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Autore: DanieldervUniverse    18/01/2017    1 recensioni
Noctis, Prompto, Gladiolus e Ignis sono sempre in viaggio per le strade dell'ex-regno di Lucis, avendo perso la strada, la mappa e i punti di riferimento. Poi, girando bruscamente ad una curva, si scontrano qualcuno che non si aspettavano...
SPOILER
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dietro le scene'
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Noctis ebbe la netta impressione che qualcosa mancasse. Osò aprire l’occhio sinistro, lanciando uno sguardo incerto a Luna, che riposava con il capo sul bracciolo del trono. Non poteva vederle il volto da quell’angolatura, ma dopo il bacio non aveva ragione di credere che fosse turbata.
Nonostante Ardyn li avesse separati, alla fine era stato egli stesso a riunirli, un paradosso che probabilmente era sfuggito all’ex-cancelliere. Noctis ebbe la tentazione di abbandonarsi nuovamente al riposo, ammaliato dall’atmosfera che lo circondava, ma poi un improvviso ricordo invase la sua mente, scuotendolo dalla quiete.
Sospirò, non esattamente felice della cosa, ma si alzò comunque dal trono: in fondo, aveva tutto il tempo per abbandonarsi all’oblio dei sensi. S’inginocchiò davanti a Luna, accarezzandole una guancia per svegliarla con dolcezza. La moglie aprì i suoi brillanti occhi senza che lui dovesse sollecitarla a parole, attratta dal suo tocco.
-Vieni amore- la invitò, offrendole la mano.
-Dove andiamo?- chiese lei, facendosi aiutare.
-A trovare un amico- rispose lui, prendendola sottobraccio ed avviandosi giù per la scalinata.
-Se sarà una lunga passeggiata, dovrò cambiarmi d’abito- commentò sua moglie, mentre aggiustava l’orlo della gonna per scendere più comodamente.


-È strano- osservò suo marito -Non ti ho mai vista senza gonna.
-Non mi sono portata molti abiti per la fuga- ammise lei -Ma i tacchi e gli orli non sono per niente comodi. Spero solo di non turbarti la vista.
-Al contrario. Mi fa sentire più libero.
Avanzavano mano nella mano, senza più la veste bianca o gli abiti regali: lui aveva riassunto i suoi vecchi vestiti da viaggio, mentre lei si era scelta una maglia a quadri blu e verdi, un paio di leggins bianchi, e una felpa grigia. Non le dava più la stessa aria nobile e solenne, ma con Noctis poteva essere se stessa, specie ora che erano morti. Le apparenze erano solo una cortesia, alla fine era solo marito e moglie, neanche più re e regina. Tutto grazie a Nolum. Abbassò lo sguardo sulla sua mano destra, dove aveva portato la fede, finché la sua vita non si era spenta ad Altissia, dove Ardyn l’aveva colta di sorpresa.
-Quindi… questo amico che stiamo cercando, chi è? Qualcuno che conosco?- chiese, intrigata dalla cappa di mistero che il marito aveva tenuto sulla destinazione.
-Oh sì. Non bene come ci si aspetterebbe, ma te lo ricordi sicuramente- rispose lui, mantenendosi vago ma lanciandole un’occhiata invitante.
Luna si soffermò sui lineamenti dell’uomo: erano meno delicati, diverso dal ragazzo che aveva sposato alla luce di un falò da campo e con pochi amici, ma erano in tono con il suo portamento, ora autorevole e responsabile. Non sapeva dire se gli piacesse di più, ma in fondo non si erano parlati per più di dieci anni, e poi per altri dieci. Lo conosceva meno di quanto ci si sarebbe aspettati, il che la faceva sorridere: chissà quanti aspetti di sé celava ancora Noctis, e quanti poteva ancora scoprire.
-Dovrebbe essere qui attorno- disse il marito, distogliendola dai suoi pensieri.
-Cosa?
-C’era un cartello, l’ultima volta che sono passato di qui- spiegò lui, guardandosi attorno.
Erano poco lontani da dove sorgeva Hammerhead, se l’ambiente fosse stato ricostruito sul regno di Lucis.
-L’ultima volta? Vai in giro senza dirmelo?- disse lei, lanciandogli un’occhiata giocosa.
-Intendevo prima di morire- spiegò lui, assorto.
-Oh, marito mio- sospirò la donna, lasciando andare la sua mano -Puoi almeno fingere di ridere?
-Andiamo, dove sei?- continuò quello, ignorandola, allontanandosi di qualche passo.
Luna sollevò il sopracciglio, sorpresa.
“È la prima volta che si comporta così in mia presenza. Qualsiasi cosa stia facendo, deve essere veramente importante” pensò, un po’ delusa dall’atteggiamento del marito, ma rimase in silenzio ad osservarlo mentre si comportava come una tigre in gabbia.
-Ah, maledizione. Non riesco più a trovarlo- si arrese infine Noctis, passandosi una mano tra i capelli.
Luna incrociò le braccia al petto, riflettendo brevemente.
-In effetti non abbiamo incontrato nessun cartello che ci dicesse dove andare. Non è possibile che non ce ne siano- disse, raggiungendo il nocciolo delle sue considerazioni.
-A meno che non ci sia nessuno che si occupi di piantarli- considerò Noctis.
Luna annuì, convinta. Fece per riprendere il ragionamento, prima che un’improvvisa realizzazione le facesse nascere un sorriso furbetto sulla faccia.
-Stiamo cercando Nolum, vero?- chiese, sicura, avvicinandosi e sporgendo il collo in avanti per cogliere lo sguardo dell’uomo. Noctis fece una smorfia, colto in flagrante.
-Volevo farti una sorpresa- si difese, ma Luna si limitò a scuotere la testa di fronte all’inettitudine del marito.
-Sei molto dolce Noct, ma avremmo potuto risparmiarci un bel po’ di problemi se me l’avessi semplicemente detto- lo rassicurò, avvicinandosi e prendendogli le mani tra le proprie, per poi guidarlo, indietreggiando -Vedi, Nolum aveva detto che la strada era la sua casa, che sapeva sempre tutto e che sapeva sempre dove andare. Quindi, ci sarebbe sicuramente venuto incontro se fosse ancora sulla strada.
-A meno che non volesse essere trovato…- mugugnò Noctis, un po’ risentito.
-Possibile, ma non probabile- lo contraddisse Luna, superando il guardrail con agilità, continuando ad accompagnare il marito con le mani -Quindi, se la mia teoria è corretta, continuiamo a cercarlo nel posto sbagliato, ovvero la strada, e non lo troveremo mai.
-Ma è una quantità di terreno sperduta…
-Smettila di essere scettico Noct. Con quel tuo atteggiamento sarei potuta morire senza nemmeno poterti dare un bacio d’addio- lo zittì lei, con un sorriso, prima di girarsi in modo da guardare dove andava, trascinando il marito con una sola mano. Lasciata da parte la strada, la ragazza iniziò a camminare vicino alle rocce, facendo attenzione ai mucchi d’erba, finché non notò un paio di scarpe spuntare da dentro un cespuglio all’ombra di un ansa nella roccia.
-Visto?- disse, soddisfatta, mentre si chinava vicino al ritrovamento.
-Nolum? Ehi- lo chiamò dolcemente, prendendo il dorso della scarpa tra due dita e scuotendolo appena.
-Mmhhhh… yawn. Che c’è?- rispose la voce del piantatore di cartelli, mentre la sua chioma arruffata e piena di foglie spuntava dal verde, rischiarata dal sole.
Luna lo fissò, mentre Nolum batteva gli occhi, apparentemente non riconoscendola. Spostò gli occhi su Noctis, poi di nuovo su di lei; quindi si alzò, un po’ impacciato, e si volse verso il sole, rimanendo immobile a osservarlo. Luna si alzò a sua volta, lanciando un’occhiata al marito, che le sussurrò brevemente quello che era diventato il mondo in quegli ultimi dieci anni, del buio perenne e dei demoni, cingendole il fianco con un braccio.
Nolum tornò a guardarli poco dopo, ancora confuso, senza mostrare segni d’essere stato abbagliato dalla luce possente che emanava l’astro. Poi cominciò a sorridere, fino ad assumere la tipica aria ottimista.
-Miei signori, che piacere!- esclamò, abbracciandoli entrambi con il suo tipico modo entusiasta -Che piacere davvero! Allora significa che abbiamo vinto! Oh mamma, non ci credo! Mi ero appena addormentato qui dentro per riprendere un po’ di fiato, quando puff: voi due mi svegliate ed è di nuovo tutto a posto!- cominciò a parlare a manetta, travolgendoli con la sua vitalità. Sembrava un bambino che aveva ritrovato la mamma e il papà.
-Quindi state bene! Lady Luna che sollievo: ti davamo tutti per morta!- le disse, dandole un galante bacio sulla mano.
-Ehm…- fece lei, presa in contropiede.
-E sire, mio caro Noctis, lasciatelo dire- continuò l’altro, senza cogliere la nota preoccupata nel voce della donna -Sei invecchiato proprio male.
Luna ebbe un attimo di smarrimento, prima di scoppiare a ridere.
-Grazie- replicò neutro Noctis, nonostante il suo tono celasse del sarcasmo.
-Prego- rispose l’altro, sempre allegro, facendo un passo indietro.
-Bene bene bene. Che bel tempo oggi. Dove sono tutti?- riprese, saltellando per l’eccitazione.
Luna scosse il capo, sorridendo.
-Nolum- lo richiamò -Noi siamo morti.
Lui spalancò gli occhi, colto alla sprovvista, finendo per incespicare a cadere “tragicamente” sul guardrail. Sembrava disorientato, con gli occhi che vagavano sull’ambiente senza una meta. Per la prima volta Luna lo trovò vulnerabile, umano…
“Umano? Beh, Nolum ha sempre avuto un carattere soprannaturale, immagino. Non mi sono mai fermata a rifletterci sopra” pensò.
-Quindi, ricapitoliamo- disse Nolum, infine, tornando a posare lo sguardo su di loro -Abbiamo vinto?
-Sì- rispose Noctis, con un tono soddisfatto.
-E gli altri stanno tutti bene?
-Sembra di sì- rispose ancora il ragazzo, cingendo le spalle di Luna con fare consolatorio, anche se la donna sentiva chiaramente di non averne bisogno.
-Mentre noi tre siamo morti- finì Nolum, facendo una constatazione piuttosto che una domanda.
Luna sorrise, strofinando il capo contro la spalla del suo compagno.
-Quanto fico può essere!?- esclamò il ragazzo, passando dall’avere un aspetto sperduto ad uno sguardo raggiante e vivo, lasciando i coniugi a bocca aperta.
-Ma dai, essere morti è così bello?! Non credevo che l’avrei mai scoperto!- continuò Nolum, imperterrito.
Dandosi una spinta, compì una bella piroetta sul guardrail, atterrando con eleganza e maestria sull’asfalto della strada, per poi improvvisare un balletto di break dance.
Luna sbatté le palpebre, ancora incapace di credere a quello che Nolum aveva detto.
“Per lui la morte non è motivo di disperazione o dolore, ma di gioia e divertimento?” pensò la ragazza, alzando lo sguardo sul marito, che fissava l’amico appena ritrovato con occhio critico.
-Incredibile- disse, quasi indignato.
-Ehi, che fate voi due lì?!- li chiamò in quel momento il giovane, interrompendo il suo numero di danza per atterrargli davanti con una portanza felina -Credevo foste felici.
-Siamo felici- rispose Noctis, prendendo Luna e stringendola a sé -Perché siamo di nuovo assieme dopo la morte.
-Beh, non colgo in cosa consista il tuo turbamento, sire- riprese Nolum, battendo le sopracciglia con fare accomodante -Insomma, non mi pare che sia così male qui. Pensa al dato oggettivo: posso lavorare per il piacere di farlo, dato che non vedo un ciufolo di cartello qui in giro.
-Nolum, sei la prima persona che incontriamo ad essere eccitata dalla morte- mormorò Luna, faticando a capire l’altro.
-Ah, è per quello!- esclamò il ragazzo, assumendo un’aria più accademica -Scusatemi, è solo… pensavo fosse un posto più lugubre. O magari che finisse così, e basta. Niente.
-Capisco la tua gioia- ammise la donna, lanciando un’occhiata d’avvertimento al marito.
-In effetti anche io ho avuto la stessa reazione all’inizio- disse questi, mentendo spudoratamente. Lei alzò gli occhi al cielo.
-Beh, direi che un po’ di confusione da parte vostra sia inevitabile. Chiedo scusa ad entrambi, amici- concesse, inchinandosi, per poi risollevarsi ghignando, segno che stava per accadere qualcosa.
-A chi va di fare un giro?- chiese, mettendo le mani dietro la schiena e dondolandosi sui talloni, aspettando che i due rispondessero.
-A me- rispose subito Luna, battendo le nuove scarpe da ginnastica sul terreno.
Lanciò un’occhiata incoraggiante a Noctis, che si strinse nelle spalle, al massimo della sua capacità d’espressione.
-Bene. La carrozza dovrebbe arrivare a momenti- rispose Nolum, alzando lo sguardo verso la strada, mentre il vento riprendeva a soffiare.
-La carrozza?- chiese Luna -È una metafora?
-Più o meno- rispose l’altro, mentre un rombo familiare s’avvicinava sempre di più.
Luna si volse verso la fonte, notando una macchina nera che si avvicinava spedita, fino ad arrestarsi di fronte a loro. Nolum sorrideva, appoggiato al guardrail con un mano, gli occhi posati sui due passeggeri della Regalia.
Luna ebbe un moto di sorpresa scorgendo il guidatore: i capelli erano tirati indietro, raccolti sulla nuca in una serie di treccine; aveva una barba curata e corta, meno ispida di quella di Noctis; indossava un abito da combattente scuro, un abito da Kingsglaive, i guerrieri élite di Lucis.
-Nyx!- esclamò la ragazza.
-Lady Luna!- rispose quello, con occhi colmi di panico, per un breve istante -Siete morta anche voi?
-Sì- rispose lei, sorridendo rassicurante -Ma grazie ai suoi sforzi sono riuscita a lasciare Insomnia indenne, e ho completato la mia missione.
-Ah, bene- annuì lui, sollevato.
-Quindi, voi siete il principe Noctis, vero?- chiese poi, rivolgendosi a suo marito.
-Molto lieto, Nyx- rispose Noctis.
-Oh, lei è Crowe. È l’amica che il re aveva inviato a proteggerti- aggiunse poi il guerriero, indicando la compagnia, seduta al posto del passeggero. Era una donna matura, e portava i segni della guerra negli occhi, scavati e freddi. Anche lei indossava la divisa dei Kingsglaive, ma questa era rossa e nera, tipica degli incantatori; aveva i capelli scuri legati in una coda alta.
-Vostra maestà- rispose la donna, porgendole la mano. Luna la strinse con calore, annuendo grata.
-Miei signori, se volete accomodarvi- li richiamò Nolum, aprendo galantemente lo sportello posteriore, come un maggiordomo.
-Sarà un piacere scortarvi di nuovo, Lady Luna- disse Nyx, girandosi verso di lei e sorridendo.
-Come ai vecchi tempi- rispose la donna, accomodandosi.
Pochi attimi dopo, lo sportello si chiuse con un tonfo, e Luna vide Nolum accomodarsi affianco a suo marito, stretto nel posto centrale.
-Coraggio Noct, sei stato in posti peggiori- lo incoraggiò scherzosamente il ragazzo, mentre Nyx premeva sull’acceleratore, riprendendo la marcia.
-Non ho motivo di lamentarmi- rispose quello, chinandosi a darle un bacio, che lei ricambiò volentieri.
-Quindi, dove andiamo?- chiese Crowe.
-Oh, vediamo dove ci porta la strada- rispose Nolum, mentre Noctis lasciava le labbra di Luna, permettendole di riportare lo sguardo sull’orizzonte, notando che il sole stava calando.
-Esiste la notte qui?- chiese, sorpresa dell’evento.
-Beh, anche i morti hanno diritto di guardare le stelle, no?- scherzò Nyx.
-Ma così non vediamo dove andiamo- osservò Crowe.
-E allora dov’è il divertimento?- la sorprese Noctis -Sono anni che aspetto di passare una notte sotto le stelle senza paura di essere aggredito.
-Forse non sei invecchiato così male- osservò Nolum, facendo ridere tutti.
Poi cadde il silenzio, e Luna si fermò a rimirare il tramonto, che sembrava prossimo ad inghiottirli, proiettando una luce sempre più abbagliante a mano a mano che spariva all’orizzonte.

 


THE END

 

Nota dell'Autore: Sì, stavolta è finita davvero. Noctis è in pace, Luna è in pace, Nolum è in pace (che è la cosa importante), persino Nyx è in pace. E adesso spero lo siate anche voi.
Alla prossima. Ciao.

Daniele II: Sono sorpreso. Non hai fatto una delle tue solite bestialità. Sei stato… quasi generoso.

A: Beh grazie, amico.

DII: Non tirare troppo la corda adesso.

  
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