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Autore: Tsukuyomi    29/05/2009    6 recensioni
Salve a tutti! Finalmente prendo coraggio e pubblico.
Questa fanfic mi ronza in testa da tanto di quel tempo che ormai si scrive da sola.
Per il momento avrete sotto agli occhi dei futuri Gold Saint, ancora bambini e innocenti (più o meno), alcuni ancora non si conoscono e altri sì, alcuni sono nati nel Santuario e altri no, alcuni dovranno imparare il greco e, di qualcuno, non si sa per quale recondito motivo, non si conosce il nome. Spero che apprezziate. La storia è ambientata ai nostri giorni, per cui, le vicende conosciute avranno luogo nel futuro.
Genere: Comico, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 03 - Domande, domande, domande e ancora domande

«Dov’è che stiamo andando? »
«Ad Atene.»
«Perché? Io sto bene qui. »
«Perché vogliono che ti porti lì.»
«Chi? »
«Il Gran Sacerdote.»
«E chi è? »
«Il rappresentante della dea Atena in terra, come il papa qui in Italia
«E chi è Atena? E’ come Dio? »
«E’ una dea»
«Ma Dio è maschio»
«E Atena è una donna»
«Ma non è Dio»
«No, il Dio che venerano in Italia è un maschio, noi veneriamo Atena, dea della Giustizia. »
«E perché? »
«Cosa perché? »
«Perché la veneriamo? »
«Perché ognuno venera la divinità che preferisce, con la quale si identifica di più. »
«E che vuol dire? »
«Cosa? »
«Identifica»
«Ma ci vai a scuola? »
«Devo iniziare a settembre le elementari. Però so scrivere il mio nome, se vuoi te lo scrivo. »
«Dopo, dopo»
«Poi te ne dimentichi»
«Di cosa mi dimentico? »
«Di farmelo scrivere»
«Va bene, scrivilo qui»
«Dove? »
«Sul mio braccio»
«Perché? »
«Perché non ho un pezzo di carta»
«Poi tutti sanno come mi chiamo»
«E io gli dirò che è un tatuaggio e non il tuo nome»
«Ma chi ci crede»
«Ma perché dovrei avere il tuo nome scritto sul braccio? Al massimo la gente penserà che è il mio nome o di qualcuno a cui tengo. Scrivi tranquillo»
«No, lo scrivo sulla carta»
«Ecco! – Galgo bloccò e raccolse un pezzo di giornale che svolazzava seguendo il vento – Tieni. »
«Ci voleva tanto? » 

-Atena, dammi la forza di non tirargli il collo... Atena aiutami.-

«Fatto»
«Angelo Selvatore? »
«Quella è una “A”, ma sai leggere? »
«Si che so leggere, ma sembra una “E”, tu sai leggere? »
«No»
«Allora sono più affidabile di te. Questa è una “E”. »
«Però conosco tutto l’alfabeto e so riconoscere una “A” da una “E”. Però forse hai ragione, è un po’ storta.»
Entrarono all’aeroporto.
Galgo stava reprimendo istinti omicidi su istinti omicidi. Come poteva, un bambino così piccolo essere così indisponente, insolente, arrogante, logorroico, petulante, pedante, sarcastico? Ma un bambino di sei anni, poteva essere sarcastico? Non lo avrebbe mai creduto possibile, eppure ne aveva la prova vivente accanto. Quel bambino era strano anche fisicamente. Aveva i capelli bianco-grigiastri, come quelli dei vecchi, e gli occhi rossi, come i conigli. Sembrava albino, ma non poteva esserlo con quella pelle così scura. Inoltre aveva delle occhiaie spaventose, si trovò a domandarsi se dormisse abbastanza. Ma non era il momento di preoccuparsi. Dovevano prendere un aereo e si misero in fila per fare il check-in. Davanti a loro c’era una coppia giovanissima con un bambino di pochi mesi tra le braccia. Le persone avanti a loro erano tutte girate a guardare e coccolare questo bambino di una bellezza eterea, irreale. Anche Galgo ne era rapito. Angelo no. Quando si accorse che anche il suo accompagnatore guardava incantato il pargolo disse:
«Che bello! Un bambino piccolo! Non ne avevo mai visto uno! Che emozione! »

-Sarcastico pungente il pargolo. Speriamo di arrivare presto ad Atene- bofonchiò Galgo tra sé e sé, ma cercò di ignorare il commento di  Angelo, che in risposta alla mancata sgridata,  girò la testa di lato riperdendosi tra i suoi pensieri.

«Ehi, fermo un attimo – disse girandosi di scatto verso l’uomo – ti sto seguendo e non so nemmeno chi sei, chi mi assicura che tu non sia uno di quei maniaci che rapiscono i bambini? »
«Mi chiamo Galgo»
«Ecchemminchia di nome è? »
«E’ un nome come il tuo»
«No, il mio ha un senso. Secondo mia madre»
«E che senso avrebbe?»
«Io sono un angelo che deve salvare le anime della gente»
«E ci credi?»
«Io no, ma lei si, o almeno ci credeva»
«Che altro vuoi sapere Angelo Salvatore di anime?»
«Non prendermi in giro. Fosse per me mi chiamerei in un altro modo»
«E come?»
«Ci sto ancora pensando. Quando trovo un nome che mi piace te lo dico»
«Bene, ora stai buono che tra un po’ tocca a noi»
«Quanti anni hai?»
«Tra un attimo, prima passiamo il check-in»
«Quanti anni hai?»
«Aspetta di essere al di là di quel cancello e te lo dico»
«AIUTO!! MI HA RAPITO!!»

 Tutti i presenti si girarono di scatto verso il bambino e il suo accompagnatore, che arrossì violentemente. Quando la sua faccia cominciò a tendere al violetto , Angelo continuò:

«MI HA RAPITO IL PUPAZZO»
Tutti ripresero il filo dei propri pensieri e si rimisero a fare quello che facevano, chi leggeva, chi parlava e chi faceva nulla.
«Ma sei impazzito?»
«Impara a rispondere alle mie domande, posso farti arrestare se voglio»
«Ma quando esco di galera, tra quarant’anni vengo a cercarti e ti ammazzo»
«Tra quarant’anni io sarò grande e tu vecchio. Vincerò io e finirai stecchito.» Finita la frase il bambino si lasciò andare ad una risata terrificante. Galgo si trovò a rabbrividire davanti a lui, così piccolo eppure  adulto, impavido e incosciente, superbo e cattivo. Chi diavolo stava portando in terra di Grecia?
«Ora rispondi, quanti minchia di anni hai? »
«Ventisei, contento?»
«Almeno hai risposto, ma non ho finito. Da dove vieni?»
«Dalla Grecia, te l’ho già detto»
«Ma allora sei totalmente tonto. Di dove sei? Sei italiano?»
«No, sono irlandese»
«E dove minchia è l’irlandesia?»
«Irlanda»
«Come vuoi, se ti piace di più possiamo chiamarla così. Dov’è?»
«Al nord»
«E la Grecia?»
«Rispetto all’Italia?»
«Sì»
«A ovest sud-ovest»
«Vicino all’Africa?»
«Più o meno»
«Più o meno quanto?»
«Più o meno di una marea di chilometri»
«Cos’è un chilometro?»
«Un’unità di misura»
«E cosa misura?»
«La distanza»
«In Irlanda parlate italiano? »
«No, parliamo inglese»
«E perché parli italiano? »
«Perché ho vissuto in Italia per qualche anno prima di spostarmi ad Atene»
«E cosa facevi? »
«Studiavo archeologia»
«Cos’è l’archiolongira? »
«AR-CHE-O- LO-GI-A»
«Sì,sì come vuoi, ma cos’è?»
«E’ la scienza, la materia che si occupa di studiare le civiltà del passato e tutto quello che ha avuto a che fare con l’uomo. Studia le cose vecchie. E’ molto bella e affascinante come materia, dovresti provare ad interessartene in futuro, impareres ... » venne interrotto da un annoiato Angelo
«Sisì, ho capito, non mi interessa la storia della tua vita»

 Galgo continuava a reprimere istinti omicidi su istinti omicidi. Perché avevano assegnato a lui il compito di andare in Sicilia a raccogliere quel pezzo di delinquente? Come aveva fatto a non saltargli addosso e strozzarlo?
Quel ragazzino parlava a più non posso, commentava tutto quello che vedeva in modo sprezzante e si divertiva a prenderlo in giro.
Però, una cosa la doveva ammettere. Era curioso. Galgo aveva sempre apprezzato la curiosità, per lui era la spinta verso il miglioramento personale. E forse Angelo era più curioso di lui. Però, allo stesso tempo era un bambino totalmente strano, sembrava che fosse geloso delle sue curiosità. Un paio di volte lo aveva notato mentre si faceva rapire dagli oggetti. Quando aveva visto il tabellone dei voli e degli orari ci si era infilato sotto e lo aveva fissato per diversi minuti. Sembrava lo stesse smontando con gli occhi per verificarne il funzionamento. Quando lui si avvicinò, Angelo si girò di scatto e fece due passi allontanandosi. Non osò chiedere ‘Come funziona’, forse lo aveva capito guardandolo, o forse era troppo orgoglioso per ammettere che non sapeva come funzionasse. No, non era orgoglioso fino a quel punto. O meglio, era ovvio che quel bambino emanasse orgoglio allo stato puro, aveva la consapevolezza di essere speciale e l’aveva stampata in faccia, ma non sembrava fosse quell’orgoglio malsano di chi ha timore di ammettere una debolezza. Quel bambino gli faceva drizzare tutti i peli. Chi era? Che capacità aveva?
«Ehi ciccio, tocca a noi, muoviti»
«Eh?»
«Ma sei sordo? Lo vedi il tizio che ti fa cenno di muoverti?»
«Ah, sì. Hai ragione.» La mente di Galgo si impossessò di nuovo del suo corpo e si diresse dall’uomo che lo invitava a proseguire.
«Sì, buonanotte.» sospirò scuotendo la testa il bambino, seguendo l’adulto.


Ringraziamenti a: Mymoon96 e Camus per aver messo la fic tra le preferite, a whitesary, roxrox e Gufo_Tave per aver aggiunto il mio piccolo "parto" tra le fic seguite.
And now: RedStar12, Mymoon96, roxrox, Camus, Gufo_Tave, miloxcamuswhitesary grazie infinite per le recensioni e per i complimenti! Ho paura di fare qualche spoiler nel rispondere, per cui, se dovesse succedere, perdonatemi!
RedStar12. Aphrodite non è ancora il guerriero che hai conosciuto poichè deve ancora crescere, ha solo cinque anni il pargoletto! Diamogli un po' di tempo. Poi deve ancora imparare il greco, povero bimbo, col tempo diventerà il condottiero velenoso come le sue rose che abbiamo imparato a conoscere. Per Milo e Camus dovrai aspettare ancora un po', spero di riuscire ad aggiornare con la frequenza di un giorno si e un giorno no ancora per qualche tempo. Magari a giugno leggerai di loro ^_^
Mymoon96. I tuoi amori arriveranno più avanti, il viaggio nel passato è appena iniziato ^_^
roxrox.  Shura, da bravo spagnolo, è caliente e focoso. Inoltre non gli piace proprio che gli vengano messi i piedi in testa. Ha già la stoffa del condottiero.
Camus. Mi fa piacere che apprezzi Sion, ho voluto dargli un'aria risoluta ma dolce. Dopotutto ha già la sua veneranda età, quindi se ti dovesse capitare di vederlo un po' svampito è l'Alzheimer. 
Gufo_Tave. Grazie per aver speso qualche parola per recensire, sono felice che la fic ti piaccia. So che possa sembrare strano che non ci sia nessuno che parli svedese, ma il Santuario è ancora a corto di organico, considerando che Atena ancora non si è reincarnata. Altri bambini avranno problemi a interagire e comunicare tra di loro e con gli adulti. E' una comunità multietnica ma è ancora all'ennesimo inizio, tra una guerra sacra e l'altra ^_^ 
miloxcamus. Son contenta che ti piaccia il modo in cui  sto descrivendo i futuri Gold. Come vedi questo è una sorta di capitolo di transizione. Si racconta una piccola parte della vita di Shura nella sua assolata patria e si presentano due nuovi personaggi. Nel prossimo capitolo forse arriverà un nuovo terzo personaggio  seguito da un altro futuro Gold.
whitesary. Chiedo perdono per non aver messo la traduzione di tutto nel capitolo precedente. Vedrò di farmi perdonare mettendo il significato delle frasi proferite da Shura e
João nei prossimi capitoli ^_^ Inoltre sono felice di aver risvegliato il tuo istinto materno, spero di continuare a farlo con i futuri arrivi.

   
 
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