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Autore: diamond286    16/01/2017    0 recensioni
Quando incontrai per la prima volta i suoi occhi non credevo che si sarebbero insinuati nella mia mente a tal punto da non andarsene più via, non credevo nemmeno che lui con il suo carattere, i suoi difetti e il suo modo di fare sarebbe riuscito a superare quel muro di ghiaccio che avvolgeva il mio cuore... eppure è successo. Vi capita mai di guardare una persona che in quel momento vi sembra un individuo senza importanza e il momento dopo è la cosa più importante della vostra vita, quella senza la quale non riuscireste a vivere e tutto questo grazie ad un piccolo ed insignificante dettaglio... ma infondo non sono proprio le cose più piccole a farci cambiare idea su una persona? Perché infondo basta anche solo un gesto, un abbraccio, una carezza, una dimostrazione d'affetto a farci battere di nuovo il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Apro gli occhi infastidita dal suono della sveglia, che come ogni mattina con il suo rumore assordante disturba il mio sonno, vorrei tanto scoprire chi è che ha inventato quest'oggetto infernale, il suo rumore è un crimine contro il buon riposo di ogni essere vivente. Presi l'oggetto incriminato e lo buttai sul pavimento, mi sorprendo ancora che funzioni dopo tutte le cadute che ha fatto... beh almeno il silenzio è tornato a regnare in questa camera.
- Alexa... alzati dal letto altrimenti farai tardi a scuola -
Perché ogni mattina è sempre la stessa storia, dopo la sveglia c'è sempre qualcuno che deve rompere le scatole. Con la lentezza di una lumaca mi alzo dal letto, anche perché, se avessi fatto il contrario l'ira di Doris si sarebbe abbattuta su di me, scendo le scale sbadigliando per il sonno, mi siedo in tavola ed inizio a mangiare... non so perché ma c'è qualcosa che non va in questa stanza, mi sento osservata. Alzo lo sguardo e al posto della solita sedia vuota ci sono due gemme color smeraldo che non smettono di fissarmi, mi ero dimenticata completamente della presenza di quello strambo ragazzo, o beh non importa tanto non resterà qui a lungo, abbasso lo sguardo e riprendo a mangiare, ma la sensazione di prima non accenna a diminuire, alzo un altra volta la testa infastidita, lui e sempre li che mi fissa insistentemente, non capisco perché insomma, se vuole una foto gli e la faccio, infondo dura anche di più.
- se continui cosi mi consumi-  gli dissi con tono acido sperando che capisca il significato retorico della frase, ma lui non risponde e continua a fissarmi.
- si può sapere che c'è? mi stai dando fastidio -
Questo ragazzo ha la capacità di far perdere le staffe anche alla ragazza più calma del mondo... ed io di solito sono molto calma, le persone non si accorgono neanche della mia presenza a volte. Sul suo viso compare improvvisamente un sorrisetto di scherno. 
- mi sorprendi... pensavo che mi avresti ignorato come ieri sera - 
- è un po' difficile ignorarti se mi fissi per cinque minuti di seguito senza muovere un muscolo... è inquietante sembri un serial killer che aspetta il momento giusto per mettere in atto il suo piano di uccidere una povera vittima innocente -
- che bellissima considerazione che hai di me... sul serio me ne avevano dette tante ma serial killer è quella più originale -
- mi stai prendendo in giro? -
- no affatto -
sbuffo è riprendo a mangiare, se il buongiorno si vede dal mattino, la giornata potrà solo peggiorare. Mi vesti in fretta, presi lo zaino e me lo misi in spalla, scesi le scale e mi avviai verso la porta 
-  Alexa aspetta -
- cosa c'è Doris? - chiesi con la mano attaccata al pomello.
- dovresti accompagnare Erik, tuo padre lo ha segnato nella tua stessa scuola, ha pensato che così avreste fatto amicizia più in fretta e tu non saresti stata costretta a percorrere da sola quella brutta strada -
- ma davvero... che pensiero gentile, mi sorprende il fatto che abbia pensato così tanto a me -
il mio tono sarcastico si sente a chilometri  di distanza, lo sanno tutti che questa idea non viene da mio padre... e più di tutti lo sa l'artefice di questo... Doris solo a lei poteva venire in mente una cosa del genere, probabilmente avrà espresso le sue preoccupazioni a mio padre e lui avrà acconsentito, in realtà quell'uomo non avrà sentito neanche mezza parola di quello che gli ha detto, ma per farla smettere di parlare avrà acconsentito a tutto, probabilmente se Doris gli chiedesse se può cucinarmi arrosto lui direbbe di si senza neanche pensarci, sarà successo di sicuro questo. Doris sa perfettamente che con me questo teatrino non funziona, eppure continua a far prendere i meriti a mio padre di azioni che mai e  poi mai a lui verrebbero in mente di fare.
- d'accordo... avanti andiamo - aprii la porta e mi avviai per strada, dopo qualche minuto vidi Erik affiancarmi, camminavamo silenziosi l'uno accanto all'altro, mi sorprende il fatto che non abbia ancora spiccicato mezza parola, ma infondo perché rovinare questo bellissimo silenzio a me va benissimo così.
- Perché prima hai parlato con quel tono così sarcastico di tuo padre? - come non detto.
- mi sembrava troppo bello per essere vero -
- cosa? - chiese accigliandosi.
- il fatto che non hai spiccicato parola per bene dieci minuti - dissi sarcasticamente... mi sembra il giorno del sarcasmo oggi, non faccio altro che usare questo tono.
- spiritosa... non sviare la domanda e rispondi -
- sarà una mia scelta quella di rispondere o no alla tua domanda non credi? ed io mi avvalgo della scelta di non rispondere - perché non impara a farsi i fatti suoi non lo sa che chi non si impiccia campa cent'anni.
- come sei acida... ti ho solo fatto una domanda che sarà mai darmi una risposta - adesso comincia proprio a darmi sui nervi
- se io ti chiedessi il vero motivo per il quale tuo padre ti ha mandato da noi tu mi risponderesti? - fece una faccia sorpresa non si aspettava la mia domanda, forse pensava che avessi abboccato alla storia del trasferimento ma non è così... anche mio padre parte spesso per viaggi di lavoro facendomi restare sola in casa con le domestiche ma non per questo mi ha mai fatto trasferire a casa di qualcun altro.
- te l'ho detto mio padre è in viaggio di lavoro - quanto possono essere scemi gli uomini.
- senti... e inutile che continui a ripetermi la cantilena che mi hanno propinato mio padre e Doris... non ci casco, anche il mio parte molto spesso, infatti come puoi vedere in questo momento non è in casa e non so neanche quando tornerà, ma non per questo mi trasferisce a casa di  qualcun altro per la troppa preoccupazione, a maggior ragione se ho 18 anni, penso di essere abbastanza grande e vaccinata per prendermi cura di me stessa da sola a quest'età -
- parla la ragazza che ieri è rientrata bagnata dalla testa ai piedi come un pulcino perché non aveva l'ombrello, e che ha rischiato di prendersi una polmonite -
- i miei comportamenti non ti riguardano... e comunque sia ora sei tu che cerchi di sviare il discorso ma con me non attacca bello mio... non so cosa tu abbia combinato per aver costretto tuo padre a prendere una decisione del genere e non mi interessa, ma se tu non vuoi parlare dei tuoi problemi allora non vedo perché io dovrei parlare dei miei... ora vedi di tenere chiusa la bocca e cammina siamo in ritardo - da quel momento il silenzio regnò sovrano tra di noi, camminavamo a distanza, gli occhi erano puntati sulla strada e non accennavano a spostarsi da li neanche un secondo, fu così che arrivammo a scuola, nel cortile tutti si girarono dalla nostra parte, non tanto per me ma per la persona al mio fianco che aveva attirato soprattutto l'attenzione della popolazione femminile, non che questo mi importi naturalmente... una volta entrati dentro l'edificio però mantenere il silenzio creato fu alquanto difficile.
- In che classe sei? - chiesi cercando di usare un tono meno sgarbato
- 5B -
- perfetto ha pensato proprio a tutto a quanto vedo... seguimi siamo in classe insieme -
ci avviamo tutti e due verso l'aula , incredibile più evito il contatto con questo ragazzo più me lo ritrovo appiccicato è assurdo. Appena entrammo in classe tutti gli occhi furono puntati su di noi... che fastidio odio essere osservata, già è difficile per il cognome che porto se poi ho accanto un ragazzo che ha lo stesso effetto del miele per le api, allora la faccenda si complica. Attraversai il piccolo corridoio tra i banchi per posizionarmi in quello in fondo vicino alla finestra, poso lo zaino e metto la testa sopra al banco preparandomi psicologicamente per l'inizio della lezione, quando però sento qualcuno che occupa il banco affianco al mio mi giro per vedere chi è quell'essere che ha osato fare un azione tanto pericolosa, e chi altro se non lo scocciatore che mi perseguita dall'inizio della giornata.
- posso sapere perché ti sei seduto proprio vicino a me... se non sbaglio molte persone ti stanno facendo capire che il posto affianco a loro sarebbe molto meglio di questo - dissi indicando parecchie ragazze che cercavano di attirare la sua attenzione.
- non mi interessa... a me piace questo posto perciò rimarrò qui -
- sei davvero irritante - dissi alzandomi in piedi per l'entrata della professoressa di storia, una vecchia scorbutica, che cerca di coprire le rughe dell'età ormai avanzata con un copioso strato di fondotinta, come se questo servisse a qualcosa, la rende ancora più mostruosa di quello che è già.
- Ma che si è messa in faccia... sembra il mostro di locness con un quintale di sabbia appiccicata sopra - quel commento sussurrato a bassa voce mi fece scappare un risolino, che per fortuna la vecchia non sentì.
- ogni giorno arriva con quintali di fondotinta spalmato in faccia per nascondere le rughe, non ha ancora capito che questo metodo non serve a niente -
La lezione fu, se possibile ancora più noiosa del solito, il fatto di riuscire a memorizzare molti dati in una volta sola faceva si che potessi anche non ascoltare le lezioni tutte le volte, poiché la maggior parte delle cose che si diceva le avevo già memorizzate, così la giornata andò avanti, Erik non si fece notare per niente, alla ricreazione ha parlato per tutto il tempo con i ragazzi della classe mentre intorno a lui si era creato un cerchio di ragazze che non si accorgevano neanche di avere la bava alla bocca, per le seguenti tre ore di lezione stette in silenzio tranne per alcune battutine sui professori che entravano. Quando uscimmo da scuola ci recammo a casa con passo lento senza alcuna fretta, quando improvvisamente si fermò però mi girai a guardarlo non aveva il solito sguardo pieno di sarcasmo era serio come se stesse pensando a qualcosa che lo turbava.
- scusa - quella frase uscita dalla sua bocca mi stupì ancora di più, non capivo il motivo di ciò.
- esattamente per cosa ti stai scusando? -
- per stamattina... hai ragione non ti posso obbligare a raccontarmi le cose che ti fanno stare male... ma sappi che se avessi bisogno di parlare di qualunque cosa... o se ti dovessi sfogare, puoi venire da me, io ti ascolterei senza pregiudizi - la mia sorpresa era palese, non mi aspettavo un discorso del genere da lui, forse avevo sbagliato a giudicarlo così male.
- Perché mi stai dicendo questo... non mi conosci neanche... sono un estranea -
- e vero non ti conosco... ma riesco a capire quando qualcuno ha passato il mio stesso tormento, perché che tu lo voglia o no noi due siamo più simili di quanto tu creda -
- se lo dici tu... scuse accettate comunque adesso andiamo - fu così che ci avviammo come all'inizio di questa giornata, l'uno al fianco dell'altro a casa, e stato così strano, per la prima volta o fatto la strada in compagnia di qualcun altro e non da sola, ma la cosa più strana è che, anche se non lo ammetterò mai ad alta voce, il fatto di non essere più solo io e la mia solitudine a camminare per quella strada mi piacque più del dovuto.
Note d'autrice
Ciao a tutti, spero che il capitolo che ho pubblicato vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.
​Baci diamond286
   
 
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