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Autore: Iron_Captain    15/01/2017    3 recensioni
Un killer misterioso che sta terrorizzando la città... Una verità che sconvolgerà la vita di Judy... Cosa accadrà e come riuscirà Judy Hopps ad affrontare e gestire queste situazioni?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 10: Sospettato principale (parte 1)

La coniglietta si svegliò e si alzò improvvisamente dal proprio letto. Era impaurita e sudata, e i suoi respiri erano veloci e affannati; anche il suo cuore batté forte. Si rese subito conto di aver fatto un incubo, ma non riuscì a ricordarlo: ma sapeva di aver avuto tanta paura.
Ad interrompere i pensieri della povera Judy fu il suo migliore amico, che fuori dall'appartamento bussò alla porta e la chiamò: "Judy?! Sei in casa?"
La piccola mammifera andò subito ad aprirgli, anche se non capì il motivo per cui fosse venuto a casa sua...così come non si aspettò di ciò che accadde in seguito.
"Ma che fine hai..." cominciò a dire Nick, fino a che non vide il viso della sua partner pieno di lividi e con un occhio nero. "È stata lei?"
Il tono della volpe si trasformò improvvisamente: da calmo e preoccupato a duro e severo.
"Nick..." cercò di rispondere Judy, divenuta improvvisamente impaurita a causa dello sguardo cagnesco e del tono minaccioso che aveva improvvisamente assunto il poliziotto.
"È stata lei a ridurti così?" insistette la volpe.
La leporide non era abituata a vedere un Nick aggressivo, nonostante l'avesse visto una volta soltanto, al museo di storia naturale, quando aveva finto di essere diventato rabbioso per incastrare Bellwether, che aveva pianificato le aggressioni ai predatori, divenuti selvaggi a causa degli Ululatori Notturni, che erano dei fiori tossici. Aveva paura di dirgli la verità, ma non voleva neanche raccontargli una bugia: sia perché detestava mentire agli altri; sia perché Nick era abile nel capire quando qualcuno mentiva; sia perché i due mammiferi si conoscevano troppo bene.
"Quella pazza la pagherà cara!" disse Nick con tono scontroso, senza aspettare che la piccola preda rispondesse alla domanda, dopodiché si voltò per andarsene.
"No!" esclamò Judy, che in preda al panico andò subito a sbarrargli la strada.
"Fammi passare, Carotina."
"Per farti ammazzare? Non ci penso proprio!" disse Judy con tono duro, decisa a non permettere che anche il suo migliore amico venisse ucciso come gli altri loro colleghi.
Anche se era piccola, gentile e tenera come un cucciolo, era determinata e ostinata come un mammifero di grossa taglia, ed aveva la grinta di un predatore. Si era messa in guardia, con le zampe alzate e chiuse a pugno, e lo sguardo di chi si prepara a combattere.
"Che vorresti fare, coniglietta ottusa? Azzuffarti con me?"
"Se è l'unico modo per impedirti di fare sciocchezze, allora si!" rispose la coniglietta, nonostante non volesse arrivare a tanto.
"Come vuoi, agente peluche." disse Nick sorridendo.
Le orecchie della coniglietta si abbassarono improvvisamente: fu sconcertata dalle parole che sentì dire dalla volpe: aveva veramente intenzione di fare pugni? E perché sembrava...divertito?
"Nick, non fare scherzi..."
Prima che riuscisse a terminare la frase, Judy vide la volpe balzare con gran rapidità, senza darle il tempo e la possibilità di potersi difendere o di schivare l'assalto. Si ritrovò scaraventata a terra; il predatore era sopra di lei. Vide con chiarezza il suo viso, e i suoi occhi verdi smeraldo che fissavano i propri occhi di colore viola ametista; la sua bocca aperta, con i suoi denti aguzzi a pochi millimetri di distanza dal collo; mentre poté sentire il resto del suo corpo appoggiarsi sopra il proprio; il cuore le pulsava forte a causa dello spavento; e i suoi respiri regolari. Nonostante si conoscessero bene, quella volpe riusciva ancora a sorprendere la piccola leporide, nel bene e nel male.
"Sei sempre la solita: temi che un giorno io ti aggredisca..." iniziò a parlare il canide, dopo aver allontanato un poco il viso da quello di Judy. "Gli unici animali che aggredisco sono coloro che tentano di fare del male a questa dolce e tenera coniglietta dalla disciplina ferrea."
Dopo aver sentito ciò, la poliziotta rimase scioccata, spaventata...e anche arrabbiata.
"Sei un idiota!" esclamò, dandogli uno schiaffo. "Come ti salta in mente di spaventarmi in questo modo!...Hai idea di come mi senta?"
"Si, al cento per cento." si limitò a rispondere. "Però dovresti sapere che non ti farei mai del male."
La leporide continuò ad osservarlo confusa, mentre lui si alzò in piedi. Subito dopo fece altrettanto. Prima che ebbe la possibilità di parlare, la volpe la anticipò: "Perché non mi avevi chiamato, ieri, per farti dare un passaggio verso casa?"
"Perché avevi molto lavoro da fare, e non volevo disturbarti." si giustificò Judy.
"Sai che avrei abbandonato tutto, affinché potessi essere al sicuro; e se vogliamo dirla tutta, anche il nostro buon capitano avrebbe acconsentito a lasciarmi a andare a prenderti, proprio perché sappiamo entrambi quanto sia pericolosa quell'assassina, che avrebbe potuto ucciderti, se avesse voluto." replicò Nick.
"Sai anche che sono in grado di difendermi."
"Nessuno lo mette in dubbio, ma questa è una situazione diversa: quell'assassina è preparata ad affrontarti ed è interessata a te, nonostante non conosciamo il motivo; e lo dimostra il fatto che ieri ti ha conciata male e che poteva ucciderti."
"Si..." intervenne Judy. "Poteva uccidermi, ma non ha voluto farlo."
Nick rimase interdetto quando sentì quelle le parole.
"Che vuoi dire che non ha voluto?"
A quel punto la leporide gli raccontò tutto, senza tralasciare alcun particolare. Al termine del racconto, il partner iniziò a riflettere.
"Questa storia mi sta preoccupando sempre di più: ha la possibilità di ucciderti, ma non lo fa; e ti dice chiaramente che si diverte a farti del male; e poi ti costringe a indagare su di lei per scoprire chi è...e se non lo fai uccide i nostri colleghi."
Judy non rispose. Neanche lei aveva la minima idea di chi fosse questa criminale o del perché volesse tormentare proprio la poliziotta eroina di Zootropolis. Che fosse una criminale che aveva arrestato un po' di tempo fa? Nonostante non le risultò che avesse mai arrestata una criminale così sociopatica, non era escluso che la galera l'avesse resa tale, o magari cercava semplicemente vendetta. Mentre continuò a riflettere, la testa iniziò a farle male e a girarle, e la sua vista si appannò di colpo. Il tutto durò pochi istanti, senza che la volpe potesse accorgersene.
"A proposito: volevo informarti che abbiamo ottenuto i risultati del bottone che avevi raccolto sulla scena del delitto." disse improvvisamente Nick.
La piccola agente tese l'orecchio per sentire meglio la notizia, prima di replicare con entusiasmo: "Cosa abbiamo?"
"Prima di tutto, che non ci sono tracce di DNA o di impronte digitali; abbiamo però trovato un pelo grigio e abbiamo anche scoperto che il bottone appartiene a una divisa che proviene da Fort Major."
A quel punto la coniglietta cominciò a riflettere: quando ci erano andati, il sergente aveva detto loro che i suoi soldati non avevano nulla a che fare con il furto delle loro armi e la rapina alla banca di Zootropolis. O aveva mentito, o la colpevole aveva trovato il modo per non farsi scoprire. In entrambi i casi, dovevano parlare di nuovo con lui.
"Ok, allora andiamo subito a indagare." rispose velocemente Judy, la quale fece segno al suo partner di seguirla.
Dopo aver preso il cellulare, le chiavi di casa e il portafoglio, notò una chiavetta USB di colore grigia chiara: la osservò a lungo, poiché non ricordava di possederne una. Come ci era finita lì?
"Non ricordi che un tale mammifero di taglia grossa, con le lunga corna e l'abilità nel riuscire ad irritare i suoi sottoposti, ti ha temporaneamente sospeso dal servizio?" le ricordò la volpe sarcastica.
A quel punto, la leporide aprì uno dei cassetti della scrivania per poter posare la chiavetta, dopodiché si voltò per osservare il suo collega. Appoggiò le proprie zampe sui fianchi e assunse un'espressione seria e determinata. "Non abbiamo tempo. Adesso andiamo."
Detto ciò, la piccola agente uscì dall'appartamento.
"Va bene, capo." rispose Nick, seguendo a ruota la sua partner.

Da quando era entrata in macchina, la leporide cercò di ricoprire la maggior parte dei lividi con una crema particolare. A volte Nick volse il proprio sguardo su di lei, poiché era molto preoccupato e, per la prima volta, non sapeva come poterla aiutare.
"Mi sapresti descrivere l'assassina?" chiese d'un tratto.
Nel momento in cui Judy stava per mettersi un altro po' di crema intorno all'occhio, si fermò non appena sentì quella domanda.
"È di dimensioni piccole...probabilmente alta quanto me...gli occhi scuri...il muso schiacciato...e credo che abbia la coda e le orecchie piccole, poiché non ero riuscita a vederla bene."
Il canide iniziò a riflettere: "Stando a ciò che mi hai detto, possiamo escludere tutti i mammiferi di grande e minuscola taglia...poi, vediamo un po'...ci sono comunque molti mammiferi della tua altezza: una donnola, un procione..."
"Io escluderei anche i canidi: come ti ho già detto prima, aveva il muso schiacciato, ossia non lungo come il tuo." replicò Judy.
"Ma non tutti i canidi hanno i musi lunghi come i lupi, o me." ribatté Nick.
"Non mi pare di conoscere canidi con il muso schiacciato." replicò Judy. "Ma se ne incontro qualcuno, ti farò sapere."
La volpe sorrise. Dopo aver analizzato quelle teorie, i due mammiferi smisero di parlare, concedendosi il momento di essere assorti nei loro pensieri e ragionamenti.

Una volta arrivati a Fort Major, i due agenti cercarono subito il sergente Bullyn, informandolo del fatto che il criminale che stavano cercando era un loro soldato. Dopo aver comunicato anche i requisiti che il soggetto presentava, il gorilla cominciò ad effettuare delle ricerche: a differenza della volta in cui avevano condotto le indagini sui propri compagni d'arme, incluse le reclute ed escluse tutti coloro che non erano stati dichiarati colpevoli.
"Un paio di anni fa era accaduto che un gruppo di reclute, per essere ammessi ai test d'ingresso dell'accademia, avevano tentato di introdursi nello studio del generale Falc per rubare i documenti con le risposte; per riuscire a fare ciò, avevano preso il suo cartello identificativo. Naturalmente li avevamo scoperti e li avevamo espulsi, ma erano stati abili a non farsi scoprire. Non permetterò che la storia si ripeta."
Dopo qualche ora di ricerche sul database del suo computer, apparve la foto del mammifero che stava cercando: era una gatta grigia tigrata.
"Linda Hawkins: abile cecchina con il massimo dei voti, abile combattente, quoziente intellettivo sulla media, è disciplinata e leale, e ha passato il test scritto d'ingresso con il massimo dei voti. È l'unico mammifero che corrisponde ai vostri requisiti, anche se penso che non sarebbe mai in grado di commettere dei crimini."
"Se ci lasciasse parlare con lei, saremo in grado di stabilire se è colpevole o no: in fondo stiamo ancora indagando." rispose Nick per rassicurare il sergente.
Dopo aver annuito, il gorilla condusse i due agenti verso il campo di addestramento in cui si trovava la gatta.

Angolo autore
Per citare il mio buon amico Plando: "Finalmente si prosegue."
È stato difficile poter scrivere alcune parti di questo capitolo, soprattutto perché ho avuto dei momenti in cui non mi venivano le idee e i vocaboli giusti per continuare. Per di più sono costretto a dividere in due parti il capitolo a cui avevo pensato proprio perché sarebbe venuto troppo lungo. A causa dei miei impegni non potrò aggiornare tanto presto, e non voglio che la storia si rovini a causa della fretta di vederla finita, perciò, in questi giorni in cui non ho avuto tanta fretta, spero sia venuto bene. Buona lettura.

   
 
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