[Buona sera a tutti!! Siamo al penultimo capitolo di questa storia apparentemente senza fine...sigh sigh....T_T....eh si. Mi dispiace troppo. Comunque credo che amerete il finale,così come credo sia piaciuto a Mark. Ahahahah. E niente. Un capitolo un pò angst,prevalentemente su ciò che prova Sofia. Ma mi conoscete,il lieto fine è d'obbligo. ^^ Vabbè....l'unica cosa che mi resta da dire,come sempre....ENJOOOOOOOOOYYYYYYYYYYYYY]
CAPITOLO 25 – Il Funerale
La neve. A Seth piaceva da morire la neve. In realtà
proprio l'inverno. Mi diceva spesso che per lui era come se quel
manto bianco,quando ricopriva ogni cosa,in realtà cancellasse tutto
ciò che c'era di sbagliato. In pratica era come un'enorme gomma da
cancellare. Il terreno,gli alberi,le case,le persone. Ogni cosa
brutta veniva coperta,e prendeva un nuovo aspetto. Tutto diventava
più freddo. Ogni cosa sembrava rallentare. A quel punto bastava che
ti sedessi da una parte e guardassi da vicino tutto ciò che ti
circondava. Tutto quello che prima aveva un vuoto,adesso era ricolmo
di quel bianco candido. Le buche sull'asfalto; I muretti semi
distrutti dal tempo,adesso avevano dei cumuli di neve che li
riempivano. Gli alberi,i cui rami erano stati strappati dal
vento,adesso non sembravano più così spogli. I tetti delle case,che
non venivano verniciati da anni,adesso non apparivano più vecchi e
logori. E le persone,sembravano rinascere,sebbene il freddo non gli
piacesse poi molto. Gli adulti,così come i bambini,passeggiavano
tenendosi per mano. Avvolgendosi nel calore che l'un l'altro
riuscivano a darsi. Magari era freddo,ma il calore che emanavano era
così grande che quasi lo si poteva avvertire solo guardandoli dalla
finestra.
Eppure,adesso,il bianco della neve,era diventato un nero
assoluto e costante. Colore predominante nei giorni di lutto. Non
c'era spazio per la neve,talmente tante persone c'erano. Il bosco
degli addestramenti,della caccia. Il bosco che mi proteggeva quando
litigavo con i miei fratelli. Che mi nascondeva quando avevo fatto
qualche marachella. Il bosco di Seth. Quel bosco non aveva mai visto
così tante persone come quel giorno. Mi guardavo intorno senza dare
realmente peso a ciò che avevo davanti. Come se fossi in trance. Che
diavolo mi importava di tutta quella gente? Perché erano lì? Capivo
la presenza della mia famiglia,ma le altre persone? C'era quasi tutta
la città.
Egoisti. Erano solo degli egoisti. Neanche lo
sopportavano Seth. Ma quando il Nonno aveva messo i drappi neri
appesi al portone,erano accorsi tutti. Il Nonno li metteva solo ed
esclusivamente quando un familiare veniva a mancare. Quindi
probabilmente in città si era sparsa la voce. Un po' come quando la
Nonna morì. Anche in quell'occasione si erano presentati tutti.
Forse era una sorta di rispetto verso il Nonno. Verso le persone che
proteggevano la città e le loro famiglie. O forse solo paura.
Stupida e inutile paura che se non avessero mostrato di tenerci,il
Nonno avrebbe rinunciato a combattere per loro. Assurdo.
Comunque erano tutti lì. Vestiti di nero e con le facce
tristi. Al centro del bosco. Dove Peter aveva sfidato il
Nonno,perdendo miseramente. E io ero proprio davanti a loro. In
fila,come se fossi pronta a fare la mia parte in una recita
scolastica. Loro erano il pubblico. Gente annoiata e disinteressata
che stava lì per poter dire un giorno: “Io c'ero!” .
“Egoisti...”
pensai.
Daniel e Matt erano al mio fianco. Li guardai,ma senza
vederli davvero. Mi sentivo quasi ubriaca. Voltavo lo sguardo solo
per riflesso,in un movimento nullo. Ma di certo non potevo tenere gli
occhi perennemente a terra. Anche se in quell'occasione,le mie scarpe
sembravano molto più interessanti. Almeno potevo vedere la neve. In
fila subito dopo di noi c'era Mark con la sua famiglia. Come Matt,si
era ripreso in poco tempo. Erano bastati due giorni e parecchio
riposo. C'erano anche i cuccioli. Anne in braccio al fratello.
Piangeva a dirotto sulla sua spalla,singhiozzando quasi fino a
perdere il fiato. Praticamente Seth le era stato affiancato alla
nascita. Zia Charlotte lo aveva richiesto come suo padrino,e aveva
dovuto perderci parecchio tempo per convincerlo. Alla fine aveva
dovuto rinunciare e scegliere mia madre. Ma non perdeva una singola
occasione per metterla fra le braccia di Seth. Lui ogni volta
grugniva infastidito,ma poi si lasciava rapire da quelle piccole
manine che lo cercavano. Un po' come per Matias. Anche se lui come
me,sfuggiva ai suoi genitori per andare a cercarlo nel bosco.
Lui
era vicino a zia Mel e la teneva per una mano. Lei se ne stava ferma
immobile sul posto,con gli occhi gonfi di lacrime che non versava.
Una sorella maggiore,ecco cos'era per me. Ma in quel momento non
riuscivo a pensare che stesse male per Seth. Aveva ben chiarito di
essere a conoscenza dei piani di zia Louise e zio Chaz.
“Traditrice.”
pensai guardandola.
Perchè lo era. Non era mai dalla parte di nessuno. Ma
alla fine le sue scelte le faceva eccome. E adesso che il Nonno aveva
decretato la punizione per i miei zii,lei aveva cercato di fare carte
false per dissuaderlo. Non che ci fosse riuscita. Il Nonno aveva
deciso di farli restare nella famiglia,in seguito ad una riunione del
Consiglio. Riunione che aveva richiesto la presenza di 'tutta' la
famiglia. Cuccioli compresi. Anche il Sindaco della città era
presente,perché sapesse ciò che era successo e divulgasse la
notizia delle loro azioni. Ovunque fossero andati,tutti avrebbero
saputo di non potersi mai più fidare di loro. Le persone li
avrebbero guardati per quello che erano. Aveva lasciato loro il
compito di raccontare,durante la riunione,ciò che era successo. Ciò
che avevano fatto. Come erano stati responsabili della morte di Seth.
Li aveva umiliati così come meritavano. E non c'era stato modo per
loro di controbattere,di evadere la sua decisione. I suoi occhi rossi
e la sua aura ostile non gli avevano dato alcuna possibilità di
opporsi. Avevano fatto ciò che gli era stato ordinato.
Matias era rimasto così shockato da quello che avevano
raccontato. Si era trasformato piangendo e urlando contro di loro.
Continuava a ripetere che non poteva essere vero,che i suoi genitori
non erano cattivi. E quando loro invece abbassarono lo sguardo non
riuscendo a tenere il suo,ebbe la conferma.
Adesso se ne stava lì,con la mano in quella di zia
Mel,incapace di provare una singola emozione. Sembrava non provasse
nulla. Ma sapevo che era solo una mera corazza di punte acuminate che
stava indossando.
Accanto a loro c'erano zia Louise e zio Chaz.
Piangevano.
“Come
osano? Con quale faccia si presentano qui,come se gli importasse
qualcosa?” mi chiesi.
“Sofia,calmati.”
mi disse Matt.
Ma non riuscivo a farlo. La loro sola presenza al mondo
era un affronto alla memoria di Seth.
“Sofia,ritira
gli artigli.”
mi chiese Daniel.
Avrei potuto. Ma perché? Infondo sapevano bene cosa
pensassi di loro. E anche se non lo sapevano,potevano di certo
sentire il mio odore. Chissà cosa percepivano.
“Rabbia?
Disgusto? Odio? Delusione?”
pensai.
Alla fine Matt mi cinse le spalle con un braccio e fui
costretta a voltarmi. Chiusi gli occhi e mi calmai quel po' che
serviva a far tornare le mie mani umane.
“Così
va meglio...”
disse Matt.
Non dissi nulla. Che diavolo avrei dovuto dirgli?
Tra noi e la gente della città,c'era una fossa. Un
maledetto buco di terra smossa che divideva la neve. Un pugno in un
occhio. Chissà se Seth avrebbe voluto essere seppellito? Di certo
non glielo avevo mai chiesto. Non avrei mai pensato che sarebbe
morto.
A me stava bene che lo seppellissero. Avrei comunque
potuto venire a trovarlo. Non come con la Nonna. Lei era stata
cremata e le sue ceneri erano state gettate nel mare. Amava il
mare,per quello il Nonno aveva assecondato il suo volere.
D'un tratto la gente cominciò a spostarsi,aprendosi per
lasciare un varco. Il Nonno era a capo del corteo funebre. Vestito di
nero come tutti noi,ma con un solo particolare che lo distingueva. I
suoi occhi erano rossi,e non per il pianto.
Subito dietro di lui c'erano la mamma e il papà,che
tenevano la grande cassa di mogano laccato. Ad aiutarli,zio Phill e
zia Charlotte. Camminavano tutti con estrema lentezza,così come ci
si aspetterebbe in un'occasione simile.
“Dov'è?”
mi chiesi.
Voltai più volte lo sguardo in cerca di quell'ultima
persona. Derek non c'era. Durante la riunione il Nonno aveva espresso
chiaramente il desiderio che Derek fosse presente. Eppure lui non era
lì.
Il mio cuore prese a correre all'impazzata. Voltai più
volte la testa a destra e sinistra per cercarlo.
Poi lo vidi. Vicino ad un albero,da solo. Lo sguardo
triste mentre vedeva la bara con Seth,arrivare davanti alla grossa
buca nel terreno. Abbassò lo sguardo.
“Perché
non è qui con noi?”
chiesi a Matt.
“Non
ne ho la più pallida idea. Il Nonno gli aveva detto che poteva stare
qui...lo sai com'è...”
rispose tristemente mio fratello.
Il corteo si fermò e noi con lui. Il Nonno,che fino a
quel momento aveva dato le spalle alla bara,si voltò.
Fece qualche passo per raggiungerla e vi posò un palmo
sopra.
“Quello
che è successo alla nostra famiglia,è una cosa orribile. Non
abbiamo perso solo un compagno,ma un pezzo di noi stessi.”
disse mantenendo lo sguardo sul freddo legno “Oggi
qui ricordiamo un fratello,un amico...”
spostò la mano mentre alzava gli occhi alla folla.
Tutti lo guardarono senza proferire parola,anche se
titubanti per il suo aspetto.
Non tutti conoscevano la nostra 'vera' faccia.
Soprattutto i bambini,ma loro erano più affascinati che impauriti.
Forse anche grazie a tutti i programmi televisivi che parlavano di
cose sovrannaturali. Ormai anche i cartoni avevano lupi
mannari,mummie,vampiri e quant'altro.
“Apprezzo
la vostra presenza qui. E sento davvero il vostro calore,nonostante
questa fredda neve sembra voler ricoprire anche i nostri cuori.”
si schiarì la voce “E
mi dispiace di farmi vedere in queste vesti. So che per molti di
voi,l'esistenza dei lupi mannari è alquanto assurda. Avrei voluto
tenerla nascosta,ma al momento mi è piuttosto difficile.”
disse voltandosi a guardare zia Louise e zio Chaz.
Abbassarono velocemente lo sguardo come spaventati.
“Ma
vi assicuro che nessuno di noi,della nostra famiglia,farà mai nulla
per nuocervi.”
continuò volgendo di nuovo lo sguardo alla gente “Molte
cose sono successe fin'ora. E qui,davanti al mio compagno
caduto,prometto solennemente di proteggervi.”
detto questo s'inginocchiò.
Tutti noi ci guardammo senza parole. Il Nonno si era
inginocchiato. Aveva mostrato i suoi occhi a tutte le persone che
erano lì e ora si stava inginocchiando per loro. Guardai Matt,e lui
ricambiò il mio sguardo sorpreso. Come noi anche tutte le altre
persone che erano con noi.
“Così
come Seth,che giurò sulla sua stessa vita,di proteggere la mia
famiglia.”
disse rialzandosi “E
così ha fatto. Ha tenuto fede alla sua parola. Non ci sono parole
per descrivere il suo gesto. Ma siamo tutti qui per ringraziarlo. Non
c'è persona qui migliore di lui. Non oggi.”
fece un rapido gesto a mio padre.
Lui rispose con un cenno del capo e si mosse in sincrono
con gli altri tre. Si posizionarono sopra la fossa alzando la bara in
modo che coincidesse perfettamente.
Erano pronti a calarla. Non lo avrei più rivisto. Non
lo avrei più visto sbuffare. O sorridere per qualcosa di buffo. Non
mi avrebbe più abbracciata.
Mi portai automaticamente una mano al petto stringendo
il mio cappotto. Gli occhi mi si appannarono,ma durò poco. Il tempo
che quelle lacrime riuscissero a rompere la barriera dei miei occhi e
colare lungo le guance. Feci un passo avanti scuotendo la testa.
“Sofia,va
tutto bene...”
mi disse Matt.
“No
che non va tutto bene! Neanche per sogno...non dovrebbe esserci lui
in quella bara!”
pensai volgendo lo sguardo arrabbiato ai miei zii.
Il Nonno mi guardò. Era un'espressione strana. Affranta
e triste. Mentre i miei zii continuavano a guardare davanti a
loro,non curandosi dei fulmini che uscivano dai miei occhi.
E mi mandava in bestia. Chiusi gli occhi per due
minuscoli secondi,poi mi allontanai dalla cerimonia a passo spedito
verso Derek. Non sembrò sorpreso di vedermi arrivare. Non quanto lo
fu nel sentirsi afferrare e trascinare tra la famiglia.
“S-Sofia...”
provò a dirmi.
“Hai
più diritto di loro di stare qui! E io ho bisogno di te.”
lo dissi con un tono di voce abbastanza alto perché tutti lì mi
sentissero.
Lo trascinai al mio fianco,vicino a Matt. Tra gli
sguardi sorpresi dei miei zii. La rabbia che mi montava in corpo fu
tale da far cambiare i miei occhi. Mi guardarono,zia Louise e zio
Chaz,con quell'aria di superiorità che mi mandava in bestia.
“Qualcosa
da dire? Mmm?” chiesi
spavalda.
Abbassarono
di nuovo lo sguardo senza controbattere. Chiusi gli occhi. Ormai non
riuscivo neanche a tenerli aperti,tante erano le lacrime.
La bara calò nella fossa e sentii le mie gambe farsi
più pesanti. Quando fu completamente scomparsa oltre la terra,io ero
ormai inginocchiata nella neve. Il freddo risalì per le mie gambe
fino ad arrivarmi al cuore. Sarei diventata un pezzo di ghiaccio,se
non fosse stato per Derek. Si era inginocchiato anche lui e mi teneva
stretta in un abbraccio.
“Va
tutto bene. Ci sono io...”
disse accarezzandomi i capelli.
Il Nonno prese con la mano una manciata di terra e la
riversò sulla bara.
“Arrivederci
amico mio.” gli sorrise
allontanandosi.
La mamma,il papà,zio Phill e zia Charlotte fecero
esattamente la stessa cosa. Poi fu la volta di Daniel e Matt. Dopo
aver salutato Seth per l'ultima volta,Matt mise un braccio sulle
spalle di Daniel e si allontanarono. Zio Chaz e zia Louise vennero
quasi obbligati dal Nonno,visto che stavano allontanandosi dalla
cerimonia. Lo trovavo sbagliato. Tremendamente sbagliato. Zia Louise
cercò di prendere Matias per la mano per andare con loro,ma lui si
scostò bruscamente.
“Lasciami!”
gli disse con tono secco.
Mio zio prese la moglie per mano e fecero la loro parte.
Anche zia Mel provò a convincere Matias,ma sembrava che niente lo
riuscisse a smuovere dal suo posto. I suoi occhi si erano fatti rossi
e pieni di lacrime. Derek mi guardò preoccupato. Poi vidi Anne
correre verso di lui e praticamente gettarglisi
addosso,coinvolgendolo in un abbraccio goffo e improvviso.
“Andiamo
insieme a salutare Seth?” gli
disse lei con voce tremolante per le lacrime.
Anne aveva capito fin da subito cosa provasse il cugino.
E quello era il suo modo per stargli vicino,per fargli capire che non
era da solo. Mark gli arrivò alle spalle e spingendoli per la
schiena li portò davanti alla tomba. Presero un mucchietto di terra
a testa e lo lasciarono cadere sulla bara.
Mancavo solo io,ma la neve sembrava attirarmi a lei.
Mi sentii tirare su di peso. Derek mi stava lentamente
conducendo lì. Ero ad un passo dalla terra che avrei dovuto
prendere,e ancora una volta,il ragazzo che amavo mi prese la mano e
la condusse sul freddo terriccio.
“Ecco
qui. Lo faremo insieme...” mi
disse con voce calma e rassicurante.
Lo guardai come se fossi davanti ad un fantasma.
“E
se lo dimenticassi? Come ho fatto con la Nonna? N-Non posso
Derek...non ce la faccio!”
dissi tra le lacrime.
“Ma
che stai dicendo? Non succederà...non lo permetterò.”
rispose.
Guardai la terra e la strinsi in una mano. Terra.
Stupida terra fredda che non significava nulla. Spostai lo sguardo
alla neve e ne raccolsi una manciata con l'altra mano.
“Seth
amava la neve.” spiegai a
Derek.
Ma lui non aveva bisogno che spiegassi il mio gesto. Mi
sorrise e fece esattamente come me.
“Allora
ne prenderò un po' anche io.”
disse semplicemente.
Gettammo la terra e la neve insieme sulla sua bara. Poi
Derek mi prese per mano e restammo per qualche istante lì davanti.
Il Nonno venne verso di noi.
“E'
tempo che andiate a casa. Qui ci penserò io.”
mi disse.
Strinsi automaticamente la mano di Derek. Lui annuì e
come aveva fatto prima mi trascinò via.
Passarono altri due giorni prima che riuscissi ad uscire
dalla mia camera. Il tempo lì dentro sembrava diverso. Come se non
fosse mai successo nulla. Come se quelle quattro mura mi
proteggessero. Per tutto quel tempo avevo dovuto combattere con il
mio nuovo istinto di scendere quei due piani e compiere un massacro.
Non riuscivo a controllarmi neanche quando,durante la notte,sentivo
il rumore assordante dei motorini che passavano in lontananza. Più
di una volta mi ritrovai alla finestra,intenta a scavalcare il
balconcino per uscire. Se non fosse stato per una sola persona che
era rimasta quei due giorni con me. Era stata la mia ombra. Derek era
rimasto nella mia stanza dal giorno del funerale di Seth. Due giorni
e mezzo a sorbirsi il mio mutismo e le mie trasformazioni improvvise.
Anche in quel momento,mentre ero sdraiata nel letto e il vento,che
entrava dalla finestra,mi sferzava in faccia. L'unica cosa che
riuscivo a pensare era quella di distruggere la finestra. Ma il
problema non si sarebbe di certo risolto. Anzi sarebbe solo entrato
più vento. Mi ero alzata,nel bel mezzo della notte,facendo dei
respiri molto profondi. Ero arrivata a posare la mano sulla serratura
in metallo e non mi accorsi di stringere decisamente troppo forte.
Derek dormiva sulla poltrona,e di certo non avevo intenzione di
svegliarlo. Riuscii in qualche modo a riprendermi. Chiusi gli occhi e
con loro anche la finestra. Lentamente,senza fare il minimo rumore.
Mi voltai e stetti a guardarlo per un tempo che mi sembrò infinito.
Aveva chiesto al Nonno di poter tornare a Beacon Hills,la sua città.
Perchè se Peter avesse cercato di compiere qualche altra
malefatta,sicuramente tra le sue priorità ci sarebbe stato il suo
nuovo Beta. Sapevo che era una cosa giusta,ma in quel momento mi
arrabbiai. Gliene dissi così tante che se Matt e Mark non mi
avessero portato via di lì,probabilmente mi sarei trasformata
completamente e lo avrei attaccato.
Incrociai le braccia al petto e i miei occhi ripresero a
lacrimare. Come potevo essere stata così cattiva? Non era di certo
di mia proprietà. Non lo avrei di certo biasimato se mi avesse
mollato lì per poi partire e non farsi più vedere. Eppure era
rimasto. Allungando la sua partenza di qualche giorno.
Se ne stava lì seduto tutto il tempo. Per lo più a
leggere i miei libri di letteratura. Non parlava mai,ma probabilmente
perché io stessa non gli rivolgevo mai più di una semplice
occhiata. Ogni tanto mi sorrideva,si veniva a sedere con me sul letto
e mi abbracciava.
Tirai su con il naso,cercando di restare il più
silenziosa possibile.
“Mi
stai guardando dormire...di nuovo.”
disse con la voce impastata dal sonno.
Aprì
gli occhi restando serio. Si era accorto che stavo piangendo,ma come
al solito,se non riceveva un segnale da me,non si avvicinava. Non
perché avesse paura che lo rifiutassi,ma semplicemente per
rispetto,credo.
“Non...volevo
prendermela con te...”
biascicai incerta.
“Lo
so. Non devi preoccuparti.”
mi disse alzandosi.
Io
indietreggiai. Non mi riuscivo ancora a controllare dopo essermi
trasformata quel giorno. Avevo paura di fargli del male. Lui si
accorse della mia reazione.
“Fammi
vedere le mani.” mi chiese
avvicinandosi.
Stringevo
i pugni per un motivo valido. Ma le braccia incrociate non gli
permettevano di vederli. Io scossi la testa.
“Ti
prego...non avvicinarti...”
lo pregai.
“Non
mi farai del male,Sofia.”
disse sicuro allungando una mano a sfiorarmi un braccio.
Io
sobbalzai a quel contatto. Guardai la sua mano fermarsi e
accarezzarmi di nuovo,fino a posarsi completamente sul mio braccio.
“Visto?”
mi disse “Dai,fammi vedere...”
insistette.
Sospirai
sconfitta. Sciolsi le braccia e aprii i pugni. Le mie unghie da
licantropo avevano bucato i palmi,nel vago tentativo di costringermi
a restare in me. E ci riuscivo a malapena. Mi prese una mano e se la
portò alle labbra,baciandone il dorso liscio e intatto. I miei occhi
ripresero a lacrimare copiosi. Mi avvicinai e mi lanciai praticamente
addosso a lui. Lo abbracciai quasi soffocandolo. Lui ricambiò mentre
cercava di tenere a freno i miei singhiozzi,accarezzandomi la
schiena.
“Ti
dimenticherai di me?” chiesi
tra un singhiozzo e l'altro.
“No,certo
che no!” mi rispose
sconcertato.
“Allora
promettimi che tornerai...”
dissi staccandomi da lui per guardarlo fisso negli occhi.
Lui
si bloccò. Non era perché non poteva mantenere quella promessa,ma
perché quella ragazza che aveva davanti si era trasformata quasi del
tutto. Me ne accorsi perché dietro di lui c'era uno specchio,e potei
guardare il mio volto completamente deformato. Perché lui sembrava
così bello trasformato,e io sembravo assomigliare ad un mostro?
Forse perché credevo di esserlo. Mi scostai da lui stringendo
nuovamente i pugni più forte che potessi. Chiusi gli occhi cercando
di trattenermi. Derek si avvicinò a me e mi prese il viso tra le
mani,lasciando due caldi baci sui miei occhi chiusi. Poi mi baciò
sulla bocca. Riuscivo a rilassarmi tra le sue braccia. Era una cosa
che non mi spiegavo. Succedeva prima che mi innamorassi di lui,già i
primi giorni. Mi dava un enorme senso di calma.
Mi
scostai da lui senza riaprire gli occhi.
“D-Derek...”
lo supplicai.
Di
certo non volevo ferirlo. Avrei potuto morderlo o attaccarlo. Come
avevo fatto il giorno prima con la mamma. Era venuta solo a chiedermi
cosa volessi per cena e si era ritrovata con un graffio su una mano.
Dio,quanto mi odiavo.
“Certo
che tornerò,Sofia...Pensi che potrei dimenticarti così?”
mi disse.
Riaprii
gli occhi,che si persero un istante sulle sue labbra prima di
arrivare ai suoi.
“Io...ti
amo Derek...” gli dissi prima
di baciarlo e stringerlo di nuovo a me.
Non
gli diedi il tempo di controbattere. Di provare a dirmi qualcosa. Lo
trascinai contro di me,bisognosa di sentire il suo profumo. Il suo
corpo contro di me. Affamata del suo calore.
Come
sarebbe andata a finire quella notte,l'avevamo ben chiaro entrambi.