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Autore: Elsinor    14/01/2017    6 recensioni
Il Krampus è un mostro leggendario che viene a Natale per i bambini cattivi. Gellert Grindelwald ha sempre amato le leggende e non è mai stato un bravo bambino, e il professor Krass, suo insegnante a Durmstrang, lo sa bene.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Gellert Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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L'insegna del capanno ammantato di neve raffigurava un uomo lupo trasformato a metà.
Una rappresentazione benevola, giudicava il professor Krass.

Aveva chiesto una semplice birra di sorgo e aveva interrogato l'oste sul castello dei Grindelwald, srotolando sul bancone la mappa.
«Questa non le servirà a molto.» commentò l'oste «Il castello è Indisegnabile.»
«Lo so. Indicate col dito.» ribatté brusco Krass.
L'uomo eseguì, guardandolo di sottecchi senza simpatia. I maghi ungheresi non ne avevano di principio molta per i tedeschi.
«È parecchio a Nord verso le montagne. Territorio austriaco. Meglio non scendere mai dalla scopa, la foresta è piena di bestie.»
«Lupi mannari?» chiese Krass stirando brevemente gli angoli della bocca più in orizzontale che in verticale.
Neanche il sorriso dell'oste fu degno di tale nome.
«Tra le altre cose.»
«Non ho problemi.» Krass finì il boccale e si alzò, raccogliendo la sacca da viaggio di cuoio «Sono un cacciatore.»


Oste a parte, chiunque lo avrebbe considerato pazzo a viaggiare in quota in pieno inverno, sorvolando le cime innevate di abeti più neri del cielo notturno.
Lui stesso era incline a pensare di essere impazzito.
Il professor Krass aveva imparato a non agire di pancia né con tutte le altre viscere: era quello che ripeteva agli studenti, i quali avevano il privilegio di impararlo da lui e non direttamente dai mostri.
Eppure c'era uno studente in grado di fargli perdere il controllo.

Finalmente il profilo del castello dei Grindelwald gli apparve dietro la cresta degli alberi, illuminato da una gibbosa calante che nemmeno la foschia riusciva ad appannare. Era una costruzione massiccia ma non imponente, in pietra grigia, con torri basse e tozze dalle punte ricoperte di neve. Fuochi brillavano dietro le finestre.
Krass atterrò poco lontano, in mezzo agli abeti. Il terreno non era stato reso più agevole neanche a uso di mago.
Tolse lo stretto copricapo da viaggio e rimosse senza fretta la sciarpa che gli avvolgeva naso e bocca. Si concesse qualche minuto per ripensarci, ma si era convinto così bene di avere ragione che in breve, più deciso di prima, era già sulla strada.
Appena posò piede a dieci metri dal portone (cominciava almeno lì una passerella) lo percorse un brivido e capì di aver attivato un incantesimo.
Innocuo.
La luce dietro una finestra al primo piano sfarfallò e una porta più piccola si aprì all'interno del portone.
Krass intravide la sagoma di un elfo domestico, ma si ritirò rapida com'era apparsa.
Nel tempo che Krass impiegò ad arrivare vicino alla porta, era rimasto solo uno spiraglio di luce ad accoglierlo.
Aspettò, finché una donna non accorse ad affacciarsi allo spiraglio.
«Avete bisogno di aiuto? Vi siete perso nella foresta?» gli chiese in tedesco. Krass la fermò prima che lo ripetesse in francese.
«No, cercavo proprio voi. Sono Thaddäus Krass, insegnante e Vicepreside di Durmstrang.»
La donna spalancò gli occhi. Era giovane e pallida, indossava un abito grigio austero con sopra un grembiule pulito.
«Devo avvertire la signora.» decise. Per un attimo Krass temette di ricevere la porta in faccia, ma la ragazza si scansò e allargò lo spiraglio per farlo passare «Prego, signore, ehm, professore! Non rimanete al freddo. Date pure il mantello e la scopa a Schaffi, anche il bagaglio, se volete...»
L'elfo domestico era riapparso dietro la ragazza e tese umile le braccia.
Krass avrebbe giurato che il portone desse su un cortile interno, ma quando entrò si ritrovò al caldo di un'anticamera, con un'ampia scalinata al centro. I corrimani e le balaustre erano decorate con agrifoglio e nastri per il Natale.
Sentì strilli di bambini in lontananza.
«Vi chiedo perdono, non aspettavamo visite. I bambini credono sia arrivato il Buon Nikolaus e ora nessuno li calma più...» abbozzò la ragazza.
«Non ero atteso, in effetti.» replicò secco Krass senza tradire il disagio «Vorrei parlare con il signore o la signora Grindelwald, se non vi dispiace.»
«Seguitemi, scusate per la scala di servizio...non vi aspettavamo...e non riceviamo molte visite. La signora sta dando disposizioni per la Vigilia, ma vorrà ricevervi senz'altro.»
Parlava già macinando le scale a tutta velocità. Incrociarono sul primo pianerottolo una donna più anziana ma dal vestiario identico che scendeva.
La ragazza accennò una riverenza: «C'è il Vicepreside di Durmstrang, Fräulein
La donna posò la mano sulla pettorina del grembiule «Per il signorino Gellert? A tre giorni dalla Vigilia di Natale!»
Il professor Krass non ritenne più opportuno discutere con persone evidentemente di servizio, così rimase in silenzio.
Si accontentò che lo guidassero senza far storie lungo la scala, fino a un corridoio dal soffitto altissimo dove altre Fräuleins grige provvedevano a colpi di bacchetta ad accendere candele e far serpeggiare ghirlande.
Il vociare di bambini riecheggiava ancora più forte, sembrava ci fosse un'intera scuola da quelle parti.
Un elfo domestico passò correndo a perdifiato, inseguito da un cane bassotto e due bambini subito dietro.
La Fräulein più anziana estrasse pronta la bacchetta e affatturò elfo e cane uno dopo l'altro, congelandoli a mezz'aria e mandandoli a ruzzolare rigidi sul tappeto.
I bambini, entrambi molto piccoli, si fermarono da soli e si voltarono verso la Fräulein con le facce paffute tremanti.
«Perché non siete nella Sala dei Cervi con gli altri? Le vostre signore madri saranno molto infelici.» li apostrofò la Fräulein, gelida «Fräulein Hilde, occupatevene voi. Quanto a te.» agitò la bacchetta e sciolse le membra dell'elfo, che tornò in piedi con uno squittio «Dai bambini non devi farti vedere, figuriamoci prendere. Sei qui per lavorare, non per giocare. Ora sparisci!»
L'elfo obbedì con uno schiocco. Il bassotto, anche lui sciolto dalla fattura, rotolò sulle quattro zampe e trotterellò mogio dietro ai bambini e alla giovane Fräulein.
«Vi chiedo scusa, professore.» la donna più anziana ripose la bacchetta alla cintura «È il clima natalizio.»
Sarà stato il clima natalizio o la poca abitudine alle visite, ma il castello dei Grindelwald mancava di efficienza. Per fortuna c'era Durmstrang a dare a Gellert Grindelwald il giusto esempio.
«Dov'è il ragazzo?» era ciò che voleva chiedere fin dall'inizio, in realtà. 
«Il ragazzo?» ripeté la Fräulein come se avesse parlato in goblinese «Oh, il signorino Gellert. È nel suo studio e nessuno può entrarci.»
«Io sì.» ribatté Krass.
«La signora...»
La interruppe un'allegra voce femminile che si impose sugli echi del corridoio: «Grazie, Fräulein Engelberta, sono qui.»
Era la signora Grindelwald.
















Angolo dell'autrice: grazie per essere arrivati a leggere fin qui! Una storia ambientata in periodo natalizio pubblicata passato il suddetto periodo, ebbene sì: il tempismo non è il mio forte! Come primo capitolo forse è un po' lungo, in compenso la storia non sarà lunghissima. Spero vi abbia messo un po' di curiosità! Se sì, seguite e, se avete anche voglia di lasciare una recensione, Fräulein Engelberta approva!
P.s: detto tra noi, Grindelwald e il professor Krass compaiono anche nella mia storia Benvenuti a Durmstrang, ma non è necessario leggerla né averla letta per capire questa.

   
 
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