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Autore: MiaBlack    15/01/2017    4 recensioni
La storia si colloca anni dopo a "What? realy? My..." Si lo so vi ho rotto le scatole con sta storia ma vi prendete pure lo spin off! xD
Sono passati anni da quando Oliver ha salvato la città da Slade. La città è più o meno tranquilla. Oliver ha abbandonato definitivamente il suo ruolo di di Green Arrow e anche Felicity ormai non scende più al covo da molto tempo. La città ha comunque bisogno di eroi che combattano per lei... Qualcuno di molto vicino a loro prende in cosegna i costumi: Arrow, BlackCanary e Arsenal tornano con nuovi volti e nuovi nemici da affrontare.
Nel loro pattugliare un ladro attirerà la loro attenzione e più di tutti quella della nuova BlackCanary.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

Il grande orologio appeso alla parete della sala al Taer al saferm segnava quasi la fine della lezione, Sara guardò i ragazzi che si trascinavano esausti, se fossero stati a Nanda Parbat Nyssa li avrebbe uccisi tutti, ma li non erano a Nanda Parbat e lei non era Nyssa, ma soprattutto quei ragazzi non erano aspiranti assassini della lega.

-Okay basta facciamo il saluto! - voleva porre fine non solo alle loro sofferenze ma anche alla sua, vederli muoversi come cadaveri ambulanti la infastidiva, doveva però tener presente che non tutti i suoi alievi erano come Hope, docili macchine da uccidere se istigate a dovere, l'unico che ancora resisteva bene era Alexandre, non si era sbagliata, era ben allenato e probabilmente avrebbe tenuto testa a Hope senza troppi problemi.

-Alexandre. - il ragazzo si voltò e raggiunse Sara che gli faceva cenno di avvicinarsi, come primo allenamento era stato deludente, si aspettava di più da come ne parlavano in facoltà alcuni ragazzi.

-Lo so che ti sarai annoiato, purtroppo a quest'ora il livello è questo...- cercò di scusarsi Sara, senza sapere nemmeno lei perché lo stesse facendo, quel ragazzo le piaceva, era una sensazione a pelle.

-Non si preoccupi, mi aveva avvertito.- rispose educatamente il giovane.

-Se mi dai ancora del lei giuro che ti farò molto male, ma passando oltre ti do gli orari dei corsi avanzati che ti possono interessare di più. La sala solitamente non è ad accesso libero, sarebbe gradita la presenza di un istruttore per una questione di assicurazione, ma se non hai nulla da fare e vuoi venire anche se non c'è un corso vieni, lo dirò io a Sin e non avrai problemi. -

Alexandre guardò la donna sorpreso non si aspettava un trattamento di favore da parte di una perfetta sconosciuta, invece l'aveva accolto senza problemi e gli stava concedendo libero accesso alla sala anche se questo era contro il regolamento.

-Grazie. -

-Se vuoi possiamo fare un paio di scambi io e te. - si propose Sara.

-Ti ringrazio, ma devo scappare, devo fare una cosa.-

-Non ti preoccupare quando vuoi! Ah, spesso c'è una ragazza che usa la sala, ha un pessimo carattere, ma non ti lasciare intimidire sotto sotto non è poi così male! - se l'avesse sentita Hope si sarebbe sicuramente arrabbiata, ma quella era pur sempre la verità.

-Okay! -

 

 

“Ragazze non vorrei interrompervi, ma c'è Robert in linea.”

La voce di Tai risuonò per la grande stanza del covo, le due ragazze si stavano ancora picchiando sul tatami, dopo un po' di esercizio avevano deciso di fare sul serio e ora era una specie di guerra senza quartiere, le due stavano cercando praticamente di uccedere l'altra senza però farle veramente male.

-Che c'è Robert? - chiese Hope mentre parava un colpo di spada con il suo boo staff per poi far volare via l'arma all'amica.

-Cazzo!- esclamò Sara ruotando il polso.

“Che state combinando?” a parlare questa volta era stato Robert che come sempre aveva bisogno di avere il controllo su tutto quello che accadeva, per alcuni versi le ricordava suo padre, maniaco del controllo, manie di protagonismo e di egocentrismo, per non parlare del complesso dell'eroe che alimentava il suo ego già spropositato.

-Ci stavamo allenando. - spiegò Sara recuperando la spada e rimettendola al suo posto.

“C'è qualcosa che non va all'archivio della polizia...”

-Tai! - il computer iniziò subito le ricerce aprendo le videocamere a circuito chiuso dell'archivio.

-Dio santo! Per natale chiedo a mamma di regalare delle telecamere nuove! Non si vede niente! - le vecchie videocamere presenti nell'edificio avevano una risoluzione dell'era prestorica, in situazioni normali avrebbero gradito, ma ora che non dovevano passare in osservati la cosa li irritava molto.

-Robert ha preso qualcosa, ti raggiungiamo! Tai continua a seguirlo.- mentre il computer continuava a seguire i movimenti del ladro le due ragazze si infilarono il completo e schizzarono fuori dal covo in sella alle loro moto.

-Robert lascia stare ci pensiamo noi! - esclamò Sara aumentando la velocità, se il ladro fosse uscito dall'archivio prima del loro arrivo Robert avrebbe fatto sicuramente qualcosa di stupido e loro dovevano impedirglielo.

“Posso cavarmela con un semplice ladro.” rispose infastidito il ragazzo.

-Sei senza maschera Robert! -

“Sta scappando lo inseguo!”

-ROBERT NO! - urlarono insieme le due, ma ormai il giovane non rispondeva più, attraverso l'auricolare sentirono la moto salire di giri e poi la velocità crescere, lo stava inseguendo correndo il rischio di essere riconosciuto.

 

Robert aveva visto dei movimenti in uno dei piani dell'archivio e si era fermato, con i l'aiuto delle ragazze e di Tai aveva scoperto che c'era veramente qualcuno all'interno che stava trafugando qualcosa, quando l'aveva visto uscire si era buttato all'inseguimento ignorando le due ragazze che gli dicevano di fermarsi, lui era li a pochi passi dal ladro avrebbe potuto fermarlo in un attimo, mentre loro dovevano arrivare dal Glades. Dopo aver corso come un pazzo per la città il ladro girò in un vicolo poco frequentato, Robert decise che quello era il luogo giusto per bloccarlo senza essere visto, sterzò di colpo ed entro nella stradina a fari spenti.

“Robert ti consiglio di stare attento” consigliò Tai senza ricevere risposta. La via era poco illuminata due dei tre lampioni erano rotti e sotto l'unica fonte di luce c'era il misterioso ladro.

-Questa non è la tua giornata fortunata... - Robert aveva attirato su di se l'attenzione dell'uomo, il quale lo guardò senza scomporsi, sembrava che Robert non risultasse una minaccia per lui.

-Rendimi quello che hai preso all'archivio e forse ti lascerò andare. - la figura non si scompose rimase immobile a fissare Robert, poi allungò il braccio porgendo il fascicolo che teneva in mano, Robert si avvicinò per prendere i documenti. Erano uno davanti all'altro quando il ladro con un movimento rapido colpì Robert con un calcio, che impreparato a pararlo incassò senza venendo spinto via.

-Sarà per la prossima volta! - esclamò divertito prima di arrampicarsi sulla scala antincendio del palazzo e sparire su i tetti degli edifici.

-Dannazione! Tai!?-

“Mi spiace Robert, non ci sono telecamere su i tetti, non posso seguire i suoi movimenti.”

-Dannazione! - esclamò ancora più frustrato, sicuramente Hope e Sara lo avrebbero sbeffeggiato per molto tempo.

-Sei un idiota Robert! Dovevi aspettare noi. - le due erano appena arrivate e lo guardavano con dissaprovazione.

-Non mi aspettavo che mi attaccasse. -

-Beh ormai è andato, c'è poco da fare, torniamo indietro. - Sara era smontata dalla moto e aveva aiutato il ragazzo ad alzarsi, il colpo non era stato forte, ma comunque avrebbe portato i segni per qualche giorno ricordandogli così il suo fallimento.

 

***

 

La mattina dopo a villa Queen si respirava un aria pesante, Robert sedeva a tavola e fissava la tazza con espressione imbrociata, Sara seduta accanto a lui lo guardava preoccupata continuando a girare il contenuto della sua tazza con il cucchiaio, senza però portarlo mai alla bocca. L'unica fra tutti a comportasi in modo normale era Hope che camminava per la cucina con un libro in mano e una tazza di tea nell'altra mentre borbottava qualcosa che solo lei poteva sentire.

-Buongiorno ragazzi. - una donna bionda era appena entrata in cucina regalando uno splendido sorriso a tutti.

-Buongiorno Felicity.- salutò educamente Sara ricambiando il sorriso per poi tornare a contemplare Robert. La donna fissò i due figli alzando il sopracciglio, sembrava che nemmeno si fossero accorti del suo arrivo.

-E' successo qualcosa? - chiese rivolta a Sara visto che era l'unica a sembrare presente in quella stanza.

-Hope ha un esame, sta ripassando. - spiegò lei indicando l'amica con un cenno della testa.

-Ovviamente. - quando Hope aveva un esame era meglio non starle troppo vicino, nonostante la sua intelligenza, ereditata dalla madre, Hope tendeva ad essere aggressiva e psicopatica quando cercava di imparare le nozioni.

-Robert invece? -

-Robert sta rimuginando su ieri sera... - rispose Hope senza staccare gli occhi dal libro.

-Che è successo? -

-Ne ha prese e ha lasciato fuggire un ladro. - continuò Hope, la sua voce non tradive alcuna emozione, rispondeva esponendo i fatti come erano accaduti, ma le parole della sorella fecero scattare Robert.

-Non sei divertente! - urlò voltandosi verso la sorella che però non aveva dato segno di considerarlo.

-Non l'ho fatto di proposito a lasciarlo scappare. - sul volto di Robert era apparso un livido scuro.

-Per la miseria, Robert, stai bene? - Felicity si precipitò a guardare il figlio per assicurarsi che non avesse nulla di grave, il livido tendeva già al viola, ma sembrava non esserci nulla di grave.

-E chi l'ha mai detto. Ho l'esame io vado. Buona giornata! - diede un bacio alla madre prima di uscire dalla cucina e incrociare suo padre insieme all'amico non che capo della sicurezza di villa Queen.

-Ciao papà, ciao zio John! -

-Ciao principessa. - Oliver si sporse per darle un bacio che la bionda accettò di buon grando prima uscì di casa.

-Che succede? - chiese Oliver entrando in cucina.

-Niente. - rispose subito Robert tornando a sedersi e continuando a fissare la tazza, facendo sospirare Sara per la frustrazione, Robert era una testa dura esattamente come era Oliver, suo padre glielo aveva detto tantissime volte, ma non poteva fare a meno di provare quello che provava, stare con Robert era frustrante, ma la maggior parte delle volte era fantastico.

-Un furto all'archivio, Robert ha provato a fermare il ladro, ma non c'è riuscito. - spiegò Sara, beccandosi un occhiata assassina dal ragazzo prima che uscisse sbattendo la porta dietro di lui.

-Beh, capita... a Oliver capitava un sacco di volte. - esclamò Felicity alzando le spalle, aveva visto i suoi figli all'opera e anche se non era d'accordo con la loro decisione di pattugliare le strade, aveva deciso però di non impedirglielo, non poteva pretendere che loro non lo facessero, quando lei aveva sempre aiutato Oliver a farlo, sarebbe stato un comportamento da ipocrita.

-Non è vero! - sbottò indignato Oliver punto sul vivo.

-Mi spiace amico, ma Felicity ha ragione, prima ti scappava e poi andavi da lei a chiederle aiuto. - rincarò la dose Dig nascondendo un sorriso divertito all'espressione indignata che l'uomo stava assumendo.

-Non ho intenzione di innoltrarmi in questa conversazione. Andiamo è tardi! - dopo aver detto ciò Oliver uscì dalla cucina seguido da Diggle che roteava gli occhi. Felicity si trattenne qualche momento in più, versando del caffè in tre bicchieri.

-Sara, armati di pazienza, perché gli uomini Queen sono maledettamente cocciuti! - la mora sorrise annuendo, mentre Felicity usciva con tre bicchieri di caffè in mano.

 

La famiglia Queen era una famiglia poco convenzionale, gli innumerevoli problemi che avevano dovuto superare l'avevano però resa una famiglia che funzionava, le paure e le incertezze che Oliver e Felicity avevano affrontato, con il tempo avevano reso chiaro ad entrambi l'amore che provavano e il bisogno che entrambi avevano l'uno dell'altra.

-Tenete! - Felicity porse i bicchieri uno a Diggle e uno a Oliver tenendo per se il terzo. Oliver osservò il suo bicchiere lasciandosi sfuggire un sorriso malinconico.

-A cosa pensi? - chiese osservandolo.

-Mi avevi detto che non mi avresti mai portato un caffè... - spiegò lui ricordando come si era arrabbiata quando, per motivi di comodità le aveva cambiato lavoro: da semplice tecnico informatico l'aveva messa come sua segretaria personale.

-L'avevo detto a Oliver Queen, amministratore delegato della Queen consolidated, ma io il caffè l'ho portato a mio marito, non chè mio socio. - Oliver le passò un braccio attorno alle spalle tirandola verso di se.

-Ti amo. -

-Lo spero bene! - Oliver sorrise stringendola ancora di più a se.

-Sei preoccupata vero? - ne avevano parlato tante volte e tutte le volte la conversazione era finita allo stesso modo, non potevano fare a meno di preoccuparsi e di assicurarsi che i loro figli stessero bene, molte notti le passavano svegli aspettando di sentirli rincasare, se tornavano allora stavano bene, ammaccati, malconci, ma comunque vivi. In tre anni che pattugliavano le strade non si erano mai fatti niente di grave, qualche livido, qualche frattura, ma sostanzialmente ne erano sempre usciti incolumi.

-Tu no? Vorrei solo vederli felici e spensierati, non pensavo che avrebbero ereditato questo insieme al tuo cognome. - rispose Felicity, non era nei loro piani far si che Robert, Hope e Sara diventassero i nuovi vigilanti, ma ormai la vita era andata in quel modo.

-Vorresti che le cose fossero andate in modo diverso? - Oliver si irrigidì aspettando la risposta, Felicity ci stava pensando, poteva vedere i neuroni del suo cervello elaborare tutte le possibilità.

-Il fatto che tu pensi che io ci debbe anche solo pensare mi fa credere fortemente che tu sia un idiota! - esclamò ridendo.

-No che non vorrei che fosse andato diversamente, forse solo con Hope, non è la bambina che ho cresciuto. Ho la sensazione di averla persa.-

-Non l'hai persa è sempre la splendida bambina che hai cresciuto è solo diventata adolescente e proprio come la mamma sta attraversando un periodo difficile. Dobbiamo ringraziare ancora Sara per aver canalizzato tutta la sua rabbia in qualcosa di costruttivo...-

-Dopo volevo passarla a trovare è tanto che non viene a cena da noi. Che ne dici di fare una cena tutti insieme? - una cena di famiglia, un occasione perché il gruppo si vedesse e stesse un po' insieme per raccontarsi le novità.

-Direi che è un idea eccellente.-

-Bene allora si farà sabato a pranzo. Dig, tu e Lyla potete vero? - chiese rivolgendosi all'amico che guidava l'auto.

-Se il mio capo mi da libero penso che non ci siano problemi. -

-Allora hai la giornata libera! - assicurò soddisfatta la bionda guardando Oliver come a sfidarlo a contraddirla.

 

***

 

Quello stesso pomeriggio Felicity alle quattro decise di chiudere i terminali e di uscire prima da lavoro, era pur sempre venerdì se la meritava una mezza giornata di ferie. Uscì dall'ufficio e puntò dritta verso l'ufficio davanti al suo, i muri a vetro le permettevano di vedere l'uomo che seduto alla scrivania stava parlando al telefono grattandosi la testa frustrato. La bionda entrò nell'ufficio senza bussare, Oliver era così preso dalla telefonata che non l'aveva vista e sentendo la porta aprirsi punto lo sguardo di fuoco sul malcapitato che aveva deciso di entrare e di interromperlo, appena vide chi era però lo sguardò si addolcì e con un gesto della mano la invitò ad andare da lui.

Felicity fece il giro della scrivania e si appoggiò al ripiano accanto all'uomo aspettando che terminasse la chiamata.

-Si esatto, no passo io. Bene grazie, buona giornata.-

-Passi dove? - chiese mentre chiudeva la chiamata.

-Una sorpresa per domani. -

-Mi piacciono le sorprese! Eh? - gli occhi della bionda luccicarono come quelli di un bambino il giorno di natale.

-Se te la dico che sorpresa è? Dimmi quello che volevi dirmi. - Felicity gonfiò le guancie come una bambina, sperando così di ottenere qualche informazione, ma l'unica cosa che ottenne fu un bacio sul naso che le fece il solletico.

-Uffy. Volevo dirti che sto andando da Sara. -

-Ti fai accompagnare da Dig vero? - da quando Slade era stato neutralizzato e loro avevano ripreso in mano la compagnia la città non vedeva più i Queen come il male che l'aveva portata alla distruzione. La Queen Consolidated aveva dato un contributo tangibile e impressionante per la ristrutturazione e per risanare le zone degradate della città, Felicity non correva alcun rischio ad andare a giro da sola, solo che Oliver era troppo protettivo per lasciarglielo fare.

-Devo andare da Sara, non sotto copertura a contare le carte in una bisca clandestina. Ne devo fare da esca per un famoso pluriomicida e tanto meno devo punzecchiare un pazzo psicopatico con la forza di Hulk con una siringa.- Oliver scoppiò a ridere, queste erano alcune delle volte in cui Felicity si era messa in pericolo per aiutare Oliver con la sua missione, decisamente andare da Sara con la sua auto non sarebbe stato lontanamente pericoloso come una delle volte che lei aveva indicato.

-Okay, Dig lo tengo io.-

-Bravo, anche perché tu devi andare a quell'incontro e Dig deve essere al tuo fianco. - gli ricordò Felicity, l'incontro era una semplice riunione niente di pericoloso, ma la sua posizione richiedeva che Dig lo accompagnarsse.

-Ci vedamo a casa. -

 

Tra la Queen consolidated e la palestra non c'era tanta strada. Felicity prese una delle auto dell'azienda e raggiunse la palestra, così poi da poter tonrare a casa direttamente.

Arrivata trovò Sin al bancone, un altra ragazza che Sara aveva salvato.

-Buona sera signora Queen...- la salutò, la ragazza aveva lasciato il taglio alternativo che aveva da giovane per una folta chioma nera tenuta ferma da alcune bacchette cinesi. Sin era diventata una bella donna con una sicurezza in se stessa che poche donne avevano, Sara aveva adempito in modo magnifico alla promesse che aveva fatto al padre della giovane.

-Quante volte ti devo dire di chiamarmi Felicity e che devi darmi del tu? - Sin anche se sapeva del segreto di Sara non era mai stata messa al corrente su chi fosse Arrow.

-Scusa. Se cerchi Sara è nella sala ha appena finito una sessione di allenamento. -

-Grazie. - senza esitazione varcò la soglia che conduceva verso la sala attrezzi, i suoi tacchi producevano un rumore in contrasto con quello che la circondava, l'abito rosso e il profumo che Oliver le aveva regalato, contrastava con il leggero odoro di sudore e gli abiti sportivi e sudati che le persone avevano attorno a lei, per raggiungere la sala però non c'era altro modo che passare da li, mentre percorreva il corridoio incrociò un gruppetto di ragazzi che doloranti si allontanavano dalla direzione in cui lei stava andando.

Sara stava sistemando alcuni attrezzi e non si accorse subito dell'amica, o se lo fece non lo diede a vedere.

-Che cosa hai fatto a quei poveri ragazzi? - chiese Felicity attirando su di se l'attenzione dell'altra bionda.

-Fel! Che bello, che ci vai qui? - Sara lasciò quello che stava facendo a metà e raggiunse l'amica che l'aspettava sul bordo del tatami.

-Sono veuta a salutarti, tu non passi mai! - le due bionde si salutarono abbracciandosi.

-Sono sempre impegnata qui. - spiegò la bionda allargano le braccia indicando la sala attorno a lei, la palestra aveva assorbito tutto il suo tempo e a lei andava bene, non aveva nient'altro da fare.

-Beh sono qui anche per invitarti ad un pranzo sabato, ci sarà tutta la famiglia. - spiegò Felicity eccitata dall'idea di poter stare tutti insieme come una vera famiglia.

-Ma sabato è domani! -

-E quindi? Mica ti devi occupare te del pranzo! - esclamò divertita facendole un enorme sorriso.

Mentre le due stavano parlando qualcuno era entrato in sala fermandosi dopo pochi passi dalla sogli, le due donne si voltarono a guardarlo: Sara sorrise al giovane, mentre Felicity si trovò a fissare il nuovo arrivato con la bocca aperta e le sopracciglia alzate per la sorpresa.

-Scusate, non volevo disturbarvi...- fece il giovane indeciso se entrare o andare via.

-Non ti preoccupare Alexandre, vieni pure ad allenarti. - Sara lo invitò a prendere posto sperava proprio di rivederlo.

-E lui chi è? - chiese Felicity senza staccargli gli occhi di dosso, aveva lasciato il borsone su un lato e aveva inisiato a correre facendo gli esercizi di riscaldamento, quando la maglia di alzò mostrando gli addominali scolpiti Felicity riuscì a stento a trattenere un fischio di approvazione.

-Lui è Alexandre, è nuovo si è iscritto ieri, potrebbe fare qualche allenamento con Hope secondo me potrebbe darle filo da torcere. - spiegò lei cercando di non ridere alla reazione dell'amica.

-Puoi dirglielò domani a pranzo... Io se posso dire la mia di mamma: approvo. - continuò annuendo decisa, non aveva ancora capito chi fosse il giovane, ma sicuramente era un bel vedere e sembrava anche molto educato, da come colpiva il sacco poi dava l'impressione di essere capace di tenere a freno una come la sua bambina, cosa che non le avrebbe fatto male.

-Ci vediamo domani. - la salutò Sara.

-Ciao Sara buon allenamento. - le due si salutarono e mentre Felicity si avviava all'uscita continuando a guardare il nuovo arrivato, Sara gli si avvicinava, avrebbe potuto allenarsi un po' anche lei con lui, era tanto che non aveva un alievo alla sua altezza, a parte Hope che le aveva insegnato tutto lei, non c'era nessuno che poteva reggere un incontro con una ex assassina della lega.

 

Continua...

Ecco anche il secondo capitolo.
spero che vi piaccia, fatemi sapere. Chiedo scusa se non ho aggiornato ieri.
Mia
   
 
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