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Autore: BandBfun    18/01/2017    2 recensioni
Il posto delle fragole è stato per lungo tempo il ricordo più bello dell'anziano Bjartur. Lì aveva passato molti pomeriggi con Karin, a divertirsi, a scherzare e a parlare dei loro sogni e del loro futuro. Ora, costretto a letto immobile e vittima della demenza, in un raro momento di lucidità, parla di quel ricordo con malinconia, fino a dire di temerlo e di non essere pronto ad affrontarlo. La nipote Bjork, al quale è molto affezionata, assiste alla scena e lo guarda andarsene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL POSTO DELLE FRAGOLE

L'anziano Bjartur comincia a ridere. È una risata di gioia, ma anche velata di malinconia.
È da parecchio tempo che in casa non si sente una risata.
La nipote Bjork, sorpresa, si volta verso il nonno.
"Come mai ridi?" - gli chiede, incuriosita.
Bjork è una ragazza giovane e molto carina. Ha gli occhi azzurro chiaro, la carnagione chiara, labbra sottili e i capelli fini e d'un biondo paglierino molto tenue. Tende a non truccarsi, perché non ne ha bisogno. Il suo aspetto e i suoi modi raffinati di porsi con gli altri possono farla sembrare algida, austera, persino altezzosa: ma basta passare con lei qualche minuto per rendersi conto di quanto sia affabile e alla mano, nonché gentile e disponibile.
Bjork è una ragazza molto dolce e sensibile, nonché molto legata alla sua famiglia. Ha vissuto a casa del nonno quando i genitori erano in tournèe con la compagnia teatrale di famiglia: questo ha fatto sì che tra loro nascesse un legame molto forte, paragonabile a quello tra genitori e figli.
Si siede sul letto, verso il fondo. I suoi occhi azzurro rivelano la tristezza e la pietà che prova verso quel nonno, sino ad un paio d'anni prima ancora così pieno di energia e di vita, ora malato e costretto in un letto ad avvizzire.
Il nonno smette di ridere e il suo sguardo torna a fissare un punto sulla parete di fronte a lui.
Bjartur è uno dei più grandi attori di teatro e uno dei più celebrati: aveva preso parte a numerose tournèe in giro per il mondo, raccogliendo sempre grandi consensi, anche in tarda età. Un paio d'anni prima, ha avuto un ictus e da allora è costretto in un letto, in grado solo di muovere il collo e di parlare. Un paio di mesi più tardi, ha cominciato a mostrare segni di demenza senile e ora si limita a farfugliare qualcosa di tanto in tanto, per lo più versi.
“Fato è stato tutto sommato clemente. Mi ha tolto tutto, tranne la voce.” - era solito dire, prima di cominciare a perdere la ragione.
L'ictus è stato un duro colpo, ma l'anziano attore sembrava aver accettato la sua nuova condizione di invalido senza troppe difficoltà. È sempre stato un uomo forte, temprato dalle numerose disgrazie che ha dovuto affrontare. Aveva perso i genitori in giovane età; qualche anno più tardi, appena iniziata la carriera in teatro, era rimasto vedovo della moglie e, nel giro dei successivi dieci anni, ha seppellito i primi tre degli otto figli avuti con la defunta consorte. Il giorno del suo settantesimo compleanno, Bjartur ha dovuto dire addio anche alla vecchia amica Karin.
“Mi sono sentito morire, quando l'ho saputo: dico davvero, è una perdita enorme. Non sarei stato chi sono oggi se non ci fosse stata lei a spronarmi decadi fa: lei è stata la sola a credere in me, anche quando io non ci credevo. Karin è stata più di una migliore amica: è stata una fidata confidente e compagna di vita per parecchi anni. Non dico addio solo a lei, ma ad un'importante parte di quello che sono io.” - ha detto al funerale, prima di tornare a sedere e a cercare di trattenere le lacrime, con molta fatica. 
Con la demenza, i ricordi dei figli e dei successi della sua lunga carriera sono presto svaniti: solo quelli della nipote Bjork e della cara amica Karin sono rimasti per lo più integri.
Non succede spesso, ma quando riesce a parlare, non manca mai di fare i nomi di queste persone. Spesso li farfuglia, ma alcune volte riesce a dirli in modo chiaro.
Questa mattina, l'anziano Bjartur sembra molto lucido.
“Ho sempre saputo che il ricordo più prezioso un giorno mi avrebbe terrorizzato. Solo non pensavo così tanto.” - dice alla nipote, restando con lo sguardo fisso.
“Quale ricordo?” - gli chiede Bkork, incuriosita.
Il nonno si volta: la guarda, dritto negli occhi.
“Karin, ricordi come eravamo giovani e spauriti di fronte alla vita? E al vivere in luoghi lontani da casa, allo scoprire sentimenti nuovi e tanto bizzarri, al sognar tanto e in grande per trovarsi in una realtà stretta e triste?” - dice malinconico.
Gli occhi blu scuro dell'anziano attore sono malinconici e puntano dritto all'anima della nipote.
Bjork ha una strana sensazione, come di esser appena stata messa a nudo e privata della possibilità di coprirsi.
“Il posto delle fragole... Lo ricordi, Karin? Quanto eravamo spensierati e allegri a raccogliere le fragole.”.
Karin era venuta a mancare una ventina d'anni prima in un incidente d'auto. Stava dirigendosi verso la casa dell'amico Bjartur per festeggiare insieme il Natale, come da tradizione, quando una macchina l'aveva urtata e fatta precipitare giù per un burrone.
Bjartur era tornato a recitare per tenere la mente occupata e non pensare a quella parte di sé ch'era andata via con la sua migliore amica. Sono stati giorni molto difficili: era riuscito a superarli, ma non a dimenticare quel dolore.
Si era confidato spesso con la nipote Bjork a riguardo. Le aveva parlato di quanto facesse male non avere più accanto Karin e quanto questa fosse stata più di una cara amica per lui. Le aveva mostrato alcune fotografie di loro da bambini e da ragazzi. Bjork aveva notato senza fatica la somiglianza con la ragazza nelle foto.
"Ho paura." - con lo sguardo fisso sulla nipote e con le lacrime agli occhi - "Karin, ho paura!"
L'anziano Bjartur inizia a piangere e ad agitarsi.
Bjork lo abbraccia, con la stessa tenerezza che avrebbe una madre nel cullare il suo bambino, sperando di calmarlo.
"Karin...” - ripete il nonno, preda della malinconia e del terrore - “Karin...”.
“Sono qui, sono qui.” - risponde la nipote, con voce calma, molto dolce.
“Karin, ho paura.”
“Lo so. Lo so.” - ripete, cercando di non piangere.
Il nonno sembra calmarsi e ritornare in sé, almeno per qualche istante.
“La gioia di quei momenti, nel nostro posto delle fragole, sembra così vicina... È passato tanto tempo e mi fa paura ritornarvi. Non è ironico? Il ricordo più bello e tanto rivissuto, ora mi fa paura e non posso evitarlo.”
“Lo so.” - risponde la nipote.
“Karin, ti amo.” - dice l'anziano attore.
Chiude gli occhi. Bjork rimane lì, a piangere in silenzio.

Un ragazzo è in piedi accanto ad un salice piangente. Si guarda attorno. Sembra in attesa dell'arrivo di qualcuno.
“Eccomi, Bjartur.” - una voce di ragazza.
È più giovane del ragazzo, ma non più di un paio d'anni. Ha i capelli di un biondo paglierino molto tenue che tiene raccolti con un nastrino nero e ha gli occhi azzurro chiaro. Ha in mano un cestino di vimini.
Il ragazzo si volta.
“Andiamo?”
“Sì.” - le dice, felice di vederla.
Percorrono un breve sentiero e si fermano accanto ad una vecchia quercia.
“È qui?” - chiede la ragazza.
“Sì, è qui: il posto delle fragole.”.

 
***

NOTE D'AUTORE

Ho tratto l'ispirazione dalla visione di uno dei più famosi e celebrati film del regista e sceneggiatore svedese Ingmar Bergman: Smultronstället (1957).
Il titolo italiano e quello del mio racconto breve, è la traduzione letterale del termine svedese: appunto, il posto delle fragole.

Ho ripreso dal Bergman l'idea di un anziano uomo di successo – nel film, un dottore; nel racconto, un attore di teatro – che ricorda alcuni momenti della sua vita passata durante un viaggio in auto con la cognata verso l'aeroporto – nel film e nel racconto: il ricordo del primo amore giovanile -: ma per conferire al racconto una certa originalità, ho voluto concentrarmi su quel solo ricordo, e sul sentimento di malinconia che coglie impreparato e tanto terrorizza l'anziano Bjartur.
   
 
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