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Autore: Auri9876    15/01/2017    0 recensioni
Clexa AU.
un esperimento che parla di una Clarke e una Lexa alle prime armi, impareranno a conoscersi, impareremo a conoscerle, tutto sotto il punto di vista del diario di una piccola Lexa indifesa. Lexa conosce poco Clarke, in poco diventano legate, si..ma legate come?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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07/09/13
Caro diario,
io mi stupisco di una cosa, oggi ho parlato tutto il giorno con Clarke, e non capisco il perché, cioè discutiamo di cose talmente insensate che una conversazione è difficile tenerla, però io e lei ci riusciamo lo stesso. Mi sta simpatica quella ragazza, non lo avrei mai detto. Oggi per me è il penultimo giorno di vacanza prima dell’inizio della scuola, e dico per me perché per esempio per Clarke è l’ultimo, e invece per le mie amiche è il primo giorno di scuola. Qui da noi le scuole iniziano tutte in modo diverso, io sono la persona che incomincia più tardi di tutte, in tutta la mia compagnia.
Ad ogni modo sento il bisogno di raccontarti una cosa abbastanza pressante che mi succede in continuo perché continuo, per questo fatto ad essere restia nei confronti di tutti e ho paura. Io non faccio altro che pensare a come sarebbe stato se io e Costia avessimo lottato. O se almeno io avessi provato a tirarmi su da quella schifo di situazione. Si misura sempre l’importanza di una persona, perdendola. Ti ricordi cosa era successo? Te lo ridico. Con Costia era successo un gran casino, ma non un gran casino tutto in una volta, il nostro rapporto era degradato quando lei mi disse la fatidica Frase: - Io ti dico tutto, quindi tu le cose non devi aver paura di dirmele, ti voglio un sacco bene lo sai!!!-. Nel complesso, è notevolmente bella, esalta la fiducia che una persona pone in un’altra. Mi aveva detto questa bellissima frase un momento prima di fare una cosa di cui io non avrei mai saputo niente, se non da voci esterne, settimane dopo. Ci ero rimasta malissimo, ed era sempre questa Frase che mi rimbombava in testa, chiedendomi come avevo potuto crederle. Dopo varie scuse da parte sua, la mia porta si aprì nuovamente, non volevo perderla, esistono per tutti le seconde occasioni, e quella era per lei, una seconda occasione, che sfortunatamente sprecò per andare dietro a un ragazzo, un personaggio nell’insieme carino, ma che io già sapevo l’avrebbe di certo fatta soffrire, come sapevo anche che sarebbe tornata a cercarmi dopo questo ragazzo. E così andò. Non volevo mollare, l’orgoglio era più grande di ogni sentimento provato in quel momento, tra parole dolci, abbracci, occhi lucidi. Dopo gli occhi lucidi avevo mollato di nuovo, l’orgoglio aveva perso, la fiducia che riponevo in lei era del tutto sparita, ma confidavo nel fatto che potevo conviverci, la fiducia di sicuro sarebbe tornata. E nuovamente mi sbagliavo, non riuscivo a starci insieme e a non pensare al fardello pesante che c’era tra me e lei. Trovavo tutte le scuse possibili per non vederla, lei se ne era accorta, e mi chiese perché mi comportavo cosi, io con timore glielo dissi e da quel giorno non le rivolsi più parola, ero troppo arrabbiata per quello che aveva fatto, non riusciva a non associare il suo nome a quel che mi aveva fatto passare. Mi mancava da morire, ma piano piano mi abituai alla situazione,  a differenza sua, che me lo diceva che non riusciva più a stare senza di me, ma io non volevo saperne perché tutte le volte che mi cercava a me veniva una gran voglia di abbracciarla e poi subito dopo di non vederla più, così io decisi di mettere una pietra sopra a questa situazione, presi le redini e le dissi di smetterla perché non ci riuscivo più a continuare così. Le dissi di non scrivermi più e di non cercarmi più. Stavamo entrambe male, e dopo dei mesi senza di lei, avevo preso la decisione di ritentare a tornare come prima. Ci avevo seriamente provato, ma alla fine andò come tutte le altre volte. Dopo qualche giorno la situazione era la solita, così mi ripromisi di non provarci nemmeno più, tanto era inutile. E adesso questi avvenimenti li ripercorro sempre, e non li racconto mai a nessuno. Non so se le scelte fatte in passato siano state quelle giuste, di sicuro non le sono state e non per niente certe volte vorrei avere dei fantagenitori, come quelli di Timmy Turner, per avere almeno un po’ di belle cose nella vita che mi facciano ricordare come sia non stare male. Sono una persona forte, ma il problema di noi persone forti è che ci portiamo dietro il dolore di tutti.  Ringrazio il cielo di essere comunque più fortunata di certa gente, almeno io ho un tetto sulla testa, dei pasti, un’istruzione e degli amici, poi quello dipende da come li vedi, se cerchi di vederli come persone con cui passare il tempo e divertirti allora si, ne ho molti. La cosa migliore del mondo è la musica, lei ti aiuta, passa tutto e nessun pensiero ti penetra più. Ti dà tutto e non vuole niente in  cambio, Dio solo sa come sarebbe più bello il mondo se tutti fossimo come la musica! Ciao diario, ci sentiamo eh!
PS: grazie.
  • Lexa
 
 

09/09/13
Caro diario,
non so come, ma adesso io e Clarke siamo amiche, chiacchieriamo spesso, del più e del meno, è una persona apposto. Oggi mi ha detto una Frase che mi ha fatto troppo piacere: -Sei la persona più simpatica di tutte, nel tuo paese!- io ci sono rimasta un po’ di stucco, non immaginavo lontanamente che mi vedesse sotto quegli occhi. Clarke abita in un paesino vicino al mio, però non ho mai saputo il nome, è un paese sperdutissimo con a malapena una trentina di abitanti. Non capisco come faccia a starci, non c’è vita e in più ci sono solamente un paio di ragazzi della sua età, uno si chiama Monty e l’altra Charlotte. Li conosco solo per nome, non ci ho mai parlato, so solo che abitano li, e so anche che Monty ha un Fratello troppo bello, il problema è che ha otto anni in più, storia impossibile. Questi tre ragazzi sono tutti di un anno più piccoli di me, anche se è solo un anno di differenza, io li reputo piccolini lo stesso. Non capisco il perché ahahah.  Oggi per iniziare bene il primo giorno di scuola, in una nuova classe, in un nuovo istituto, sono inciampata sulle scale come un lama, poi però ho interpretato la caduta con una mossa furba per recuperare un euro che mi era caduto, anche se non mi era caduto proprio niente. In classe mi paiono tutti stupidi, nessuno parla con nessuno e io sto isolata nell’ultimo banco col telefono in mano per tutta la mattinata, anche i professori sono stupidi come capre svizzere. Non proviamo nemmeno a chiacchierare per instaurare un qualsiasi rapporto, anche fasullo. Sono una persona abbastanza aperta di solito, che fa subito amicizia, ma in questi casi non riesco ad essere me stessa, mi vergogno molto e non so come comportarmi per far si di piacere a chi mi circonda, in questo caso la mia classe, dopotutto dovrò passarci i migliori anni della mia vita, spero tanto di piacergli. La mia scuola è molto grande, pitturata da far schifo con colori, che uniti fanno ancora più schifo, tipo beige, rosso, blu e verde, tutti su una stessa parete. L’unica cosa positiva è che siamo nel corridoio con i più grandi, sono tutti bellissimi, li stimo molto e li rispetto, non so perché ma i più grandi mi sono sempre piaciuti e hanno sempre attirato la mia attenzione. Non vedo l’ora di essere più grande di qualcuno, potrò fare la persona vissuta che si sente più in alto di qualcun altro, poter dire che io quella cosa l’ho già vissuta e ho l’esperienza giusta per dire cosa è meglio fare, posso far si che le persone si fidino di me. Non aspetto altro che vedere qualcuno tanto preso da me da dirmi che vuole la mia mano per andare avanti, da dirmi che mi vuole un sacco di bene, che senza di me non riesce a scegliere, che sarò io la sua scelta d’ora in avanti.  La mia scuola è pure brutta esternamente, è mezza rotta con uno strato di vernice blu che fa cagare anche i licantropi, la cosa buffa è che la vernice è stata appena rifatta però non hanno prima stuccato i buchi, hanno solo pitturato, così da fare un capolavoro d’arte moderna valido per almeno quattro milioni. Ormai tutta l’arte fa schifo, come si può definire arte uno schizzo su una tela? Un punto al centro di un foglio bianco? Una volta l’arte non era la riproduzione di paesaggi col colore del tramonto? I volti di persone rispecchiate in ogni particolare? Un mare coperto da un cielo invernale o chissà cos’altro? Mi stupisco dei critici che dicono: -Si, questa è un opera da milioni, mettiamola nel museo più prestigioso!- e poi ti ritrovi con una sbavatura di rosso su uno sfondo nero. Anche il mio cane potrebbe dipingere meglio, e consideriamo che i cani non vedono i colori, noi umani si. Ad ogni modo, un’altra cosa molto figa della mia scuola sono la fila enorme di macchinette che distribuiscono ogni schifezza possibile, se te vuoi i pasticcini trovi pure quelli, senza problemi. Un corridoio è interamente dedicato a loro, con macchinette per il caffè, che se lo vuoi corretto con la sambuca, per affrontare meglio la giornata di scuola, te lo fanno, dove se ci vuoi anche un cornetto, te lo sfornano direttamente in mano. Uno spettacolo della tecnologia. Una pecca di queste macchinette è solo il costo che hanno di ogni prodotto. Un caffè ti costa un euro e venti, una bottiglia d’acqua invece ti viene a costare un euro e cinquanta, dove in un bar normale la paghi ottanta centesimi, però è uguale, è una cosa figa comunque. Speriamo che domani riesca a proferire parola con qualche d’uno, in classe sono quasi tutti maschi, tranne quattro ragazze. Per oggi non ho più da raccontarti nulla, a presto!
  •  

  • Lexa

   
 
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