero per la stanza con un rumore secco e tintinnante.

L'espressione di lui era furiosa, agitata e incontrollatamente veemente.

Pareva che con il suo gesto avesse scaricato parte della sua ira, non tutta, ma abbastanza perché la collera sparisse nel giro di qualche secondo tramutandosi in una disperazione impetuosa.

Mi svegliai con la luce mattutina in faccia, mentre ero sul pegaso, con dietro il rosso, ancora addormentato.

Morgan era sveglio.

Ricordai quello che Task aveva detto la sera prima e mi si chiuse lo stomaco improvvisamente.

"No, non può essere così"

Per me non aveva un carattere sospetto, ne malvagio, mi parlava tranquillamente, spensierato.

I suoi occhi emettevano tutto quello che pensava.

Scossi il capo, non ci volevo affatto credere.

"Perciò che senso ha pensarci?" mi dissi tra me" Adesso dobbiamo solo trovare il padre del rosso, il resto non ha importanza"

-Ben tornata dal mondo dei non sogni- disse Morgan prendendomi alla sprovvista e sorridendo

-Grazie, hai dormito bene?-

-Ehi ! dovevo chiederlo io a te!- lo disse in modo divertito e quasi da bambino piccolo.

Scoppiammo a ridere fragorosamente.

-Fate piano! Porca miseria, volete assordarmi? Inutile dire che c'era qualcuno... e c'è ancora... che tenta di dormire!- fece Task, con dei borbottii sommessi.

Quasi per dispetto iniziammo a ridere ancora più forte.

Fireburns si tappò le orecchie –Dai! Basta, smettetela!-

Gylnis nitrì e il rosso sobbalzò vistosamente –Non mettertici anche tu, stupido pollo alato con gli zoccoli! Prima mi guardi male e poi mi fai anche i dispetti... voglio il Dratini!-

Avrei voluto continuare a ridere per ore e ore ma tentai un leggero contenimento, per non esagerare... ovviamente non funzionò a lungo, però evitò che rischiassi di cadere dal pegaso... questo fu abbastanza direi, o almeno per me, di certo non per quello dietro di me che dovette subirsi tutte le nostre risate.

-Siete soddisfatti? Adesso non dormo più- fece uno sbuffo

Quando smettemmo lui sembrò sollevato, ma oramai la sua espressione era talmente stufa che probabilmente aveva ragione, non avrebbe più dormito, affatto.

Sorrisi a Morgan e lui mi strizzò l'occhio.

-Allora- iniziò Fireburns –Quando si va' a esplorare le foreste per vedere se sono abbastanza sicure?-

-Più tardi, verso mezzogiorno smonteremo per risvegliare le nostre gambe-

-...Niente colazione?- chiese Task incerto.

"oh-oh"

Ed ecco che non riuscii a non scoppiare a ridere.

-Che ho detto?!- domandò lui, guardando Morgan che si era messo la mano sugli occhi dalla disperazione.

-Non gliel'hai detto?- chiese, anche se sapevo che era una domanda retorica gli risposi comunque.

-No, scusa...-

-Che c'è?!- sollecitò, con il tono esasperato di chi non sa più come fare

Risi ancora –Se lo sapessi...- farfugliai tante cose senza dargli un filo di connessione, in mezzo alle risate.

-Mamma mia ! Ma con che razza di gente sono?- borbottò indignato –Cosa c'è di male se voglio fare colazione?-

-Lo avevo detto io- sospirò Morgan

-Già, l'avevi detto- concordai ancora ridendo.

-Ma di che cavolo state parlando voi due?-

-Nulla, di un impegno che avrei dovuto ricordarmi per evitare le troppe domande-

-Che tipo di impegno?-

-Sul fatto che avresti chiesto o non chiesto la colazione che noi non facciamo- sghignazzai sommessamente

-Quindi non si fa colazione?-

-Esatto-

-Che scocciatura...- disse sommessamente.

Tacemmo un po', poi finalmente il tempo passò e giunse il mezzogiorno.

Velocemente, gli animali si prepararono a discendere verso il terreno in maniera impeccabile.

Seguii il contorno delle ali bianche e pure mentre si spiegavano per poi calare in direzione del suolo in picchiata.

Mentre accadde sentii le dita di Task aggrapparsi alla mia schiena violentemente, si attaccò stringendomi mentre vedevo la sua mascella contrarsi in un disperato tentativo di non mettersi a urlare lì per lì.

Lo sostenni fino a che gli zoccoli degli animali non toccarono terra.

Anche a quel punto pareva non volermi mollare affatto ne rinunciare alla salda presa che avevano le sue gambe sulla schiena di Gylnis.

I suoi capelli erano spettinati, disordinati, sparpagliati e arruffati sulla sua testa, i suoi occhi sconvolti e stravolti.

La sua espressione era persa, con le labbra tese e appena socchiuse

-Ehi, stai bene?- gli chiesi, scuotendolo.

A vederlo così mi appariva come quei gatti che per lo spavento balzano e si attaccano con le unghie a pareti, mattoni e legno.

Sinceramente mi faceva un po' pena.

L'arrabbiatura con lui in parte era passata, un po' per tutte le risate fatte stamattina a sue spese e un po' per il semplice fatto di vederlo così spaventato..

I suoi vestiti parevano essere leggermente sottosopra, parte della camicia era piena di pieghe, i pantaloni un po' sciatti e caotici, i lacci delle scarpe erano slacciati e scombussolati, del tutto ingarbugliati.

Sembrava che li avesse buttati all'aria e pestati con la forza una volta caduti.

Scesi dall'animale, riuscendo a fargli mollare la presa dalle mie spalle.

Lui scese dal pegaso, con le braccia che si muovevano goffamente e le gambe che procedevano a tentoni.

Per poco non scivolò.

Quando scese a sua volta iniziò a girare a vuoto, in tondo, probabilmente per svegliarsi le gambe.

Le mie formicolavano terribilmente.

-Dovete cambiarvi- disse Morgan

-Già- ammisi io.

-Dirigetevi all'interno della foresta e cambiatevi alla svelta, avete bisogno di mangiare, io intanto inizio a cuocere il cibo-

Ci dividemmo.

Percorsi un po' di strada e poi mi fermai, all'ombra di un albero dal tronco decisamente robusto.

Mi tolsi inizialmente la maglia e il top, infilandomi una t-shirt bianca con sopra un coniglietto dagli occhi dolci e enormi, quasi grandi più della sua testa.

Mentre mi cambiavo sentii il frusciare del suo corpo, probabilmente si stava togliendo la camicia arancione perché vidi, lontano, lui, solo in canotta, per poi metterne un'altra.

Mi tolsi anche la gonna , l'intimo e le scarpe per poi rivestirmi velocemente con pantaloni panna e scarpe da ginnastica.

Fatto ciò presi il tutto e lo lanciai chissà dove, probabilmente si appese ad un albero.

Aspettai qualche secondo e poi tornai dove ci eravamo divisi.

A quel punto vidi un Morgan intento a cuocere un animale infilzato con un bastone di legno e un Task con camicetta verde e pantaloni mimetici dallo sguardo interessatissimo ad ammirare la carne che si cuoceva.

Il nostro protettore tirò fuori altra selvaggina, tra cui due leprotti che iniziò immediatamente a spellare con una spada che tolse dal fodero sul fianco destro per poi tagliare anche la testa all'animale.

Tagliò accuratamente e poi lo fece anche con l'ultimo dopo di averlo infilzato.

-Morgan?-

-Sì?-

-Dopo l'Acqua chi incontreremo? Chi è il più vicino?- chiesi, aggrottando la fronte

Morgan tacque per pochi secondi.

-Il Buio-

Il mio cuore, nel petto mi fece un balzo.

Si formulò una sola parola nella mia testa.

E quella parola era :"No!"

Un no quasi gridato.

Perché non ero ancora pronta a incontrarlo, solo il pensiero di trovarlo mi metteva su un terrore che mi inondava il corpo e mi rendeva debole.

Era vero che inizialmente con Task non avevo avuto buoni rapporti, ma dopotutto era solo un ragazzo che aveva bisogno di avere certezze e sapere che suo padre stava bene, non lo avevo capito finché non lo avevo visto così aggrappato a Gylnis e a me.

Era anche vero che non apprezzavo del tutto la sua testardaggine, ma almeno lui non scatenava male e dolore e guerre a non finire!

Non ero affatto pronta ad incontrarlo, a trovarlo davanti a me, pronto a rendere il mondo peggiore di quanto potesse già essere.

-L'elemento del Buio sta viaggiando, si sta spostando sempre di più verso di noi, non so per quale motivo ma è così-

-Quindi potrebbe venirci incontro?- domandò Task

-Esatto- rispose

Mentalmente speravo che la sua risposta sarebbe stato in negativo, ma ... a quanto pareva, più presto del previsto, me lo sarei trovato davanti.

E avrei sfoderato tutte le mie armi per tentare di renderlo inoffensivo.

  
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