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Autore: Nuel    16/01/2017    4 recensioni
Hogwarts apre le porte per la terza volta per Albus Potter. Quest'anno anche sua sorella minore Lily inizia a frequentare la più famosa scuola di magia e stregoneria del mondo, e mentre James stringe nuove amicizie, la vita familiare dei Potter potrebbe venire sconvolta.
Ogni pezzo è sulla scacchiera, sta ad Albus decidere se giocare quella che forse non è solo una semplice partita.
♦ Serie Imago Mundi, III
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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Capricci da piccola serpe





Solo poche ore dopo lo “scandalo” dello Smistamento, la Sala Grande si riempì nuovamente di voci allegre e di risate. Che Lily Potter fosse una Serpeverde continuava ad essere una notizia più gettonata ma, mentre i Prefetti distribuivano gli orari delle lezioni ai loro compagni di Casa, molti studenti avevano iniziato a raccontare delle loro appena trascorse vacanze e persino al numero di Harry Potter del giorno prima. La Gazzetta del Profeta aveva dedicato la prima pagina all’intervento del Capo dell’Ufficio Auror, descrivendo la sua azione come esagerata e poco rispettosa dei maghi e delle streghe che erano stati spostati di forza per far passare uno studente in ritardo. Tra le righe, ma nemmeno troppo, si leggeva che Harry Potter ultimamente appariva stressato e piuttosto brusco. Forse, insinuava l’articolo, la promozione di un Auror tanto giovane al posto di comando era stata un po’ troppo avventata.
    Albus diede una rapida occhiata alla pergamena che Louis gli aveva porto e sospirò: l’anno procedente aveva scelto Antiche Rune e Aritmanzia e avrebbe frequentato entrambi i corsi con Martin e Rose. Ai suoi genitori era venuto un colpo quando l’avevano saputo, e lui non aveva saputo spiegare perché avesse scelto proprio quei corsi nonostante il fulgido esempio di James, che aveva scelto Babbanologia e Cura delle Creature Magiche e viveva di rendita per la prima e si applicava il minimo sindacale per la seconda. Si era solo sentito un po’ in colpa col professor Hagrid per non aver scelto di frequentare il suo corso, ma il mezzo gigante aveva sorriso, forse non proprio spontaneamente, e aveva risposto che non c’era problema. Poi gli aveva dato le spalle e si era soffiato rumorosamente il naso su un fazzoletto a scacchi bianchi e rossi, grande come una tovaglia.
    Quando un gruppetto di Serpeverde ritardatari attraversò il portone e corse a prendere posto al proprio tavolo, Albus alzò lo sguardo, cercando Lily: lei e Scorpius Malfoy non erano ancora scesi a fare colazione. Non vedendola neppure tra i nuovi arrivati, scambiò uno sguardo preoccupato con James e cercò di intercettare lo sguardo di Lotus, al tavolo Serpeverde, ma il ragazzo era completamente assorto da Ausia Flint, che continuava a parlare con le sopracciglia aggrottate, sminuzzando nervosamente una fetta di pane tostato che non avrebbe mai mangiato. Era dimagrita molto quell’estate, gli zigomi le tiravano la pelle sottile del volto, aveva occhiaie evidenti e gli occhi erano arrossati. Persino i capelli biondi di cui era sempre stata orgogliosa sembravano meno curati del solito.
    Qualcuno, alle loro spalle, si schiarì la voce e Albus e James si voltarono di scatto, incontrando lo sguardo bonario e il sorriso allegro, sotto i baffi da tricheco, del professor Serendip che sfoggiava l’abituale bombetta in testa. «James, Albus, la preside vuole che la raggiungeste nel suo ufficio», disse l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. «La parola d’ordine è “Santa pazienza”».
    «È successo qualcosa a Lily?», chiese subito James, in preda all’ansia.
    Serendip scosse il capo. «Vi dirà tutto la preside».
    I fratelli Potter si alzarono subito dal tavolo, uscendo a passo svelto dalla Sala Grande per mettersi a correre una volta raggiunta la porta. Sfrecciarono davanti alle grandi clessidre ancora vuote e salirono le scale a perdifiato.
    Non fecero in tempo a vedere il gargoyle posto a guardia dell’ingresso, che entrambi dissero: «Santa pazienza!». Il gargoyle balzò di lato e la scala prese vita, un gradino dopo l’altro, sollevandosi come un’enorme colonna. Per fare prima, Albus e James corsero anche sui gradini mobili e, appena arrivarono, ansanti, davanti alla grande porta dell’ufficio, bussarono con un po’ troppa enfasi.
    La preside aprì dopo una manciata di secondi, facendoli entrare. «Avete fatto presto», li accolse. Era una strega alta e dritta come un fuso, nella sua veste di tweed color verde smeraldo, con i capelli completamente bianchi raccolti in uno chignon e il viso rugoso dietro gli occhiali che ingrandivano gli occhi intelligenti e severi. Bastava un suo sguardo a zittire qualunque studente di Hogwarts.
    «Come sta Lily?», chiese subito Albus.
    «Ci ha fatti chiamare per nostra sorella, vero?», chiese invece James.
    La preside alzò le mani facendo loro segno di pazientare e li fece accomodare nella grande sala ovale, ingombra di oggetti magici rari e strani. Lily Potter e Scorpius Malfoy erano lì, seduti su due poltroncine dall’aspetto comodo, e c’era anche Harry Potter.
    «Papà!», chiamarono i ragazzi, sorpresi, correndo verso di lui. Harry Potter aveva un ginocchio a terra e le mani sulle spalle di Lily che lo ascoltava a testa bassa. Rivolse ai figli un sorriso affettuoso, ma non si allontanò dalla figlia, le cui spalle sussultavano, scosse dai singhiozzi.
    «La preside McGranitt mi ha fatto venire in via del tutto straordinaria per tranquillizzare Lily», disse Harry. «Per dirle che non c’è nulla di male nell’essere stata smistata a Serpeverde». Uno dei quadri si schiarì la voce con tono arcigno: era il preside Piton, che aveva sempre qualcosa di ridire su tutto quello che accadeva a scuola e che aveva una sorta di vecchio rancore per loro padre. Ciò nonostante sembrava piuttosto incuriosito dalla giovane Potter smistata nella sua Casa. Harry non gli badò. «La preside mi ha detto che non sei andata a dormire, la notte scorsa, e che Scorpius è stato così gentile da tenerti compagnia fino a questa mattina».
    «Io voglio andare con Rose», piagnucolò Lily. Sull’altra poltroncina, Scorpius Malfoy aveva l’aria stanca e imbarazzata.
    «Sei stata smistata a Serpeverde, Lily», le disse Harry, accarezzandole i capelli. «Mamma e io siamo fieri di te. Siamo sicuri che sarai un’ottima studentessa e diventerai un’eccellente strega. Non ci importa che tu non sia una Grifondoro».
    Lily ricominciò a piagnucolare, si sporse e strinse le braccia intorno al collo del padre, che cominciò ad accarezzarle la schiena con infinita pazienza, sollevando uno sguardo angosciato verso la preside, che strinse la labbra in una linea dura.
    «Diteglielo anche voi», Harry invitò i figli a rassicurare la ragazzina e la fece girare verso di loro.
    «Certo che siamo orgogliosi di te», le disse subito Albus. Poteva capire la delusione di Lily e anche la sua paura: lui stesso aveva temuto di finire a Serpeverde. Ora che era più grande si rendeva conto di quanto fosse stato sciocco, del resto, Scorpius e Lotus erano Serpeverde ed erano tra i suoi migliori amici. Lui, però, era un Grifondoro, mentre Lily doveva fare i conti con tutte le storie passate, coi rancori tra antiche famiglie e i colori di una casa che portava con sé una ben triste fama.
    «Magari litigheremo per il campionato di Quidditch», ammiccò James, «ma va bene». James non era particolarmente bravo a mentire, era rimasto sinceramente scioccato dallo smistamento della sorella, ma si era sforzato di non farle pesare quello che era semplicemente capitato. Lui era stato il primo dei figli di Harry Potter ad andare a Hogwarts, il primo per il quale si erano accesi i riflettori, quindi anche lui doveva capire come si sentiva loro sorella.
    «Il preside Silente diceva che lo smistamento avviene troppo presto», intervenne la preside McGranit. «Essere stata smistata a Serpeverde non fa di lei una persona peggiore dei suoi familiari, signorina Potter, evidenzia soltanto alcuni tratti della sua intelligenza». Lily annuì, vagamente intimorita dal tono autoritario della preside. «Ora che suo padre e i suoi fratelli l’hanno tranquillizzata, mi auguro che vorrà frequentare le lezioni e relazionarsi coi suoi compagni di Casa come ci si aspetta da qualsiasi studente di questa scuola».
    Lily annuì di nuovo e Harry Potter le baciò la fronte, prima che i ragazzi venissero congedati. Sceso l’ultimo gradino, sul viso di Lily non c’era più traccia di lacrime e James chiese: «Come mai siete finiti dalla McGranitt?».
    «È stata Pikey», rispose Scorpius, «è venuta ad accendere il fuoco nel nostro dormitorio e ha trovato Lily e me sul divano, con lei che piangeva e io che non sapevo più cosa inventarmi per farla smettere».
    «Andiamo a fare colazione in cucina, così la ringrazieremo», propose allora Albus.
    «Noi abbiamo già fatto colazione», si intromise Lily, saltellando giù per un paio di gradini. «Pikey ci ha portato porridge e succo di zucca nell’ufficio della preside». Fece una piroetta con le braccia allargate e mostrò un gran sorriso ai tre ragazzi. «E poi, volevo che papà mi vedesse con la divisa della mia Casa!». Fece un urletto entusiasta e scese altri due o tre gradini prima di tornare a voltarsi verso di loro. Scorpius la guardò a bocca aperta.
    «Hai fatto apposta per…?», non riuscì nemmeno a terminare la frase.
    «Ora sai perché è stata smistata a Serpeverde», sospirò Albus, trattenendosi dall’insultarla, mentre James si lasciava cadere su un gradino.

Se Scorpius e Lotus si erano dimostrati comprensivi e avevano cercato di aiutare Lily ad ambientarsi sin da subito, non si poteva dire altrettanto di Ausia: la ragazza sembrava infastidita dall’avere tra i propri compagni di Casa la piccola Potter. Forse dipendeva solo dal fatto che Lily era per metà una Weasley, e i genitori di Ausia li consideravano ancora “traditori del loro sangue”, anche se si guardavano bene dal dirlo a voce alta in presenza di estranei o, forse, dipendeva dal fatto che fosse la cugina di Dominique. In ogni caso, quando Ausia seppe che Scorpius e Lily avevano perso la prima ora di lezione del primo giorno di scuola, non attese nemmeno di trovarsi nei sotterranei, dove si trovava la loro sala comune, per fare una ramanzina a Lily Potter. Lo fece durante il pranzo, in Sala Grande, davanti a tutta la scolaresca e agli insegnanti.
    «Se pensi di poter rovinare la media dei voti di Scorpius o che verrai trattata diversamente dagli altri studenti solo perché sei figlia di Harry Potter, puoi scordartelo!», sbottò, «E non pensare che siamo disposti a passare sopra ai tuoi capricci o a perdere punti a causa tua. Nessuno ti darà una mano se non ti impegnerai tu per prima!». Dato il tono che usò e il silenzio che era piombato nella sala, praticamente la sentirono tutti e tutti sapevano che, quello che Ausia stava realmente dicendo, era che, nonostante tutto, nessuno che si chiamasse Potter sarebbe mai stato il benvenuto a Serpeverde. Alcuni degli studenti di quella Casa avevano i nonni ad Azkaban, altri non li avevano mai conosciuti perché morti durante la guerra contro Voldemort, e Lily le stava di fronte, con gli occhi sgranati e le guance imporporate di vergogna, mentre Scorpius e Lotus, accanto a loro, sembravano voler essere da qualsiasi altra parte.
    Quel giorno, molti Grifondoro trovarono un motivo in più per detestare Ausia: se l’assegnazione di Lily alla Casa di Salazar l’aveva tolta al caldo abbraccio di Godric, non di meno il comportamento della Flint stava dimostrando che Serpeverde non si meritava la piccola Potter. In molti, in quel momento, ebbero il sospetto che Lily non si sarebbe ambientata tra quelle persone che avevano assistito composte, senza fare una piega ad una strigliata esagerata per una bambina di undici anni, al suo primo giorno lontano da casa.
    Quello che, ad Albus, parve strano fu che il professor Sylla non intervenne: per quanto non fosse un insegnante simpatico e nemmeno particolarmente giusto nei confronti degli studenti delle altre Case, Lily era una Serpeverde esattamente come Ausia e i Serpeverde lavavano i panni sporchi in casa, non davanti a tutti. Quando guardò verso il tavolo degli insegnanti, si accorse che più di un professore borbottava e qualcuno stava dando di gomito al responsabile della casa di Salazar per spronarlo a dire qualcosa, ma il professore di Trasfigurazione non alzò lo sguardo sdegnoso dal suo piatto di zuppa di funghi. Fu la preside a farsi sentire, interrompendo Ausia a metà dell’ennesima ammonizione preventiva: «Ora basta, signorina Flint», disse. «Sono sicura che la signorina Potter abbia compreso e che si dimostrerà all’altezza delle aspettative che Salazar Serpeverde nutriva verso i propri allievi, e persino delle sue».
    Ausia tacque e, dopo un istante di imbarazzo, raggiunse il proprio posto a sedere e cominciò a mangiare. A sorpresa, Lily alzò il faccino con fare altezzoso e si sedette al proprio posto. Non guardò verso i fratelli, ma si allungò per prendere il succo di zucca. La caraffa era troppo lontana e Scorpius la avvicinò per lei. Lily sorrise e lo ringraziò arricciando appena in naso in un abbozzo di civetteria che la famiglia Potter aveva visto venire alla luce, per la prima volta, nel corso dell’estate appena passata.
    
Dopo pranzo, prima dell’inizio delle lezioni pomeridiane, Rose accompagnò Hugo in Infermeria: quella mattina, durante la prima lezione di Trasfigurazione, il professor Sylla aveva talmente spaventato il piccolo Weasley che gli era tornato il mal di pancia. Fu allora che incontrò Hannah, la moglie del professor Paciok, intenta a riordinare l’armadietto dei medicinali.
    «Signora Paciok! Cosa ci fa qui?», le chiese spingendo avanti Hugo.
    «Rose, Hugo», li salutò lei. «Sto dando una mano a Madama Chips e prendo confidenza con l’infermeria… Voi, piuttosto, cosa ci fate qui?».
    «Oh, Hugo ha mal di pancia, credo sia l’agitazione da primo giorno di scuola», rispose Rose, gonfiando le guance e alzando gli occhi al cielo in un gesto che spesso accompagnava al resoconto delle lezioni dell’insegnante che meno le piaceva.
    Hannah rise ed estrasse la bacchetta. «Sicuro che sia solo agitazione, Hugo?».
    Il ragazzino annuì, arrossendo di timidezza, ma la nuova infermiera mosse la bacchetta, recitando un rapido incantesimo e iniziò a passarla lentamente davanti a lui, che la seguiva con sguardo preoccupato. «È solo un po’ di mal di pancia», convenne Hannah dopo l’esame. Ripose la bacchetta all’interno della manica e prese dall’armadietto una bottiglietta di sciroppo. «Un cucchiaio adesso e uno prima di andare a letto. Domattina ti sentirai bene».
    Hugo la prese con entrambe le mani, farfugliando: «Grazie».
    «Verrà ad aiutare Madama Chips?», chiese Rose, «E chi si occuperà di Alice e Frank?»
    «Con l’inizio del prossimo anno, Madama Chips andrà in pensione; io la sostituirò», le spiegò Hannah. «Fino a gennaio verrò solo due volte alla settimana e i bambini staranno dai nonni, poi ci trasferiremo tutti: Neville ha acquistato un graziosissimo cottege in Woodcroft Street, nella parte più antica di Hogsmead. Appena ci saremo sistemati inviteremo tutti gli amici». Hannah sembrava radiosa e Rose sorrise, contenta per lei.
    «E chi gestirà il Paiolo Magico?», chiese ancora Rose.
    «Stiamo valutando alcune proposte. Non abbiamo ancora deciso se venderlo o affittarlo».
    «Capisco. Sarà strano non trovarla più al Paiolo, però il professor Paciok sarà felice!».
    Hannah sorrise a propria volta, e sì, il professor Paciok sarebbe stato davvero felice di avere la propria famiglia finalmente accanto.


 
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Ed ecco il secondo capitolo! Spero che ora sia chiaro perché Lily è finita a Serpeverde e che il capitolo vi sia piaciuto.
Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo, l'hanno 'mipiaciato' e hanno persino già messo la storia tra le preferite! (Spero di meritarmelo!)
In partivolare a Moon95 e uwetta per aver commentato. ^^
Al prossimo capitolo! ^^
 
   
 
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