«Dov’è che
stiamo andando? »
«Ad Atene.»
«Perché? Io
sto bene qui. »
«Perché
vogliono che ti porti lì.»
«Chi? »
«Il Gran
Sacerdote.»
«E chi è? »
«Il
rappresentante della dea Atena in terra, come il papa qui in Italia.»
«E chi è
Atena? E’ come Dio? »
«E’ una dea»
«Ma Dio è
maschio»
«E Atena è una
donna»
«Ma non è Dio»
«No, il Dio
che venerano in Italia è un maschio, noi veneriamo Atena, dea della Giustizia. »
«E perché? »
«Cosa perché? »
«Perché la
veneriamo? »
«Perché ognuno
venera la divinità che preferisce, con la quale si identifica di più. »
«E che vuol
dire? »
«Cosa? »
«Identifica»
«Ma ci vai a
scuola? »
«Devo iniziare
a settembre le elementari. Però so scrivere il mio nome, se vuoi te lo scrivo. »
«Dopo, dopo»
«Poi te ne
dimentichi»
«Di cosa mi
dimentico? »
«Di farmelo
scrivere»
«Va bene,
scrivilo qui»
«Dove? »
«Sul mio
braccio»
«Perché? »
«Perché non ho
un pezzo di carta»
«Poi tutti
sanno come mi chiamo»
«E io gli dirò
che è un tatuaggio e non il tuo nome»
«Ma chi ci
crede»
«Ma perché
dovrei avere il tuo nome scritto sul braccio? Al massimo la gente penserà che è
il mio nome o di qualcuno a cui tengo. Scrivi tranquillo»
«No, lo scrivo
sulla carta»
«Ecco! – Galgo
bloccò e raccolse un pezzo di giornale che svolazzava seguendo il vento –
Tieni. »
«Ci voleva
tanto? »
-Atena, dammi
la forza di non tirargli il collo... Atena aiutami.-
«Angelo
Selvatore? »
«Quella è una
“A”, ma sai leggere? »
«Si che so
leggere, ma sembra una “E”, tu sai leggere?
»
«No»
«Allora sono
più affidabile di te. Questa è una “E”. »
«Però conosco
tutto l’alfabeto e so riconoscere una “A” da una “E”. Però forse hai ragione, è
un po’ storta.»
Entrarono
all’aeroporto.
Galgo stava
reprimendo istinti omicidi su istinti omicidi. Come poteva, un bambino
così
piccolo essere così indisponente, insolente, arrogante,
logorroico, petulante, pedante,
sarcastico? Ma un bambino di sei anni, poteva essere sarcastico?
Non lo avrebbe mai creduto possibile, eppure ne aveva la prova
vivente accanto. Quel bambino era strano anche fisicamente. Aveva i
capelli
bianco-grigiastri, come quelli dei vecchi, e gli occhi rossi, come i
conigli.
Sembrava albino, ma non poteva esserlo con quella pelle così
scura. Inoltre
aveva delle occhiaie spaventose, si trovò a domandarsi se
dormisse abbastanza.
Ma non era il momento di preoccuparsi. Dovevano prendere un aereo e si
misero in
fila per fare il check-in. Davanti a loro c’era una coppia
giovanissima con un
bambino di pochi mesi tra le braccia. Le persone avanti a loro erano
tutte
girate a guardare e coccolare questo bambino di una bellezza eterea,
irreale.
Anche Galgo ne era rapito. Angelo no. Quando si accorse che anche il
suo
accompagnatore guardava incantato il pargolo disse:
«Che bello! Un
bambino piccolo! Non ne avevo mai visto uno! Che emozione! »
-Sarcastico
pungente il pargolo. Speriamo di arrivare presto ad Atene- bofonchiò Galgo tra
sé e sé, ma cercò di ignorare il commento di Angelo, che in risposta alla mancata sgridata,
girò la testa di lato riperdendosi tra i
suoi pensieri.
«Ehi, fermo un
attimo – disse girandosi di scatto verso l’uomo – ti sto seguendo e non so
nemmeno chi sei, chi mi assicura che tu non sia uno di quei maniaci che
rapiscono i bambini? »
«Mi chiamo
Galgo»
«Ecchemminchia
di nome è? »
«E’ un nome
come il tuo»
«No, il mio ha
un senso. Secondo mia madre»
«E che senso avrebbe?»
«Io sono un
angelo che deve salvare le anime della gente»
«E ci credi?»
«Io no, ma lei
si, o almeno ci credeva»
«Che altro
vuoi sapere Angelo Salvatore di anime?»
«Non prendermi
in giro. Fosse per me mi chiamerei in un altro modo»
«E come?»
«Ci sto ancora
pensando. Quando trovo un nome che mi piace te lo dico»
«Bene, ora
stai buono che tra un po’ tocca a noi»
«Quanti anni
hai?»
«Tra un
attimo, prima passiamo il check-in»
«Quanti anni
hai?»
«Aspetta di
essere al di là di quel cancello e te lo dico»
«AIUTO!! MI HA
RAPITO!!»
«MI HA RAPITO
IL PUPAZZO»
Tutti
ripresero il filo dei propri pensieri e si rimisero a fare quello che facevano,
chi leggeva, chi parlava e chi faceva nulla.
«Ma sei
impazzito?»
«Impara a rispondere alle mie domande, posso farti arrestare se voglio»
«Ma quando
esco di galera, tra quarant’anni vengo a cercarti e ti ammazzo»
«Tra
quarant’anni io sarò grande e tu vecchio. Vincerò io e finirai stecchito.» Finita la frase il bambino si lasciò
andare ad una risata terrificante. Galgo si trovò a rabbrividire davanti a lui,
così piccolo eppure adulto, impavido e incosciente,
superbo e cattivo. Chi diavolo stava portando in terra di Grecia?
«Ora rispondi,
quanti minchia di anni hai? »
«Ventisei,
contento?»
«Almeno hai risposto, ma non ho finito. Da dove vieni?»
«Dalla Grecia, te l’ho già detto»
«Ma allora sei totalmente tonto. Di dove sei? Sei italiano?»
«No, sono
irlandese»
«E dove minchia è l’irlandesia?»
«Irlanda»
«Come vuoi, se ti piace di più possiamo chiamarla così. Dov’è?»
«Al nord»
«E la Grecia?»
«Rispetto
all’Italia?»
«Sì»
«A ovest
sud-ovest»
«Vicino all’Africa?»
«Più o meno»
«Più o meno
quanto?»
«Più o meno di
una marea di chilometri»
«Cos’è un chilometro?»
«Un’unità di misura»
«E cosa
misura?»
«La distanza»
«In Irlanda
parlate italiano? »
«No, parliamo
inglese»
«E perché
parli italiano? »
«Perché ho vissuto in Italia per qualche anno prima di spostarmi ad Atene»
«E cosa facevi? »
«Studiavo archeologia»
«Cos’è
l’archiolongira? »
«AR-CHE-O-
LO-GI-A»
«Sì,sì come
vuoi, ma cos’è?»
«E’ la
scienza, la materia che si occupa di studiare le civiltà del passato e tutto
quello che ha avuto a che fare con l’uomo. Studia le cose vecchie. E’ molto
bella e affascinante come materia, dovresti provare ad interessartene in
futuro, impareres ... » venne
interrotto da un annoiato Angelo
«Sisì, ho
capito, non mi interessa la storia della tua vita»
Quel ragazzino
parlava a più non posso, commentava tutto quello che vedeva in modo sprezzante
e si divertiva a prenderlo in giro.
Però, una cosa
la doveva ammettere. Era curioso. Galgo aveva sempre apprezzato la
curiosità,
per lui era la spinta verso il miglioramento personale. E forse Angelo
era più
curioso di lui. Però, allo stesso tempo era un bambino
totalmente strano,
sembrava che fosse geloso delle sue curiosità. Un paio di volte
lo aveva notato
mentre si faceva rapire dagli oggetti. Quando aveva visto il tabellone
dei voli
e degli orari ci si era infilato sotto e lo aveva fissato per diversi
minuti.
Sembrava lo stesse smontando con gli occhi per verificarne il
funzionamento.
Quando lui si avvicinò, Angelo si girò di scatto e fece
due passi
allontanandosi. Non osò chiedere ‘Come funziona’,
forse lo aveva capito
guardandolo, o forse era troppo orgoglioso per ammettere che non sapeva
come
funzionasse. No, non era orgoglioso fino a quel punto. O meglio, era
ovvio che
quel bambino emanasse orgoglio allo stato puro, aveva la consapevolezza
di
essere speciale e l’aveva stampata in faccia, ma non sembrava
fosse quell’orgoglio malsano di chi ha timore di ammettere una
debolezza.
Quel bambino gli faceva drizzare tutti i peli. Chi era? Che
capacità aveva?
«Ehi ciccio,
tocca a noi, muoviti»
«Eh?»
«Ma sei sordo? Lo vedi il tizio che ti fa cenno di muoverti?»
«Ah, sì. Hai
ragione.» La mente di Galgo si
impossessò di nuovo del suo corpo e si diresse dall’uomo che lo invitava a
proseguire.
«Sì,
buonanotte.» sospirò scuotendo la
testa il bambino, seguendo l’adulto.
Ringraziamenti a: Mymoon96 e Camus per aver messo la fic tra le preferite, a whitesary, roxrox e Gufo_Tave per aver aggiunto il mio piccolo "parto" tra le fic seguite.
And now: RedStar12, Mymoon96, roxrox, Camus, Gufo_Tave, miloxcamus e whitesary
grazie infinite per le recensioni e per i complimenti! Ho paura di fare
qualche spoiler nel rispondere, per cui, se dovesse succedere,
perdonatemi!
RedStar12. Aphrodite non
è ancora il guerriero che hai conosciuto poichè deve
ancora crescere, ha solo cinque anni il pargoletto! Diamogli un po' di
tempo. Poi deve ancora imparare il greco, povero bimbo, col tempo
diventerà il condottiero velenoso come le sue rose che abbiamo
imparato a conoscere. Per Milo e Camus dovrai aspettare ancora un po',
spero di riuscire ad aggiornare con la frequenza di un giorno si e un
giorno no ancora per qualche tempo. Magari a giugno leggerai di
loro ^_^
Mymoon96. I tuoi amori arriveranno più avanti, il viaggio nel passato è appena iniziato ^_^
roxrox. Shura, da bravo
spagnolo, è caliente e focoso. Inoltre non gli piace proprio che
gli vengano messi i piedi in testa. Ha già la stoffa del
condottiero.
Camus. Mi fa piacere che
apprezzi Sion, ho voluto dargli un'aria risoluta ma dolce. Dopotutto ha
già la sua veneranda età, quindi se ti dovesse capitare
di vederlo un po' svampito è l'Alzheimer.
Gufo_Tave. Grazie per aver
speso qualche parola per recensire, sono felice che la fic ti piaccia. So che possa sembrare strano che
non ci sia nessuno che parli svedese, ma il Santuario è ancora a
corto di organico, considerando che Atena ancora non si è
reincarnata. Altri bambini avranno problemi a interagire e comunicare
tra di loro e con gli adulti. E' una comunità multietnica ma
è ancora all'ennesimo inizio, tra una guerra sacra e l'altra ^_^
miloxcamus. Son contenta che
ti piaccia il modo in cui sto descrivendo i futuri
Gold. Come vedi questo è una sorta di capitolo di
transizione. Si racconta una piccola parte della vita di Shura nella
sua assolata patria e si presentano due nuovi personaggi. Nel prossimo
capitolo forse arriverà un nuovo terzo personaggio seguito da un
altro futuro Gold.
whitesary. Chiedo perdono per
non aver messo la traduzione di tutto nel capitolo precedente.
Vedrò di farmi perdonare mettendo il significato delle frasi
proferite da Shura e João nei prossimi capitoli ^_^ Inoltre sono felice di
aver risvegliato il tuo istinto materno, spero di continuare a farlo
con i futuri arrivi.