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Autore: Layla    28/05/2009    4 recensioni
E se Bill per una maledizione fosse stato cancellato dal mondo ? E se trovasse una ragazza e una strega più o meno disposte ad
aiutarlo?
è RIPUBBLICATA PERCHè L'HO CANCELLATA PER ERRORE.
[“Sono il frontman e cantante dei Tokio Hotel.”
Lei sgranò gli occhi, confusa e anche un po’preoccupata, a quando ne sapeva lei i Tokio Hotel erano tre e il chitarrista era anche il cantante e comunque aveva i dread, non i capelli come un porcospino.
“Sei sicuro di non avere battutola testa?”
“Eh?”
Sguardo risentito. 
“Ascolta…Non offenderti, davvero… Hai battuto la testa contro il cassonetto? Succede sai?”
-Si,ai dementi e agli ubriachi Salias-Disse una voce dentro di lei-Lo hai offeso!-
“NEIN!”
Lei cominciò a sudare freddo, aveva trovato un pazzo furioso....
Arretrò.
“Senti,io non so come dirtelo…I Tokio Hotel non hanno un frontman vero e proprio, il chitarrista è anche cantante.”]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ho dimenticato di  fare una precisazione lo scorso capitolo, le frasi in corsivo fanno parte di “Il principe in bicicletta” di Tre Allegri Ragazzi Morti, ammesso che questo importi a qualcuno.

 

2)SARA LA STREGA

 

Il silenzio dall’altra parte fu eloquente, senza essere Nostradamus Aisha sapeva cosa stesse pensando Eli: che in casa aveva un pazzo furioso, ma che lei era peggio di lui a dargli corda e che per questo la sua socia la adorava.

Aisha… ma uno normale, senza turbe psichiche o problemi mentali, tu non sei in grado di raccattarlo?”

“Ho il sospetto di attirare gli scombinati come un vestito bianco attira le macchie… Forse riconoscono in me un’anima affine.”

“Tu sei unica, stella.”

Sicuro…Il mondo collasserebbe con due Aisha,  l’originale e l’anti-me.”

“Ti voglio bene, ma per favore stai attenta! Guarda come è finita con Ale…

“NON NOMINARLO!”

Sbraitò a pieni polmoni  e tentò di alzare la testa, completamente dimentica di essere sotto una scrivania, così picchiò la testa contro il ripiano.

Il cordless le sfuggi di mano.

“Zio canna! Ma sei una lesa, Aisha!”

Recuperò il telefono, Eli era vagamente preoccupata.

Aisha! Ma cosa è successo?

Ho sentito un rumore pazzesco!”

“Ho picchiato contro il piano!”

Dall’altra parte del telefono si levò una risata.

“Crudele!”

“Si ti voglio bene anch’io.”

“Ti saluto socia, che vedo di andare a cucinare qualcosa di commestibile…

“Tu che cucini? Oh meu deu! Lo vuoi ammazzare questo poveretto.”

“Ciao Eli!”

Dopo un altro quarto d’ora di cazzate, Salias riattaccò, si disincastrò in qualche modo, tra imprecazioni e grugniti e uscì dalla sua stanza.

Lui era ancora sul divano, immobile.

“Io vado a cucinare….Vuoi qualcosa?”

“Come ti pare.”

“Mi dispiace…. Davvero. Vorrei poterti aiutare.”

Nessuna risposta.

Lei sciabattò fino alla cucina, decise di fare un paio di cotolette e così radunò tutto il necessario, canticchiando una canzone dei Modena.
“Lascia la porta aperta a tutti i viaggiatori
Perchè i sentieri giusti vanno percorsi insieme”

Il suono del campanello la interruppe, chi era?

Trotterellò in salotto per andare ad aprire, non prima di avere messo una sedia davanti alla porta della cucina, Nana poteva sempre decidere di privarli del pranzo.

Era Sara, in tutto il suo nero splendore.

Capelli neri, giacca di pelle nera, gonna lunga nera, anfibi neri, la sua amica satanista secondo la definizione dalla cara Pautasso.

“Ohi Sa’! Come mai qui?”

“Silvia è dai suoi”

Tradotto dal Sarese significava :”Voglio scroccarti un pranzo.” e così si fiondò dentro senza aspettare oltre, lei scosse la testa e richiuse la porta.

Non era minimamente preparata a quello che sarebbe accaduto, non se lo sarebbe mai immaginato e lei aveva una fantasia galoppante.

Sara sgranò gli occhi e si mise a urlare frasi sconnesse  con le mani nei capelli, facendola rimanere interdetta.

“Un fantasmaaaa!!!

Un uomo senza ombra!”

Il suo ospite si alzò dal divano e cominciò a urlare a sua volta, in crucco.

Fu il turno di Aisha mettersi le mani nei capelli, mentre Nana sfrecciava inferocita sotto il divano soffiando a più non posso.

Che contorto passaggio si era persa nella mente della sua amica?

E se li avesse fatti tacere con l’ausilio del posacenere, in modo da non rendere vana la presenza di Alex nella sua vita?

Per un attimo si immaginò la paternale del poliziotto che avrebbe scoperto i cadaveri…

-Signorina Salias, l’omicidio non è legale, anche se fatto per salvaguardare la salute mentale del suo condominio.

Non sapeva che oggi era la giornata mondiale della pazzia?

È per questo che ha incontrato questo sconosciuto tra la spazzatura.

Lo sappiamo che lei ha adottato una pazza come amica, la qui presente Sara Sefarei la comunità gliene è grata, ma doveva prevedere che due pazzi incontrandosi avrebbero dato di matto e perdoni il gioco di parole.

D’altronde se avesse dovuto portare un altro gatto a Nana, non li avrebbe tenuti separati i primi tempi?-

Scosse la testa, non era più lucida nemmeno lei e finì per scoppiare istericamente a ridere, senza che quei due lo notassero.

Dei colpi furiosi si alzarono dal pavimento, la stronsa aveva reso manifesta la sua presenza, come se ce ne potesse dimenticare….

Era il momento di prendere in mano la situazione…

“VOOOOIIII!”

I due la guardarono straniti.

“TU!” indicò Sara.

“Smetti di parlare per enigmi e parla una lingua comprensibile! Italiano, Sardo, Inglese, quello che vuoi, basta che abbia un senso e soprattutto smettila di urlare, altrimenti la Pautasso ci scuoia tutti!”

“E tu!” indicò il moro.

“Tu Taci! Voglio una cazzo di spiegazione e la voglio adesso!”

I due si sedettero sul divano, guardandosi in cagnesco.

“Voglio che la tua amica mi spieghi che problema mentale ha!”

“Parla per te! Sei maledetto!”

“S A R  A.”

“Ok ok! Ti spiego!”

Deo gratias!”

“ è maledetto. Qualcuno gli ha fatto una maledizione, semplice, no?”

Si massaggiò le tempie, tentando di calmarsi, ma  poi esplose.

“COSA CAZZO SIGNIFICA CHE è MALEDETTO? PARLA CHIARO DIO CRISTO!”

“Significa che qualcuno, animato da grande rancore verso di lui per via di un torto ricevuto ha deciso di vendicarsi, cancellandolo dal mondo.

È come se non fosse mai nato.

È una maledizione zingara, Aisha.”

“Sa’…che ti sei fumata?”

“Nulla!”

La corvina si voltò verso il ragazzo e gli tradusse in tedesco quello che le aveva appena detto.

Lui sbiancò, strinse i pugni e cominciò a insultarla, Sefarei gli rispondeva con segni di scongiuro, Aisha invece chiuse gli occhi e tentò di convincersi che fosse un incubo.

La porta sbattuta la riscosse, sul divano c’era solo Sara.

“Dove è andato?”

“Ha detto che siamo delle pazze che lo prendono per il culo e che raggiungerà suo fratello e gli altri in hotel.”

Si prese la testa tra le mani gemendo, era un miracolo che non le fosse scoppiata…

Sara… ma ti rendi conto che tu gli hai annunciato di essere maledetto, come se fosse la cosa più normale del mondo?

Dobbiamo fermarlo! O sarà la fine, lo disferanno!”

“No! Non si deve aiutare i maledetti.”

“Sara Maria Eleonora Sefarei o ti alzi o ti alzo io e credimi non sarò gentile”

Strinse minacciosamente gli occhi, la sua amica sbuffò, ma alla fine si tirò in piedi.

“Per me sbagli.”

Sara…

“D’accordo Aisha!”

Afferrò le chiavi della macchina e si fiondò dabbasso ignorando palesemente la Pautasso, che sbraitava sulla soglia del suo appartamento e mulinava minacciosa un bastone.

Saltarono sull’orrore, Sara con una lentezza esasperante,Salias  tentò rabbiosamente di mettere in moto, ma la vecchia Panda non ne voleva sapere, rimase ostinatamente ferma persino dopo i canonici quattro tentativi e la consueta imprecazione.

“Te l’avevo detto!”

“SAAARAAA! MA perché FAI COSì? CHE T’HA FATTO?”

“Perché non devi immischiarti con gli affari del destino, nemmeno se sei una strega come la sottoscritta!”

“Cazzo! Proprio adesso una dissertazione filosofica mi devi tirare fuori? Mettiamola così, se il destino l’avesse voluto lasciare solo come un cane, me l’avrebbe mandato letteralmente tra i piedi? Cosa mi dici mo?”

“è un obbiezione interessante… Forse chi ha fatto la maledizione prevede che in qualche modo la si possa rompere…

“Sara L’unica cosa che si romperà sarà la mia testa! Facevo una vita tranquilla e lui ci piomba dentro tipo tornado,poi arrivi tu e gli rovesci addosso una storia assurda e lui comprensibilmente reagisce male.

Non posso lasciarlo da solo in questo stato, lo capisci?

Non me lo voglio ritrovare sulla coscienza, quindi se sai dove possa essere andato dimmelo.

Ti scongiuro.”

La sua amica annuì.

“Credo di sapere dove alloggino.”

“Bene e allora vediamo di andarci alla svelta!”

 

“Ma Sara sei sicura?”

“Giuraci! Mia cugina mi ha dato il tormento perché l' accompagnassi! Dovrebbe essere da qualche parte a presidiare insieme a quelle esaltate delle amiche sue.”

“Ma sono pazze!”

“Non ci piove!”

Erano arrivate davanti a uno degli hotel più costosi della città, un posto che loro non avrebbero potuto permettersi nemmeno nelle loro più rosee aspettative.

“Come cazzo ci entriamo???”

La domanda aveva un senso, ma Sara si limitò a sogghignare malignamente e dopo aver sollevato la gonna fece una breve corsetta verso una cameriera che stava arrivando in quel momento per iniziare il suo turno.

Aisha rabbrividì, sapeva cosa aveva in mente l’amica quando camminava in quel modo, con quella luce negli occhi, avrebbe convinto quella cameriera a farle entrare grazie al suo “fascino” dark, spaventandola a morte e causandole incubi per i prossimi quindici giorni.

La corvina iniziò a girare intorno alla poveretta, che strinse più saldamente a sé la borsetta forse temendo un borseggio e ignorando che l’unica cosa che le sarebbe stata rubata di lì a poco sarebbe stata la felicità ,poi si fermò, le appoggiò una mano sulla spalla e sussurrò qualcosa al suo orecchio.

Avrebbe pagato milioni per sapere cosa diavolo sussurrasse alle sue vittime, milioni, perché Sara non falliva mai, i malcapitati eseguivano qualsiasi suo ordine, anche quello di tagliarsi le vene seduta stante o di buttarsi da un ponte se li avesse dati.

Come volevasi dimostrare la ragazza impallidì e Sara le fece segno di raggiungerla, un problema era stato aggirato.

-Se non fosse amica mia, avrei paura di lei!-

“Sara, ma che le hai detto?”

“Fossi matta! Segreto professionale!”

Scallonisi!(*)”

“Non parlare sardo, che vuol dire?”

“Non te lo dico!”

“Dimmelo!”

“No!”

“Dai!”

“Ho detto di no!”

Mentre tenevano questo fondamentale discorso, erano passate tra la security dell’albergo, senza che nessuno fiatasse, forse per la presenza della cameriera, forse per l’aspetto di Aisha, che era praticamente la divisa della cameriera pre lavoro o per la faccia di Sefarei che diceva:”Non osate nemmeno pensare che io sia una fan di quei tre o vi uso come vittime nel mio prossimo rito satanico!”.

Arrivarono nella hall lo videro, rannicchiato a terra, con un energumeno che urlava qualcosa in tedesco a sovrastarlo.

“Cazzo! ma è proprio sfigato!”

La finezza di Sara era il suo marchio di fabbrica, ma spezzando una lancia in suo favore, si può dire che la corvina  partì subito all’attacco del cerbero, abbaiando qualcosa in tedesco.

-E quando parla il crucco, fa paura il doppio, ma ora pensiamo a quello.

non esti ancora mottu?(**)-

Si inginocchiò accanto a lui per scuoterlo, ma vide che non era svenuto, era solo completamente apatico, svuotato, come in preda a un lutto, ebbe paura.

In quel momento ebbe una paura fottuta,per lui,  per quello che gli era successo, per come aveva reagito, per il futuro, per tutto, probabilmente sbiancò, ma si fece coraggio.

-Aisha! Non svenire! Non farlo!-

Lo scosse gentilmente.

“Stai bene?”

Domanda cretina, ma al momento il suo cervello non sapeva produrre di meglio, come prevedibile ottenne il silenzio come risposta.

“Ascolta. Lo so che stai di merda, ma ti prego, dammi un segno di vita.”

Scoppiò a piangere, eccoti accontentata Salias…

Cadde nel panico.

Cosa doveva fare?

Lo scosse per farlo tornare alla realtà, lui  la guardò spaesato.

“Sono Aisha, ti ricordi di me, si?

Quella del cassonetto.”

Fece segno di si.

“Sara è molto brava con le piazzate, ma non potrà distrarlo in eterno.

Quello chiamerà la polizia e ci saranno un mucchio di casini, quindi non puoi rimanere qui,per quanto tu voglia.

Speravo che Sara avesse detto un mucchio di stronzate, ma i fatti dimostrano il contrario: non ti hanno riconosciuto

Ti prego ascoltami e andiamocene da qui.”

Lui annuì e mormorò.

“Non mi lasciare…

“E chi ti molla? Sara mi ammazzerebbe se lo facessi dopo tutto il casino che ho fatto per venire qui…

Lo aiutò ad alzarsi e lui si appoggiò a lei, come se fosse del tutto incapace di muovere un passo da solo, per fortuna non era molto  pesante.

-Ma questo mangia o si nutre d’aria?-

Si allontanarono e la viola avrebbe scommesso la foto di Sid che aveva nel portafoglio che il rasta del gruppo li stesse guardando molto attentamente, come chi cerca di riconoscere una persona, ma non ci riesce.

-E il rasta dovrebbe essere suo fratello, gemello, se non sbaglio.

Chiunque abbia fatto questa accidenti di maledizione non ha considerato questa cosa, se sia un bene o un male per Bill non lo so, solo Sara potrebbe saperlo…-

Dopo l’ultimo urlo  belluino, che lasciò interdetto il gorilla, la mora li raggiunse tranquillamente, come se fosse stata di ritorno da un giro di shopping e non da un round con un tizio largo almeno il doppio di lei.

“Un giorno mi devi spiegare come fai….”

MMMai…

“Hai una sigaretta?”

La voce remota che si introdusse nella loro conversazione le spaventò, era il ragazzo.

“Ti reggi in piedi che cerco il pacchetto?

No.. meglio sederci!”

Si diressero verso una panchina, su cui lasciò andare il moro, lui cadde come una bambola rotta, Eli docet e lei cercò ansiosamente le Camel nella borsa.

“Tieni, eccotela!”

“è una Camel…

“Quelle fumo…

Ah…non sono come quelle di mio fratello.”

Stava per dirgli:” Ma io non sono tuo fratello!” ma si trattenne, iniziò a confabulare con Sara per il pranzo.

 

Optarono per un posto che Alex avrebbe definito bettola, ma che a loro piaceva, erano certe che Nana avesse trovato il modo di entrare in cucina, nonostante le sedia e che si fosse spazzolata tutta la carne.

“Non nasconderti dietro al fatto che Nana è più intelligente di te, la verità è che non volevi infierire ulteriormente su questo poveretto con la tua cucina…

“Sara, la tua simpatia mi lascia basita. Ci vediamo stasera.”

“Non vuoi che rimanga qui?”

“Se non l’hai notato lui ha paura di te e mi piacerebbe che avesse almeno una tregua psicologica prima di cavargli qualcosa sul perché è stato maledetto.”

“La tua simpatia invece mi incita a prenderla a calci!”

“Posso ricordarti che se lo facessi la prossima volta che Silvia è dai suoi la mia cucina sarà chiusa per te?”

“E se io sfondassi la porta?”

“Ti romperei in testa quello che ne rimane…

“Lo sai che ti voglio bene, Aisha?”

“Si, te ne voglio anch’io Sara Maria Eleonora…

“Che palle! Ho perso la mia vittima odierna…

Brontolando la dark si allontanò, lasciandola da sola con il ragazzo, lei si voltò verso il sedile passeggeri.

“Siamo arrivati… Ora scendo e ti lascio uscire…

“Non potevi prenderti una macchina con quattro portiere?”

“Mio nonno mi ha regalato questo e sono fortunata ad averla!”

Scese dalla macchina, lui la seguì, ancora con un’espressione assente e non le parlò più, completamente preso dai suoi poco piacevoli pensieri.

Come previsto Nana aveva spazzolato tutta la carne, lui si buttò a peso morto sul divano.

“Non ho un posto dove andare…

“Puoi sempre rimanere qui…

“Ho qualche altra scelta?”

“Vivere come un barbone al parco?”

Silenzio.

“Ok, scusa. Ho un’altra stanza che al momento è libera, se vuoi puoi starci tu.

Parleremo dopo di dettagli più pratici…

Si alzò in piedi e l’abbracciò di slancio, la viola rischiò seriamente il soffocamento e iniziò a cambiare colore, diventando di un rosso acceso.

“Sono contenta che tu sia contento, ma ora lasciami, che mi manca l’aria.”

Lui assunse una faccia offesa.

“Oddio scusa! Cioè il fatto è che sei alto, insomma mi sovrasti…ok…. No…aaahh! Seguimi!”

Consapevole di aver rimediato una figuraccia, ma contenta di avergli strappato almeno un accenno di sorriso, gli mostrò la camera del suo ex coinquilino, lui annuì e lei gli cambiò le lenzuola, il resto era pulito , avendo fatto le pulizie il giorno prima.

“Benvenuto al manicomio.”

Lui abbassò gli occhi, lei gli appoggiò una mano sulle spalle.

“Sembra tutto terribilmente brutto, ma io e Sara ti aiuteremo a risolvere.”

Alzò un sopracciglio scettico.

“Lo so che sembra pazza e probabilmente lo è, ma fidati di lei.”

“Grazie.”

“Prego, se ti servo sono in camera mia.”

Lui annuì e lei si diresse in cucina a sistemare il casino che aveva fatto la gatta e poi in camera sua a leggere un libro per l’università, ironicamente trattava delle sedute spiritiche.

Il pomeriggio passò lentamente, al ritmo dei capitoli del libro e  delle sigarette che fumava, non era del tutto concentrata, ma quel libro andava letto.

La luce si era affievolita e aranciata quando alzò gli occhi e vide la figura titubante sullo stipite, la cosa che la colpì fu la somiglianza con pierrot, lei chiuse il volume.

“Posso entrare?”

“Certo”

Lei gli fece posto sul letto, lui si stese accanto a lei.

“Vorrei parlarti, posso?”

Certo…. Vuoi una sigaretta?”

“No. Ho pensato a quello che mi ha detto la tua amica.

Alla m-maledizione.”

Tacque un momento, sembrava smarrito, non doveva essere facile riordinare le idee in circostanze così assurde, Aisha si accese una sigaretta e guardò il fumo disperdersi.

“è stata la ragazza della lettera.”

“Cioè?”

“Qualche mese fa, tra le tante lettere che ricevo ne ho trovato una strana, che  mi ha colpito...era un lettera di sfogo, una ragazza con una storia bruttissima alle spalle e alla fine diceva che si sarebbe suicidata.

Io non le ho dato peso, non sai quante lettere assurde si ricevono… Però…

Altra pausa di silenzio, altra boccata di Aisha, forse stavano al nodo della questione.

Però… Qualche giorno dopo ho visto sul giornale che si era suicidata davvero e mi sono sentito una merda. Non avevo riconosciuto una lettera vera da un mucchio di stronzate.

Ci sono stato male, un paio di volte l’ho anche sognata, forse avrei potuto fare qualcosa…

Scoppiò di nuovo a piangere seppellendo la testa nel cuscino, lei gli passò una mano tra i capelli, ora qualcosa era più chiaro, complice il libro che stava leggendo e una conversazione sul rancore dei morti avuta con la sua strega preferita…

Senti…mi dispiace veramente….Io non so niente della vita di un personaggio famoso, ma so che ci sono delle ragazze che si inventano le stronzate più assurde pur di essere notate, tipo la cugina di Sara.

Tu non potevi saperlo, capisco che tu stia male, tutti reagiamo male quando la morte ci sfiora, ma questa volta non potevi fare nulla…

“Grazie, ma le cose non cambiano…

“Ascolta, Sara dice che questa cosa è reversibile…

Diciamo che ora hai la possibilità di rimediare a ciò che no hai fatto, di placare i tuoi sensi di colpa.

Allo stesso tempo è una punizione perché ti priva delle persone a cui vuoi bene, ma non è per sempre.

Hai capito?”

Lui alzò la testa dal cuscino, aveva gli occhi ancora velati di lacrime.

“Dici davvero?”

“Non ti offro una certezza, ti offro una speranza.”

M-me la farò bastare…Meglio di niente no?”

“Esatto.”

Si sorrisero a vicenda.

In quel momento la porta si spalancò e Sara entrò sbraitando che moriva dalla voglia di provare la cucina di Aisha per cena.

“Silvia è ancora dai suoi…

 

Fu effettivamente costretta a cucinare, Sefarei criticò quel piatto di piatta con lo zelo e la malvagità di un critico gastronomico, anche se Aisha non era una cuoca e casa sua un ristorante.

Bill rimase ancora una volta basito e le fece capire a gesti che la considerava  pazza, Salias scosse la testa sconsolata, quei due erano incompatibili.

Dopo aver lavato i piatti, Sara l’incaricò di buttare la spazzatura.

Sefarei! ti stai prendendo troppe libertà!”

“Perché ti serve una guida Salias! Non puoi vivere nella perdizione!”

Bavarycoddai(***)”

“Uffa!”

La viola afferrò il sacchetto e sbraitò a scanso di equivoci in inglese e italiano:“ Se non torno sappiate che vi ho voluto bene e punite Sara Maria Eleonora Sefarei!”

“Non lasciarmi con questa pazza!”

Bill.

“Taci schizzato! Fanculo Salias!!”

Sara.

Scese le scale fischiettando, uscì in cortile e si diresse verso i cassonetti della raccolta differenziata, quando qualcuno la chiamò.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

PRECISAZIONI :

 

(*)Che palle (Sardo)

(**)Non è ancora morto? (Sardo)

(***) Vai a farti fottere (Sardo)

 

 La canzone che canticchia Aisha è “ Una perfecta excusa dei Modena City Ramblers.

 

   
 
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