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Autore: Ormhaxan    17/01/2017    5 recensioni
«I am the son and the heir of a shyness that is criminally vulgar, I am the son and heir of nothing in particular.»
È il 1985 a Londra e tra le strade della City si propaga la musica degli Smiths, simbolo di una generazione incasinata, affamata di vita, di riscatto e successo.
È il 1985 e Andrea fa del suo meglio per arrivare a fine mese, destreggiarsi tra un lavoro in un pub a Camden Town, pagare le bollette entro la scadenza e non finire fuori corso. La sua vita da ragazza di ventidue anni procede tranquilla, tra un turno di lavoro estenuante e una birra tra amici, fino a quando una serata come tante la sua migliore amica, Zoe, non fa un annuncio che lascia tutti di stucco: è finalmente entrata a far parte di una rock band, di cui diventerà la cantante, grazie a un annuncio trovato in un negozio di musica. Da quel momento, nulla sarà più come prima e il destino di Andrea deciderà di intrecciare i propri fili con quelli di altre persone quasi del tutto dimenticate, con la vita di un ragazzo scostante e apparentemente insignificante che vive esclusivamente per la musica.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Si dondola sulle punte dei piedi e si guarda attorno con aria impaziente. Il suo turno al pub è finito da quasi venti minuti, di cui dieci trascorsi fuori in attesa, e sta iniziando a chiedersi che fine abbia fatto la sua amica: Andrea non è mai stata un’amante dell’attesa, la sua natura sempre puntuale e precisa la porta facilmente a spazientirsi, borbottare come una vecchia donna dal viso rugoso e nubile – Zoe la chiamerebbe vecchia zitella, lo fa sempre quando la bionda si spazientisce – che divide l’appartamento con troppi gatti.
Ci dev’essere un ottimo motivo per quel ritardo, pensa, Zoe non è mai stata una tipa che ritarda più di cinque minuti: normalmente è già fuori, appoggiata al muro del palazzo dalla facciata rovinata o sul cofano di una macchina qualsiasi parcheggiata, quando stacca dal lavoro.
Sì, sicuramente ci sarà una spiegazione a tutto, non può essere altrimenti.

«Ancora in attesa? – la voce bassa e profonda di John, il suo collega e nipote del titolare del pub, la coglie di sorpresa – Per caso è successo qualcosa? Solitamente è Zoe ad aspettare te, non il contrario.»
John ha ventisei anni, tre più di lei, che ne compirà ventitré tra qualche settimana; è un ragazzo gioviale, sempre allegro, alto quasi due metri e con delle spalle larghe come due ante di un armadio. Andrea si è trovata subito bene con lui, ha instaurato un’ottima amicizia sebbene lui, qualche mese dopo la sua assunzione al pub, ha cercato in tutti i modi di portarla fuori a cena e trasformare l’amicizia in altro. Ad essere sinceri, Andrea alcune volte pensa che lui abbia ancora una cotta per lei, ma cerca in tutti i modi di non darci peso e trattarlo come sempre, come un ottimo amico e una spalla su cui contare durante il lavoro.
«Spero proprio di no. - risponde con calma lei — Forse si è semplicemente fermata al negozio di musica per qualche annuncio, come fa sempre una volta alla settimana, e si sarà intrattenuta in una lunga conversazione con il buon Peter. Arriverà presto, vedrai.»
«In caso contrario, puoi sempre uscire con me. Ti porterò dove vuoi, ovunque vorrai sulla mia sfrecciante moto.  – John le fa un occhiolino e Andrea ride – Che ne dici, pupa?»
«Dico di no, grazie. La tua moto è sempre bellissima, ma credo che resterò qui ad aspettare ancora un pochino la mia amica.»
«Peccato, non sai cosa ti perdi. – schiocca la lingua sul palato e scrolla le spalle – Ci vediamo domani sera, Andy.»
«A domani.»


L’osserva allontanarsi con le mani in tasca e le spalle appena ricurve, domandandosi se quella appena presa sia la scelta giusta: John è un bravo ragazzo, uno dei migliori che abbia mai conosciuto, ma non è quello giusto. Tra loro non funzionerebbe, finirebbe col farlo soffrire e non sarebbe giusto per nessuno dei due.
Improvvisamente, le torna alla mente Edward, il suo amico conosciuto durante il suo percorso scolastico alla Grammar School grazie a un club di letteratura di cui lui, essendo all’ultimo anno, era presidente.
Anche lui, come John, è stato subito gentile con lei, dimostrando una sensibilità più che unica; sin da subito, ricorda, Ned l’ha inserita nel gruppo, mettendola a proprio agio, instaurando con lei un’amicizia fatta di complicità e serate passate a vedere film o commentare le ultime letture.
Anche lui, come John, ha avuto una cotta per lei – in verità, lei ed Edward si sono baciati qualche volta, dopo la fine di un film romantico visto sul divano in pelle del salotto di lui o dopo aver bevuto una cioccolata calda mentre fuori nevicava; lui è stato il primo ragazzo che Andrea, all’epoca non ancora sedicenne, abbia mai baciato e di questo la ragazza non si è mai pentita – ma anche all’epoca, come oggi, Andrea aveva percepito di non essere pronta, di non voler andare oltre, impegnarsi in qualcosa per cui avrebbero sofferto tutti.
Si domanda come se la stia passando, se alla fine sia riuscito nel suo intento di vincere la candidatura per la cattedra di Storia medioevale in università, insegnare come ha sempre desiderato.
Il loro non è stato un allontanamento voluto, semplicemente è accaduto e basta. L’inizio del suo lavoro al pub è stata la prima causa del loro allontanamento, così come causa sono stati i molteplici impegni di lui dopo la laurea; nessuno dei due si è volontariamente allontanato dall’altra, le loro strade avevano momentaneamente preso strade diverse. O almeno è questo che le piace pensare…
Eppure, in cuor suo la ragazza spera di rivederlo quanto prima, poter chiacchierare ancora con lui, magari davanti a una tazza di buon thè o una birra scura.

Magari per Natale. – pensa – O magari prima, per il mio compleanno. Potrei passare da casa di suo padre, scrivergli una lettera o qualcosa del genere. Sicuramente, Ned ne sarà felice…
 
Ricorda con malinconia un Natale di qualche anno prima: aveva diciotto anni all’epoca ed Edward ne aveva venti. Lei era al primo anno di università, una matricola, mentre lui era già al suo terzo anno, un universitario navigato.
Ricorda di quando hanno passato quel giorno speciale dell’anno insieme, a casa dei suoi genitori, con suo fratello Adam e la sua ragazza Linda, mangiando prelibatezze cucinate da sua madre che, da sempre, è un asso ai fornelli.
Ricorda di come aveva scoperto, quasi per caso, che il suo amico avrebbe trascorso il Natale da solo, senza sua madre, impegnata in un servizio fotografico in Madagascar, dove viveva con il suo secondo marito e il fratello minore di Ned, Philip, o suo padre, bloccato a Tokyo dalla neve dopo una conferenza importante.
Quella sera, dopo essere andati via, Edward si era sbronzato – non ha mai retto l’alcool, lui – bevendo della birra comprata in un minimarket poco lontano dall’allora appartamento di Andrea, un monolocale di dubbio gusto, e si era sfogato per ore con lei, finendo per criticare ogni sua scelta, ogni aspetto della sua vita.
«Sono sempre stato il pupillo di mio padre, - aveva detto nel delirio dell’alcool – ma mai abbastanza per mia madre. Lei ha occhi solo per mio fratello, mi ha sempre visto come un prodotto di mio padre, senza mai capire che ciò che ho fatto l’ho fatto per me. Perché era ciò che volevo, che desideravo: io non sarò mai come lei, non diventerò mai un uomo che parte all’avventura senza una meta, senza sapere cosa accadrà tra una settimana o un mese. Io non sono mio fratello, un gitano senza radici, ma un ragazzo che ama la città in cui è nato e vissuto.»
Andrea non ha mai conosciuto il fratello di Edward, per lei è sempre stato una figura sfocata, lontana nel tempo e nello spazio. Lo stesso Ned non parlava spesso di lui, ma quella sarebbe rimasta l’unica volta in cui il ragazzo avrebbe parlato di lui con una sfumatura di astio e gelosia, con frustrazione e rabbia.
Quella sera è stata anche l’ultima volta in cui lui e Andrea si sono baciati, in cui hanno rischiato di andare oltre, verso un punto di non ritorno pericoloso; probabilmente, in quella stessa sera qualcosa tra loro due si è rotto, perché successivamente, con il trascorrere dei mesi e degli anni, i due amici si sono sentiti sempre meno, visti ancor più di rado.
Ora che ci pensa, quella è la prima volta da molti mesi che ripensa a lui e a quello che è successo, che sente fortemente la sua mancanza…


«Andy! – la voce squillante di Zoe la desta dai suoi pensieri. La sua amica è appena sbucata da dietro l’angolo, si avvicina a lei quasi correndo, e dal tono di voce si percepisce affaticamento – Perdonami, sono in ritardo, ma giuro che c’è una spiegazione più che valida.»
«Lo spero bene! – esclama piccata la bionda, fintamente offesa – Ho passato più di quindici minuti qui fuori, a gelarmi le chiappe, quindi sarà meglio che questa ragione sia davvero valida.»
«Mi dispiace davvero, credimi. – intreccia le dita in segno di preghiera e abbassa leggermene il capo – Scusa, scusa e ancora scusa. Per farmi perdonare ti offro una cioccolata calda. Con panna.»
Andrea arriccia le labbra e assume un’aria pensierosa: «Non importa, mi basta che tu mi dica nei minimi dettagli cosa cavolo è successo.»
Zoe sorride, ringraziando mentalmente la comprensione dell’amica che, in un’altra circostanza e con qualcun altro, non avrebbe mai lasciato correre: «Sono passata dal negozio di musica di Peter e, senti questa, ho trovato un annuncio!»
«Un annuncio? – Andra sgrana quasi impercettibilmente gli occhi – Oddio, Zoe, devi raccontarmi tutto. Tutto, capito?»
Zoe ride: «Allora sarà meglio incamminarci, perché fa davvero freddo e io muoio dalla voglia di raccontare.»

 


**



«E così da lunedì potresti diventare la cantante di una rock band: chi l’avrebbe mai immaginato?»
Sono sedute ad un tavolino di un bar dall’arredamento rustico e sorseggiano una cioccolata calda quando Andrea pronuncia quelle parole. Zoe, entusiasta come una bambina la mattina di Natale, come poche volte l’amica l’ha vista, ha appena concluso un lungo monologo in cui ha raccontato nei minimi dettagli dell’annuncio trovato sulla bacheca del loro negozio di musica e della telefonata, avvenuta in una cabina dipinta di rosso, che è seguita.
Dall’altra parte della cornetta, inizialmente assonnato, ha risposto un ragazzo che si è presentato come Jeffrey, chitarrista ritmico della band, il quale si è dimostrato inaspettatamente gentile e alla mano, impaziente di conoscerla quanto prima.
«Ancora non posso crederci, sai? Da quello che ho capito, sono una band piuttosto esperta, e i tre componenti sono uniti tra loro, una squadra compatta. In effetti, se non ho capito male Jeffrey e la bassista, Leslie, sono fidanzati.»
«Spera solo che non siano una coppia che litiga ogni giorno, altrimenti sei fregata. – puntualizza Andrea, da sempre contraria alle relazioni sul lavoro — Quello che voglio dire, è che spero siano maturi abbastanza da tenere separati i problemi di coppia dalla musica.»
«Sono sicura che non ci saranno drammi e poi non sarò la sola nuova del gruppo: cercano anche un chitarrista, probabilmente lo troveranno a breve o l’hanno già trovato. – Zoe sospira sognante e si lascia scivolare leggermente sulla sedia in legno – Chiamami sciocca, ma ho la sensazione che questa è la mia grande occasione, la svolta della mia vita.»
«E io te lo auguro con tutto il cuore, solo… - fa una pausa e sospira: odia essere sempre così maledettamente realista —Rimani con i piedi per terra, okay?»
Zoe rotea gli occhi e scuote la testa: «Sempre positiva tu, vero?»
«Perdonami, non era mia intenzione… - allunga le mani e afferra i polsi dell’amica – Sono davvero contenta per te, okay? Davvero contenta e ti auguro tutto il meglio. Dopo tutto, se le tue sensazioni sono giuste, presto sarò la migliore amica di una rock star.»
«Una rock star? – Zoe ride – Rock star: mi piace. Allora brindiamo alle rock star.»
«Con una cioccolata calda?» Andrea si acciglia quando l’amica alza a mezz’aria la tazza ancora mezza piena.
«Zitta e bevi, stupida!»
Ridono ancora, poi Andrea prende la sua tazza e, prima di farla cozzare con quella di Zoe, esclama: «Alle rock star. Salute!»
 


*



Angolo Autrice: E rieccomi, again! Finalmente è comparsa la nostra Andrea e con lei parte del suo passato, un passato che comprende il nostro Edward. Ben presto, le strade di tutti e sei questi personaggi - Andrea, Zoe, Ned, Lip, Leslie e Jeff - si incroceranno o torneranno ad incrociarsi, portando scompiglio e novità. Come continuerà? Si accettano ipotesi! *lol*
(Nella GiF, la mia Andrea ideale, che ha il volto di Sky Ferreira, modella e cantante. Voi, ovviamente, potete immaginarla come meglio preferite).
Grazie, come sempre, a tutti voi che leggete, seguite e recensite.

Alla prossima,
V.
  
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