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Autore: Henya    15/01/2017    3 recensioni
Salve a tutti :) questo è il proseguimento della mia prima fanfiction "Never Lose Hope".
Anya , dopo essere partita con Rai per la Cina, ritorna a Tokyo dopo avere ricevuto alcune notizie dalla sua amica Hilary. Da qui ha inizio una lunga e ingarbugliata serie di eventi che, per chi già mi conosce, non saranno certo rose e fiori ^_^""
Spero possa piacervi :) Buona Lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Crashing, hit a wall
Right now I need a miracle
Hurry up now, I need a miracle
Stranded, reaching out
I call your name but you're not around
I say your name but you're not around

 
Sto girando dentro ad un vortice.
 
I need you, I need you, I need you right now
Yeah, I need you right now

 
La folla mi gira intorno.
 
So don't let me, don't let me, don't let me down
I think I'm losing my mind now
It's in my head, darling I hope

 
Ho esagerato di nuovo stasera.
 
That you'll be here, when I need you the most


Ho bevuto troppo.
 
So don't let me, don't let me, don't let me down


Ma sento di averne bisogno.
 
D-Don't let me down.
 
***
 
 
 
Il telefono squilla a vuoto.
“Io la uccido…” mormoro a denti stretti tra me e me, chiudendo la telefonata.
“ E’ riuscito a contattarla?” chiede Reina con tono preoccupato.
“ No!” asserisco alterato, stringendo il telefono con una mano.
“ Quindi apparecchio la tavola solo per lei ed Hope?”.
Mi soffermo a fissarla confuso, perdendomi tra mille pensieri.
Solo adesso realizzo che sta riferendosi ad Eva.
In realtà io stavo provando a chiamare Anya, che mi ha mollato la bambina e sembra essere sparita dalla faccia della terra.
 “ Io non cenerò. Pensa tu ad Hope!” la avverto invitandola ad andare via.
Mi accascio esausto sul divano.
Eva è sparita. Non ho avuto più sue notizie da ieri mattina, quando dopo quella discussione, fingendo di fare l’offesa, ha voltato i tacchi e se n’è andata. E ho preferito non chiamarla, per farla sbollire un po’. 
Tra stasera e domani mattina tornerà a casa.
Passo una mano sul viso, massaggiando gli occhi stanchi. Cavolo, sono circondato da matte!
 
 
***
 
 
 
 
 
Ok. Non sono ancora ubriaco fradicio. Forse brillo, eppure… eppure mi sembra di vedere che…Sbatto più volte le palpebre, per vedere in maniera più chiara la scena che mi si offre davanti.
No. Non è un’allucinazione: Sarizawa sta ballando sul bancone del pub muovendosi sinuosamente insieme ad altre ragazze davvero carine. Non ho controllato quanto abbia bevuto stasera, ma sembra avere esagerato. Non è da lei fare queste cose, o almeno, così ho sempre pensato.
All’inizio osservo confuso ed accigliato, come se mi fossi appena svegliato dopo una sbornia. Poi, improvvisamente, strani e poco casti pensieri fanno dipingere sul mio volto un ghigno beffardo.
Adesso che ci penso… non ho mai fatto un’orgia.
È sempre stato uno dei miei sogni erotici proibiti, solo con ragazze, ovviamente.
So che Kai una volta l’ha fatta, almeno così aveva detto. Io non ne ho mai avuto l’occasione.
Seduto davanti al bancone con una bottiglia di birra in mano, stordito dalla musica, mi perdo tra questi pensieri,  i quali  vengono subito spazzati via dall’arrivo improvviso di Anya che si siede pesantemente sullo sgabello alla mia sinistra continuando a ridere senza sosta.
Sembra fuori controllo.
Ha detto qualcosa, ma non ho sentito nulla. La musica è troppo forte e la mia espressione le comunica di ripetere più forte.
“ E’ STATO UNO SBALLO!” urla a gran voce per farsi sentire, continuando a ridere in maniera irrefrenabile.
È impazzita, non ci sono dubbi.
“ PERHE’ NON VIENI A BALLARE PURE TU???”.
Ok, questa volta ho sentito, ma faccio comunque finta di non capire.
“ DAI!!” continua insistente, tirandomi per un braccio.
“ Scordatelo!” asserisco fulminante.
“ Allora un altro giro!” esclama esaltata.
Di solito sono io a doverla convincere a bere, ma stasera sta ordinando tutto di sua volontà: stupefacente!
“ Perché non arriva la mia birra?” mormora con voce lamentosa, mettendo il broncio e dando dei pugnetti sul bancone, come una bambina viziata.
“ Finisci questa!” le propongo porgendole la mia bottiglia metà vuota. Cosa che non si fa ripetere due volte. Afferra immediatamente l’oggetto e lo porta alla bocca ingurgitando il liquido in maniera famelica.
Comincia a fare caldo qui dentro, quindi le propongo di uscire fuori a prendere una boccata d’aria fresca.
 
 
 
Eccoci fuori.
Woh! Il volume della musica era decisamente alto là dentro. Ho ancora le orecchie completamente tappate.
Cammino lentamente. Qualche passo più indietro c’è Anya, che cerca di reggersi in piedi.
“ Sei uno spettacolo veramente pietoso!”. Le sorrido beffardamente.
A questa battuta si irrita. Ha gli occhi strani, come se non riuscisse a tenerli aperti. Barcolla ma non molla.
Inciampa ma non cade.
Continua a seguirmi come se volesse raggiungermi, ma non ci riesce.
Si ferma improvvisamente, osservandosi intorno disorientata e, infine, si accascia a terra, trattenendo, probabilmente, un sonoro rutto.
“ Puzzi di alcool da fare schifo!” affermo sconcertato, sedendomi a terra, di fianco a lei. “ Benvenuta nel club degli alcolisti!” mi congratulo, infine, porgendole la mano.
Fissa confusa la mia mano, come a voler mettere a fuoco l’immagine. Qualche minuto di esitazione e poi… scoppia a ridere rotolandosi quasi a terra.
Non capisco cosa ci sia da ridere ma va bene.
Mi soffermo a fissarla mentre si contorce su se stessa ridendo senza un motivo a me chiaro. Sono sicuro che se potesse vedersi in questo momento, si ucciderebbe da sola: la mammina perfettina che si ubriaca e balla sui tavoli dei locali indossando una minigonna; ho persino intravisto il colore delle sue mutandine, e non credo di essere stato l’unico ad accorgersene, c’erano molti occhi curiosi su di lei in quel locale. Probabilmente perché non l’hanno mai vista qui.
 
 
“ Hai già esaurito le batterie?” dico ironicamente, dopo essermi accorto del suo sguardo fisso e perso rivolto verso il cielo.
 
“ Mi sento la testa così vuota…” spiega toccandosi la testa dolorante.
 
“ Beata te…” sussurro sarcastico, pensando al fatto che stasera non ho stranamente bevuto fino a dimenticare il mio nome. Beh, adesso che ci penso ci sarebbe qualcosa che potrebbe farmi sentire meglio. Qualcosa che si trova nella tasca posteriore dei miei jeans. Decido di tirare fuori l’oggetto in questione, suscitando la curiosità di Anya.
 
“ Cos’è quello?” chiede con la tipica voce da ubriaco fradicio.
 “ Non mi dire che non ne hai mai provato uno!”
La sua testa si muove in risposta negativa.
Anya, Anya! Sei ancora così innocente.
“ Vuoi provare a fare un tiro?” le propongo con tono persuasivo.
Mi fissa scettica, osservando ipnotizzata l’oggetto sospeso in aria tra le mie dita.
Prendo l’accendino, badando bene al fatto che non ci sia nessuno nei paraggi e dopo essere riuscito ad accendere la fiamma dell’accendino la avvicino all’oggetto in questione, il tutto sotto lo sguardo stralunato di Sarizawa, che non sembra ancora avere fatto mente locale.
Aspiro fino a riempire i polmoni e dopo qualche secondo lascio che il fumo fuoriesca dalla bocca e dalle narici.
Finalmente un po’ di relax.
Non sono un grande fumatore di erba, ma ogni tanto è giusto concedersene un po’.
Continuo a fumare, perso nel mio mondo.
Adesso i miei occhi si spostano su Anya, che continua a fissarmi confusa.
Vuole provare? Potrei proporglielo, in fondo, non ci sarebbe nulla di male.
“ Vuoi provare?” le propongo nuovamente con fare persuasivo.
I suoi occhi sembrano tentati. Continuano a saettare dai miei occhi allo spinello, e dallo spinello ai miei occhi.
Le sue labbra si muovono come se volessero reagire e dopo qualche attimo di esitazione decide di prenderlo. Lentamente lo porta alla bocca, cercando di aspirare. Ma il fumo non ha il tempo di arrivare ai polmoni che fuoriesce a suon di tosse.
“ Ahah!” esclamo divertito vedendola tossire fino quasi a vomitare. “ Dilettante! Dai riprenditi!” le raccomando dandole due colpetti sulla schiena.
Qualche secondo e si riprende, cercando di regolarizzare il respiro.
“ Questa roba è troppo forte!” afferma disgustata, muovendo la mano come a voler scacciare il fumo intorno a noi.
“ E’  proprio questo il bello!” spiego, facendo nel frattempo un altro tiro.
“ Fammi riprovare!”.
“ Cosa?”. Stupefacente: vuole riprovare.
Ok, ma stavolta l’aiuto io!
“ Devi fare piano…” la avverto.
Ha di nuovo un attimo di esitazione, durante il quale sembra voler acquisire il coraggio necessario.
Ecco che ci riprova, stavolta facendo più attenzione. Stringe gli occhi un momento, trattenendo il fumo e soffocando un colpo di tosse. Ecco che adesso, lentamente, dischiude le labbra.
Adoro questa sensazione. Sono ipnotizzato ad osservare il gioco di vortici che il fumo bianco costruisce lentamente. Anche lei ne è ipnotizzata.
Adesso anche la mia testa è leggera, libera da ogni problema.
Cerco di riprendermelo, ma Anya ne fa un altro tiro. Sembra averci preso gusto e mi piace.
Inspira e, stavolta, si avvicina pericolosamente al mio viso, per poi espirare il fumo sulle mie labbra.
Che cazzo stai facendo Anya? Non scherzare col fuoco.
Non riesco a muovermi, sono paralizzato e… cazzo, sento che... che…
Non riesco a muovere ciglio. I suoi occhi sono fissi sulle mie labbra. Le osservano avide e desiderose.
Si avvicinano ancor di più poggiandosi delicatamente su di esse. Sento il suo respiro caldo e chiudo gli occhi deglutendo.
Io non mi muovo, ne sono incapace. Non vorrei fare cazzate, ma ho bevuto e pure fumato. Non puoi farmi questo Anya! Stringo gli occhi cercando di riprendere la ragione e rendermi conto di quello che sta succedendo ma è così difficile in queste condizioni. Sento le sue labbra accarezzare le mie e, porca miseria, mi sto eccitando.
Adesso inizia a baciarle e…
Non farlo Anya, non svegliare il cane che dorme, non stasera.
Nessuno dei due sembra rendersi conto di quello che sta succedendo, soprattutto lei.
Passano alcuni secondi e…
L’hai voluto tu, Sarizawa!
In un attimo le posizioni si ribaltano e le mie labbra, poca fa rigide, adesso si muovono insieme alle sue. Le mie mani fameliche percorrono il suo corpo, provocando in lei piccoli gemiti.
Sembra fuori di sé. E lo sono anche io.
Sto baciando Anya Sarizawa? Insomma, sì, lo ha voluto lei. È lei che mi è saltata addosso e…
Cazzo, non posso farlo. È ubriaca e probabilmente non sa nemmeno quello che sta facendo. Poi domani se ne ricorderà e a quel punto…
Non posso farlo, devo fermarmi qua, ma...
Boris smettila.
Boris fermati!
Bo-ris!
Continuo a ripetermi in mente che devo fermarmi perché non è giusto ciò che sto facendo. Lei è ubriaca persa, ma io ho un minimo di lucidità e devo sfruttarla.
Pensa alle conseguenze Boris: domani si ricorderà e si renderà conto di avere fatto una cazzata. Ti odierà e non ti rivolgerà più la parola. Poi lo dirà ad Hilary, che già mi odia e a quel punto avrà l’occasione di farmi uccidere da Yuri, e infine verrebbe a scoprirlo anche Kei, e a quel punto… a quel punto… cazzo, lui sarà pronto fuori dall’officina con una sega elettrica pronto a castrarmi per la vita!
Solo il pensiero mi fa raggelare il sangue.
“ No!” esclamo improvvisamente allontanandomi da Anya che mi fissa confusa e spaventata. Ma io sono più spaventato di lei: l’immagine di Kei con la sega elettrica è ancora più terrificante.
No, basta! Poniamo fine a questa storia!
“ Alzati, ti riporto a casa!” le dico con tono serio tirandola bruscamente per un braccio facendola alzare.
Lei non sembra cosciente della situazione e di ciò che è successo e cercando di reggersi in piedi mi segue fino in macchina senza aprire bocca.
 
Stavo per fare un grandissima cazzata!
 
 
 
 
***
 
 
Sono sdraiato sul letto con gli occhi rivolti al soffitto. Non riesco a chiudere occhio. Ogni volta che ci provo la voce di Eva nella mia testa me lo impedisce.
Che cazzo di ragionamenti fa?
Non mi conosci, non sai chi sono… Invece lo so benissimo: sei una viziata del cazzo che cerca di attirare su di sé tutte le attenzioni, sentendosi minacciata da una bambina.
Non so chi sia delle due la più infantile.
 
Sbuffo per l’ennesima volta, tirandomi su per mettermi in posizione seduta.
 
Prendo il cellulare per verificare ancora una volta il suo ultimo accesso, ma non vedo niente, segno che ha impostato la modalità privacy.
 
Anya, invece?
 
Il suo ultimo accesso risale addirittura a stamattina. Ha pure cambiato l’immagine del profilo. Non c’è più quella col cinese.
 
Sbuffo, ancora.
 
D’un tratto la porta si apre e una piccola figura appare con gli occhi rossi e viso affranto.
 
“ Voglio la mamma…” lamenta con voce timida, strofinandosi gli occhi.
 
Non ce la faccio più.
 
“ Vieni qui, su!” le propongo, invitandola a mettersi sul letto accanto a me. Cosa che non si fa ripetere due volte. La aiuto a salire e immediatamente si mette sotto le coperte, rannicchiata e diventando ancor più piccola di quanto non sia.
 
“ Domani viene la mamma?” chiede speranzosa.
 
“ Sì, certo…”.
 
Almeno spero…
 
Cala il silenzio. In pochi minuti si addormenta come un ghiro, mentre io ritorno a fissare il soffitto, tormentato dalla voce di Eva.
 
Finché non mi dimostri qualcosa… tzè!
 
 
***
 
 
Con molta fatica siamo arrivati al quinto piano. Cazzo, siamo nel ventunesimo secolo: hanno inventato gli ascensori. Come se non bastasse, la corsa è stata rallentata da Anya, che nelle sue condizioni non riusciva neanche a vedere i gradini. Arrivati al terzo piano l’ho dovuta caricare, seppur non ne avevo le forze. Sono le quattro del mattino. Stavolta abbiamo esagerato.
 
“ Forza dammi le chiavi” chiedo porgendole la mano.
 
“ Sì… un attimo!”.
 
È accasciata a terra, accanto alla porta. Non riesce neanche a reggersi in piedi. La sua mano fruga per qualche secondo nella borsa, senza dare segni di ritrovamento delle chiavi.
 
“ Non le trovo… cerca tu!”. Si arrende subito, con fare scocciato, lasciando a me il compito di cercarla, per poi poggiare la testa al muro e chiudere gli occhi.
 
No ti prego! Cercare nella borsa di una donna è un’impresa troppo grande nelle mie condizioni.
Decido di risolvere il problema rovesciando il suo contenuto a terra. Ma a cadere sono solo un telefono, un portafogli e dei fazzoletti. Dove cazzo sono le chiavi?
 
“ Anya, dove sono le chiavi?”.
“ Non lo so…” risponde persa nel suo mondo.
 
Mi accascio disperato a terra. Per la prima volta potrei piangere. Ho sonno, voglio dormire!
 
Chi ti riporta giù adesso?
 
“ Forza, alzati!”.
Le prendo il braccio e la alzo di forza, seppur lei sia un corpo morto.
 
Non ho intenzione di caricarla in braccio, cadremmo entrambi, quindi la faccio passare davanti, in modo da averla sotto controllo.
Scende uno ad uno i gradini, cercando di rimanere in equilibrio, ma qualcosa va storto e in un attimo la vedo rotolare fino ad arrivare al pianerottolo successivo.
 
“ Ahia!” esclama con un fil di voce, rimanendo capovolta a terra.
 
Rimango seduto su un gradino a osservare la scena con espressione affranta.
 
Voglio morire…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti! :D
Sono tornata ad aggiornare non so neanche io come!
So solo che non mi va di studiare, e invece di scrivere la relazione per giorno 31, scrivo ben altro XD
Vi ringrazio per il vostro sostegno, alcuni vostri messaggi mi hanno ridato la forza di scrivere! Non abbandonerò mai Never lose Hope, non temete!
Ringrazio voi che avete recensito il capitolo precedente: prometto di rispondere non appena ho due minuti!
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo. Lascio a voi la parola xD Mi scuso in anticipo per eventuali errori, ma ho voluto aggiornare subito, di istinto xD
So che sono successe delle cose strane. Direte, è impazzita? Forse, ma capitemi sto attraversando la fase oscura della sessione di esami e mi sento in un mare in tempesta su una zattera! T.T  vorrei anche io fumare qualcosa che non mi faccia pensare XD
Fatemi sapere!
Un bacione a tutti!!!
   
 
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