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Autore: Sydrah    16/01/2017    5 recensioni
Cos'è l'amore?
Questa fu la stessa domanda che si pose il giornalista Kim Taehyung, alle prese con una nuova rubrica sull'amore.
Nonostante la sua diffidenza verso l'argomento, inizialmente sembrò andare tutto liscio, fino all'incontro con un idol piuttosto arrogante: Park Jimin.
Il loro primo incontro non fu dei migliori, e Taehyung rimase piuttosto deluso dallo scoprire che il cantante non era per nulla la persona che credeva egli fosse.
Ma chi è veramente, allora, Park Jimin? E per quale motivo mostra così tanto astio verso il giovane giornalista?
Ma soprattutto, riuscirà Taehyung a scoprire cos'è veramente l'amore?
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Era brutto non poter urlare al mondo che lui era mio, che finalmente avevo trovato la mia piccola felicità e che non mi sarebbe più importato di nulla.
Non era mai abbastanza, avevo sempre più bisogno di altro, essere vicino a lui non bastava, avevo bisogno di essere più vicino.
Ero così innamorato, così tanto che la sensazione con cui potrei paragonare il mio amore è  come essere completamente privo di respiro, privo di forze a causa sua, ma continuare a cercarlo pur nonostante sapessi che poteva solo complicare la situazione, per il semplice motivo che era lui il mio ossigeno, dolce ed intossicante. Un’addizione da cui non si può scappare.
Sapere di avere tutti gli occhi sempre puntati addosso, sapere di doverlo mantenere segreto per non creare uno scandalo.
Era difficile.
Non avevo mai vissuto una vita sinceramente tranquilla, ma questa situazione era troppo complicata, ma non potevo chiedergli di rinunciare a chi era per me.
Ci fu un giorno, era ormai estate, in cui finimmo per parlare di questo argomento.
Era di nuovo sera, stavamo percorrendo una strada buia, senza anima viva.
Dovevo immaginarlo che prima o poi se ne sarebbe accorto e che si sarebbe preoccupato. Era sempre così. Anche da piccolo.
Pian piano le immagini delle nostre bravate da infanti mi tornarono alla mente, e ogni singola avventura vissuta fu di nuovo una parte preziosa dei miei ricordi.
Lui era sempre lì  per me, sempre a proteggermi, sempre a mettermi prima di tutto e tutti. E questo aspetto non era cambiato minimamente. 
La dolcezza con cui mi trattava ogni volta mi scaldava veramente il cuore.
Come ogni piccola azione fosse fatta con amore, anche solo il gesto di spostarmi la frangia dagli occhi o il pulirmi le labbra da dei residui di gelato al cioccolato.
Anche quel giorno in cui vidi un piccolo portachiavi di coppia, e avevo pensato che non avesse notato il mio sguardo rivolto verso quel minuscolo oggetto ma la sera seguente me lo portó  come regalo dicendo 'così in un modo o nell'altro saremo sempre insieme'.
Quindi, davvero, non mi stupii quando quella sera mi chiese come stavo vivendo la nostra relazione.

-"Tae...lo so che è  difficile ed è  tanto chiederti di stare al mio fianco in segreto. Per questo ti chiedo...vuoi che lasci il mio lavoro?"

-"Cosa?! No! Jimin, no!" Dissi preso alla sprovvista con tono disperato.

-"Non fare mai una cosa del genere per me. È  la tua vita, il tuo lavoro, il tuo sogno. Hai lavorato tantissimo per arrivare dove sei ora"

-"Tae. Ora è  la nostra vita, e non c'è  nulla che sia più importante di te" e purtroppo sapevo che era così, perché per me era lo stesso. È sapevo che non avrei mai dovuto chiedergli di rinunciare alla sua carriera, perché altrimenti lo avrebbe fatto.
Quindi gli risposi 'No, non farlo. Stiamo benissimo così'.
Anche se non era del tutto vero.
La nostra relazione era perfetta, il nostro amore anche, era il mondo esterno che non andava bene.
A lui venivano continuamente mandate richieste di fidanzamento per unire agenzie e quant'altro, e avevo paura che prima o poi le pressioni sarebbero state troppo opprimenti per negarle.
Ma andavamo avanti.  Dopotutto, all'amore non si scappa.
~~~~~~
Purtroppo la situazione non migliorò molto, anzi per nulla.
La nostra relazione continuó ad essere fatta di attimi sfuggenti, di incontri in luoghi strategici, lontani da ogni possibile fotocamera.
Non ci vedevano da tre settimane. Era partito per il Giappone per l'incisione di un nuovo disco e le riprese di un nuovo video.
Ne sentivo follemente la mancanza, ma andava bene, dopotutto esisteva skype.
Ogni sera rimanevano connessi col nostro portatile, addormentandoci in diretta, i nostri respiri ci cullavano a vicenda rassicurandoci che stavamo gestendo bene la situazione è che sarebbe tutto finito per il verso giusto.

-"Jimin"

-"Dimmi"

-"Mi manchi" potevo sentire già le mie palpebre farsi più pesanti, ma non importava, dovevo dirglielo.

-"Anche tu mi manchi, pabo"

-"Vorrei tanto fossi qui ora. Vorrei  potermi addormentare tra le tue braccia"

-"Ancora un paio di giorno. Lo so. È  difficile. Anche io vorrei che fosse tutto...normale...mi dispiace"

-"Non dispiacerti, non è  colpa tua"

-"Ti amo"

-"Ti amo anch'io"
Fortunatamente quel paio di giorno passarono abbastanza velocemente (bugia, furono interminabili).
Sarei voluto andarlo a prendere dall'aeroporto, ma era chiaro sarebbe stato impossibile, ma le sue fan avrebbero preso il mio posto con tanta gioia.
Però non importava...
Andava bene...

Anche perché nell'istante in cui atterró in Corea mi mandó un messaggio con scritto se quella sera sarei voluto andare a cena da lui, e ovviamente accettai senza pensarci due volte.
Erano ormai sei mesi che la nostra relazione andava avanti, e tutto il tempo che avevamo passato insieme era solo stato dolce. E non potevo che esserne felice.
Mi preparati nuovamente al meglio che potevo, e corsi subito sotto casa sua, dove fui aperto all'istante.
Gli corsi incontro e lo abbracciai con tutte le mie forze, incastrando in mio viso nell'incavo del suo collo e prendendo un bel respiro del suo caratteristico profumo, felice che ormai potevo farlo quando volevo.
Quella sera provammo a cucinare noi, ma il risultato non fu molto emozionante. Nessuno di noi due era un'abile cuoco, ma entrambi avevamo troppa fame per iniziare a fare gli schizzinosi.
Dopo ci sdraiammo insieme sul divano con una coperta, guardando in modo distratto un programma televisivo, e più che altro gustandoci la vicinanza.
Io ero sdraiato sopra di lui, col viso nascosto sul suo petto.
Poggiai l'orecchio contro il suo cuore e rimasi ad ascoltare come batteva. Era una melodia serena, sollevata. Era bello sapere che quel cuore batteva per me, me soltanto.
Con timidezza gli spostai il colletto della maglia, dandogli un bacio leggero sulla clavicola, gustandomi la sua reazione e sentendo come il suo corpo si irrigidì, i muscoli si contrassero.
Gli diedi un bacio dopo l’altro, percorrendo il collo e la mascella, per poi salire fino alla bocca.
Il bacio fu subito passionale, pieno di bisogno e mancanza.
Mi morse non con troppa foga il labbro inferiore e l'azione gli permise di sfruttare il mio stupore per rendere il bacio ancora più profondo, la sua lingua carezzó la mia, e assaporai il suo sapore, un insieme di dolce e salato.
Ma non era ancora abbastanza.
Intrecciai le mie mani tra i suoi capelli, avvicinandolo ancora di più a me, cercando ancora più contatto.
I nostri busti erano premuti l'uno contro l'altro, ma non potevo ancora sentire la sua pelle.
Lui mi sollevò e portò  nella sua camera, distendendomi con cura sul suo letto, per poi scartare velocemente la sua maglia e fare lo stesso con la mia.
Era la prima volta che sentivo questa forte necessità di averlo vicino, era la prima volta che lo desideravo così tanto.
Insicuro passai la mia mano sui suoi addominali, guardando come i brividi percorsero la sua pelle esposta.
Seguii ogni curva del suo corpo, per poi aggrapparmi alla sua schiena per avvicinarlo di nuovo a me, bisognoso di un'altro bacio.
La sua pelle a contatto con la mia era bollente, quasi ustionante, ma era bello sentirlo così vicino, sentire come i nostri cuori battevano all'unisono, come colti in un discorso segreto.
Anche il resto dei vestiti furono persi in un batter d'occhio, e ben presto solo le lenzuola del letto ci coprivano e proteggevano dal resto del mondo.
 Passai le mie unghie sulla sua schiena, percorrendola tutta, contando ogni singola vertebra. Il suo caldo respiro era a contatto col mio collo, e la temperatura della stanza si fece sempre più calda.
La sensazione del suo tocco che percorreva ogni mio muscolo, sentire la sua bocca contro ogni singola parte del mio corpo, le sue pupille dilatate, era paradisiaco. 
Era affettuoso.
Era dolce.
Mi abbandonai a lui, sicuro della mia scelta, sicuro che era la cosa giusta perché non sarebbe potuta andare diversamente. 
Averlo così vicino, essere unito in modo così profondo a lui, era amore. 
E io lo amavo.
Ma lo sapevo che la nostra felicità non sarebbe potuta durare per sempre. 
 

Non rimasi troppo stupito quando, diversi mesi dopo ancora, finimmo su una notizia.
Eravamo stati troppo poco cauti, e ora ne avremmo pagato le conseguenze.
Ma cosa ci si poteva aspettare da due ragazzi di appena vent'anni? Cosa ne potevamo sapere noi della vita?
La notizia spopoló subito, e la sua carriera ne fu gravemente danneggiata, e non potevo sopportarlo.
Non volevo davvero distruggere la sua vita ancora una volata, non volevo essere un uragano.
Volevo solo amarlo, perché era così difficile per me amarlo? Perché tutte le persone possono essere libere di amare chi vogliono ma noi non potevamo?
Avevo distrutto tutto. Di nuovo.
Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto il vecchio me stesso, freddo, inflessibile, apatico.
Forse in questo modo nessuno si sarebbe fatto del male.
Non potevo guardarlo mentre tornava a casa distrutto, dalle fan, dai suoi manager, dal direttore e dai paparazzi.
Era troppo per lui, e lo capivo.
Non andava più bene.
Quindi fu una decisione presa a malincuore quella di fare le valige e partire.
Ogni singolo indumento che mettevo a forza nella valigia era una coltellata al cuore, e le lacrime non la smettevano di graffiare le mie guance. Le asciugai con rabbia, non sarei dovuto io essere quello che soffriva e piangeva, non quando Jimin stava affrontando la situazione con così tanto coraggio a differenza mia. Quindi per questo era un mio compito risolvere il problema, facendolo semplicemente scomparire dalla sua vita.
Ogni cosa che avevamo costruito fino a quel momento si spezzò, distruggendosi in tanti piccoli pezzi irrecuperabili. Il destino ci aveva proprio lanciato un tiro mancino, beffandosi di noi. Ci aveva uniti, poi fatti allontanare per poi unirci nuovamente, illudendoci che il nostro rapporto fosse possibile.
Mi diedi un pugno al petto e continuai a ripetere tra me e me ‘smettila di battere’.
Fece male, sì, ma non mi voltai indietro, non lo feci, per lui.
~~~~~~
Il periodo successivo fu il più difficile della mia vita.
Evitai tutte le sue chiamate, messaggi, tutto.
Uscii completamente dalla sua vita, e nell'arco di poco tempo la notizia del nostro rapporto fu dimenticata, considerata falsa perché 'il ragazzo non fu mai più visto'.
Io piangevo ancora ogni notte, perché sapevo che mi ero allontanato quando ormai era troppo tardi e che non sarei mai più riuscito a dimenticare, ma allo stesso tempo sapevo che non potevo più tornare indietro, perché avevo distrutto tutto.
Mi ero trasferito in Cina, e lì avevo trovato un nuovo lavoro. Mi aveva aiutato in tutto questo Namjoon, e non lo avrei mai potuto ringraziare abbastanza. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, quindi fu subito pronto a darmi una mano.
La mia vita era ancora più solitaria di prima, soprattutto dopo che avevo avuto un assaggio di ciò che avrei potuto possedere.
Passarono mesi.
Passó  un anno. E dopo un anno le chiamate e messaggi  smisero di arrivare, e la cosa mi uccise ancora di più. 
Sapevo che non avevo il diritto, ma il fatto che mi cercasse ancora voleva dire che pensava ancora a me, mentre se aveva smesso voleva dire che ormai voleva lasciarmi indietro e che lo avevo ferito troppo.
Quell'anno a natale  Hoseok è gli altri mi costrinsero a tornare a Seul per festeggiare, e non appena misi nuovamente piede in Corea mi sentii male all'istante. 
Sapevo che non sarei dovuto essere lì.

La vigilia passó  tranquillamente, con un velo di malinconia che ricopriva tutte le mie giornate.
Non potevo né dovevo aspettarmi nulla no?
Hoseok si avvicinò a me 

-"Ancora a pensarci?" Annuii. 

-"Tae..." Mi abbracciò

-"So che non serve a molto, ma...in un modo o nell'altro  le cose si rimetteranno a posto"

-"E come?! È  tutto finito. Lo so. L'ho  perso"

L'avevo perso, ed era tutta colpa mia.
Amaro, amaro e triste. Amaro perché era solo sofferenza e dolore.
~~~~~~
Pochi giorni dopo lessi su internet  un articolo che mi lasció spiazzato.
'Idol Park Jimin si rifiuta di firmare un nuovo contratto con la sua casa discografica'
Oh...
Corsi da Jin, chiedendogli se ne sapeva qualcosa e lui mi rispose con un misero 'Pensavo lo sapessi già. È il tuo lavoro essere informato su tutte queste cose'.
Inutile, non erano informazioni utili, andai quindi anche da Yoongi, ma il risultato non fu molto diverso e quindi optai per Jungkook.

-"È un articolo un po' vecchio, di circa un mese fa. Non ha ristretto alcun contratto, neanche con case discografiche diverse. E penso sappiamo entrambi che sia per te Tae.  È  passato un anno, ma per nessuno di voi è  cambiato nulla"

Non riuscivo a decidere se quelle parole mi distrussero ancora di più o mi rassicurarono. Forse allora non si era ancora dimenticato di me. 
Forse....
 

Era il 31 dicembre, il giorno prima dell'anno nuovo.
Ero fuori con i miei amici, ma da tutta la sera avevo notato degli strani atteggiamenti in loro.
Sembravano molto tra le loro, a parlare sempre a bassa voce, ma decisi di non farci troppo caso: probabilmente era solo una mia impressione. 
I miei dubbi furono confermati nel momento in cui, mentre stavamo camminando in una via molto affollata, appena mi voltai loro erano scomparsi.
Dannazione. 
Provai a cercarli e chiamarli, ma  non riuscii a trovarli da nessuna parte e quei maledetti non risposero ad alcuna chiamata.
Ottimo modo per passare  capodanno.
Ad un tratto, quando mi ero spostato verso il margine della strada per riuscire almeno a respirare, una macchina si accostò vicino a me.
Appena il guidatore aprii lo sportello il mio respiro rimase bloccato in gola.
Mai e poi mai avrei dimenticato quella figura.

-"J-Ji-"

-"Sali" disse in tono un freddo e distaccato. Un tono che non avevo mai sentito prima, per questo decisi di non opporre alcuna resistenza.
Rimanemmo in silenzio mentre lui accendeva nuovamente il motore, facendo partire la macchina.

-"D-dove andiamo" dissi spaventato. Non sapevo cos'altro dire, non sapevo come rimediare a tutto ciò che avevo fatto.

-"Vedrai" disse di nuovo con un tono normale

Passarono altri minuti di silenzio, prima che lo ruppe nuovamente.
-"Sai qual è  la cosa peggiore? Che non riesco neanche ad essere arrabbiato con te" sentii un peso scivolare via.

-"PERÒ. Sono comunque arrabbiato. Come hai potuto fare una cosa simile? Partire senza neanche salutarmi e dirmi perché, senza neanche mai rispondere ad un messaggio" Si voltò verso di me mentre stava guidando. I suo occhi erano arrossati e adornati da delle profonde occhiaie violacee.

-"Io...pensavo che...dannazione, non volevo fare altri danni alla tua vita, non volevo che lasciassi il tuo lavoro per colpa mia. Come invece alla fine hai fatto. Scusa, scusami di tutto io...io ti amo ancora da impazzire, e scusami anche per questo. Ho sbagliato tutto lo so, lo so…Non mi aspetto neanche tu mi perdoni"

-"Tae...shhh, dai, non piangere. Io…ero solo preoccupato. Mi sono sentito così male quando te ne sei andato e non sapevo più che fare. " disse mentre fermava la macchina. 
-"Non hai fatto nulla di male, sapevamo entrambi come sarebbe andata a finire. Non ho più rinnovato il contratto perché sapevo che non avrei più retto questo tipo di carriera, probabilmente non ha mai fatto per me dall'inizio. Ho iniziato ad insegnare danza in una scuola per bambini. Certo, lo stipendio non è lo stesso, ma mi piace molto di più" Mi asciugó le lacrime con la stessa delicatezza della notte della sua dichiarazione.
-"E anche io ti amo esattamente come prima, anzi. Di più, e ora, te lo prometto, ora potremo stare insieme per sempre . Puoi tornare a vivere qui, puoi trasferirti da me. Ti piacerebbe?" Più lacrime percorsero il mio viso.
Mi bacio sulla guancia, prima di scendere dalla macchina e aprire il mio sportello, solo allora mi resi conto di dove eravamo.
Seoul tower.
Mi prese la mano e insieme ci dirigemmo pian piano verso la cima, laddove erano stretti contro le sbarre mille lucchetti di promesse d'amore. 
C'erano già molte persone, coppie per lo più, pronte a festeggiare il nuovo anno insieme.
Il conto alla rovescia cominciò. 
5 minuti.
Lo vidi inginocchiarsi di fronte a me, il mio cuore smise letteralmente di battere e i miei occhi si spalancarono.

-"Lo so che è  improvviso Tae. Però io so che non amerò mai nessuno come amo te. Lo so"
4 minuti.

-"Tu sei perfetto. Sei il mio piccolo uragano e non voglio mai più perderti. Non riuscirei a vivere senza di te"

3 minuti.
-"Tae...io voglio passare il resto della mia vita con te. Voglio donarti tutto il mio amore. Voglio invecchiare con te e svegliarmi ogni mattina con te al mio fianco. Saliva e alito mattutino compresi. Voglio litigare per poi fare subito la pace, e passare intere serate abbracciati sul divano a guardare distrattamente dei film"

2.
Tirò  fuori una piccola scatola dalla sua tasca e la aprí. Al suo interno c'era un semplice anello d'argento con un piccolo diamantino al centro. Era bellissimo. 

-"Vuoi sposarmi?"

1.
Il mondo si fermó intorno a me, le urla delle persone furono completamente bloccate. 
Sorrisi. Sorrisi perché quell'istante era dolce, ed era perfetto, e tutto era tornato come doveva essere.
Sapevo che non c'era bisogno di esitare o contemplare la risposta, perché per una volta in tutta la mia vita il mio cuore e la mia mente erano d'accordo. 

-"Si" dissi con appena un sospiro.

E  in quell'esatto istante scoppiarono i primi fuochi d'artificio. 
Dopotutto allora c'erano davvero, dopotutto il nostro amore era davvero quella perfetta via di mezzo tra passionale e domestico.
E lì, sotto quel cielo stellato coperto dai più disparati colori dei fuochi lo abbracciai, per poi serrare la nostra promessa con un bacio.
La prima fase era appena finita, il nostro errore giovanile aveva trovato la sua soluzione, ora non poteva esserci altro che dolcezza.
Una dolcezza eterna.

-"Ho un'altra sorpresa per te" disse un po' di tempo dopo, mentre ci stavamo godendo da abbracciati quello spettacolo che si proiettava davanti ai nostri occhi.

-"Ancora? Aishh, smettila di essere così buono con me" tirò  fuori dalla tasca un lucchetto, e capii subito.
Lo guardai con amore, mentre insieme scrivemmo le nostre iniziali su di esso, per poi chiuderlo definitivamente, appendendolo a tutti gli altri che erano già  lí.
Il mondo poteva pure guardare, anzi, meglio ancora, perché in questo modo si sarebbe reso conto che nulla, NULLA, ci avrebbe mai più separati.
 

Cos'è l'amore? Fu la domanda da cui partì tutto questo, e all'inizio io non avrei saputo dare risposta, mi sarei limitato a lamentarmi della mia penosa vita, e avrei finto indifferenza e apatia, ma ora era diverso.
L'amore è  un'insieme di emozioni. L'amore è  un fuoco vivo, che se stai troppo vicino ti può bruciare.  Ma l'amore è  anche acqua, essenza stessa della vita.
L'amore è  fatto di alti e bassi, ma nessun ostacolo è  insormontabile se ci credi davvero.
L'amore è dolceamaro, ma insieme i due sapori sono semplicemente perfetti,e questa storia ne è  la dimostrazione.
 L'amore è come una montagna russa, un'avventura, e la mia avventura la racconterò volentieri alla nostra futura famiglia.
 
-Kim Taehyung
 
 
 
 
 
 
 
 
 
YEEEEEEEEEEEEEY. Finalmente l’ho finita.
Spero davvero tanto vi sia piaciuta, e perdonate il mese e passa di assenza, ma hei…vacanze di natale…
Detto questo, fatemi sapere tutti i vostri pareri ^^
GRAZIE MILLE A TUTTI QUELLI CHE L’HANNO LETTA E SEGUITA, VI ADORO.
 
 
PS. Se amate la Jikook come me (heheh) andate a dare un’occhiata alla nuova storia che sto scrivendo, ‘My little monster’
Grazie mille di tutto
Sydrah~
  
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