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Autore: Tsuki 96    18/01/2017    2 recensioni
Mary non solo non ha ancora trovato pace al suo animo travagliato da eventi passati e un posto a cui sentire di appartenere: Laito è impazzito e se inizialmente era riuscita a moderare la sua preoccupazione, dopo più di tre mesi di coma da parte del vampiro non sa più che pesci pigliare; e i fratelli non sono altro che insensibili scansafatiche.
Yui fa del suo meglio per rallegrarla e aiutarla, ma non sa che sotto lo sguardo pensieroso e ansioso della nuova amica si cela ancora quello spirito che non si arrende di fronte a nulla.
Mary infatti nutre ancora speranza, non si dà per vinta; ma i problemi non finiscono lì: altri avvenimenti stanno per accadere, e c'entrano quattro vampiri già incontrati mesi prima.
E incubi, fantasmi del passato non le danno tregua, continuando a torturarla nel profondo.
(NdA: Presenza di personaggi appartenenti al seguito del videogioco, Diabolik Lovers More Blood.)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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 Chapter 45

 

Aneki. Mia adorata sorella.

Mary aprì gli occhi sbattendo le palpebre ripetutamente, ciascuna volta vedendo l’ambiente circostante passare gradualmente dal buio totale al bianco accecante; si accorse di essere stesa su una superficie palpabile, ricoperta da una bassissimo banco di nebbia, piacevolmente fresca, e sollevò il busto con cautela, guardandosi intorno: non v’era nulla se non quell’infinta distesa di candore, i contorni definiti solo da una gradazione sul grigio chiaro.

Nulla, ma qualcuno c’era: poco distante da lei, intravide la figura del fratello, e un impeto di gioia, mista a tristezza ed euforia, la spinse ad alzarsi e a corrergli incontro, abbracciandolo di slancio; Mark avvolse a sua volta le braccia intorno al corpo più sottile della sorella, baciandole la testa e trattenendo a stento le lacrime di sollievo.

- Aneki… pensavo di averti perso per sempre… - sussurrò con voce strozzata, gli occhi vitrei persi nel vuoto.

Mary scosse la testa.

- No che non mi hai perso…! Non mi perderai mai – ribatté intensificando la morsa, incapace di aggiungere qualcosa di sensato.

Una voce li fece sobbalzare di sorpresa e voltare verso la fonte di provenienza: una donna dai neri capelli mossi, lunghi fino quasi a sfiorare il suolo, li osservava con uno sguardo tanto dolce quanto malinconico, un velo di amarezza a coprire l’azzurro degli occhi stanchi e vecchi, nonostante l’apparente aspetto giovane; indossava più strati di indumenti, delle tuniche di colori neutri, che risaltavano il luminoso verde della collana di perle di giada.

- Mi fa piacere che, finalmente, una coppia di gemelli sia rimasta unita - dichiarò, enigmatica.

I due ibridi la scrutarono un po’ diffidenti, un po’ timorosi, tenendosi per mano e molto vicini, come per cercare la sicurezza l’uno nell’altra; la sconosciuta si lasciò sfuggire una breve risata intenerita e tese loro una mano.

- State tranquilli, non vi farò del male. Al massimo potrei influenzarvi con tutta la tristezza che pesa su di me da innumerevoli anni, ma forse avete anche voi sofferto abbastanza da esserci abituati – disse con un sorriso mesto, cercando di sdrammatizzare.

- Voi siete… - mormorò Mary, ispirata dall’intuito.

- Izanami – concluse Mark a sua volta.

La donna annuì con un lento gesto della testa, assumendo un’espressione quasi sconfortata da quella considerazione; come se non avesse mai desiderato essere chi era.

Sospirò.

- Il mio povero fratello Izanagi… quando morì, come ben sapete, a causa dell’odio, della rabbia, della vendetta e di qualsiasi altra emozione negativa, risvegliai il mio potere… il quale aveva la capacità di “azzerare” tutte le circostanze presenti nei miei dintorni, e forse estendendosi a territori ancor più lontani. Tuttavia… - sospirò, facendo qualche passo alla sua destra e tenendo il viso basso – Tanti, se non tutti, hanno frainteso questo potere. Il significato, come attuarlo e, soprattutto, quali sono i reali effetti, le vere conseguenze, che porta seco.

I gemelli, taciturni, si scambiarono uno sguardo d’intesa.

- Nel senso che si è stati soliti pensare che questo “azzerare” implicasse davvero un “ritornare alle origini” e quindi un “rifare tutto da capo”? – suggerì abbastanza certa la mezza strega.

Izanami le rivolse un sorriso soddisfatto e annuì, dicendo che avesse c’entrato in pieno la questione.

- Quindi tanti ne hanno approfittato… sono diventati avidi e superbi… - bisbigliò Mark, ricordando la prima frase che la donna aveva rivolto loro: “Mi fa piacere che, finalmente, una coppia di gemelli sia rimasta unita”.

- E stolti – aggiunse la donna, gli occhi persi nel vuoto, ricordando il fato a cui erano andati incontro quelle poche coppie di gemelli ibridi che, nascendo una volta ogni centennio circa, erano stati potenziali Izanami e Izanagi – Sapendo cosa successe a me, molti tentarono di risvegliare i presunti poteri nello stesso modo: uccidevano il proprio fratello, o sorella. Come potevano, però, cuori così freddi e duri da attuare il fratricidio, provare lo stesso immenso dolore della mia perdita? Certamente non bastava neanche la minima e sincera sensazione di amarezza.

- Tanto avrebbe prevalso il “ma era necessario” – aggiunse il mezzo mago, stringendo la mano della sorella; non riusciva a immedesimarsi in quelle persone, tanto la amava: non avrebbe mai potuto commettere lo stesso crimine per un fine così futile.

Tali e quali erano i pensieri della gemella, la quale teneva il capo chino, dispiaciuta dall’apprendere quelle avvenimenti passati e allo stesso tempo indignata dalla follia di quegli individui.

- Così ne erano convinti – sospirò Izanami, per poi rivolgere uno sguardo luminoso e sollevato verso Mary – Ma tu, mia cara, hai rifiutato questa posizione fin dall’inizio… o meglio, hai colto ciò che era davvero più importante, hai pensato solo a ciò che ritenevi più essenziale: i tuoi valori, la tua vita e quella di chi ti sta intorno.

La donna li raggiunse e posò le mani sulle loro congiunte, mentre delle lacrime le scivolavano sul volto. Spiegò loro che, nonostante Mary fosse rimasta priva di energie, il suo desiderio che le cose ritornassero alla loro normalità, di rivedere i propri cari al sicuro e di ritornare alla routine di tutti i giorni, aveva avuto il sopravvento, permettendole di sprigionare quel potere; la drammatica situazione in cui erano precipitati si sarebbe risolta: i nemici sarebbero ritornati nei rispettivi territori, le dimensioni avrebbero riacquisito il loro equilibrio e la maledizione del Drago sarebbe stata annullata.

Mark formulò una domanda mentalmente, mordendosi le labbra per evitare di azzardarsi a porla, tanto era impossibile; Izanami gli rivolse uno sguardo compassionevole e scosse la testa: chi era morto non poteva essere riportato in vita. Il giovane pensò a Morten, trattenendo le lacrime e dandosi dello stupido con un sorriso abbozzato, vergognandosi di quella vana speranza.

- È ora di tornare a casa. Che Dio vi assista, sempre. E… grazie.

Il suo corpo cominciò a emettere una fioca luce che andò intensificandosi sempre di più, fino ad abbagliare la mezza strega; persino il gemello percepì tramite i suoi occhi spenti un lievissimo chiarore, appena distinto.

Calarono di nuovo nel buio, perdendo i sensi.

 

Zitti, lasciatemi dormire…

Aneki, dai, sono tutti preoccupati!

No… ti rendi conto di quante ne ho passate, Aniki? Avrei bisogno di un mese intero di riposo per riprendermi da tutti questi traumi…

Pensa alla povera Izanami che è rimasta sola tutto questo tempo, in attesa di noi, senza il suo caro fratello. Vuole vederci continuare a vivere. Amata sorella… Svegliati!

- Mary, svegliati!

Finalmente la giovane aprì gli occhi lentamente, guardando i lineamenti sfocati del viso chino su di lei, ma abbastanza nitidi da rivelarle l’espressione esasperata e ansiosa di Shuu, una volta che ne riconobbe l’oceano degli occhi; si sentiva il corpo tutto intorpidito, la schiena sofferente e le punta delle dita molto, molto fredde.

Il vampiro strozzò un sospiro di sollievo per stringerla forte tra le propria braccia, contro il petto, nascondendo il viso nel suo collo e mormorando che forse allora i miracoli esistevano davvero.

- Idiota… mica ti lascio solo, ormai… - bisbigliò debolmente la ragazza, abbozzando un sorriso e tentando inutilmente di pizzicarlo; i muscoli non rispondevano ai suoi comandi, ancora troppo stanchi.

Con la coda dell’occhio, finalmente Mary si rese conto del viso lacrimante di gioia di Yui, poco distante, sorretta dalle braccia possessive di Ayato che alzava gli occhi al cielo nel vedere il fratello maggiore così schifosamente emotivo (come se a lui stesso non fosse venuto un infarto nel vedere la fidanzata priva di sensi!); dall’altro lato vide la figura di Ruki che dava loro le spalle, lo sguardo rivolto in direzione di qualcosa che lei ancora non poteva vedere.

Roteò gli occhi per osservare i dintorni: neve; tutto il prato, gli alberi e i cespugli erano ricoperti di neve bianca, pura, e l’acqua del lago dove si erano immersi si era ghiacciata almeno in superficie. Le creature dal muso felino e prive di zampe inferiori la osservavano da dietro i mucchietti candidi e soffici, curiose e pacifiche; il sole si stava alzando nel cielo limpido e rosato dalla sua luce, presto azzurro, qualche uccellino cinguettò, un vento gelido ma leggero le accarezzò le guance, gli echi lontanissimi delle voci dei compagni che erano rimasti nei pressi del rifugio arrivarono alle sue orecchie piene di positività: tutto era tornato nella tranquillità.

L’attacco era finito, i nemici allontanati; le sofferenze sarebbero persistite, ma si sarebbero affrontate con cuore forte e mente serena.

Mary sospirò e sentì gli occhi inumidirsi, prima di venir tirata su delicatamente dal bel biondo; ritrovando a fatica l’equilibrio sui propri piedi e rifiutando di venir presa in braccio con disappunto da parte del marito, la mezza strega vide finalmente cosa Ruki aveva fissato fino a quel momento: la madre era seduta sulla riva del lago e stringeva tra le mani il mantello di Karlheinz.

Da quella posizione, nessuno di loro poteva vedere il viso della Signora di Vetro; ma non era difficile per loro immaginare che stesse pensando al defunto Re dei Vampiri e riflettendo ancora sul loro passato.

Mary zoppicò, facendosi aiutare da Shuu, verso la figura materna, osservata da Ruki con occhi malinconici e pensierosi; si accucciò accanto a lei e posò la mano su quella bianca del genitore, attirando la sua attenzione: madre e figlia si scambiarono uno sguardo d’intesa, triste e dolce.

 

Coloro che erano usciti dalla battaglia indenni o non troppo ammaccati aiutarono a trasportare i meno fortunati o all’ospedale dall’altro capo dell’isola, per chi aveva conseguito le ferite più gravi, o a quello locale, per tutti gli altri, essendo più piccolo e avendo meno risorse adatte per particolari tipi di intervento.

Rose fu subito portata in una torre lontana dove venir rinchiusa forse per sempre, condannandola alla pena di lunghi e forse eterni anni di torturante noia; se non fosse stato per Reiji che aveva bisogno della presenza di tutti i fratelli per discutere di una cosa importante, Kanato probabilmente l’avrebbe seguita.

Forse, lo avrebbe fatto in futuro

La Signora di Vetro, seppur spossata, il signor Flyer con i capelli che sembravano una scopa e il signor Ari che doveva far affidamento a una stampella per accompagnare la gamba fratturata (oltre al gesso intorno al braccio) vennero immediatamente convocati dalle figure governanti dell’isola, per cui si assentarono momentaneamente dalla città dei giovani mentre questi, con l’aiuto di alcuni adulti giunti dall’altra, curavano i propri feriti e provvedevano a riparare il resto dei danni arrecati, nonostante alcuni edifici fossero già stati ristrutturati in parte dal potere di Izanami.

La prima cosa che accadde a Mary, mettendo piede nella struttura ospedaliera per accertare le sue condizioni di salute, fu di essere travolta da un gruppetto di persone, o più precisamente ragazze: Isa le era saltata al collo, portandola a terra con astio da parte di Shuu e ignorando il consiglio di Subaru, anch’esso contrario, sia perché alla stessa streghetta era stato raccomandato di evitare movimenti bruschi dalla dottoressa Elena, sia perché la povera mezza strega aveva perso i sensi brevemente per l’improvviso impatto contro il pavimento; agitata, Anna l’aveva scossa per le spalle, non aspettandosi che sarebbe svenuta così facilmente, prima di venir recuperata da Yuuma (il quale aveva evitato lo sguardo inquisitorio di Ruki sul proprio braccio bendato); Finn era rimasta sopra di lei, osservandola silenziosa in attesa che si ridestasse, non facendo caso all’ennesimo sguardo seccato di Shuu; solo Claire riuscì a persuaderla ad alzarsi e aiutò il biondo a sollevare l’amica, ciascuno sorreggendola da un lato.

Laito aveva assistito con gran divertimento alla scena, prendendo in giro la mezza demone che si sarebbe aspettato più da lei un comportamento come quello di Isa, in una situazione simile; nel frattempo Kou e Azusa si erano avvicinati a Ruki, sorprendendolo con tutte le loro domande preoccupate e celò a malapena la leggera commozione che gli avevano suscitato, fingendosi tosto e dicendo che non era successo nulla di che.

Un secondo dopo aveva assunto un’espressione grave, pensando che sarebbe stato difficile rivelare loro che il padre adottivo fosse morto… ma non ci sarebbe voluto molto, perché Reiji l’avrebbe dichiarato più tardi. Essendo purosangue e diretti discendenti di Karlheinz, i figli che non avevano visto la sua morte avevano comunque percepito il suo decesso.

Mary venne portata nella stessa stanza di Mark e tutti gli altri dimessi o portati in pronto soccorso per degli accertamenti più generali; solo Shuu avrebbe potuto rimanere e attese all’esterno la fine della visita, in compagnia della seconda sorella maggiore di Anna, Angela, in un imbarazzante silenzio in mezzo al via vai di infermieri, pazienti, passanti e dottori.

Quando Elena uscì e diede loro il permesso di entrare, non riuscirono ad avvicinarsi di un solo centimetro alla porta che Theo era già sfrecciato all’interno per vedere i migliori amici: il ragazzo si era gettato sull’uno abbracciandolo stretto al collo, quasi rendendolo pure muto per la troppa forza; simile fato toccò all’altra che aveva preparato come scudo un misero quadernetto di fronte al proprio viso, accorgimento che divertì molto il vampiro e l’altra strega che intanto si era seduta sul bordo del letto di Mark.

- Ok, Theo, basta così – fece Mary con voce strozzata, cercando di scrollarsi di dosso quella sorta d’ameba affettuosa; il mago lasciò la presa con un sorriso imbronciato e si accomodò sull’unica sedia presente in stanza, mentre Shuu si sdraiava direttamente accanto alla moglie, senza fare caso al suo sopracciglio inarcato.

- Dunque! – esclamò Theo, rivolgendo uno sguardo a ciascuno dei presenti, a parte il vampiro che si era accucciato comodamente per fare una dormitina, godendosi le carezze sui capelli da parte della ragazza – Cosa succederà ora?

Tutti tacquero in un primo momento ed Ellen fu la prima a rompere il ghiaccio.

- Si torna alle nostre attività quotidiane, no? Senza sottovalutare la possibilità di eventuali complicazioni in futuro, ovviamente – considerò saggiamente, per poi dare un’occhiata al biondo, stringendo la mano di Mark che era andata a posarsi sulla sua -  Per quanto riguarda i Sakamaki e Mukami, sarà necessario consultare Kalheinz-sama…

- Non è più con noi – la interruppe prontamente Mary, inespressiva.

- Pazienza, aspetteremo che tor-…

- No, Ellen-san, non mi sono spiegata bene o non hai capito: intendo dire che è morto.

Calò nuovamente il silenzio; Ellen aveva spalancato gli occhi sbigottita e Theo aveva la bocca leggermente aperta per lo stupore.

- Ma – si riprese la sorella di Anna – chi diventerà il nuovo Re dei Vampiri, allora…?

Shuu aprì gli occhi, fissando l’azzurrino chiaro delle lenzuola che avvolgevano il corpo della moglie, e fece un respiro profondo, consapevole che di lì a poco Reiji sarebbe venuto a chiamarlo proprio per riunirsi con gli altri fratelli e discutere di quella questione; dal momento che lui ed Ayato avevano sconfitto il padre contemporaneamente, la legge “Il trono spetta al figlio maggio” non era più valida.

Sbuffò seccato e si alzò sotto gli occhi preoccupati di Mary, uscendo dalla stanza con malavoglia e dirigendosi dai fratelli; immaginò le loro facce sconvolte, soprattutto quella di Reiji, nel vederlo arrivare di sua spontanea volontà, senza essere stato nemmeno chiamato: si lasciò sfuggire una risata sardonica e uscì dall’ospedale, trovandoli a qualche metro di distanza dall’ingresso, con i piedi affondati nella neve morbida.

Ayato sedeva su una panchina con Yui sulle ginocchia, stringendola a sé pensieroso, mentre questa tentava di ignorare gli sguardi dei curiosi, imbarazzata; Kanato sedeva su un muretto, dondolando le gambe e sembrava quasi lo stesse facendo apposta per dare una pedata dritta in faccia a Laito, il quale lo evitava lamentandosi di affrettare la discussione dato che aveva un appuntamento con Claire nella stanza di Isa, ricoverata per un improvviso incremento di pressione; Subaru guardò scocciato il fratello con gli occhiali che lo stava incaricando di andare a chiamare il primogenito.

E, come previsto, con loro grande sorpresa (e shock da parte di Reiji) Shuu in persona si presentò di fronte a loro.

Ripresosi dallo stato di sconcertamento, il secondogenito si schiarì la voce e si sistemò gli occhiali sul naso.

- Oh, questa è un evento assai raro e singolare. Andrebbe segnato sul calendario – commentò ironico – Immagino che tu abbia capito l’importanza di questa situazione, nonostante tutti i tuoi difetti.

Shuu roteò gli occhi al cielo.

- Prima chiariamo, prima finiamo, e io posso tornare a dormire – a queste parole fu il turno dell’altro di alzare gli occhi esasperatamente.

- Sei sicuro che avrai ancora tempo per i pisolini, Shuu~? Mi sembra alquanto probabile che tocchi a te… e francamente meglio così, io non voglio averci nulla a che fare~ - disse Laito, sistemandosi i capelli con fare melodrammatico.

- Come vi ho già detto, abbiamo ammazzato il vecchio allo stesso tempo – sbottò Ayato, facendo sobbalzare Yui per lo spavento, non aspettandosi quell’improvviso intervento.

Il biondo lo scrutò attentamente e mormorò che gli sembrasse alquanto di cattivo umore.

- Per quanto Ore-sama sia perfetto per questo ruolo, visto che sono il migliore senza dubbio, non ho…! – il vampiro dai capelli rossastri si morse le labbra e ringhiò irritato.

- Ah, posso capirti, fratellino: non hai voglia di addossarti questo peso, vero, fufu~ Non ti biasimo! - continuò per lui il gemello, guadagnandosi un’occhiata gelida da parte dell’interessato.

Tutti e sei i fratelli sapevano benissimo che diventare Re dei Vampiri avrebbe implicato mille e più responsabilità; chi avrebbe avuto l’intenzione di occuparsi di tutto questo, dopo che avevano passato tutta la loro esistenza o a sopportare le madri problematiche o (la maggior parte di loro) a far niente?

- Rassegnati, Shuu: a te le redini del regno~! – asserì teatralmente Laito, fingendo un inchino galante come se si trovasse di fronte a una figura regale.

Subaru taceva, con le braccia incrociate sul petto e borbottando che non vedesse l’ora di venir congedato; Ayato teneva la fronte corrugata, combattuto fra il desiderio di far vedere a tutti il Grande Se Stesso che avrebbe governato e l’istinto di condurre una vita più tranquilla (dopotutto aveva già Yui; sinceramente, non aveva più bisogno di nulla, se non di tranquillità); Kanato sembrava avere tutt’altro per la testa, tanto che persino Teddy penzolava dalla stretta delle sue mani in malo modo; Laito spostava lo sguardo dall’uno all’altro in attesa che fosse dichiarato il verdetto finale, con un sorriso abbastanza idiota in faccia; Reiji fissava da dietro le lenti il fratello maggiore con un’espressione indecifrabile, quasi fosse preoccupato o ansioso per qualche oscuro motivo; Shuu ricambiava lo sguardo inespressivo, riflettendo.

Yui attese pazientemente, ringraziando Dio che non si fossero linciati a vicenda: si sarebbe aspettata una cosa simile, ma molto probabilmente erano tutti davvero stanchi, tra il loro passato e gli avvenimenti recenti; era ora che meritassero persino loro un po’ di pace.

Infine, Shuu sospirò, massaggiandosi il collo.

- Reiji, fai tu. Siete tutti congedati, buonanotte – disse frettolosamente, voltando le spalle per avviarsi prontamente dalla moglie e sdraiarsi sul suo lettino (mai avrebbe pensato che i lettini dell’ospedale potessero essere comodi).

Il vampiro in questione sbatté le palpebre colto alla sprovvista, dopo un brevissimo silenzio in cui gli altri erano rimasti a bocca aperta; trasalì e raggiunse il fratello per afferrargli la spalla e fermarlo, risentito e allo stesso tempo perplesso.

- Fuggi ancora dai tuoi doveri, scansafatiche che non sei altro?!

- Oh Reiji, andiamo, non c’è niente di cui stupirsi – ribatté seccato il biondo, girandosi a faccia a faccia e lasciandolo un po’ stupito per l’espressione determinata che sfoggiava –Lo sanno tutti che non mi sono mai impegnato veramente per questo ruolo, non mi ha mai interessato e mai mi interesserà. Tu sei più portato. Buonanotte.

Cercò nuovamente di allontanarsi, ma grugnì nel sentirsi trattenuto di nuovo per il braccio.

- Non usare scuse, Shuu! Per una buona volta nella tua vita, affronta le tue responsab-…

- Tu hai studiato, tu ti sei dato da fare per tutta la vita – tagliò corto il biondo, dimenandosi dalla sua presa e alzando il tono della voce, avendo raggiunto il limite della tolleranza – Per una buona volta nella tua vita, renditi conto che qualcuno ha notato e apprezzato i tuoi sforzi!

Reiji s’irrigidì, colpito da quelle parole.

- Tu meriti questo incarico, Reiji – sospirò Shuu, scompigliandosi i capelli in un gesto spazientito e guardandolo dritto negli occhi – Hai tutto quello che ti serve: le conoscenze, la forza, l’intelligenza, il senso dell’ordine e della disciplina… e già ti immagino a letto con quella tipa lì, Lina? Lila? Lini? Lilly? Boh, che è una vampira purosangue e persino imparentata con noi! Tutto è perfetto: sei tu il nuovo Re dei Vampiri, punto.

Sfortunatamente per il biondo che si sentiva la gola indolenzita da tutto quel parlare (che faticaccia!), il fratello minore aprì di nuovo la bocca, leggermente rosso in volto sia per l’imbarazzo che per l’indignazione a causa dell’accenno a Lily.

- Ok, sono io il nuovo Re dei Vampiri – lo interruppe appena in tempo, confondendo le idee a tutti per un momento, per poi alzare improvvisamente la voce e attirare la voce di presenti e passanti che si fermarono, assistendo come testimoni alla scena - E oggi stesso io, Shuu Sakamaki, Re dei Vampiri, abdico al trono in favore di mio fratello Reiji Sakamaki, nuovo Re dei Vampiri!

Il silenzio calò, lasciando chi esterrefatto e chi meravigliato; il vampiro con gli occhiali era immobile come una statua, attonito e incapace di aggiungere altri pareri contrari.

- Finalmente! – esclamò Shuu, ritornando sui propri passi verso l’interno dell’ospedale, da una finestra del quale si era affacciata la moglie, incuriosita dalle voci che aveva sentito provenire da fuori, che gli stava sorridendo divertita – Buonanotte!

 

- Ehi, vampirastro, mi sembri crucciato – commentò Anna, appena uscita dalla stanza dove la sorella Angela riposava per recuperare le energie spese durante la difesa del rifugio, anche se non avrebbe affatto riposato visto che le sorelline Lucy e Michaela la stavano tartassando di chiacchiere (soprattutto la prima in merito alla sua cotta per Kou).

Yuuma le rivolse uno sguardo accigliato e brontolò:

- Non sono affari tuoi, biondona.

La strega gli diede uno schiaffo intesta, facendolo alzare con uno scatto di rabbia.

- Datti una calmata, orso bruno! Sono solo in pensiero per te! Sembri davvero giù di morale! – si tappò la bocca non appena si rese conto di quanto aveva ammesso, arrossendo violentemente.

Il vampiro sgranò gli occhi prima di sogghignare e posare le mani sui fianchi della ragazza, guardandola maliziosamente dall’alto.

- Non c’è bisogno di tanti giri di parole per dirmi che ti interesso, eh – ridacchiò, afferrandole il mento tra le dita e facendo scendere l’altra mano un po’ troppo in basso

- La-LASCIAMI, PORCONE! - Anna gli sferrò una ginocchiata in una zona un bel po’ delicata e si allontanò, borbottando insulti e imprecazioni nei confronti del vampiro che si era sì piegato in due dal dolore, ma rideva di gusto, visto che il rossore sulle guance della ragazza si era accentuato di più.

- Era proprio necessario fare tutto questo baccano? – udì la voce di Ruki provenirgli da dietro le spalle, mentre si alzava e si riaccomodava sulla panchina.

- Suvvia Ruki, non dirmi che non faresti anche tu così – sghignazzò il gigante, ignorando i commenti sarcastici di Kou ch’era appena giunto insieme ad Azusa, sedendosi ciascuno al suo fianco.

Il fratello più grande scosse la testa, disapprovando il suo comportamento, senza però negare quanto aveva detto.

- Ruki… - lo chiamò Azusa, rivolgendogli un’espressione mesta, mentre gli altri due cominciavano di nuovo a litigare, causando qualche rimprovero da parte di un infermiere di passaggio che intimò loro il silenzio; dopotutto era già sera tardi e tanti si erano coricati a letto prima, esausti – Come faremo ora…?

Sentendolo, i due smisero immediatamente di battibeccare e tacquero, chinando il capo verso il pavimento: il maggiore li aveva già avvisati della morte di Karlheinz, loro tutore e padre adottivo; erano riusciti, dopo una breve reazione scioccata, ad accantonare la notizia fino a quel momento, dedicandosi a visitare chi era ricoverato, a chiacchierare con le streghe o scherzare con Mark, a prendere in giro Subaru (Kou, insomma!), ad applaudire Shuu per la scenata fatta nel cortile dell’ospedale  (Yuuma, anche tu!), a sbaciucchiarsi nel sottoscala con la fidanzatina (Azusa…?!); tuttavia, con quelle semplici tre parole avevano ceduto all’amarezza.

- Non sono sempre stato d’accordo con alcuni suoi “colpi di genio”, però… - bofonchiò Yuuma, tenendo la mano contro il viso, il braccio poggiato sulla gamba e l’altro penzoloni.

- Ci aveva salvato… non pensavo che sarebbe morto così… non l’abbiamo neanche salutato… o ringraziato abbastanza… - sussurrò con voce strozzata Kou, torturandosi le dita e tenendo gli occhi fissi a terra, umidi.

- Ruki… ora che non c’è più… siamo ancora una famiglia…? – chiese Azusa.

Ruki spalancò gli occhi e lo guardò sconcertato, stupendosi della propria reazione.

- Certo che lo siamo! Rimarremo per sempre fratelli! – esclamò, stringendo i pugni.

- Ma… non abbiamo più un padre... o comunque un tutore…

- Non che ci serva un tutore, Azusa – ribatté Yuuma, seppur non si sentisse molto convinto – Siamo abbastanza grandi per gestirci da soli… forse possiamo stare qui e pure lavorare, così ci guadagniamo da vivere e ci sistemiamo in modo decente.

- Sempre ammesso che possiamo restare - disse Kou, abbattuto e pessimista – Eravamo venuti qui su richiesta di Karlheinz, per rifugiarci temporaneamente a causa di quel gruppo di cacciatori.

Yuuma lo guardò male, sbottando che fossero troppo negativi; eppure anche lui, come Ruki, si sentiva molto insicuro: possibile che con la morte di Karlheinz si sentissero così persi? Avevano il brutto presentimento che sarebbero stati abbandonati, gettati via; nonostante Azusa avesse legato sentimentalmente con Finn e Yuuma avesse trovato un lontano parente (e la futura compagna, quasi certamente), pensieri nefasti suggerivano loro che sarebbero rimasti soli, di nuovo, al mondo.

Nessuno vicino, solo loro quattro a sostenersi a vicenda; la sensazione ricordava troppo la loro esperienza in orfanatrofio, dove avevano avuto tutti contro.

- Ehi, ehi, che succede qui? Abbassate la voce, state disturbando al quiete – una voce bassa e profonda irruppe nella loro conversazione; si voltarono verso il signor Flyer che si stava avvicinando a loro, l’andamento un po’ strascicato e il viso molto stanco.

Almeno si era pettinato i capelli in una coda abbastanza ordinata, probabilmente su indicazione della moglie al fine di aver un aspetto accettabile con cui presentarsi.

- Signor Flyer – Ruki lo salutò con un rispettoso cenno del capo e sintetizzò in modo distaccato – Stiamo pianificando cosa fare, ora che è deceduto Karlheinz-sama, nostro padre adottivo e tutore.

- Beh – disse semplicemente l’uomo, facendo spallucce – Verrete a vivere da noi, no?

I quattro fratelli lo fissarono in silenzio per qualche secondo, per poi assumere delle espressioni confuse: Kou boccheggiava, incapace di dire qualcosa, Azusa aveva inclinato la testa interrogativo, Yuuma strizzava gli occhi cercando di capire se intendeva davvero quello che aveva appena riferito, Ruki si sentì travolgere da domande e dubbi.

- Come, prego? – il maggiore sgranò gli occhi, scuotendo la testa – Ma siamo degli estranei, l’ultima volta eravamo solo ospiti, adesso si parla di un periodo più lungo, non possiamo…

- Ruki-kun, quando parli troppo tendi a essere troppo precipitoso e irragionevole – la voce divertita e cristallina della Signora di Vetro giunse alle loro orecchie come un suono confortante e ben promettente; la donna comparve accanto al marito, prendendolo a braccetto e accarezzandogli la mano, mentre esaminava i volti dei vampiri con i suoi dolci occhi color acquamarina, il sorriso rifiorito sulle sue labbra.

Il signor Flyer brontolò qualcosa a bassa voce e spiegò, guardando Yuuma.

- Questo giovanotto è mio parente; quindi legalmente può benissimo vivere da noi. Ora, non siete registrati tutti e quattro come fratelli? Sì? Allora automaticamente diventate anche voialtri – puntò gli occhi su Ruki, Kou e Azusa, uno per volta – nostri parenti. Fine della storia; benvenuti nella famiglia Flyer.

- Mi registrerò come vostra nuova tutrice, per maggior sicurezza – sorrise Eva, per poi tendere la mano verso di loro – Torniamo a casa, miei cari?

I fratelli Mukami tacquero: Ruki per un attimo rammentò la madre che l’aveva lasciato solo e tradito con la sua fuga, Azusa quella che non aveva mai conosciuto, Kou quella che l’aveva abbandonato per qualche motivo che non avrebbe mai scoperto, Yuuma quella che la sua memoria aveva cancellato forse per sempre; tutti e quattro osservarono quella mano candida e morbida alzata nella loro direzione, materna.

Solo per loro.

Si scambiarono degli sguardi d’intesa e sorrisero, chi trattenendo un’insolita commozione, come Kou e Yuuma, chi un’impensata gioia, come Ruki, e chi la tentazione di chiedere se avrebbe potuto continuare a tagliarsi, come Azusa ovviamente.

 

Mary aprì gli occhi nel buio della stanza condivisa con il gemello; solo la luce debole proveniente dal corridoio attraverso la piccola vetrata della porta illuminava i lineamenti del fratello dormiente e i tratti dei mobili, ma non ne avrebbe avuto bisogno per rendersi conto che accanto a lei non c’era più Shuu, ben ricordando che si era addormentato sfacciatamente abbracciato a lei.

Si alzò, evitando di indossare le ciabatte per ridurre la possibilità di fare tanto rumore, e in punta di piedi uscì dalla stanza, maledicendo i cigolii provocati dalla porta quando l’aveva aperta, pur avendola fatta scorrere il più delicatamente possibile; indossava delle calze abbastanza spesse, tuttavia percepì il pavimento gelido causarle proteste da parte dei piedini, ignorandole.

Perlustrò i corridoi più vicini, curiosando in quelle poche stanze vuote o rimaste a porta aperta, senza disturbare chi vi riposava all’interno; dubitava che Shuu sarebbe andato a dormire in altre camere, ma da un vampiro come lui ci si poteva aspettare di tutto.

Scesa nell’atrio, chiese a qualche infermiera del turno della notte se avesse visto il vampiro aggirarsi per l’edificio: sembrò quasi che fosse svanito nel nulla; sospirando, si sedette su una panchina gonfiando le braccia e guardò l’orologio appeso a una parete, notando che fosse quasi mezzanotte e considerando che avesse dormito solo un paio d’ore.

- Izana-…

Mary sobbalzò sul posto, rabbrividendo nell’udire quelle sole tre sillabe, ma si rallegrò subito nel sentire la voce di Kou rimproverare il fratello, dopo avergli tappato la bocca, e dirgli che quel nome fosse un tabù.

- La nostra cara amica ora si chiama Mary~ Ma io continuerò a chiamarla Neko-chan, ehehe~ - il biondo la raggiunse saltellando per sedersi accanto a lei, con il braccio intorno alle sue spalle.

- Koucchi, mi sono sempre chiamata Mary – rise la mezza strega, dandogli una leggera gomitata al fianco, spiritosamente.

- Dettagli, paffutella, dettagli – sghignazzò Yuuma scompigliandole i capelli, rimanendo in piedi mentre Azusa occupava il posto vicino a lei dall’altro lato.

Ruki rimase un po’ in disparte, osservandoli chiacchierare e ridere, sereno; Mary fu molto lieta di ricevere la notizia che la famiglia si sarebbe allargata: era molto affezionata ai fratelli Mukami, perciò sapere che avrebbero abitato nella casa dei genitori le fece davvero piacere.

Discussero come avrebbero potuto definirsi in termini familiari: era la tris-e-qualcosa nipote di Yuuma, ma sembrava troppo strano; mentre ragionava con Kou che avrebbero potuto semplicemente ritenersi fratelli; Ruki li richiamò, avvisandoli che fosse ora di tornare nella nuova casa, avendo promesso alla Signora di Vetro che sarebbero rientrati entro la mezzanotte e mezza, il tempo per far dare un’ultima occhiata al braccio del gigante, rimasto ferito a causa di un demone.

- Ehi, paffutella, torna a letto ch’è tardi – la baciò sulla fronte, cogliendola di sorpresa, e ridacchiò, uscendo dall’ingresso della struttura sanitaria.

Lo seguì Azusa, dopo averle scoccato a sua volta un timido bacio sulla guancia con l’augurio della buonanotte e non prima di averle riferito di aver visto Shuu sul terrazzo dell’ospedale e che probabilmente si trovasse ancora lì; anche Kou non mancò di esprimere la sua manifestazione d’affetto, baciandole gli occhi e confessandole che a casa sarebbe andato a curiosare nella sua stanza.

- Se è per leggere qualche libro, va bene – rise Mary, strofinandosi gli occhi per fingersi disgustata.

- Eeeeh, cattiva, con Yuuma-kun ad Azusa-kun non hai fatto così! Comunque non credo proprio, odio leggere – ribatté alzandosi dalla panchina l’altro, con aria di superiorità; prima di procedere si fermò - … forse.

Nell’atrio rimasero solo lei e Ruki: le infermiere del turno di notte erano andate a fare un giro di ispezione; Mary si alzò e si avvicinò al vampiro, massaggiandosi il braccio e tenendo la testa bassa.

- Non riuscirai mai più a sentirti a tuo agio con me, vero? – pronunciò il ragazzo con tono un po’ gelido, facendola rabbrividire e assumere una smorfia rattristata; eppure, quando ella alzò il volto verso di lui, incontrò un paio d’occhi pieni d’amore e si sentì stringere il cuore di sconforto.

- Ki-kun… - mormorò con voce strozzata dall’amarezza e sussultò nel venir abbracciata improvvisamente.

- Stai tranquilla. Ti amerò sempre. Ti proteggerò sempre. Solo… da lontano. Rispetto i tuoi sentimenti, sebbene a malincuore – disse Ruki, sentendosi la voce incrinare alle ultime parole.

Mary tacque, incapace di rispondere, e si diede della codarda, perché tale era davvero.

Ruki intensificò la stretta brevemente, prima di baciarle l’orecchio con un rapido gesto, tanto da procurarle il solito fastidioso schiocco.

- AH! Ki-kun! Dà fastidio, diamine! – si allontanò bruscamente la mezza strega, tamponandosi con la mano l’orecchio, rossissima in volto; guardò Ruki coprirsi la bocca con la mano, trattenendosi dallo scoppiare a ridere, nonostante le spalle tremanti lo tradissero, e le voltò le spalle, avviandosi verso l’uscio.

- Buonanotte, Mary.

La giovane lo fissò sparire nel buio dell’esterno, malinconica, per poi sobbalzare e lanciare un grido spaventato nel sentirsi soffiare nell’orecchio.

- Fufu~ - il vampiro le sistemò sulle spalle un giaccone pesante.

- Laito! Anche tu, insomma! – fece a bassa voce, irritata e poi sorridendo.

I due si scambiarono un abbraccio.

- Cuginetta mia~ Voglio essere sicuro che i nostri figli faranno amicizia, d’accordo~? Se magari un mio maschietto si spossasse con una tua femminuccia sarebbe l’ideale, sì~ - suggerì ridendo Laito con un braccio intorno alle sue spalle, mentre s’incamminavano in direzione del terrazzo come proposto da lei, per raggiungere Shuu.

- Ma dai, Laito, già pensi a questo?! Sei troppo avanti! – ridacchiò Mary, dandogli qualche pacca sulla schiena.

- Mh, hm – scosse la testa il vampiro dagli occhi di smeraldo – Ti assicuro che riesco già a prevedere quanti figli avremo, tutti noi intendo, quante femmine, quanti maschi, e chi si sposerà con chi~. E ora… prego, mia cara Micchan!

Laito le fece un galante inchino, tenendola per una mano mentre con l’altro braccio le apriva la porta che dava sul terrazzo, tenendolo per invitarla ad uscire; la ragazza lo guardò un attimo in silenzio, con un tenero sorriso sulle labbra.

- Ti voglio bene, Laito – disse di punto in bianco, gli occhi lucidi.

Il ragazzo sbatté le palpebre, per poi abbozzare un sorriso ch’era una via di mezzo tra il suo solito sorrisetto e uno più dolce, più sincero.

- Anch’io, Micchan~. E ti conviene chiarire cosa intendi con “bene” nei miei confronti, visto che penso che Shuu si sia appena ingelosito – le indicò con un cenno del capo l’esterno e Mary seguì il gesto con lo sguardo, trovando in lontananza il biondo che li stava fissando.

Si scambiarono uno sguardo e risero, separandosi: Laito chiuse la porta e trotterellò giù, sognando ad occhi aperti altri dettagli della loro vita futura; ascoltando attentamente il lievissimo suono dei piedi che sprofondavano nella neve (e adesso urlavano per il freddo e maledicevano la proprietaria per non aver indossato almeno delle pantofole), Mary avanzò con calma verso il marito che non voleva saperne nulla di distogliere gli occhi dalla sua figura.

- Puzzi di Mukami e di Laito – commentò il biondo, contrariato, mentre le annusava capelli, viso, orecchie (quasi tentò di mordergliele) e spalle, provocandole il solletico.

- Ma piantala, Shuu! – lo abbracciò, adagiando la testa contro la sua spalla e dondolandosi sul posto – Tra nove mesi sarai padre, eh. Devi abituarti a dormire di meno – rise, vedendo il suo viso assumere una smorfia fintamente disperata.

La coppia alzò il viso a guardare il cielo, limpido e stellato; ebbero un dejà vu: il vampiro chiese con un sussurro se si ricordasse quella notte in cui gli aveva confessato i propri sentimenti e, nel ricevere la conferma, aggiunse che non le aveva più risposto in modo appropriato.

- Ti va bene se lo chiamiamo Edgar, nel caso sia maschio?

- Shuu, non cambiare discorso – rise la mezza strega, dandogli un pugnetto nello stomaco – Comunque sì, mi va bene. E se è femmina… Narciso?

- Che schifo.

- Ma come?!

Shuu la colse di sorpresa baciandola.

- Ti amo anch’io, scricciolo.

Mary sospirò contenta e pizzicò il naso al vampiro, il quale brontolò facendola sorridere, mentre la stringeva da dietro, accarezzandole il ventre e tornando con lei a osservare la notte; ricominciarono a discutere presto di neonati e nomi, lei evitando di raccontargli le idee di Laito che gli avrebbero fatto ribrezzo, lui protestando che non voleva rinunciare troppo al suo dormire.

 

E il Cielo benedì la coppia e chi stava intorno a loro.

 



Finito. Quasi. Manca solo l'Epilogo, dove riassumerò solo gli eventi del futuro...
... ma qui già si conclude la storia. Quasi piango.
Ci vediamo all'Epilogo, di nuovo, e li vi saluterò, forse per sempre.
Continuerò sempre a scrivere, ma, vedendo che su EFP il fandom di DL è poco attivo, dubito che pubblicherò altre storie; ma boh, vedremo.

Intanto, vi ringrazio come al solito di aver letto la mia storia fino a qui.

A presto! ♥

  
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