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Autore: Pomegranate6277    14/01/2017    0 recensioni
“Cavolo. Sei bellissimo.” gli dissi, ammaliata.
“Meno male! Tutto questo monocromatismo non mi piace per niente!”, si lamentò mentre mi abbracciava, dandomi poi un bacio in guancia.
“Ma come siamo casti oggi!”
“Dai! Lo sai che mi piacciono i colori!” Ribattè lui.
“Lo so amore mio, ti capisco perfettamente!"
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ed eccomi tornata, finalmente, in compagnia del capitolo sesto!!
Buona lettura! - * Offre birra * -.



In risposta gli sorrisi dolcemente, gli presi il mento con una mano e gli stampai un bacio sulle labbra, compiaciuta della sua fantasia.
“Ti piace?”, mi chiese.
“Sì! E' il titolo che vorresti dare alla canzone?”, gli chiesi a mia volta.
“No. Non lo so, non credo... devo pensarci ancora bene!”, mi rispose, mentre i suoi occhioni guardavano verso l'infinito. And eyes that see into infinity, pensai alla sua 'Capricorn'.
“Non hai freddo con quella canottiera?”, gli chiesi, dando alle mie parole un che di malizioso, “prenderai un raffreddore! Siamo a Los Angeles, ma è pur sempre la fine di novembre”, gli feci notare poi.
“No, sto bene! E poi ci sei tu a scaldarmi, non è vero?”, mi disse, tirandomi a sé. Peccato che Tomo aveva appena parcheggiato la macchina davanti casa.
“Eccoci arrivati! Giù le chiappe!”, disse il nostro Gesù personale.
“Bravo Tomo! Hai centrato! Giù le chiappe dalla mia macchina, gente!”, continuò quello squinternato di Shannon. Quei ragazzi non sarebbero diventati seri nemmeno alla soglia degli ottant'anni, pensai divertita.
Scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso il portico dell'edificio. Ad un certo punto, Tomo parlò di nuovo: “Ragazzi... credo di avere qualcosa da dirvi...”.
Siccome sembrava qualcosa di importante – perché se Tomo assumeva quell'aria da 'oddio non so come dirglielo', si trattava per forza di qualcosa di importante – prendemmo posto al tavolo posizionato dentro al portico: io tra Jared e Shannon e lui di fronte a noi, neanche fosse stato un interrogatorio dell'FBI, e lo guardammo incuriositi e anche un po' preoccupati.
“Su, parla amico!”, lo incitò lo Shanimal.
“Ecco, io... sto conoscendo... ho conosciuto una ragazza!”, disse quello, diventando leggermente rosa sugli zigomi.
“Ma è fantastico, Tomo!!”, dissi io,
giungendo le mani tutta contenta.
Yeeeaaaah, era ora!!”, seguì il mio ragazzo, felice anche lui per la notizia.
“Dai, dai, dicci di lei!”, continuò Shannon, allegro.
“Beh... ecco, si chiama Vicki. Ci stiamo frequentando da un po', ma ieri abbiamo ufficializzato la cosa... ci siamo messi insieme, ecco. Credo di essere innamorato di lei.”
Che tenero Tomo! Quei sorrisoni dolcissimi che faceva non rendevano pienamente giustizia al suo cuore.
“E' una ragazza fantastica, sapete...”, continuò, “è dolce, divertente e sa fare un sacco di cose! E' un po' bassina rispetto a me, ma è così carina che...”
“Tomo”, lo bloccai, prendendogli una mano. Volevo rassicurarlo, perché mi sembrava preoccupato di cosa avremmo potuto pensare riguardo alla sua ragazza: “sono sicura che la troveremo tutti simpaticissima! Personalmente, sento già di volerle bene.”
“Sì, tranquillo! Non devi preoccuparti di cosa possiamo pensare noi”, disse Jared, dando voce ai miei pensieri, “è la tua ragazza, deve piacere a te!”
“Ehi, perché qualche giorno non la inviti qui da noi?”, dissi io, entusiasta di conoscere un'altra donna marziana.
“Ecco... in effetti le ho già chiesto di venire qui domani, anche lei vorrebbe conoscervi!”.
“Magnifico!! Bravo Tomo!”, disse Jared, alzandosi e dando una pacca sulla spalla dell'amico, per poi entrare in casa a fare non so che.
“Bene, allora vado a chiamarla per darle la conferma! Davvero, grazie ragazzi!”, disse Tomo, alzandosi anche lui
“E di che? Siamo felici quando ci sono donne in casa!”, rispose Shannon, scherzando – o forse no – come al suo solito. Tomo scosse la testa ed entrò in casa, lasciando me e il batterista da soli. Questo si rivolse a me, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
“Allora, sistah, come va la vita?”, mi chiese. Non sapevo se stava scherzando di nuovo oppure se era veramente interessato alla mia vita, con lui il confine tra scherzo e serietà non mi era ancora ben chiaro.
“Beh, che dire... passano gli anni e la vita si accorcia!”, risposi beffarda, avvalendomi del cavallo di battaglia di mia nonna.
Lui si mise a ridere e poi aggiunse: “Dico sul serio!”
“Shannon Leto che parla sul serio? Ma sei serio?”, gli dissi ridendo e creando uno dei miei soliti giochi di parole. Mi era sempre piaciuto da matti giocare con le parole.
“La solita apocalittica. Hai solo ventiquattro anni, baby!”, mi rispose. Sembrava voler dare alla conversazione una piega seriamente seria.
“Quasi venticinque. A gennaio ne compio venticinque, ricordi?”, dissi io.
“Sempre pochi sono! Io e Jared abbiamo iniziato a quasi trent'anni a dare il meglio di noi”, mi ricordò.
“Lo so, però io frequento ancora l'università...”, risposi, sentendomi un po' una buona a nulla, persa all'interno della mia facoltà di filosofia.
“Ma ti laureerai il prossimo anno! E poi l'università non mi sembra una cosa da buttar via!”, mi disse il mio cognatino.
“Hai ragione... è solo che ho paura che una volta uscita da lì, non saprei più che cosa fare.”, mi confidai.
“Tesoro, è proprio lì che arriva il bello. Devi seguire i tuoi sogni, quello che senti di voler diventare! Fidati, se sai cosa vuoi, e se lo vuoi davvero, lo otterrai.”, mi incoraggiò lui. Come il fratello, aveva una forza d'animo spettacolare.
“E se non ci riuscissi? Ho paura di fallire, Shan, di non riuscire a fare abbastanza.”, continuai io.
“Non devi avere paura, non sai mai cosa la vita ha in serbo per te. Ad ogni modo, sappi che noi saremo sempre qui ad aiutarti. Qualsiasi cosa succeda, potrai sempre contare su Jared e me, e anche su Tomo! Ci puoi giurare!”, mi disse, con un sorriso che a vederlo sembrava pieno di promesse.
Per tutta risposta lo abbracciai, quasi commossa dalle sue parole e dalla bellezza della mia situazione: avevo un ragazzo che mi amava e che amavo alla follia, un cognato che mi voleva bene neanche fossi davvero sua sorella, e un amico dolcissimo che era sempre pronto per me e per tutti noi. Lui mi fece appoggiare la testa sulla sua possente spalla sinistra, mi cinse di nuovo le spalle con un braccio e mi diede un dolce bacio tra i capelli, per poi ricominciare a parlare.
“Queste braccia e questo cuore saranno sempre qui per te, non dimenticarlo mai piccola!”, mi disse, poggiando la sua mano destra all'altezza del cuore, come si usa fare durante le cerimonie solenni. Sbaglio o era più affettuoso del solito? Era pur vero che lui era solito abbracciare tutti, però mi sembrava che stesse esagerando almeno un po'. Avrei dovuto preoccuparmi o era un'altra delle mie insulse paranoie? Optai per la seconda e mi scossi dai miei monologhi interiori.  In quel momento Jared sbucò dalla porta, stava per dire qualcosa ma si bloccò alla vista di me e Shannon abbracciati.
“Ehi, bro! Quella è la mia ragazza, giù le zampe!”, disse, tra il serio e il sorriso.
“Ehi, sei geloso di me? E' la mia fottuta sorella, posso abbracciarla quanto mi pare!”, disse di rimando Shannon, giocando pericolosamente con il fratello.
“Stai scherzando? Solo io ho il diritto di abbracciarla!”, disse Jared, lanciando l'asciugamani che aveva in mano in faccia al batterista. Poi ci raggiunse e mi prese per un braccio, tirandomi verso di sé per gioco: “E' finito il tuo turno, Shanimal, tocca a me! Mollala!”
“Ehi, divah, ma chi ti credi di essere? Il mio turno non è ancora finito!”. E così finii con il mio ragazzo che mi tirava da una parte e suo fratello che mi tirava dall'altra. Confermai la mia precedente teoria, basata sull'assoluta convinzione che sarebbero stati così anche alla soglia degli ottant'anni, e chiamai a gran voce il santo Tomo.
“Mio dio, che sta succedendo qui?”, rispose il poverino, affacciandosi alla porta aperta con un mestolo in una mano e il cellulare nell'altra, che teneva ancora appoggiato ad un orecchio.
“Tomooo, mi stanno squartandoooo!!!!”, urlai tra le risate, “aiutamiiiiii!!!”.
“No, niente amore. Solo, ricordami di farti stare lontana dai fratelli Leto, domani”, lo sentii mentre parlava con Vicki e ci guardava stranito più che mai. Poi scosse la testa e strinse le labbra, come a dire che aveva perso anche l'unica forma di vita intelligente rimasta in quella dimora, ovvero me, e tornò dentro, rassegnato.
“Ragazzi!! Avete lasciato Tomo da solo ai fornelli! Smettetela!!”, dissi io, cercando di far ragionare quei due pazzi.
“Soltanto quando il qui presente fratellone prometterà di non abbracciarti mai più!”, disse il mio ragazzo.
“Te lo puoi scordare, fratellino caro! Ne ho tutto il diritto!”, ribatté mio cognato.
“Dai, sul serio, vi prego, devo andare ad aiutare Tomo!!”, li pregai, disperata.
Per grazia divina, Shannon mollò la presa, e io finii dritta tra le braccia di Jared: “Ecco la mia stella personale! Non ti lascerò mai più da sola con quel cattivone!”. Sorrisi, gli diedi un bacio sulle labbra perfette e scappai dentro casa, prima che l'altro Leto potesse dire qualsiasi cosa e ritrovarmi di nuovo senza via di fuga.
Finalmente potei aiutare il nostro amico a preparare il pranzo, anche se riusciva a cavarsela piuttosto bene, recando orgoglio al suo diploma di cuoco.
Mangiammo scherzando e discutendo del più e del meno, parlando anche di Vicki e di come saremmo stati felici di averla tra noi il giorno seguente. Poi mi venne in mente che...
“Jay! Ma cosa hai fatto tutto quel tempo in casa, mentre io e Shan eravamo fuori?”, chiesi al mio ragazzo.
“Ah, giusto! Quasi dimenticavo! Era il regista Andrew Niccol, ha detto di avermi inserito nel cast di 'Lord of war', un film che vede protagonista Nicolas Cage nei panni di un astuto trafficante d'armi. Io dovrò interpretare il fratello minore. Mi chiamerò Vitaly, Vitaly Orlov.”, ci informò, cercando anche di crearsi con la mente una figura del personaggio.
“Amore! Che bello!! Ma sei convinto di volerlo fare?”, gli chiesi, sapendo che non accettava tutti i ruoli che gli venivano proposti.
“Sì! Credo sia un'esperienza importante! E poi lavorare con Nic... voglio dire, lui è sempre stato uno dei miei eroi! Oggi stesso vado a ritirare il copione e gli abiti che mi hanno preparato, non vedo l'ora di buttarmici dentro!”, disse, convinto ed entusiasta.
Amavo questo suo entusiasmo, questa sua voglia di fare. Con questo suo approccio al lavoro e alla vita, ogni volta mi insegnava quanto fortunati siamo ad essere vivi, presenti, ad abitare la realtà che ci circonda, a coglierla in tutti i suoi aspetti e a non lasciarcela sfuggire.


Eeeeccoci qua!
Cosa ne pensate di questo capitolo? E del comportamento di Shannon? E' semplicemente affettuoso o ci nasconde qualcosa? Traete le vostre conclusioni, giuste o sbagliate che siano, e nei prossimi capitoli scoprirete la verità!
Bon, termino qui il mio introito, con la speranza che prima o poi qualcuno mi faccia sapere la propria opinione – tanto lo so che leggete! u.u

Con affettuosissimo affetto,
vostra Pomegranate.

Stay tuned, be martian!

   
 
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