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Autore: Harryette    16/01/2017    3 recensioni
Pensami così, come dentro una canzone, come dentro ad una solitudine, un desiderio inconsolabile
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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‘’Io non ti penso quasi mai
ti ho dato in pasto agli avvoltoi’’
 
 

Oggi ha nevicato, forte, di quella neve che non vedi spesso. Le strade erano diventate completamente bianche, spesse cinque centimetri, c’erano macchine impantanate ovunque e la gente scivolava perché il ghiaccio non è clemente con nessuno. Ha nevicato così tanto che ho pensato davvero che sarei rimasta bloccata in casa, ad ascoltare i Baustelle ed LP così vecchi che non se li ricorda più nessuno. Il telefono non ha squillato per ore. Sai, ogni tanto ho la sensazione che tutto mi scivoli fra le dita e che io non riesca a fare niente per impedirlo, c’è qualcosa che mi blocca, che mi limita. Mi spaventano terribilmente le lancette dell’orologio che procedono imperterrite, mi fanno venire il dubbio che forse sto facendo la cosa sbagliata.
Non posso più sbagliare.
Vorrei immensamente che tu mi ricordassi così, come una canzone indie sparata a tutto volume in una macchina nera, con te che alzi gli occhi al cielo perché quel genere di musica proprio non ti piace, con una sigaretta stretta fra l’indice e il medio che si consuma lentamente, io che ho un cappello nero con un pom-pom improponibile, che mi diverto a cantare.
‘’C’è già chi canta, che bisogno hai di farlo anche tu? Sta zitta’’ sorridi.


Nella vita si fanno delle scelte, e la maggior parte delle volte portano a qualcosa che non si era preso in considerazione. Vorrei svegliarmi fra vent’anni solo per scoprire a che cosa mi ha portato questo costante chiudermi in me stessa, quest’alienazione imperterrita e continua, questo sfuggire dai problemi per paura che le soluzioni facciano ancora più male di prima. Non ho più la percezione di niente, nemmeno del tempo. Non è più solo un sentirsi la vita scivolare fra le dita, è una caduta libera verticale, l’oblio. Ignoto.


Io non lo so che cosa è giusto fare, so solo che a volte ho paura perché tu non mi aiuti mai. Non mandi un segnale, non ti esponi nemmeno per sbaglio, e io mi sento in bilico fra quello che vorrei e quello che dovrei fare, su chi dovrei essere. Mi hai detto che non ti capisci nemmeno tu, come potrei capirti io?, eppure c’è qualcosa, un piccolo barlume nella mia testa, che continua a ripetermi di non lasciar perdere, di tenere duro, resistere, ‘che forse davvero la risposta al problema sarebbe più semplice del problema stesso – per una volta. Ma io non sono coraggiosa, non sono acciaio, non è vero che non crollo, sono sempre e costantemente a terra solo che non lo vede nessuno. Vorrei immensamente che tu mi ricordassi così, come una persona che ti ascolta anche quando non hai niente da dire, come un’amica fidata che non si arrende di fronte al tuo mutismo, che crede nella persona che sei anche se sei il primo a non farlo. Vorrei essere capace di darti pace.


Scusami se ti ho lasciato andare.
Non lo so, se è la cosa giusta, però so che è la cosa che fa meno male adesso. Fuori continua a nevicare e le lancette dell’orologio continuano a mettermi ansia, però mi sento un pochino più leggera.
Tu ricordami sorridente e felice, ricordami così, se puoi, se vuoi, se qualche volta mi ripensi per caso. Pensami così, come dentro una canzone, come dentro ad una solitudine, un desiderio inconsolabile.
  
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